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Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda Robyn il 14/07/2012, 8:52

Ma,non credo mai che SB torni.La fase che viviamo è come quella che seguì al crollo del fascismo e la nascita della democrazia.L'estrema destra sembrò ripresentarsi con il 13% ma rimase fortemente minoritaria per tutta la prima repubbica.Se invece gli italiani non avessero capito ancora la grande pericolosità di SB molto probabilmente il FMI di Cristine Lagarde commissarierebbe l'Italia.Al nostro interno c'è anche qualcuno che cresciuto a briosce e kinder nesquik nella periferia romana dice che SB è meglio di Grillo.Inoltre SB potrebbe finire per uccidere il Pdl.In caso di questo scenario fosco bisogna lasciare l'Italia ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 14/07/2012, 8:55, modificato 1 volta in totale.
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda franz il 14/07/2012, 8:53

ranvit ha scritto:A dir la verità sono in tanti... :D . In particolare ad investimenti in infrastrutture, università e ricerca...senno' come cavolo si esce dalla spirale recessione=nuove tasse?

I governi che ci saranno dopo le politiche del 2013 dipendono anche dalla situazione di depressione in cui siamo: piu' depressione=piu' incazzatura della gente=piu' voti ai populisti :twisted:

Un aspetto di fondo, introdotto tramite una domanda. Per quale strano motivo dobbiamo pensare che un investimento verso le università e la ricerca debba essere solo pubblico? Considerando che Harvard ha 27 miliardi di dollari in dotazione e circa 17 Yale, il problema è nauralmente fare in modo che i privati possano fare queste capitalizzazioni, cosa difficile con la tassazione da rapina che abbiamo oggi sulle imprese. E chi l'ha detto che la ricerca la deve fare solo il settore pubblico?
Io osservo che quando i soldi scorrono nel settore pubblco è piu' facile che si trasformino in personale (tanto e malpagato oppure baroni che non fanno alcuna ricerca) che in veri e propri investimenti (strutture, strumenti). Prima di dare soldi all'università quindi va profondamente riformata e qui sappiamo quante sono le resistenze, baronali e non.

Ti do' invece ragione per gli investimenti in infrastrutture. Naturalmente le ferrovie sono oggi una finta struttura privata (una SPA detenuta dal tesoro) e quindi i fondi i fondi per gli investimenti che servono ad ammodernare sono ancora a carico della collettività e come per le strade ci deve pensare lo Stato. Tu sai pero' anche qui quante resistenze "NO-XXX" ci sono ogni qual volta si tratta di implementare nuove infrastrutture strategiche. Una radicale privatizzazione delle ferrovie, come in Svezia, potrebbe essere una soluzione (arrivano anche fondi per la vendita).
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda ranvit il 14/07/2012, 10:16

Concordo.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda trilogy il 14/07/2012, 11:15

franz ha scritto:
Moody's
La decisione di voto in Italia downgrade riflette le seguenti fattori chiave:

1. L'Italia è più probabile che un ulteriore aumento netto dei costi di finanziamento o la perdita di accesso al mercato rispetto al momento della nostra azione Voto cinque mesi fa a causa di fiducia del mercato sempre più fragile, il rischio di contagio proveniente da Grecia e Spagna e segnali di erosione non domestico base di investitori. Il rischio di una uscita greca l'euro è aumentato, il sistema bancario spagnolo sperimenteranno perdite su crediti maggiori di quanto anticipato, e Spagna le sfide proprie di finanziamento sono maggiori di quanto precedentemente riconosciuto.

2. In Italia a breve termine le prospettive economiche si è deteriorata, come si manifesta sia in crescita più debole e una maggiore disoccupazione, che crea il rischio di mancato rispetto degli obiettivi di consolidamento fiscale. Il mancato rispetto di obiettivi di bilancio a sua volta potrebbe indebolire ulteriormente la fiducia dei mercati, aumentando il rischio di una brusca frenata dei finanziamenti sul mercato.

Allo stesso tempo, Moody le note che il rating attuale Baa2 del sovrano è sostenuto da forze di credito significative rispetto ad altre economie dell'area dell'euro periferici, tra cui (1) il mantenimento di un avanzo primario, (2) economia vasta e diversificata che può agire come un importante ammortizzatore nella crisi attuale, e (3) notevoli progressi sulle riforme strutturali che, se sostenuta nei prossimi anni, potrebbero migliorare la competitività del paese e il potenziale di crescita nel medio termine.....


Personalmente nelle analisi mi fido più dei movimenti della speculazione che dei rapporti delle Agenzie di rating. Gli speculatori anticipano gli eventi, (a volte sbagliando) ma le agenzie sono sempre in ritardo. Ripeto, i problemi erano già noti, e scontanti dai mercati. Del rallentamento globale in arrivo ne avevo scritto mesi fa, qua sopra. I rischi di contagio e la situazione spagnola e greca erano noti non sono cambiati, anzi la situazione greca è un po' più stabile rispetto a un mese fa. I rischi di perdita di accesso al mercato per l'italia sono stabili, anzi in leggera riduzione. Questo dipende principalmente dalla parte breve della curva dei tassi, è lì che il vero rischio si manifesta, non sul BTP a 10 anni. Quindi anche se i rischi esterni possono essere aumentati (ma era previsto) la spending review per quanto lenta e iniqua li ha bilanciati e il taglio del rating non si giustifica.

franz ha scritto:
Moody's
Il forte impegno del governo attuale di riforme strutturali e consolidamento fiscale ha moderato la pressione al ribasso sul rating del governo in Italia legame. Moody riconosce che il governo ha proposto, ed è legiferare, un programma di riforma che ha il potenziale per migliorare materialmente in Italia crescita a lungo termine e le prospettive fiscali. Come parte di questo programma, le autorità implementato tre pacchetti di risanamento del bilancio, rafforzato il sistema pensionistico, e ha approvato una regola di pareggio di bilancio strutturale, che sarà efficace a partire dal 2014. Inoltre, all'inizio di luglio il governo ha approvato ulteriori tagli alla spesa, al fine di rinviare un aumento dell'IVA che era dovuto in vigore nel mese di ottobre 2012, e che avrebbe messo ulteriore pressione al ribasso sulla domanda interna.

L'outlook negativo riflette la nostra visione che i rischi per l'attuazione di tali riforme rimangono sostanziali. In aggiunta a loro è deterioramento del contesto macroeconomico, che aumenta l'austerità e la stanchezza da riforme tra la popolazione. Il clima politico, tanto più che le elezioni di primavera 2013 si avvicinano, è anche una fonte di rischi di implementazione.


Qui arriva il vero problema di Moody's "i rischi per l'attuazione delle riforme rimangono sostanziali", e le elezioni del 2013.
La spending review è piena di buone intenzioni, ma si rimanda poi per l'attuazione alle Regioni e ai Ministeri per l'attuazione pratica. Come vanno a finire queste manovre in Italia lo sappiamo. Nessuno ha mai voluto modificare il reale funzionamento dello Stato e i suoi costi. Tagliare i servizi ai cittadini o aumentare le tasse è facile. Modificare le procedure, la struttura, per ridurre il costo di produzione dei servizi è un tema intoccabile. Il risultato è che paghiamo sempre di più, per avere sempre meno in cambio. Qui Moody's fa bene a dubitare dell'Italia.

franz ha scritto:
Moody's
COSA POTREBBE MUOVERE IL RATING UP / DOWN

Il debito d'Italia Voto governo potrebbe essere declassato ulteriormente in caso si verifica un deterioramento materiale aggiuntivo in prospettive economiche del paese o difficoltà nell'attuazione della riforma.

Nel caso in Italia l'accesso ai mercati del debito pubblico sempre più vincolata e il paese fosse bisogno di assistenza esterna, poi rating sovrano d'Italia potrebbe transizione verso livelli di rating notevolmente inferiori.[--]

Una buona attuazione delle riforme economiche e le misure fiscali che effettivamente rafforzare le prospettive di crescita dell'economia italiana e il bilancio del governo sarebbe di credito positivo e potrebbe portare a un outlook stabile. Pressioni al rialzo sul rating Italia potrebbe svilupparsi se le finanze pubbliche del governo dovesse diventare meno vulnerabili a condizioni di finanziamento volatili, che dovrebbe essere accompagnata da una inversione nella traiettoria verso l'alto debito pubblico e il raggiungimento di livelli di debito più bassi......


Qui arriva l'avvertimento, "politico", ed è un avvertimento molto pesante. "il rating potrebbe subire un ulteriore declassamento su livelli notevolmente inferiori". Con tagli del genere finiamo sotto l'investment grade. Questo ha come conseguenza che una serie di grandi investitori internazionali, che hanno delle regole statutarie molto prudenziali, ad esempio dei fondi pensione, non possono più investire in titoli italiani. L'accesso al mercato internazionale del credito per le banche e le grandi imprese italiane sarebbe molto difficile e costoso. In pratica a quel punto l'Italia affonda sul serio.
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda franz il 14/07/2012, 11:58

trilogy ha scritto:Qui arriva l'avvertimento, "politico", ed è un avvertimento molto pesante. "il rating potrebbe subire un ulteriore declassamento su livelli notevolmente inferiori". Con tagli del genere finiamo sotto l'investment grade. Questo ha come conseguenza che una serie di grandi investitori internazionali, che hanno delle regole statutarie molto prudenziali, ad esempio dei fondi pensione, non possono più investire in titoli italiani. L'accesso al mercato internazionale del credito per le banche e le grandi imprese italiane sarebbe molto difficile e costoso. In pratica a quel punto l'Italia affonda sul serio.

Voce del verbo, "battere la sella per far capire all'asino" oppure "dire a nuora, perché suocera intenda".
Le agenzie di rating parlano ai mercati, che hanno già capito e quindi è vero che sono in ritardo, ma fanno anche capire alla politica in modo chiaro "cosa succedera se ...". E qui la politica è in ritardo piu' delle agenzie. Credo che tutto sommato se capisco l'imbarazzo di Monti, lui dovrebbe anche apprezzare il downgrading perché tiene l'Italia sotto pressione. Se avessero rialzato la valutazione credo che Monti sarebbe caduto in poche settimane.
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda ranvit il 14/07/2012, 12:50

Se avessero rialzato la valutazione credo che Monti sarebbe caduto in poche settimane.

Una interpretazione che lascia trapelare un desiderio....

Intanto nel frattempo lo spread resta alto, gli interessi si mangiano tutte le risorse che si cerca di risparmiare, non ci sono soldi per gli investimenti, la ripresa va a farsi benedire ulteriormente, le elezioni politiche sono sempre piu vicine...
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda trilogy il 14/07/2012, 13:21

franz ha scritto:Voce del verbo, "battere la sella per far capire all'asino" oppure "dire a nuora, perché suocera intenda".
Le agenzie di rating parlano ai mercati, che hanno già capito e quindi è vero che sono in ritardo, ma fanno anche capire alla politica in modo chiaro "cosa succedera se ...". E qui la politica è in ritardo piu' delle agenzie. Credo che tutto sommato se capisco l'imbarazzo di Monti, lui dovrebbe anche apprezzare il downgrading perché tiene l'Italia sotto pressione. Se avessero rialzato la valutazione credo che Monti sarebbe caduto in poche settimane.


Siamo a pochi mesi dalle elezioni e non si conosce la legge elettorale con cui si voterà, non si conoscono gli schieramenti che si confronteranno, non si conoscono le proposte politiche che saranno avanzate. Conosci un altro paese al mondo in questa condizione?
Inoltre, questa volta, la classe politica ha un compito particolarmente difficile da affrontare, perchè con una proposta di ulteriore rigore economico si perdono le elezioni politiche, con una proposta da cicale, si perde la partita con i mercati.
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda flaviomob il 14/07/2012, 13:27

Chissà come mai i Giapponesi dei rating "se ne fottono"... L'Italia avrebbe tante risorse derivanti dal risparmio interno con cui salvare il paese... ma la mancanza di fiducia in noi stessi, l'ottusità, i dogmi di un capitalismo privo di etica, ormai compromesso con un sistema politico-amministrativo marcio e corrotto (e corporativo), l'illegalità diffusa e gli occhi coperti sull'esportazione illegale di tanti capitali sporchi ci affossano.
Il declassamento può essere letto sia come un fallimento di Monti (che del resto fu un berlusconiano, non scordiamocelo, della prima ora), sia come un efficace siluro contro l'euro...

Sicuramente, c'è chi ci mangia alla grande:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... 13/293463/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Moody's declassa l'Italia: giù di due gradini

Messaggioda franz il 14/07/2012, 15:08

flaviomob ha scritto:Chissà come mai i Giapponesi dei rating "se ne fottono"...

Perché sono in deflazione da 10 anni.
I prezzi scendono. Se salissero, se avessero inflazione, i tassi di interesse salirebbero per compensare.
Invece la crescita dei prezzi è zero se non sotto zero. Ed i tassi di conseguenza sono bassi.
Qui per confronto l'inflazione giapponese ed italiana.
http://www.google.it/publicdata/explore ... &ind=false
si vede bene che a parte il 2008 ed un +0.24 nel 2007, l'inflazione in giappone è negativa.
Il rating giapponese, che se ne "fottano" o meno, è migliore di quello italiano.
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Barca: "La macchina sta ripartendo"

Messaggioda franz il 15/07/2012, 11:13

Barca: "La macchina sta ripartendo
quelle di Moody's sono chiacchiere"

Parla il ministro per la coesione territoriale: "Il nostro obiettivo è la stabilità, ma per far ripartire il Paese serve un governo nato dalle urne"
di CLAUDIO TITO


ROMA - Nonostante le valutazioni delle agenzie di rating, si può iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel. Ma per risolvere radicalmente i problemi del Paese serve una "visione" complessiva. E solo un governo che nasca dalle urne e non risponda al principio delle larghe intese può averla. Il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, guarda già al 2013. "Non sarò candidato", assicura. Ma avverte che il prossimo esecutivo dovrà essere il frutto di una "competizione reale". Con posizioni chiare. Il governo Monti ha fatto le cose "indispensabili" ma non "sotto dettatura" della Ue e dei mercati. Il problema semmai è che quei "mille" investitori che determinano l'andamento dei mercati, si fanno orientare "dai "salotti", ma non sono persone di "grande finezza".

Eppure l'Italia sembra ancora sotto attacco. Rischiamo di essere il prossimo obiettivo della speculazione?
"Non credo ai complotti. Ma nella situazione di incertezza che si vive a livello internazionale, basta un respiro per aggregare convincimenti in quelle mille persone che comprano o vendono titoli. Ma saremo in grado di essere convincenti".

È solo questo? Anche il taglio del rating da parte di Moody's fa parte di questa forma di condizionamento?
"Non sono nelle segrete stanze, ma non mi pare ci sia un'altra spiegazione".

Non c'è il rischio di una sorta di dittatura dei mercati, soprattutto se non c'è controllo sui giudizi delle agenzie di rating?
"Il 99% delle cose fatte da questo governo andava comunque fatto. Si tratta di provvedimenti che attendevano da anni l'approvazione, non di misure prese sotto dettatura. Il problema semmai è un altro...".

Quale?
"In una situazione di grandissima confusione, nessun paese può permettersi di essere un po' pazzerello, come è capitato per un periodo a noi. Se lo fa, tutti si convincono che è quello da attaccare. Quello sul quale la speculazione può ottenere risultati. Non è una dittatura ".

E il governo è riuscito a convincere che l'Italia non è più pazzerella? O manca qualcosa?

"Ogni governo deve rispondere del mandato che gli è stato assegnato. Noi dobbiamo ricostruire le condizioni di stabilità, reintrodurre il rigore nella rete economica e sociale e nell'azione pubblica. Questo governo non deve disegnare una visione di lungo periodo, questo spetta solo all'esecutivo che emergerà dal confronto elettorale ".

Vuol dire che l'attuale governo non può avere una visione di lungo termine in grado di affrontare le criticità nazionali?

"La storia degli ultimi 23 anni è una storia fatta di mancate riforme, il Paese ha cercato di riformare se stesso ma i risultati sono stati modesti. Per lo sviluppo serve una visione che solo un mandato elettorale può attribuire".

Quindi dobbiamo aspettare il 2013?

"In questi anni nessuno ha raccontato quale fosse il rapporto tra capitale e lavoro, tra pubblico e privato. Abbiamo aggiunto norme a norme, con pezzi presi qua e là. I governi non hanno avuto una visione del capitalismo. Ci può riuscire
un governo che esce da un confronto elettorale. Anche il governatore della Banca d'Italia Visco ci ha detto che solo così si può, ad esempio, realizzare un progetto di manutenzione del patrimonio immobiliare e del territorio".

La visione può averla anche un governo appoggiato da una grande coalizione?
"Non lo so, deve essere un governo che ha una visione netta, deve nascere da una competizione elettorale vera".

Ma lei si candiderà alle prossime elezioni?
"Assolutamente no".

Eppure il suo nome viene spesso indicato per il 2013.
"Da parte di alcuni è un segno di garbo. Altri mi vogliono scavare la fossa".

E può essere Monti a guidare ancora questo governo?
"Lo deve chiedere a lui".

Sta di fatto che le incertezze sulla situazione politica pesano anche sul quadro economico. Moody's ne è un esempio.
"A me sembra che la confusione sia soprattutto di Moody's. Quando mancano le grandi istituzioni mondiali, questi signori non sono in grado di fare analisi particolarmente lucide. Non è che siano persone di particolare finezza. Riflettono l'ultima chiacchierata fatta in un salotto".

Noi vediamo la luce in fondo al tunnel o rischiamo ancora di essere al centro della speculazione?
"La macchina sta ripartendo, faccio molto affidamento sui provvedimenti presi per lo sviluppo. Se il settore delle costruzioni e quello manifatturiero ritroveranno la tranquillità nel credere che si può investire, allora la ripresa potrà prendere il via già durante la vita di questo governo".

Nel frattempo sprechiamo i fondi europei. La Sicilia è stata di fatto bocciata dalla Commissione sull'uso dei soldi comunitari.
"Il problema Sicilia esiste. Usa solo il 14,5% dei fondi che arrivano. Nel sud non tutto è così. La Basilicata arriva al 34%. Ma bisogna capire che i fondi strutturali sono una grande opportunità per la ripresa".

Come pensate di risolvere il problema-Sicilia?

"Lì si accumulano tre fattori: l'impulso nazionale si è indebolito, i siciliani hanno scarse possibilità di conoscere le opportunità a disposizione, c'è una grande frammentazione degli interventi. E soprattutto c'è una forte lontananza fra politica e pubblica amministrazione e i cittadini".

Quindi?

"Noi martedì prossimo metteremo sul web tutti i 400 mila progetti già finanziati. Cosi tutti potranno informarsi e dire la loro opinione. In più organizzeremo tre incontri con la Regione e le forze sociali per capire cosa succede".

(15 luglio 2012)
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