A parte che la religione non è un fatto semplicemente privato e non lo dico io ma la Costituzione.
Fosse altrimenti ci sarebbe da chiedere conto di una mancanza di libertà stabilità sia nei suoi articoli sia negli articoli di convenzioni internazionali che considerano il fatto religioso non semplicemente fatto privato. Vorrebbe dire altrimenti mettere di fatto fuori legge tutte le confessioni religiose, comprese quelle che molti "laici" considerano meno deleterie per la nostra società. Antichi retaggi giacobini e, per rimanere ai tempi recenti, del socialismo reale?
Non so cosa siano ma questo referain che la religione è solo un fatto privato non ha senso in una democrazia.
Ha senso pretendere, e - lo sappiamo - i vari Stati hanno declinato i principi di laicità in maniera diversa, o un'indifferenza dello Stato in merito alle questioni religiose intesa come netta separazione (Francia, anche se ultimamente i principi ex L. 1905 sono stati ridimensionati), oppure un metodo, di laicità appunto, che non implichi discriminazioni nei confronti delle credenze dei cittadini.
Che la religione non sia soltanto un fatto privato è una constazione, che magari potrà infastidire che non è religioso o proprio che vede la religione come il fumo negli occhi, ma così è.
A meno che, appunto, non si vogliano negare delle libertà che non possono certo ridursi a ritualità e proselitismo vissuti nelle catacombe come ai tempi di noti regimi totalitari.
La questione crocifisso negli uffici pubblici ovviamente non ha niente a che vedere con l'espressione del credo religioso in forma NON privata. E' una commistione con il pubblico, inteso come istituzioni statali, e come tale in costanza di Costituzione repubblicana è incoerente con i suoi dettati.
Non mi pare, a differenza dei Tosti della situazione, che sia nulla di particolarmente scandaloso, non fosse altro che la maggiore visibilità ad un crocifisso lasciato lì nel disinteresse di una società secolarizzata, è stata data proprio da coloro che lo vogliono rimuovere.
Diverso discorso, senza stracciarsi le vesti, se si parla di opportunità e quindi di rimuovere simboli religiosi (e non sostituirci le immaginette di "democrazia atea").
Sono convinto che tanti cattolici italiani, all'acqua di rose (è una constatazione) appunto non si straccerebbero le vesti. Salvo coloro che ne fanno una battaglia di principio o culturale o chissà cosa.
Rimane triste che un crocifisso, considerato un niente dai non deisti, sia motivo di una simile bagarre. Preso atto che ci sono sicuramente questioni di inopportunità, e io ritengo che, visti i contesti pubblici non ci sia alcuna necessità di tenerlo lì nell'indifferenza dei presunti fedeli e motivo di tale scandalo per gli atei, colpisce il fatto di un Cristo alla stregua della kriptonite.
Se le battaglie etiche dei "laici" son tutte qui davvero povera Italia.
Per quello che mi riguarda, senza che la cosa mi appassioni più del dovuto, che si levino pure tutti i crocifissi e rimangano invece nel loro contesto di fede autentico.
Salvo poi non stupirmi di altre "battaglie" considerate capitali che voglio però vedere quanto saranno coerenti con quella Costituzione di cui molti, troppi (a sproposito) si riempiono la bocca.