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Accordo su crescita e anti-spread

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Re: Accordo su crescita e anti-spread

Messaggioda ranvit il 04/07/2012, 16:12

Inoltre la spinta filocentrista che i dirigenti continuano ad attuare tende ad espellere verso l'astensione o i partitini (o la protesta) una gran parte dell'elettorato storico della sinistra italiana.


Era ora!!!
Non che la cosa mi faccia piacere (essendo io, di base, un socialista liberale), ma è innegabile che questi "partitini" + alcuni ambienti dell'elettorato storico della sinistra italiana, sono stati e sono una delle concause della drammatica situazione economico-strutturale-istituzionale del Paese.
Se e quando tali contesti abbandoneranno i fumi dell'ideologia "comunista" e/o quelli piu' moderni del no-globalismo, pacifismo, ambientalismo, allora e solo allora sarà auspicabile una riunificazione della sinistra italiana in un'ottica di cose concrete da fare!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Accordo su crescita e anti-spread

Messaggioda ranvit il 06/07/2012, 11:34

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AboNCW3F


Pressione sui titoli di Stato. Spread in forte rialzo verso 470. I BTp tornano oltre il 6%. Borse in rosso, euro apre sotto 1,24 dollari


Le Borse europee procedono in calo con Piazza Affari maglia nera in ribasso di circa un punto percentuale (segui gli indici finanziari). Tra i singoli titoli del paniere principale di Milano forti vendite su e Fondiaria - Sai e Unipol. Male anche Unicredit, Intesa Sanpaolo e Fiat.

I mercati restano incerti dopo le valutazioni del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che ieri ha tracciato un quadro economico incerto (e in peggioramento rispetto alle stime di un mese fa).
andamento titoli
Fondiaria-Sai -6.12%Unipol -6.80%Unicredit -0.50% Vedi tutti »
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Pressione sui titoli di Stato
Pressione sui titoli di Stato della periferia dell'Eurozona, nel mirino Italia e Spagna. Il rendimento del Btp decennale è salito al 6,04% con lo spread su Bund in allargamento a 466 punti. Stessa musica per il Bonos decennale spagnolo con il rendimento al 6,87% e lo spread sul Bund in allargamento a 550 punti.

Resta dunque forte l'avversione al rischio degli investitori verso i due grandi malati dell'Eurozona: Madrid soffocata dalla perdite delle banche, Roma schiacciata dal debito pubblico.

«Più passano i giorni e più il mercato si rende conto che il cosidetto scudo anti-spread,attraverso l'Esm é tutto da definire, Pesa anche l'indebolimento della congiuntura economica nell'Eurozona. Per Italia e Spagna potrebbe volere dire che le cose peggioreranno prima di migliorare, dunque il mercato prezza il rischio su questi due Paesi», commenta un trader dell'obbligazionario.

Valute
Sul versante valutario l'euro in ribasso sul dollaro in apertura dei principali mercati valutari. La moneta unica europea è scambiata a 1,2386 dollari, mentre ieri la Banca centrale europea l'ha rilevata a 1,2426 dollari (cambio euro/dollaro).

Borsa di Tokyo
Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo dove l'indice Nikkei 225 lascia sul terreno lo 0,65% a 9.020,75 punti.


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http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AbPKSY3F

Troppi dubbi pesano sui mercati


Chi si chiedesse perché calano le borse, dopo i «positivi» accordi di venerdì a Bruxelles, e soprattutto si domandasse perché mai i rendimenti dei Btp e dei Bonos siano ritornati pressoché ai livelli precedenti il vertice dei capi di Stato, troverebbe la risposta in una serie di episodi accaduti negli ultimi due giorni.

L'ultimo è il pronunciamento di 160 insigni economisti tedeschi, capitanati da Hans-Werner Sinn, presidente dell'istituto Ifo, contro la decisione di creare una Unione bancaria europea, così come la stessa Angela Merkel aveva appoggiato. Dicono i centocinquanta: «Siamo profondamente preoccupati per questo passo verso un'Unione bancaria che renderebbe collettivi i debiti delle banche». La voce di questi economisti si somma a quella della Cdu tedesca, alleata della Merkel, decisa ad ostacolare l'uso del fondo Esm per salvare le banche. E, infine, si confonde con quella della Spd, secondo la quale il fondo non deve essere utilizzato prima d'aver creato una Unione bancaria.
Trionfando questo genere di ragionamenti anche presso i politici e l'opinione pubblica di altri Paesi "virtuosi" e con una banca centrale che non può prendere iniziative "non convenzionali", come invece fa la Fed, è legittimo chiedersi a cosa serva l'euro. Il mercato, andando al ribasso, si fa ancora meno domande. (W.R.)
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