Tutto questo per quanto attiene le vicende austriache. E nel caso italiano cosa accadrebbe?
Nel caso italiano, l'una tantum sarebbe circa del 25% dei 150 miliardi di euro stimati, secondo indiscrezionidi stampa, quindi pari a 37,5 miliardi di euro di incassi. Un bel colpo. Inoltre quanto alla tassazione sugli interessi, facendo una proporzione analoga a quella prevista dagli accordi austriaci, l'Erario italiano potrebbe contare su 625 milioni di incassi all'anno. Insomma non proprio noccioline. Vale la pena pensarci e verificare se non valga la pena di seguiere le orme tedesche e ora austriache. Aspettare Bruxelles, per ora, non paga.
Nel caso tedesco invece l'aliquota massima arriva al 48% e tutto questo ha creato una grossa confusione, perché chi ha provato a fare calcoli usando il modello di accordo svizzero con la germania e l'austria è arrivato a cifre enormi (anche 80 miliardi verso l'Italia) che generano solo aspettative sbagliate. Per prima cosa i modelli fiscali tedeschi ed austiaci per la tassazione dei redditi da capitali sono differenti. In Austria (come in Italia) la tassazione è separata, con una particolare aliquota. In germania invece (come in Svizzera) gli interessi bancari si cumulano al reddito e l'aliquota è quella risultante dalla somma.
Quindi uno che ha un reddito elevato (200'000) euro e che inoltre ricava interessi per 10'000 euro, pagherà al fisco imposte pari all'aliquita dovuta per chi guadagna 210'000. Aliquota che potrebbe essere, mettiamo, il 40%. Se invece i 10'000 euro di interessi sono percepiti da chi guadagana 50'000, pagherà su 60'000 e quindiun'aliquota molto piu' bassa, stante la progressività dell'imposizione sul reddito. Le alte aliquote previste dall'accordo svizzero-tedesco, riflettono la situazione fiscale germanica. Infatti il sistema di accordo prevede in linea dimassima che la svizzera prelievi le imposte che il cittadino avrebbe pagato in germania e le versi al fisco del paese di residenza, come un normale sostituto d'imposta. Il sistema austriaco invece ha un'aliquota fissa, slegata dal reddito del percettore. Lo stesso sistema italiano.
Per capire quale sarà l'importo che l'Italia puo' avere da un accordo con la svizzera occorre conoscere il sistema di calcolo del modello Rubik, adottato con germania, regno unito e austria.
Per quanto riguarda l'imposizione annuale, questo è semplice perché si tratta del 20% dell'interesse maturato. L'aliquota italiana infatti è il 20% (uniformata dal salva italia di Monti) e se in futuro aumenterà naturalmente la svizzera, che agisce come sostituto d'imposta, si adeguerà. Ipotizzando 150 miliardi con un interesse medio (citato nell'articolo originario) dell'1.666% ed un'aliquota del 20% abbiamo mezzo miliardo. In realtà poi il calcolo effettivo viene fatto sui reali interessi percepiti e questa è solo una stima.
L'errore dell'articolo è di ipotizzare una aliquota del 25% (come quella austriaca) quando in Italia è del 20%. Il tutto è perfettamente in linea con il diritto comunitario che auspica proprio che il francese che ha capitali in germania possa pagare un'imposta sugli interessi in germania esattamente come se avesse quei soldi in francia. Sistema questo, di trattenuta alla fonte, che fu proprio sostenuta (e si dice anche ideata) da Monti quando era commissario eruropeo.
Il grosso dell'importo pero' riguarda la chiusura col passato. Qui bisogna chiarire comuque che non tutti i capitali italiani in svizzera sono in nero. Ci sono i risparmi di centinaia di migliaia di lavoratori emigrati ed anche di frontalieri, oltre che di aziende italiane che hanno esportato capitali alla luce del sole. Quindi bisogna capire bene che il passato "illegale" va chiuso, con una specie di multa "una tantum", solo da chi aveva soldi illegalmente. Il calcolo qui è piu' complesso ma in estrema sintesi comprende l'aliquota evasa (quello che avrebbe dovuto pagare) e il numero di anni di illegalità, fino al massimo (di solito 10-11 anni) di prescrizione. L'aliquota italiana sui capitali investiti è sempre stata il 12.5% e per il contante mi pare il 27%. Normalmente le persone non tengono molto contante (solo un 5-10%) ed il resto è investito in azioni, fondi, obbligazioni. Probabilmente si potrà convenire su un'aliquota media (es: 15%) ma è chiaro che prendere a spunto le aliquote tedesce (vicine al 40%) e austriache (25%), molto piu' elevate, è sbagliato. Non mi è chiaro quale sia il termine legale di prescrizione in Italia (trovo comunque dati inferiori ai 10 anni) per cui anche questo aspetto contribuisce e rendere basso l'importo della multa. Da considerare inoltre che in passato l'Italia ha già applicato diversi "scudi" (sempre con tremonti) e quindi chi ha aderito ha già pagato, piu' volte importi che sono stati definiti a "sanatoria".
Chiaramente l'aliquota media ed il numero di anni sono oggetto di accordo tra ITA e CH ma oltre a considerare i precedenti scudi occorre anche valutare che ogni singolo italiano, dententore di patrimoni in svizzera (e non residente in svizzera) potrà decidere entro una certa finestra temporale se aderire oppure no all'accordo. Se valuta che non gli conviene pagare una multa che reputa troppo salata allora deve abbandonare entro una certa data il deposito in svizzera e quindi succederà che l'Italia rimane senza imposte e le banche svizzere senza depositanti italiani. Qui l'accordo tipo rubik prevede che la svizzera comunichi, in questo caso all'italia, i paesi di destinazione dei capitali che non hanno aderito. Quindi l'Italia saprà a livello cumulativo quanti miliardi sono andati a montecarlo, quanti negli altri paradisi fiscali. Per evitare che entrambi perdano (chi il deposito, chi l'imposta) occorre essere cauti nella determinazione della multa che chiude il passato. Tra l'altro, ipotizzando che per esempio la multa sia elevata, ad esempio 50 miliardi (33%), ecco che i 150 miliardi diventano di colpo 100 (se tutti i detentori accettano) e quindi il flusso annuale di ritenute sugli interessi cala di 1/3. Naturalmente si preferisce fare il colpo grosso adesso (quindi avere subito 50 miliardi) ma se per esempio la metà non accettasse avremmo solo 25 miliardi subito e 250 milioni ogni anno invece di mezzo miliardo.
Naturalmente se l'accordo sulla multa fosse al ribasso, praticamente tutti aderirebebro ma bisogerebbe far digerire la cosa al parlamento italiano che deve ratificare (ma come, si chiederebebro, perché cosi' poco quando in germania ...) mentre se l'importo fosse troppo alto sarebbe il parlamento svizzero ad aver difficoltà di ratifica, oltre ovviamente ogni singolo depositante.
Penso che i negoziatori avrenno di che grattarsi la pera
