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Aspettando Bruxelles

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Aspettando Bruxelles

Messaggioda franz il 18/05/2012, 10:22

Tutto questo per quanto attiene le vicende austriache. E nel caso italiano cosa accadrebbe?
Nel caso italiano, l'una tantum sarebbe circa del 25% dei 150 miliardi di euro stimati, secondo indiscrezionidi stampa, quindi pari a 37,5 miliardi di euro di incassi. Un bel colpo. Inoltre quanto alla tassazione sugli interessi, facendo una proporzione analoga a quella prevista dagli accordi austriaci, l'Erario italiano potrebbe contare su 625 milioni di incassi all'anno. Insomma non proprio noccioline. Vale la pena pensarci e verificare se non valga la pena di seguiere le orme tedesche e ora austriache. Aspettare Bruxelles, per ora, non paga.

Nel caso tedesco invece l'aliquota massima arriva al 48% e tutto questo ha creato una grossa confusione, perché chi ha provato a fare calcoli usando il modello di accordo svizzero con la germania e l'austria è arrivato a cifre enormi (anche 80 miliardi verso l'Italia) che generano solo aspettative sbagliate. Per prima cosa i modelli fiscali tedeschi ed austiaci per la tassazione dei redditi da capitali sono differenti. In Austria (come in Italia) la tassazione è separata, con una particolare aliquota. In germania invece (come in Svizzera) gli interessi bancari si cumulano al reddito e l'aliquota è quella risultante dalla somma.
Quindi uno che ha un reddito elevato (200'000) euro e che inoltre ricava interessi per 10'000 euro, pagherà al fisco imposte pari all'aliquita dovuta per chi guadagna 210'000. Aliquota che potrebbe essere, mettiamo, il 40%. Se invece i 10'000 euro di interessi sono percepiti da chi guadagana 50'000, pagherà su 60'000 e quindiun'aliquota molto piu' bassa, stante la progressività dell'imposizione sul reddito. Le alte aliquote previste dall'accordo svizzero-tedesco, riflettono la situazione fiscale germanica. Infatti il sistema di accordo prevede in linea dimassima che la svizzera prelievi le imposte che il cittadino avrebbe pagato in germania e le versi al fisco del paese di residenza, come un normale sostituto d'imposta. Il sistema austriaco invece ha un'aliquota fissa, slegata dal reddito del percettore. Lo stesso sistema italiano.

Per capire quale sarà l'importo che l'Italia puo' avere da un accordo con la svizzera occorre conoscere il sistema di calcolo del modello Rubik, adottato con germania, regno unito e austria.
Per quanto riguarda l'imposizione annuale, questo è semplice perché si tratta del 20% dell'interesse maturato. L'aliquota italiana infatti è il 20% (uniformata dal salva italia di Monti) e se in futuro aumenterà naturalmente la svizzera, che agisce come sostituto d'imposta, si adeguerà. Ipotizzando 150 miliardi con un interesse medio (citato nell'articolo originario) dell'1.666% ed un'aliquota del 20% abbiamo mezzo miliardo. In realtà poi il calcolo effettivo viene fatto sui reali interessi percepiti e questa è solo una stima.
L'errore dell'articolo è di ipotizzare una aliquota del 25% (come quella austriaca) quando in Italia è del 20%. Il tutto è perfettamente in linea con il diritto comunitario che auspica proprio che il francese che ha capitali in germania possa pagare un'imposta sugli interessi in germania esattamente come se avesse quei soldi in francia. Sistema questo, di trattenuta alla fonte, che fu proprio sostenuta (e si dice anche ideata) da Monti quando era commissario eruropeo.

Il grosso dell'importo pero' riguarda la chiusura col passato. Qui bisogna chiarire comuque che non tutti i capitali italiani in svizzera sono in nero. Ci sono i risparmi di centinaia di migliaia di lavoratori emigrati ed anche di frontalieri, oltre che di aziende italiane che hanno esportato capitali alla luce del sole. Quindi bisogna capire bene che il passato "illegale" va chiuso, con una specie di multa "una tantum", solo da chi aveva soldi illegalmente. Il calcolo qui è piu' complesso ma in estrema sintesi comprende l'aliquota evasa (quello che avrebbe dovuto pagare) e il numero di anni di illegalità, fino al massimo (di solito 10-11 anni) di prescrizione. L'aliquota italiana sui capitali investiti è sempre stata il 12.5% e per il contante mi pare il 27%. Normalmente le persone non tengono molto contante (solo un 5-10%) ed il resto è investito in azioni, fondi, obbligazioni. Probabilmente si potrà convenire su un'aliquota media (es: 15%) ma è chiaro che prendere a spunto le aliquote tedesce (vicine al 40%) e austriache (25%), molto piu' elevate, è sbagliato. Non mi è chiaro quale sia il termine legale di prescrizione in Italia (trovo comunque dati inferiori ai 10 anni) per cui anche questo aspetto contribuisce e rendere basso l'importo della multa. Da considerare inoltre che in passato l'Italia ha già applicato diversi "scudi" (sempre con tremonti) e quindi chi ha aderito ha già pagato, piu' volte importi che sono stati definiti a "sanatoria".

Chiaramente l'aliquota media ed il numero di anni sono oggetto di accordo tra ITA e CH ma oltre a considerare i precedenti scudi occorre anche valutare che ogni singolo italiano, dententore di patrimoni in svizzera (e non residente in svizzera) potrà decidere entro una certa finestra temporale se aderire oppure no all'accordo. Se valuta che non gli conviene pagare una multa che reputa troppo salata allora deve abbandonare entro una certa data il deposito in svizzera e quindi succederà che l'Italia rimane senza imposte e le banche svizzere senza depositanti italiani. Qui l'accordo tipo rubik prevede che la svizzera comunichi, in questo caso all'italia, i paesi di destinazione dei capitali che non hanno aderito. Quindi l'Italia saprà a livello cumulativo quanti miliardi sono andati a montecarlo, quanti negli altri paradisi fiscali. Per evitare che entrambi perdano (chi il deposito, chi l'imposta) occorre essere cauti nella determinazione della multa che chiude il passato. Tra l'altro, ipotizzando che per esempio la multa sia elevata, ad esempio 50 miliardi (33%), ecco che i 150 miliardi diventano di colpo 100 (se tutti i detentori accettano) e quindi il flusso annuale di ritenute sugli interessi cala di 1/3. Naturalmente si preferisce fare il colpo grosso adesso (quindi avere subito 50 miliardi) ma se per esempio la metà non accettasse avremmo solo 25 miliardi subito e 250 milioni ogni anno invece di mezzo miliardo.

Naturalmente se l'accordo sulla multa fosse al ribasso, praticamente tutti aderirebebro ma bisogerebbe far digerire la cosa al parlamento italiano che deve ratificare (ma come, si chiederebebro, perché cosi' poco quando in germania ...) mentre se l'importo fosse troppo alto sarebbe il parlamento svizzero ad aver difficoltà di ratifica, oltre ovviamente ogni singolo depositante.

Penso che i negoziatori avrenno di che grattarsi la pera ;)
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Monti: il negoziato? "Da concludere bene e presto"

Messaggioda franz il 12/06/2012, 16:43

La trattativa è complessa, ammette Monti, ma da entrambe le parti c'è la massima volontà di arrivare al risultato

Widmer-Schlumpf - Monti, "proseguire senza indugio"

ROMA - Con la odierna visita della presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schumpf a Roma e l'incontro con il premier italiano Mario Monti, il dialogo tra i due paesi sulla delicata vertenza fiscale è in pieno svolgimento. L'obiettivo, come hanno sottolineato entrambe le parti, è di giungere al più presto a un accordo. "Avanti senza indugi", ha sottolineato la consigliera federale.

L'appuntamento era fissato per le undici di stamane. Subito dopo si sono presentati alla stampa sia Monti che Widmer-Schumpf per esprimere soddisfazione e guardare avanti con ottimismo. Questa visita è "importante e porterà frutti concreti", ha detto il premier italiano. I due paesi condividono "il comune obiettivo del contrasto all'evasione", "una priorità del governo italiano".

Italia e Svizzera, ha precisato da parte sua la presidente della Confederazione e ministra delle finanze, concordano "sul fatto di proseguire senza indugio le trattative fiscali e finanziarie per trovare soluzioni". L'obiettivo della Svizzera, ha aggiunto, è creare una "piazza finanziaria forte senza denaro non dichiarato", che porti alla "regolarizzazione fiscale e all'imposizione futura dei contribuenti italiani titolari di conti in Svizzera".

"Siamo convinti - ha detto ancora Widmer-Schlumpf parlando in italiano - che è arrivata l'ora di rilanciare su nuove basi le nostre relazioni. Entrambi i Paesi vogliono eliminare tutti gli ostacoli che potrebbero intralciare relazioni economiche ancora migliori. Tra questi rientrano la regolarizzazione della situazione fiscale, dell'imposizione futura dei contribuenti italiani titolari di conti in Svizzera, nonché le questioni riguardanti l'accesso al mercato, le liste nere, la condizione per evitare la doppia imposizione e l'accordo relativo ai lavoratori frontalieri".

E ancora Monti: "abbiamo aperto un negoziato e confermo l'intendimento che entrambi i lati considerano importante questo negoziato, si impegnano con la migliore volontà". "Il negoziato - ha aggiunto - è complesso, mi è difficile formulare una previsione precisa sulla data di conclusione, la volontà importante è di concludere questo negoziato bene e presto".

Nell'incontro di oggi, ha riferito Monti, "abbiamo toccato vari temi relativi alla fiscalità". "Sono molto soddisfatto di poter annunciare il buon andamento del gruppo di lavoro bilaterale costruito per esaminare in modo approfondito i diversi temi finanziari e fiscali in vista di soluzioni operative che siano pienamente compatibili con la disciplina comunitaria".

"Oggi - ha proseguito Monti - ci siamo soffermati sul tema della doppia imposizione e sullo scambio di informazioni. Il gruppo bilaterale si riunirà di nuovo a breve riferendo direttamente ai Presidenti". L'avvio dei contatti, ha quindi ricordato, è stato reso possibile dalla "contestuale soluzione di una questione che creava disagi, relativa ai ristorni. Per l'Italia era un problema fondamentale che è stato superato".

Ats Akr
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Svizzera - sanatoria per i capitali italiani

Messaggioda ranvit il 24/06/2012, 17:16

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e- ... d=AbhW8VxF

Il confine con la Svizzera passa da Rubik, lontane le attese sulla sanatoria per i capitali italiani

di Antonio Criscione 24 giugno 2012


Per quest'estate il confine tra Italia e Svizzera passa per il rompicapo di Rubik e sull'aliquota da applicare sullo stock di capitali accumulati dai cittadini dello Stivale nel territorio della Confederazione elvetica. Il dilemma è se l'accordo possa attestarsi al livello delle attese italiane, o di quelle delle banche ticinesi che ritengono al massimo accettabile un'aliquota che non superi il 12 per cento.

Lo scorso 12 giugno infatti il premier italiano Mario Monti, con il presidente della Confederazione Elvetica e ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf ha confermato l'interesse dei due stati a portare avanti la trattativa sulla base delle intese già siglate dalla Svizzera con altri stati europei (Germania, Inghilterra e Austria).

Le attese italiane di un'applicazione "secca" dell'accordo sottoscritto dalla Svizzera con altri stati, soprattutto con l'Austria, che vede un'aliquota media del 25 per cento, non suscita grandi entusiasmi oltre confine. Con un'aliquota del 25% su una stima di circa 150 miliardi di euro detenuti dagli italiani nei forzieri svizzeri, potrebbe portare all'Italia incassi per quasi 40 miliardi di euro. Meno preoccupante sembra per entrambe le parti l'effetto del prelievo a regime: circa 650 milioni di euro.

In realtà le banche e i politici ticinesi mirano a un prelievo molto più basso, che si attesti in una fascia tra l'8 e il 12 per cento. Perché l'Italia meriterebbe di meno? Perché proprio l'Italia, sul pregresso, ha giocato al ribasso: con gli scudi fiscali si è tenuta su percentuali ancora più basse.

Per le casse pubbliche quindi la meno favorevole di queste ipotesi "promette" comunque un introito di 12 miliardi di euro, che non sarebbero i circa 40 che molti attendono, ma neanche una somma disprezzabile.

Questo incasso però è teorico, perché si basa sul fatto che si riesca a colpire l'intera somma detenuta dagli italiani in Svizzera. Una possibilità che però si scontra con alcuni ostacoli di non poco conto: l'Italia non avrebbe controllo sul comportamento delle banche svizzere, per sapere se hanno applicato correttamente l'accordo; potrebbe verificarsi un fuggi fuggi dalla Svizzera (elemento che preoccupa molto le banche ticinesi, già a partire dagli annunci relativi all'accordo); chi ha già fatto lo scudo fiscale probabilmente potrebbe rendere "trasparenti" al fisco le somme detenute in Svizzera, avendovi già pagato l'imposta relativa allo scudo. Una delle possibilità infatti, prevista negli accordi sottoscritti dalla Svizzera, è che i cittadini di Stati stranieri con cui saranno in vigore questi accordi (che secondo le aspettative dovrebbero partire dal 2013) possono scegliere di non farsi tassare in Svizzera, ma di rendere trasparenti le loro attività "elvetiche" al fisco nazionale.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Svizzera - sanatoria per i capitali italiani

Messaggioda franz il 24/06/2012, 17:56

Si discute di questo in un altro thread. viewtopic.php?p=47058#p47058
Unificato.
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