cardif ha scritto:Sul sondaggio ho già detto la mia, prima:
- c'entra l'ignoranza degli intervistati?
- c'entra la confusione tra israeliani ed ebrei?
- c'entra la politica aggressiva del governo di Israele (non degli israeliani che in tanti si dissociano)?
- c'entra l'aumento del razzismo dovunque in Europa, anche in Italia?
- c'entra, in Italia, la spinta razzista-xenofoba data dalla Lega Nord?
- c'entra la proliferazione di tutti i siti e blog in generale senza una reale motivazione, tra cui anche quelli antisemiti?
Secondo me, sì.
Allora se razzismo ed antisemitismo sono in aumento, significa che sta aumentando l'ignoranza, la confusione, la politica aggressiva. Sugli altri punti non sono d'accordo perché affermare che il razzismo aumenta perché il razzismo aumenta non ci fa fare passi avanti. Dovremmo leggere la cause profonde (sociali e culturali). Inoltre probabilmente l'aumento dei siti è un effetto del fenomeno, piu' che una causa, anche se a sua volta contribuisce.
Ora non so se aumenta l'
ignoranza. In linea di massima ed assoluta no, ma in linea relativa (pensiamo all'afabetismo di ritorno) si' ed è chiaro che i temi complessi di oggi (dalla bioetica al conflitto arabo-israleliano) necessitano per essere trattati di competenze e conoscenze superiori. Facile generalizzare e banalizzare, difficile scavare a fondo nel problema.
La
confusione aumenta? Non lo so. Teoricamente l'epoca della comunicazione, con Internet, ci mette a disposizione un mucchio di informazioni ma se uno non sa gestirle, trattarle, distinguere vero, falso, verosimile ecco che probabilmente ci puo' essere un effetto di confusione. Frutto - ritengo - di un processo scolastico e formativo nettamente carente, che produce nuove generazioni incapaci di analizzare crtiticamente le tante e troppe informazioni.
La politica
aggressiva del governo di israele non so se sia aumentata rispetto ai decenni precedenti ed andrebbe (oggettivamente) messa a confronto con altrettanta aggressività da parte di stati arabi (nelle varie guerre) e dei movimenti terroristi. Se poniamo pari aggressività dovremmo aspettarci un anti-arabismo pari all'anti-semitismo, cosa che non appare.
Come dicevo, non esiste una politica aggressiva di uno stato Rom verso un altro vicino per conflitti territoriali eppure esiste ed è in crescita un forte sentimento razzista verso di loro. Pero' hai ragione sul fatto che sicuramente la politica di uno stato come Israele non è neutra rispetto ad una valutazione politica di schieramento. Infatti io al tuo elenco aggiungerei l'ideologia. L'ideologia rende partigiani ed è chiaro che finita l'onda di empatia a favore degli ebrei (e vari complessi di colpa) dopo la scoperta dell'olocausto, in un mondo diviso in blocchi Israele era protetto dagli USA e gli stati arabi erano appoggiati ed armati dall'URSS (carri ed aerei). Quindi esisteva un problema di schieramento che portava a parteggiare per una parte e non per l'altra. Questo fattore (l''ideologia dogmatica) però è in calo, soprattutto da 20 anni e quindi non dovrebbe essere responsabile di un eventuale "visione distorta" se non in pochi giovani che siano affascitati per breve tempo da ideologie defunte o da anziani che ancora a loro si aggrappano per non cadere.
Esaminate tutte queste possibili cause (spesso anche effetto come in un sistema circolare per cui A causa B, B causa C e C causa A) io credo che siano ininfluenti e che il razzismo sia un comportamento istintivo che scaturisce come bisogno in un momento collettivo di disagio. Si deve quindi guardare al disagio sociale della popolazione e/o di alcuni gruppi e constatre che il disagio provoca come reazione la ricerca di uno sfogo, di un capro espiatorio, di un qualche cosa su cui trasferire il malessere sociale, qualche colpevole designato. E qui Ebrei e Zingari da secoli sono già pronti per l'uso. Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)