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La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda matthelm il 22/08/2011, 13:31

21 agosto 2011
Malignità, malafede e disinformazione. Oh yes
Quelli che l’Ici e la Chiesa cattolica


Quelli che. Quelli che la Chiesa cattolica torni a pagare l’Ici.
Quelli che non sanno che la Chiesa paga già l’Ici, per gli immobili dati in affitto e le strutture alberghiere. Quelli che lo sanno benissimo ma fingono di non saperlo.
Quelli che vorrebbero far pagare l’Ici a chi ancora non la paga, ossia alle mense Caritas, agli oratori, alle sacrestie, ai monasteri… perché sono soltanto loro che ancora non pagano.
Quelli che sul loro giornalone scrivono in 500mila copie che Chiaravalle, alle porte di Milano, è un resort cinque stelle a 300 euro a botta. Quelli che ci credono. Quelli che sanno bene che Chiaravalle è un normale monastero cistercense che per una celletta della foresteria (vedi la foto) e tre pasti frugali al dì chiede un’offerta di 40 euro, ma se uno non li ha, pazienza. Quelli che quando Avvenire smaschera la fandonia si guardano bene dal pubblicare una rettifica, così i loro lettori continuano a credere che Chiaravalle sia un resort, la Chiesa ci lucri e s’indignano.
Quelli che sul loro giornalone da 500 mila copie denunciano con veemenza che la Chiesa italiana nasconde il rendiconto dell’8 per mille. Quelli che, e sono gli stessi, da 20 anni pubblicano il rendiconto in una loro pagina acquistata dalla Chiesa, incassano i soldi e, una volta smascherati, si guardano bene dal correggere la fandonia.
Quelli che la Chiesa possiede il 30 per cento di tutti gli immobili in tutta Italia. Quelli che Luciano Moggi è il testimonial della Chiesa italiana. Quelli che revochiamo per cinque anni il Concordato. Quelli che sanno bene che 8 per mille, esenzione dall’Ici e dimezzamento dell’Ires non sono privilegi, ma lo scrivono ugualmente.
Quelli che sanno bene che all’8 per mille concorrono altre sette confessioni religiose diverse e pure lo Stato, ma evitano di ricordarlo, come se concorresse soltanto la Chiesa cattolica, che riceve quanto i contribuenti italiani le attribuiscono, e se i contribuenti non firmassero più per lei non riceverebbe niente, quindi non ha alcuna garanzia.
Quelli che sanno bene che l’esenzione Ici per gli immobili riguarda tutti, assolutamente tutti gli enti senza scopo di lucro, purché utilizzati per alcune attività di rilevanza sociale, non solo quelli religiosi. Quelli che sanno bene che la riduzione del 50 per cento sull’imposta sul reddito delle società (Ires) si applica agli enti religiosi in quanto questi sono equiparati agli enti aventi fine di beneficenza e di istruzione, e la riduzione non vale per le attività commerciali.
Quelli che sanno tutto questo ma fanno il pesce in barile e lasciano che il popolo italiano se la beva. Quelli che su Facebook scrivono che il 97 per cento della quota 8 per mille dello Stato torna alla Chiesa cattolica. Quelli che più la spari grossa più sei credibile.
Quelli che, non appena il cardinale Bagnasco denuncia la piaga dell’evasione fiscale, attaccano con virulenza la Chiesa cattolica. Quelli che quando scoppia la crisi e la gente mugugna e si agita, cercano un nemico, un mostro, il colpevole del disagio e lo additano alla rabbia popolare.
Quelli che creano il 'mostro' verso cui indirizzare la rabbia popolare per poter governare il malcontento, come fanno tutte le dittature. Quelli che tante panzane messe in fila e ripetute ossessivamente diventano una verità. E infine quelli che, e siamo noi, troppe coincidenze non sono una coincidenza.
Umberto Folena
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda Iafran il 22/08/2011, 13:47

Dai politici italiani mi aspetto che governino uno Stato laico, con diritti e doveri per tutti indipendentemente dal loro sesso, dalla loro etnia o dalle personali tendenze religiose (da coltivare nei loro luoghi di culto, rispettando quelle degli altri).
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda matthelm il 22/08/2011, 13:49

21 agosto 2011
Chiesa nel mirino
Agevolazioni, ecco la verità


Ormai è purtroppo consuetudine che almeno un paio di volte l’anno parta una pressante campagna mediatica contro i presunti privilegi di cui godrebbe la Chiesa cattolica. Le occasioni vengono spesso create ad arte con riferimento ad uno specifico aspetto (molto spesso l’esenzione dall’Ici), ma sono poi lo spunto per trattare polemicamente questioni molto diverse tra loro (8 per mille, agevolazioni fiscali, contributi alle attività). In questo modo si fa certo molto clamore, ma sicuramente poca corretta informazione. Cerchiamo quindi di fare chiarezza sul tema delle agevolazioni fiscali, nello specifico l’esenzione dall’Ici e la riduzione dell’Ires.

Prima di esaminare le norme agevolative va però denunziata la duplice scorrettezza che ancora una volta contraddistingue le critiche. Per un verso si insiste ad indicare tra i principali destinatari dei benefici "il Vaticano" (che, tra l’altro, essendo uno Stato estero, non è soggetto all’ordinamento tributario italiano), o "la Conferenza episcopale italiana" (che è solo uno tra le migliaia di enti ecclesiastici e non certo il più conosciuto, neanche presso i credenti), mentre non vengono quasi mai citati i tanti enti della Chiesa cattolica diffusi sul territorio che i cittadini – compresi molti non praticanti – conoscono e apprezzano (come, ad esempio, le parrocchie). Inoltre si presentano le agevolazioni come se riguardassero solo gli enti ecclesiastici e non anche un’ampia platea di enti appartenenti al mondo dei cosiddetti enti non profit.

Va inoltre segnalato come le stime sugli importi che corrisponderebbero alle agevolazioni siano del tutto prive di dati dimostrativi e sospettosamente alte.

Vediamo ora brevemente le agevolazioni in questione.

L’ESENZIONE ICI
La norma contestata è quella che esenta gli immobili nei quali gli enti non commerciali svolgono alcune specifiche e definite attività di rilevante valore sociale, cioè quelli «destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’articolo 16, lettera a) della legge 20 maggio 1985. n. 222 [le attività di religione o di culto]» (art. 7, c. 1, lett. i, del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 504). La norma, quindi, richiede il contestuale verificarsi di due condizioni: gli immobili sono esenti solo se utilizzati da enti non commerciali e se destinati totalmente all’esercizio esclusivo di una o più tra le attività individuate; inoltre, come stabilito dopo le modifiche apportate al testo originario, l’esenzione «si intende applicabile alle attività [...] che non abbiano esclusivamente natura commerciale». (cfr. c. 2-bis dell’art. 7 del D.L.. n. 203/2005, come riformulato dall’art. 39 del D.L. 223/2006).
Partendo dal dato normativo è facile verificare come una parte gran parte delle affermazioni riportate insistentemente sull’argomento siano del tutto errate. Non è vero che l’esenzione sia destinata a favorire solo gli enti appartenenti alla Chiesa cattolica, dal momento che si applica a tutti gli enti non commerciali, categoria nella quale gli enti ecclesiastici rientrano esattamente come molti altri soggetti del mondo del cosiddetto non profit come, ad esempio, le associazioni sportive dilettantistiche e quelle di promozione sociale, le organizzazioni di volontariato e le onlus, le fondazioni e le pro-loco, le organizzazioni non governative e gli enti pubblici territoriali, le aziende sanitarie e gli istituti previdenziali.
Un’ulteriore inesattezza riguarda la delimitazione della tipologia di immobili oggetto di agevolazione: l’esenzione non riguarda tutti gli immobili di proprietà degli enti non commerciali, ma solo quelli destinati – per intero – allo svolgimento delle attività che la legge prevede. In tutti gli altri casi (librerie, ristoranti, hotel, negozi e per le abitazioni concesse in locazione) l’imposta è dovuta.Inoltre, esattamente all’opposto di quanto si continua a sostenere, per usufruire dell’esenzione tutto l’immobile deve essere utilizzato per lo svolgimento dell’attività esente; se in un’unità immobiliare si svolge un’attività rientrante nell’elenco unitamente ad un’attività che, invece, non vi figura, tutto l’immobile perde l’esenzione. Risulta così evidente l’assoluta falsità della denuncia che gli enti ecclesiastici "estorcano" l’esenzione inserendo una cappellina in un immobile non esente. In questi casi, infatti, l’intero immobile va assoggettato all’imposta, compresa la cappellina che, autonomamente considerata, avrebbe invece diritto all’esenzione.

LO SCONTO IRES
Un analogo discorso può essere fatto a proposito della riduzione dell’Ires (l’imposta sui redditi delle persone giuridiche): si tratta di un’agevolazione che riguarda molti enti non profit; l’articolo 6 del D.P.R. 601 del 1973 la prevede infatti, oltre che per gli enti ecclesiastici, per:
1) gli enti di assistenza sociale, le società di mutuo soccorso, gli enti ospedalieri, gli enti di assistenza e beneficenza;
2) gli istituti di istruzione e gli istituti di studio e sperimentazione di interesse generale che non hanno fine di lucro, i corpi scientifici, le accademie, le fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, di esperienze e ricerche aventi scopi esclusivamente culturali.
3) gli istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, e loro consorzi. Hanno inoltre diritto all’aliquota agevolata anche le ex Ipab, come prevede l’art. 4, comma 2 del D.Lgs. 207 del 2001.
Si può notare che si tratta di soggetti caratterizzati dalla rilevanza sociale delle loro attività in favore della collettività, circostanza che giustifica, anche sotto il profilo costituzionale, la previsione di agevolazioni fiscali.

IN CONCLUSIONE
Da ultimo una riflessione sulla necessità di risanare il bilancio pubblico anche ricorrendo all’eliminazione delle agevolazioni in questione che, come abbiamo visto, riguardano una vasta platea di soggetti non profit. Andrebbe considerato che la rinuncia al gettito da parte dello Stato (o dei comuni nel caso dell’Ici) non costituisce una privazione per la collettività, ma il sostegno a una meritoria opera i cui benefici ricadono innanzitutto sulla stessa comunità e che i bisogni a cui gli enti non riuscirebbero più a dare risposta dovrebbero essere, in un modo o nell’altro soddisfatti dall’ente pubblico, con aggravio dei conti pubblici.
Patrizia Clementi

[url]http://www.avvenire.it/shared/laveraquestua/la%20vera%20questua.pdf[url]
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda trilogy il 22/08/2011, 15:28

Penso che in un momento in cui si tagliano costi che vanno a incidere su tutti non debbano esserci aree di privilegioo protette a priori. Capisco le reazioni politiche molto attente a non toccare le potenti lobbies religiose, però un dibattito tranquillo e documentato sarebbe utile. A me la sortita di Rosy Bindi sull'argomento non è piaciuta per nulla:

Con i tagli alla scuola abbiamo avuto l'insegnante unico, escluso quelli di religione (800 milioni di euro di costo)
Non era meglio tagliare qualche religioso e destinare maggiori fondi agli insegnanti di sostegno o di altre discipline?

l'8 per mille non può essere rivisto? E' più importante di altre spese? Stiamo parlando di 1 miliardo di euro. In tempi di magra non potrebbe essere il 5 per mille?

Si grida sempre allo scandalo sullo sperpero di soldi in sponsorizzazioni da parte degli enti pubblici, perchè quando si tratta di Comunione & Liberazione tutti o quasi tacciono??


La Lombardia, una delle tessere più importanti di CL, quest’anno sborserà 84.000 € per il Meeting di Rimini (un prezzo “stracciato” per uno stand da 255 metri quadri!). Insieme alla regione padana ci sono anche Lazio, Friuli e Sardegna tanto che alla fine la “Lobby di Dio” fatturerà in una settimana 8 milioni e 400 mila euro. Una cifra da capogiro che verrà fatta fuori in una settimana (dal 21 al 27 agosto).
Oltre agli enti pubblici ci sono anche i privati: Intesa San Paolo, Finmeccanica, Enel e Wind, società partecipate dal pubblico come Poste Italiane, Trenitalia, Ferrovie Nord, per un totale di almeno 1 milione e mezzo di euro di sponsorizzazioni.

Dimenticavo: al Meeting ci sarà anche la Casa del Welfare e a pagarlo saranno tutti i cittadini italiani: qui infatti ci saranno Ministero del lavoro, Inps, Inpdap, Inail, Italia Lavoro e la commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip).

Il titolo di quest’anno per il Meeting è “E l’esistenza diventa una immensa certezza” ma io proporrei “E l’esistenza del Meeting diventa una immensa certezza di sperpero di denaro pubblico”.
Complimenti.
fonte: lapalombellarossa.blogspot.com
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda pianogrande il 22/08/2011, 15:46

Mi permetto di andare un po' più avanti.
In tempi di crisi (ma, per me, in qualsiasi momento) la chiesa cattolica che già occupa le strutture della scuola pubblica con i suoi insegnanti e per insegnare la sua religione, cominci a pagarseli gli insegnanti e, perché no, a pagare l'affitto e le spese di gestione in relazione al tempo durante il quale usufruiscono di queste strutture.
Se non ce la fanno a pagare, chiedano un contributo alle famiglie degli allievi come si fa per qualsiasi attività extrascolastica e facoltativa.
Se questa gigantesca regalia da parte dello stato (non certamente laico, in questo caso) non è un privilegio, allora, dobbiamo rivedere la definizione.

Poi, non facciano le vittime.
La libertà di religione è un'altra cosa.
Non è la libertà di farsi mantenere a spese nostre (a spese anche di chi cattolico non è).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda ranvit il 22/08/2011, 16:11

Matthelm....ti sbagli!

Mezza Roma (immobili) è della Chiesa! Non c'è luogo "bene" della città dove non ci sia la mano della Chiesa!

La gran parte degli immobili esentati dall'Ici (....e non solo....) usa la copertura di "opera assistenziale" per avere favori....da 150 anni è cosi' (come l'unità d'Italia...).

Qualche anno fa sono stato (non per mia scelta, mi hanno prenotato una camera gli amici del club dell'Ulivo di cui facevo parte) a Roma "ospite" in una "casa di suore"....Davanti al portone non c'è alcuna indicazione che trattasi di un albergo...ma io ho pagato come in un albergo a quattro stelle (senza averne i relativi vantaggi) e con la rottura di balle di vedere suore e ipocrisia svolazzare per i corridoi.

Credo che non ci sia nessuno che non voglia favorire chi fa realmente assistenza (e non affari!), neanche i Radicali!.

Vittorio
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda Iafran il 22/08/2011, 16:19

ranvit ha scritto:... con la rottura di balle di vedere suore e ipocrisia svolazzare per i corridoi.

Anche ... fuori dai corridoi ... se uno si ritrova con gli occhi aperti e liberi.
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda Robyn il 23/08/2011, 9:27

Praticamente si stà dicendo che basta mettere una statuetta di Maria per avere l'esenzione Ici.Non bisogna fare confusione.Se non si è ente no profit e quindi non si opera per le fasce svantaggiate non si ha diritto ad esenzione.Gli enti no prfit poi possono essere laici e cattolici,quindi non bisogna tirare in ballo la chiesa.Il mio parere è che le componenti laiciste sono qualcosa di terribile ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda ranvit il 23/08/2011, 9:38

No Robyn.....sono le componenti clericali che sono terribili e distruttive del Paese!


Io non ho niente in contrario a chi vuole credere in un Dio, ma mi girano molto le scatole che in nome di questo Dio ci sia una casta, quella religiosa (molto piu' paracula di quella politica), che vive benissimo (a parte Ruini e qualche altro anoressico, sono tutti volgarmente grassi :D ) alla faccia dei tantii che si arrabattano per sopravvivere
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Re: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef

Messaggioda franz il 23/08/2011, 12:17

Robyn ha scritto:Praticamente si stà dicendo che basta mettere una statuetta di Maria per avere l'esenzione Ici.

No Roby, quello che fa testo non è la statuetta ma il catasto, il quale in ogni paese civile dice a chi appartiene un determinato appezzamento di terreno e/o stabile.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
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