La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Sono rientrati per rimandare

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda ranvit il 12/08/2011, 9:56

Condivisibile.


http://www.corriere.it/editoriali/11_ag ... 5edb.shtml



RIGORE, CRESCITA ED EQUITA'
Una emergenza, tre condizioni

I l miglior commento al discorso di Tremonti è stato quello di Bossi. Se lo statista di Gemonio è scontento dell'intervento del ministro dell'Economia vuol dire, paradossalmente, che qualche passo avanti nella comprensione della gravità della situazione è stato fatto.

Il Consiglio dei ministri, in programma forse oggi, è chiamato a prendere decisioni dolorose che ci auguriamo vadano nella direzione del rigore, della crescita e dell'equità. Le prime due condizioni sono necessarie per recuperare la fiducia dei mercati e abbassare l'onere del rifinanziamento del debito pubblico. La terza, l'equità, è indispensabile per convincere famiglie e imprese dell'utilità dei sacrifici. Siamo in emergenza, bisogna fare in fretta e tentare di spegnere l'incendio che minaccia un intero Paese, gran parte del quale, per lavoro e intelligenza, la tripla A, il massimo di giudizio dei mercati, la merita da sempre.

Cominciamo dal rigore. Gli interventi prospettati dal titolare dell'Economia (ma lo è ancora di fatto?) appaiono inevitabili, sia sul lato delle pensioni d'anzianità sia su quello della tassazione delle rendite finanziarie, ma vanno accompagnati, meglio preceduti, da un drastico taglio del personale e dei costi della politica. Io, piccolo lavoratore, imprenditore, risparmiatore, posso rimboccarmi le maniche (e rinunciare a qualche festività) se serve al mio Paese, ma pretendo che burocrati, parassiti della politica, ed evasori siano seriamente contrastati e non premiati, come a volte questo governo ha fatto.

Promuovere la crescita è questione di vitale importanza, tanto quanto l'anticipo, come chiede la Bce, del pareggio di bilancio al 2013. Bene la privatizzazione dei servizi locali (chi lo dice alla Lega che l'ha sempre avversata?), così come il risveglio di una a lungo sopita volontà liberalizzatrice.

L'equità è la terza condizione ma non l'ultima. Se sarà necessario un contributo straordinario oltre una certa soglia di reddito (la patrimoniale appare esclusa e non è la migliore delle soluzioni) sarebbe auspicabile che avesse un vincolo di destinazione del gettito, per esempio a favore del lavoro dei giovani. Misure una tantum , però, non avendo effetti strutturali, rischiano di essere alla fine inutili. La necessaria riforma del mercato del lavoro è importante che rispetti la libera determinazione delle parti sociali, dando maggior peso alla contrattazione aziendale. Provvedimenti che contrastino quello che Tremonti ha definito «l'abuso dei contratti a tempo determinato» sono auspicabili.

Rigore, crescita, equità. Manca un quarto elemento: uno spirito nazionale che consenta un dialogo costruttivo fra governo, opposizione e sindacati. Non possiamo permetterci scioperi e distinguo di comodo. Non c'è tempo per governi tecnici e altre maggioranze. Occorre dare un segnale forte, il più possibile condiviso. Con un supplemento di responsabilità nazionale. A cominciare dal governo che per troppo tempo, anche nelle analisi millenariste del suo immaginifico ministro dell'Economia o nella pervicace e colpevole sottovalutazione dei problemi da parte del premier, ha dato prova di averne assai poca. Il mondo non è cambiato cinque giorni fa, come ha detto ieri Tremonti. È cambiato molto prima. Avessero ascoltato di più le voci critiche e fossero stati meno intolleranti...

Ferruccio De Bortoli
12 agosto 2011 08:59
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda Robyn il 12/08/2011, 11:11

l'art 18 deve essere oggetto di contrattazione fra le parti sociali.Per la flessibilità in uscita serve più flessibilità sulla giusta causa.Invece licenziare senza giusta causa non serve a niente.Ma perche se l'azienda và bene ed uno fà bene il suo lavoro deve essere licenziato?Sarebbe uno strappo all'etica
---------------------------------------------------------------------
Esiste poi il capitolo pensioni.Oltre i 65 non si può andare perche si ritarda l'ingresso nel lavoro dei giovani.Inoltre non dimentichiamo che ci sono due milioni di persone senza lavoro e che quindi non versano i contributi oltre ai 35 mld di contributi evasi ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11339
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda pianogrande il 12/08/2011, 13:04

Ecco.
Equità.
L'equità basterebbe da sola.
E' proprio quello il problema.
Se tutti pagassero le tasse, etc ....

Il problema della equità è il problema della vera forza di un governo.
Un governo che governa con le chiacchiere invece che con azioni (intelligenti poi?), il consenso se lo deve comprare.
Non può comprarsi tutta la popolazione, cerca di comprarsi quelli che contano.

Se ci fosse appena un tentativo di equità, questo governo cadrebbe miseramente senza poter rimandare alla prossima riunione.

Sopravvive pagando quelli che contano con il soldi di quelli che non contano (i poveracci).

La tripla A cheDe Bortoli darebbe all'Italia (espressione coniata da Obama e allegramente copiata) non capisco a chi la darebbe.

C'è forse qualcuno che pagherebbe se non ci fossero regole a costringerlo?
Vale anche per il lavoro e tanti atri comportamenti.

E' per questo che ci vuole un governo.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda Robyn il 13/08/2011, 9:02

L'unica cosa positiva di questa manovra è il contributo di solidarietà del 5%,10% e la tassazione delle rendite finanziarie che dovrebbero stare al 24% cose che manterremo non toccheremo e che devono essere permanenti.La palla infuocata della patrimoniale lanciata dai pronipoti di Diliberto nell'altro campo ha avuto i suoi effetti.Per il resto sembra una manovra russa.Tagli agli enti locali forse perche è l'autorità centrale che distribuisce i pasti.Le poste non vengono privatizzate perche considerate un simbolo della rivoluzione.Le risorse alla crescita non ci sono perche si punta al modello stakanovista.Sono abolite le festività religiose ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11339
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda ranvit il 13/08/2011, 10:08

Cosi' è!
Ma....cosa avrebbe fatto un governo di Cs? Probabilmente piu' o meno lo stesso con l'aggravante di un aumento delle tasse anche ai redditi piu' bassi.... (vedi i governi Ciampi/Amato/Prodi) :oops: :twisted: :oops:

E' tutta la classe politica italiana che fa schifo!
E' necessario rottamarla!
E' necessario dimezzare i parlamentari, consiglieri regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Privatizzare tutte le aziende municipali (con il loro carico di Amministratori: i trombati alle elezioni in attesa di tornare alla politica e viceversa). E' necessaria una patrimoniale! E' necessario aprire tutti i cantieri di opere già pronte e definite da Regioni/Province e Comuni


http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -20387913/


IL COMMENTO
La manovra della disperazione
di MASSIMO GIANNINI IL GOVERNO della dissipazione ha infine raffazzonato la manovra della disperazione. Come i peggiori esecutivi andreottiani della Prima Repubblica, costretti a turare in extremis gli allegri buchi di bilancio, buttavano giù in tutta fretta i decretoni di Natale, così anche il gabinetto di guerra berlusconiano, obbligato dal direttorio franco-tedesco e dal board della Banca centrale europea, improvvisa il suo decretone d'agosto. Quarantacinque miliardi "aggiuntivi" di tasse e di tagli, dicono Berlusconi e Tremonti, per accentuare il peso simbolico dello "sforzo" di fronte alla business community. In realtà si tratta di misure che solo in minima parte si sommano, mentre in massima parte si integrano e anticipano la "prima rata" di norme, già evanescenti nel merito e urticanti nel metodo, varate a metà luglio. È il prezzo da pagare all'improvvisazione politica, come i fatti di questi tre anni dimostrano, e non certo alla speculazione finanziaria, come la vulgata governativa si affanna a far credere.

È un prezzo altissimo. Nella quantità: una manovra complessiva che, sia pure su base pluriennale, si avvicina ai 50 miliardi di euro, non ha precedenti nella storia repubblicana. Nella qualità: una stangata che, sia pure con un qualche apparente rispetto del principio di progressività del prelievo, ruota per tre quarti sull'aumento della pressione fiscale, ha precedenti forse solo nella storia sudamericana. Per fortuna che questo dice di essere il governo che "non mette le mani nelle tasche degli italiani". Berlusconi e Tremonti continuano a ripetere che "in cinque giorni tutto è cambiato e tutto è precipitato". Sappiamo bene che non è così. Tutto sta cambiando dall'inizio della crisi globale del 2007, con il crac dei mutui subprime americani. Tutto sta precipitando dall'inizio della crisi europea del 2010, con il crac del debito irlandese e poi di quello greco. Tutto sta precipitando dall'inizio della crisi occidentale del 2011, con il fantasma della double dip recession che soffoca Stati e mercati. Non averlo capito per tempo è la colpa più grave e imperdonabile che il governo italiano si porta dietro. E che ora si scarica sugli italiani, già provati da una caduta del reddito, del risparmio e dell'occupazione senza paragoni con il resto di Eurolandia, e adesso obbligati a questo drammatico supplemento di sacrifici.

La vera e unica novità di questa stangata è il cosiddetto "contributo di solidarietà" per i redditi più alti. Una misura che, nella forma, vorrebbe ricordare l'eurotassa introdotta dal governo Prodi nel '96 per raggiungere il traguardo di Maastricht. Ma nella sostanza la nuova norma è mal congegnata, e alla fine ha il solito sapore "di classe", come tutte le scelte fatte dai liberisti alle vongole cresciuti nell'allevamento di Arcore. La scelta di aggredire l'Irpef penalizza soprattutto il lavoro dipendente. La soglia scelta per il doppio prelievo fa sì che a pagare siano pochi "super-ricchi" (511 mila italiani, cioè l'1,2% dei contribuenti secondo la Cgia di Mestre). E il tetto scelto per i lavoratori autonomi (55 mila euro l'anno) fa sì che all'imposta straordinaria sfuggirà la stragrande maggioranza di chi già evade abbondantemente le tasse (e infatti dichiara in media poco meno di 30 mila euro l'anno). Dunque, l'intenzione del governo poteva anche essere buona, ma la realizzazione è pessima sul piano pratico, e discutibile sul piano etico.

Per il resto la stangata è una miscela caotica di vuoti e di pieni, che conferma l'impianto sostanzialmente regressivo seguito dalla maggioranza in questi tre anni. Da un lato, il carniere del rigore è sicuramente pieno per quanto riguarda il ceto medio, che sopporta da solo quasi l'intero onere del risanamento. È ceto medio il pubblico impiego che, ancora una volta, è il perno ideologico intorno al quale ruota la politica economica del centrodestra: dal Tfr agli straordinari, i dipendenti pubblici sono anche oggi la vittima sacrificale di una coalizione che si accanisce senza pietà contro le categorie che non la votano. È ceto medio l'universo dei pensionati, che tra disincentivi all'anzianità e anticipo dell'età delle donne, subisce un altro colpo necessario ma pesante, perché non bilanciato da una degna politica attiva del Welfare. Dall'altro lato, il carniere del rigore è altrettanto pieno per quanto riguarda i ministeri e gli enti locali, che patiscono il danno più devastante perché accompagnato dalla beffa del federalismo, ormai un feticcio virtuale persino per Bossi. Dopo la mannaia indiscriminata dei tagli lineari, il colpo di scure su dicasteri, regioni e comuni si accelera rispetto alla tempistica già prevista nel pacchetto di luglio: nulla di nuovo, dunque, ma l'esito non potrà non essere l'aumento dei tributi locali e l'azzeramento dei servizi sul territorio. Se è vero che c'è da soffrire (ed è doveroso farlo, perché il Paese ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità e chi lo governa ha fatto di tutto per non farglielo capire) è anche vero che non possono soffrire sempre gli stessi.

Ma quello che abbaglia di più, in questa manovra dell'emergenza agostana, sono i vuoti. Il primo vuoto riguarda i famosi tagli ai "costi della politica". Ancora una volta l'improntitudine di questa casta berlusconiana ha tradito tutte le già malriposte attese della vigilia. C'è finalmente una sforbiciata delle province e l'accorpamento dei piccoli comuni (merce inutilmente "svenduta" nella campagna elettorale del 2008). Ma per il resto, tra stipendi pensioni e benefit dei parlamentari, c'è poco e niente, a parte il modestissimo "obolo" sulla tassa di solidarietà raddoppiata per deputati e senatori e la trasformazione dei loro viaggi in business class in voli in economy. Il secondo vuoto, che conferma la visione corporativa e aziendalista di questa maggioranza, riguarda la cosiddetta "patrimoniale": l'unica forma di imposizione che, se ben architettata, avrebbe potuto far pagare davvero chi ha di più e lo nasconde, e che avrebbe dato un segno di vera equità a una manovra altrimenti squilibrata. E non bastano, a bilanciare questa assenza che salva ancora una volta gli evasori, norme pur sacrosante come la tracciabilità delle operazioni sopra i 2.500 euro, che Prodi e Visco avevano introdotto nel 2006 e che il Cavaliere aveva voluto colpevolmente eliminare all'inizio della sua legislatura perché le considerava "leggi di stampo sovietico".

Ma il vero vuoto più clamoroso e più rovinoso di questa manovra riguarda, anche stavolta, il sostegno alla crescita dell'economia e alla produzione della ricchezza. È l'aspetto più inquietante e deprimente di questa stagione politica, marchiata a fuoco da una leadership inconsistente e imbarazzante che a tutto ha pensato fuorché agli interessi del Paese. Senza un'idea e senza un progetto per lo sviluppo, questa stangata estiva, che pure andava fatta, non potrà che generare nuova recessione, e aggiungere declino al declino. Tutti gli stati dell'Eurozona stanno somministrando cure da cavallo ai propri popoli. La differenza è che insieme ai sacrifici quei Paesi sanno costruire anche i benefici, mentre in Italia ci sono solo i primi senza i secondi. Occorreva dire la verità, agire prima e dotarsi di una politica. Così si uccide un'economia. "Gronda il sangue dal cuore, ma dovevamo farlo", ha detto il premier in conferenza stampa alla fine del Consiglio dei ministri. Se è vero, è sangue di coccodrillo.
m.giannini@repubblica.it

(13 agosto 2011)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda ranvit il 13/08/2011, 10:16

"Questi" (qui sotto), avrebbero fatto piu' o meno lo stesso!!!
I tagli agli Enti Locali vanno bene: troppi gli sprechi fatti e che ancora si fanno.


http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -20384720/



LE MISURE DEL GOVERNO
Bersani: "Manovra iniqua e inadeguata"
Critici Udc e Fli, l'Idv: "Luci ed ombre"
L'opposizione boccia le scelte del governo per rispondere alla crisi e alle richieste della Bce. Il Pd: "Non risponde a problemi". Udc: "Piena di tasse". Fli: "È l'opposto di quello che serviva". Vendola: "Un atto di guerra agli italiani"

Bersani: "Manovra iniqua e inadeguata" Critici Udc e Fli, l'Idv: "Luci ed ombre" Pier Luigi Bersani


ROMA - Passano pochi minuti dalla fine della conferenza stampa del governo 1 dopo l'approvazione della manovra che arriva la prima risposta del leader del Pd Pier Luigi Bersani: "La leggerò, certo. Ma così come è uscita, questa manovra non è in grado di rispondere ai problemi. E' una manovra iniqua e inadeguata". Bersani annuncia anche le contro proposte del suo partito: "Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perché colpirebbero i 'vostri' quelli cioè che non pagano le tasse". E conclude: "Senza fare le cose difficili che voi non volete fare questo Paese non si salverà".

Anche D'Antoni (Pd) boccia le misure: "Un decreto iniquo, che massacra il Sud Italia, compiendo un atto di formidabile ingiustizia sociale, e condanna alla depressione le aree a maggiore potenziale di crescita, e di conseguenza l'intero paese alla stagnazione".

Giudizi simili da tutte le opposizioni. Per l'Udc "questa manovra - si legge in una nota di Gianluca Galletti, capogruppo vicario alla Camera - si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima".

E il leader di Sel, Nichi Vendola parla di "misure punitive per gli enti locali, devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro. E nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre una reazione durissima".

Parole dure anche da Italo Bocchino (Fli): "Il provvedimento del governo per superare la crisi è l'esatto opposto di ciò che serve al Paese e agli italiani. Si potrebbe sintetizzare con lo slogan 'più tasse e meno servizi'". Bocchino aggiunge: "Si dovevano ridurre la tasse e sono state alzate, bisognava migliorare i servizi e sono stati tagliati. Va inoltre sottolineato che il governo non ha accolto neanche una proposta delle opposizioni, dimostrando scarso interesse per le convergenze utili al Paese", conclude.

Negativa la reazione anche dall'Api: "E' una manovra molto dura, con un forte rischio di effetti gravemente recessivi in assenza di interventi forti per la crescita che allo stato non sono valutabili". A parlare per il partito di Rutelli è la portavoce Linda Lanzillotta. "In Parlamento giudicheremo con il senso di responsabilità che la drammaticità della situazione richiede nell'interesse del paese. Sono, però, assenti interventi strutturali e ancora una volta si rinvia parte della manovra a una fumosa delega fiscale e a tagli lineari delle detrazioni".

Si dissocia in parte l'Idv. "Finalmente il Governo - ha detto Antonio Di Pietro - ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l'Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito. Siamo consapevoli che non possiamo comportarci come l'asino di Buridano che, continuando a dire sempre no, alla fine è morto di fame".

Continua Di Pietro: "Almeno oggi, una cosa buona è stata fatta: il governo è finalmente passato dalle parole ai fatti, presentando la manovra prima dell'affondo del Titanic. Noi dell'IdV faremo fino in fondo il nostro dovere per evitare che la nave cali a picco". Un'analisi, quella dell'Idv, che non è affatto condivisa da Carmelo Briguglio (Fli): "Con tutto il rispetto per Antonio Di Pietro, le misure anti-crisi varate dal Governo sono inadeguate: tutte ombre con qualche specchietto per le allodole".

Secondo Alfonso Gianni, di Sinistra Ecologia Libertà, "anticipare una manovra di lacrime e sangue per i lavoratori e le famiglie di medio-basso reddito è già di per sé un delitto. Anzi doppio, perché da un lato si aggrediscono i redditi più bassi, comprimendo così oltre ogni misura la già ridotta capacità di spesa delle classi popolari, con ovvie conseguenze depressive sulla domanda interna; dall'altro si evita di affrontare il nodo essenziale che sprofonda l'Italia in una crisi strutturalmente più grave che altrove, cioè la mancata qualità dello sviluppo che è al contempo cattivo e misero".

"Ancora una volta - attacca Adria Poli Bortone, presidente di Io Sud - è comunque penalizzato il Mezzogiorno e sbrigativamente si è optato per ulteriori tagli alle risorse per il Sud. Auspichiamoche il governo sia disponibile ad un confronto perché siamo assolutamente scontenti in quanto non si può un giorno approvare il Piano per il Sud e il giorno dopo tagliare i Fas attraverso i tagli ai ministeri. Sarebbe stato molto più corretto dire la verità sin da subito ai meridionali i quali avrebbero assunto una consapevole responsabilità".


(12 agosto 2011)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda franz il 13/08/2011, 11:55

ranvit ha scritto:"Questi" (qui sotto), avrebbero fatto piu' o meno lo stesso!!!
I tagli agli Enti Locali vanno bene: troppi gli sprechi fatti e che ancora si fanno.

Il fatto che l'attuale opposizione avrebbe fatto piu' o meno lo stesso credo che tutto sommato possiamo essere d'accordo.
Se ci sono punti intoccabili (pensioni, sanità) è naturale che si agisca su enti locali e nuove tasse.
Per quanto riguarda gli enti locali tuttavia se ci fosse un vero federalismo fiscale e non la pantomima grottesca cheil governo ha fatto, ogni ente locale farebbe pagare tramite imposte la sua azione politica, compresi gli sprechi, se ci sono. Basterebbe aggiungere un divieto di fare debito (quindi il divieto per chiunque di presare soldi agli enti locali) e questi dovrebbero per forza ricorrere alla pressione fiscale, che se eccessiva porterebbe alla perdita delle elezioni ed al rinnovo. Insomma, che le provincie siano tante o poche, che sprechino o no, non importa se cio' non genera debito (che di fatto è un pasto gratis oggi, che sarà pagato da figli e nipoti domani).

Il fatto di criticare la manovra governativa o quella presunta dell'opposizione non ci esenta pero' da dire cosa proporremmo noi. Se la classe politica è da cambiare e noi non facciamo proposte, siamo da cambiare anche noi! :-)

Io in passato ho discusso con voi di proposte su pensioni e sanità.
Sulla sanità per esempio è possibile "risparmiare" quasi 60 miliarsi all'anno, con una riforma che porti il nostro sistema ad essere come quello francese, tedesco, olandese. Fosse stato fatto 10 anni fa, oggi non saremmo in questa situazione.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda ranvit il 13/08/2011, 12:17

Certo che "siamo da cambiare anche noi"!

Qualcosa comunque "abbiamo" già fatto...vedi i sindaci di Milano e Napoli ;)

Vediamo ora, dopo una manovra da 90 miliardi (quella di Luglio piu' questa) che non incide che poco sulla malstrutturata gestione del Paese e soprattutto sulla mancata drastica riduzione dei Parlamentari e relativo costo, se ci sarà qualche altra "batosta" 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda flaviomob il 13/08/2011, 13:55

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... icolo=9091

MASSIMO GRAMELLINI

Mi chiamano Medio Alto, ma il mio soprannome è Rintracciabile. Sono quello che non può nascondersi, quello che paga. Anche stavolta. Il governo della Libertà mi impone tasse svedesi per continuare a fornirmi servizi centrafricani. E io le verserò fino all’ultimo centesimo, senza trucco e senza inganno, da vero scandinavo. Poi però rimango un italiano e allora mi si consenta di essere furibondo.

Punto primo. Mi sono scocciato di pagare per il funzionamento di una giostra su cui non esercito alcun controllo. Il debito lo avete fatto voi e lo saldo io. Ma avrò almeno il diritto di pretendere che la smettiate di indebitarvi? A quanto pare, no. Io vorrei che i miei soldi - frutto del lavoro quotidiano e non di una eredità o di un gratta e vinci - servissero a finanziare le scuole e gli asili-nido, a umanizzare le carceri, a ripulire gli ospedali, a pagare gli stipendi degli insegnanti, dei poliziotti e dei tanti impiegati che svolgono con impegno la loro missione di servitori dello Stato.

Invece so già che verranno gettati fra le fauci del Carrozzone Pubblico, che se li divorerà in un sol boccone per poi rivoltarsi famelico contro di me, chiedendomi altro cibo. So già che la politica, cioè quell'accozzaglia di affaristi senza ideali che ne usurpa il nome, li userà per tenere in piedi gli enti inutili, le baracche elettorali, le torme di parassiti che campano da decenni alle spalle dei contribuenti.

Non è dunque il prelievo in sé a indignarmi. Ma la sua assoluta inutilità. In attesa di riforme strutturali, che dopo vent'anni di chiacchiere sono ancora e sempre «allo studio», i miei soldi serviranno solo a perpetuare un sistema che non mi piace, a garantire la pace sociale dei furbi, non quella dei poveri.

Punto secondo. Accetto di farmi spremere, ma non di farmi prendere in giro. Quelli che vengono contrabbandati come tagli alla politica sono in realtà tagli ai servizi degli enti locali, che si rivarranno sui cittadini, cioè di nuovo, sempre e soltanto su di noi.

Punto terzo. Trovo giusto che, in tempi di crisi, chi guadagna meno di me non contribuisca allo sforzo (anche se poi lo fa, con i tagli alle tredicesime e alle pensioni). Mentre considero una vergogna che il collega che guadagna quanto me, ma ha cinque figli a carico, non abbia diritto a uno sconto. Il padre di una famiglia numerosa che incassa 90 mila euro lordi l'anno (circa 4000 netti al mese) non è un Super Ricco e nemmeno un Medio Alto.

E' un Medio Impoverito che deve già versare più degli altri per i medicinali e le tasse scolastiche dei figli, e che da domani non avrà più neanche i mezzi per tentare di scuotere, con i suoi consumi, l'encefalogramma piatto dell'economia. Mi sembra incredibile che la Chiesa, sempre così lesta a dire la sua su gay e moribondi, non abbia saputo imporre a un governo di sepolcri imbiancati la difesa reale della famiglia, accontentandosi di conservare intatti, anche in questa tormenta, i propri scandalosi privilegi fiscali.

Ultimo punto (ma è di gran lunga il primo). Mi sta bene che i poveri non paghino. Ma perché non pagano neanche i ricchi veri? A Lugano le banche hanno dovuto mettere fuori i cartelli: cassette di sicurezza esaurite. Segno che nei giorni scorsi un esercito di compatrioti ha sfondato le frontiere per andare a nascondere del denaro. Sono i signori del secondo e del terzo Pil (il nero e il mafioso). Quelli con il Pil sullo stomaco. Gli Irrintracciabili.

Scommettiamo che il più facoltoso di loro dichiarerà al fisco 89.999 euro? Li disprezzo. Persino più dei politicanti. Giuro che d'ora in avanti non avrò più pietà. Chiederò scontrini a tutti su tutto. E se mi diranno: «Ma così, dottore, non posso più farle lo sconto», li andrò a denunciare. Poiché sono l'unico che paga, in questo accidenti di Paese, voglio cominciare a togliermi qualche sfizio anch'io.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Sono rientrati per rimandare

Messaggioda ranvit il 13/08/2011, 15:38

Concordo, ovviamente con Gramellini, ma la frase "Il padre di una famiglia numerosa che incassa 90 mila euro lordi l'anno (circa 4000 netti al mese) non è un Super Ricco e nemmeno un Medio Alto." se la poteva risparmiare. E' chiaro che non è super-ricco, ma....sta bene! Molto bene!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 33 ospiti

cron