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Province: il PD delude ancora una volta

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda ranvit il 07/07/2011, 17:39

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -18798482/


IL CASO
Province, rivolta dei militanti Pd sul web
"Vergogna, un'altra occasione persa"
L'astensione dei Democratici che martedì ha affossato la legge Idv taglia-province ha scatenato la reazione dei sostenitori in rete. Centinaia di commenti infuriati sul sito ufficiale "Ogni volta c'è una scusa buona per salvare la casta, restate sempre immobili". Il responsabile Enti Locali, Davide Zoggia: "Stiamo spiegando le nostre ragioni. Presto una proposta complessiva per Comuni, Province e Regioni" di PASQUALE NOTARGIACOMO

Province, rivolta dei militanti Pd sul web "Vergogna, un'altra occasione persa" Il sindaco di Firenze Renzi
ROMA - Sarà anche vero, come hanno precisato in queste ore tutti i big del partito, Bersani in testa, che in materia "il Pd ha le sue idee e non va dietro a tirate demagogiche", ma l'astensione "decisiva" alla Camera sulla legge taglia-province dell'Idv, per i militanti pesa eccome. Il mancato voto che ha affossato, martedì in Aula, il provvedimento proposto dal partito di Di Pietro ha causato strascichi e malumori non solo interni al partito (vedi lo "smarcamento" via Facebook del sindaco di Firenze, Matteo Renzi).

Commenti inferociti sul sito. Le tracce più evidenti si trovano sul sito dei Democratici, preso d'assedio da militanti a cui la linea dettata dal capogruppo Franceschini proprio non è andata giù. Più di trecento commenti hanno invaso a caldo la sezione enti locali. Con lo stesso filo conduttore: "occasione persa", "segnale mancato", "parole a cui non fanno mai seguito i fatti", stando solo ai post più gentili. E poco hanno rasserenato gli animi anche le rassicurazioni del responsabile Enti Locali del partito, Davide Zoggia, che online ha pubblicato le motivazioni del no e la proposta del partito per una riforma complessiva in materia (la proposta di Legge Costituzionale N. 4439 presentata il 21 giugno 2011). Centinaia di commenti anche nella giornata di oggi tanto per far capire che anche i distinguo e le migliori intenzioni in questo caso contano poco.

Parole senza fatti. "Ogni volta c'è una
scusa buona per non mettere mano a nulla", scrive quasi rassegnato Francesco C., "il paese si sta muovendo e voi rimanete immobili". "Accidenti a voi...", si rammarica Federica, "un'altra occasione persa". Incredulità mista a rabbia per molti dei sostenitori. "Delusione, tristezza, amarezza, questi sono i sentimenti che provo", elenca Rosaria M., "nell'aver appreso la notizia che vi siete astenuti". Ci sono poi quelli che vanno giù duro. "Siete una vergogna per l'Italia, avete dimostrato di far parte della casta", scrive Stefano S., che arriva ad invocare un passo indietro del segretario. "Dopo Berlusconi oggi chiedo anche a Bersani di dimettersi perché è un'offesa ai suoi elettori". "Ho strappato la tessera Pd, ve la rispedisco con posta prioritaria, spero che altri facciano lo stesso", è l'auspicio amaro di Sabatino A.

L'insopportabile tatticismo. Tanti i motivi di questa rivolta telematica. C'è chi critica l'aver sostenuto indirettamente il governo, permettendogli di non andare sotto in Aula. Ad altri non va proprio giù che si sia affossato un provvedimento sicuramente "perfettibile" ma visto come un colpo alla "casta" in tempi di austerity per tutti. Tanti poi sottolineano come si resti prigionieri di un insopportabile "tatticismo", perdendo lo slancio di amministrative e referendum. "Ma io veramente non capisco", è la sintesi sconsolata di Davide B., "a meno di non voler veramente pensar male... Avevate l'occasione per ritrovare la simpatia dell'elettorato, dopo delle votazioni e un referendum che dicono molto sull'umore dei cittadini [...] E cosa fate vi astenete? E in più tirate fuori proposte fantasiose quanto fuori luogo, ad un passo dal default? Ormai Berlusconi è finito, ma voi? Di fronte ad una simile cecità si rimane senza parole: rimangono solo le parolacce!". Parolacce che a qualcuno scappano, mentre altri si lamentano di essere stati censurati anche se la maggior parte dei commenti resta ben visibile. C'è spazio anche per una citazione caustica: "E' ora di smetterla di star lì a spidocchiare i peluche! Dovete andare a casa tutti, subito".

Le spiegazioni di Zoggia. Guarda avanti e punta a riconquistare gli "scontenti", il responsabile enti locali del partito, Davide Zoggia, che si sta spendendo in prima persona per placare i delusi. "Comprendiamo lo stato d'animo dei cittadini sui costi della politica", dice Zoggia interpellato da Repubblica. it, "è assolutamente legittimo, ma non stiamo buttando la palla in tribuna. Abbiamo già presentato una legge costituzionale ma nei prossimi giorni presenteremo anche una riforma complessiva che riguarda Comuni, Province e Regioni. Non è che basta fare un segno con la matita dicendo abolite, anche se sarebbe più facile: dobbiamo creare delle cose che diano dei risultati". Sulla reazione della base: "Abbiamo spiegato e stiamo spiegando sul nostro sito e rispondendo alle tante mail che abbiamo ricevuto qual è la posizione del Partito Democratico. Andremo avanti in tempi brevissimi con la nostra proposta". L'impressione è che si debba fare davvero in fretta.

(07 luglio 2011)
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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda ranvit il 07/07/2011, 17:40

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -18777976/



L'OPINIONE
La sinistra senza coraggio
L'astensione del Pd alla Camera sulla soppressione delle province è stato un errore imperdonabile, che significa voltare le spalle al "movimento invisibile" che ha votato alle amministrative e ai referendum
di MASSIMO GIANNINI

La sinistra senza coraggio Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini
IMMERSA nella nube di "cupio dissolvi" che troppo spesso la acceca, la sinistra ha perso una formidabile occasione. Astenersi alla Camera 1, nel dibattito sul disegno di legge costituzionale per la soppressione delle province, è stato un errore imperdonabile. È come se l'opposizione, dopo aver trovato un prorompente e promettente varco politico dentro la società italiana che ha votato alle amministrative e ai referendum, gli avesse improvvisamente e inopinatamente voltato le spalle.

Dilettantismo? Opportunismo? Masochismo? Forse tutte e tre le cose. Sta di fatto che la politica, come la vita, è attraversata da fasi. L'esito della doppia tornata elettorale di maggio e di giugno imponeva una scelta inequivoca, che rendesse manifesta la capacità della sinistra di saper "leggere" la fase, e di saperla cogliere con tempestività e mettere a frutto con intelligenza.

La fase suggerisce l'esistenza di un'opinione pubblica sempre più stanca delle menzogne di un governo mediocre e inaffidabile, e sempre più stufa delle inadempienze di una "Casta" ricca e irresponsabile. Il ddl sull'abolizione delle province era la prima opportunità utile, offerta soprattutto al Partito democratico, per dimostrare di saper stare "dentro la fase".

C'era in ballo una ragione tattica, innanzi tutto. Tra molti mal di
pancia, l'altroieri il Pdl e la Lega hanno votato contro il testo proposto dall'Idv, rinnegando l'ennesima promessa tradita della campagna elettorale del 2008. La soppressione delle province era nel programma di governo del centrodestra, che ora se la rimangia allegramente, non solo rinunciando a cancellare le province esistenti, ma creandone di nuove. Sbarrargli la strada con un voto compatto di tutte le opposizioni avrebbe significato una quasi certa vittoria parlamentare, una clamorosa sconfitta della resistibile armata forzaleghista e un palese disvelamento delle sue contraddizioni interne.

Ma c'era in ballo soprattutto una ragione strategica. Il "movimento invisibile" che attraversa il Paese (secondo la felice metafora di Ilvo Diamanti) invoca da tempo un sussulto di dignità dall'establishment. Un taglio credibile ai costi della politica (tanto più di fronte all'ennesima burla prevista sul tema dalla manovra anti-deficit da 40 miliardi) resta uno dei temi più sensibili per una quota crescente di opinione pubblica, che subisce con disagio una condizione sociale sempre più dura e insicura e reagisce con indignazione di fronte ai privilegi sempre più intollerabili delle classi dirigenti. Auto blu, aerei blu, stipendi blu, pensioni blu. Tutto è blu, nel meraviglioso mondo del Palazzo.

Gli italiani chiedono alla politica efficienza, produttività, equità. Le misure appena varate dal ministro del Tesoro non gli offrono nulla di tutto questo. L'abolizione delle province era invece il primo test, sia pure collocato su un piano parzialmente diverso, per dare una risposta a questa domanda degli italiani. Il Pd quella risposta gliel'ha negata. E non ha capito che cogliere un "attimo" come questo è il modo migliore per evitare che monti ancora l'onda dell'antipolitica. È il metodo più efficace per contenerla, senza lasciarsi travolgere e poi essere costretti a subirla e a inseguirla. Com'è successo tante volte alla sinistra, dai girotondi di Nanni Moretti ai raduni di Beppe Grillo.

Ai riformisti non si richiede l'agio di lasciarsi "etero-dirigere" dalle masse, rifiutando la fatica necessaria di provare invece a guidarle. Il voto favorevole alla soppressione delle province poteva essere motivato senza cedimenti al populismo e al qualunquismo, perché la buona politica non deve mai ridursi a un'alzata di mano o alla x su una scheda. Il Pd aveva strumenti per inquadrare quel voto in uno schema di riordino complessivo dell'architettura istituzionale, dove non si punta a picconare a casaccio un sistema di autonomie locali codificato dalla Costituzione. Quello che non doveva fare è trincerarsi dietro la difesa di questo sistema, per giustificare la sua codina astensione. Ed è invece esattamente quello che ha fatto. Legittimando così i peggiori sospetti di chi vede in questa mossa malsana l'intenzione malcelata e maldestra di salvare le solite guarentigie e le solite poltrone.

Le province italiane sono 110. Costano al contribuente circa 17 miliardi di euro, cioè quasi la metà dell'importo della stangata a orologeria di Tremonti. Le presidenze di provincia occupate dal Pd sono 40, contro le 36 del Pdl, le 13 della Lega, le 5 dell'Udc. Tutti tengono famiglia. Ma se la sinistra non ha la forza e il coraggio di dimostrare agli italiani che non tutti sono uguali, la partita dell'alternativa non comincia nemmeno. Siamo fermi a Nenni: le piazze si riempiono, ma le urne si risvuotano.

(07 luglio 2011)
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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda gabriele il 07/07/2011, 21:36

ranvit ha scritto:L'astensione del Pd alla Camera sulla soppressione delle province è stato un errore imperdonabile, che significa voltare le spalle al "movimento invisibile" che ha votato alle amministrative e ai referendum


Dai tempi di Prodi non è cambiato nulla. Chi sarà il prossimo prof ad andare al governo per poi essere "impallinato" dal D'Alema di turno?

Cacciamole via queste mummie. Non ci resta altro da fare per mandare qualcuno di serio al governo e farlo finalmente governare
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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda flaviomob il 07/07/2011, 22:24

Concordo in parte con quanto scrive matthelm, però il valore simbolico di una abrogazione netta poteva incentivare una riforma vera, senza aspettare i tempi biblici a cui fa consapevolmente riferimento trilogy. Anche con i referendum su alcuni temi si è detto SI' o NO su commi specifici, quando il significato simbolico (ma talvolta "sostanziale") era molto più esteso, però era un segnale forte che andava dato, anche per contestare l'attuale governo (rappresentanza, ormai, solo di una minoranza del paese).


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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda Robyn il 07/07/2011, 22:52

In realtà in uno stato federale le province esistono.Lo stato si diparte in regioni che a loro volta si dipartono in province che a loro si dipartono in comuni.Il problema non sono le province in se per sè ma il costo delle province.Si potrebbero avere tutte le province che si vogliono ma il costo non può essere scaricato sulla fiscalità generale ma sù quei comuni che danno vita alla provincia di loro libera iniziativa.In uno stato federale esistono anche i dipartimenti ministeriali decentrati con funzioni meramente simboliche o limitate ma quella parte di paese che li vuole se li paga e il costo non è scaricato sulla generalità dei cittadini ciao robyn
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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda lodes il 08/07/2011, 9:44

Sarebbe più corretto dire "Il PD delude ancora una volta chi ci ha creduto".

In realtà la posizione sulle province è molto coerente con le culture politiche che tuttora governano il partito attraverso un personale politico (a tutti i livelli) che non è capace di rinnovarsi.

I delusi dovranno prima o poi rendersi conto che continuare a premiare con il proprio voto questo partito significa solo contribuire alla conservazione del PD così com'è e al mantenimento degli interessi del suo ceto politico.
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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda Robyn il 08/07/2011, 12:03

lodes In realtà l'abolizione delle province corrisponderebbe di più ad un disegno accentratore che si trasferisce dallo stato centrale alle regioni.Le province e i vari livelli di amministrazione con funzioni ben distribuite corrisponderebbe ad un disegno più democratico perche lascia autonomia al territorio.In merito al personale politico questo è un falso problema perche basta porre il limite dei due mandati.Inoltre se sono i cittadini di quel territorio che finanziano la provincia sarebbe da parte loro più facilmente controllabile la spesa in fatto di numero dei componenti il parlamentino provinciale,indennità,personale.Una provincia per esempio potrebbe avere al massimo dodici parlamantari anzichè trenta o quaranta,si potrebbe stabilire l'incompatibilità con qualsiasi altro incarico al fine di ridurre la spesa.Atina e Susa subito province ciao robyn
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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda flaviomob il 08/07/2011, 14:25

Abolire le province, accorpare i comuni più piccoli, rendere effettive le città metropolitane già inserite nella riforma costituzionale. Dirigenti ASL assunti per concorso, meritocraticamente, al di fuori dei partiti.


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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda Robyn il 08/07/2011, 15:00

Esatto dirigenti della PA assunti per concorso per favorire il merito ciao robyn
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Re: Province: il PD delude ancora una volta

Messaggioda Robyn il 09/07/2011, 13:26

Praticamente la città metropolitana sarebbe altro che un'alleanza di comuni che possono unirsi e dare vita ad un'ente che esercita le stesse funzioni della provincia.Ma in questo caso non ci sarebbe l'elezione da parte dei cittadini perche sono i comuni che danno vita a questo ente.Inoltre esistono aree geografiche all'interno delle province che hanno caratteristiche culturali e costumi omogenei ma differenti dalla provincia cui appartengono e che per di più non hanno nessuna grande città per dar vita alla città metropolitana o che non è centrale in provincia.Istituire nuove province aumenterebbe la spesa pubblica.Invece si potrebbe scegliere come strada che un'alleanza di comuni possono eleggere la provincia a parità di spesa pubblica per quell'alleanza di comuni.Questo si può fare accorpando anche i comuni più piccoli con poche anime.Questo può valere anche per le province già esistenti al fine di ridurre la spesa pubblica.In sintesi i tagli vanno fatti ,ma i tagli ai costi della politica non possono significare tagli alla democrazia.Bisogna ricordare anche la costituzione"la repubblica promuove e favorisce l'autonomia locale.Attua il più ampio decentramento amministrativo" ciao robyn
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