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New York, matrimonio gay: quale conquista???

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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda pianogrande il 26/06/2011, 10:13

Grazie Franz.

Come si può dedurre dalle tue considerazioni, l'unica cosa naturale che possiamo accettare è l'evoluzione.
La democrazia non ha niente di naturale e cioè non si reaizza automaticamente ma è il risultato del lavoro e della lotta dell'uomo per condizioni di vita sempre migliori.
Lotta che è effettuata da ogni essere vivente e che ha portato ogni essere vivente ad una situazione diversissima da quella di milioni di anni fa.
Gli antievoluzionisti vedono tutto fermo e vedono ogni cosa che si muove come un insulto alla natura che loro soltanto hanno capito cosa sia.
La prima forza della natura è, invece, l'evoluzione.
Tutto scorre diceva quel tale che pensava con la sua testa invece di farsi catechizzare.
Se mai ci fosse un dio da qualche parte sarebbe, sicuramente, un dio della evoluzione e sarebbe, divinamente, in evoluzione anche lui.
Che bello lo scorrere allegro dell'acqua fresca in confronto al putridume di una immobile e mefitica palude!
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda Manuela il 26/06/2011, 13:29

Zucconi sulla Repubblica di oggi scrive un bellissimo articolo e una grande verità: la macchina dei diritti civili, messa in moto da Jefferson nel 1776, non è arrestabile. Jefferson certamente non pensava ai gay né alle donne, nemmeno alle persone di colore, che a quei tempi erano semplicemente animali da soma, quando scrisse che "tutti gli uomini sono creati uguali e dotati di certi inalienabili diritti". Ma una volta messa in moto, quella straordinaria macchina, è inarrestabile. Avanza piano, con gran fatica. Ma quelli che ieri era "contronatura" - anche le unioni fra bianchi e neri erano considerate tali... - oggi fa parte del diritto. Succederà così, inevitabilmente, inarrestabilmente: con fatica e con dolore, ma succederà. Fatevene una ragione.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda matthelm il 26/06/2011, 21:03

Considerazioni facilmente prevedibili su cui avrei già risposto con il mio post.

Tanto per ribadire:

Franz, che sempre più paesi ammettano il “matrimonio” tra sessi uguali conferma quanto ho scritto. Così vale per la “conquista” per una minoranza, sarà sempre un surrogato, checché se ne dica.
Due gay non fanno male a nessuno se si mettono assieme come coppia, si fa già. possono essere regolarizzati con i Dico ma non sarà un matrimonio per le motivazioni scritte.
Lodes, non capire quello che ho scritto quello si è un’idiozia come dire che non c’è amore per il prossimo nel non consentire il matrimonio gay(ma solo i Dico). Sono cattivo anche se non permetto ad un orbo di guidare un jet?

Stefano mi spiega, ancora, cosa significa essere gay. Pensate un po’.
Se non ha nessuna importanza per come definire un’unione perché s’inalbera se non possono essere considerate uguali a quelle in discussione?
Pianogrande mi pensa un negatore di diritti altrui! Chiedo io:Di chi? Di che cosa?

Manuela, dice che l’inevitabile “progresso” porterà a ben altro. Sarà così ma non tutto, per questo, sarà positivo, liberatorio e, appunto, progresso. Vuole forse dire che tutto quello che l’umanità ha “conquistato” sia stato positivo solo perché non c’era prima e che siamo certamente e sicuramente più felici solo per quello?
La storia è fatta di conquiste, arretramenti, riposizionamenti dipenderà anche da come l’uomo saprà orientare la sua bussola e saprà distinguere quali sono le vere conquiste ed i diritti.
Stia tranquilla arriveranno anche in Italia i matrimoni gay prima o poi, mi lasci solo, la libertà!, dire che non la considererò una svolta storica ma un a sciocchezza offerta sull’altare del politicamente corretto e del pugno di sabbia.
Quello che da più fastidio è che alcuni di voi, non tutti per carità, sono animati dalla “santa indignazione” verso chi “ottusamente” si frappone alle “magnifiche sorti progressive dell’uomo nuovo” e che puntualmente fanno parte di quei “sottoscrittori di petizioni” qualunque siano ma sempre à la page.

Non volevo intervenire più tanto era chiaro, per me, quello che avevo scritto, ma così sono i forum…
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda Manuela il 26/06/2011, 23:43

"Vuole forse dire che tutto quello che l’umanità ha “conquistato” sia stato positivo solo perché non c’era prima e che siamo certamente e sicuramente più felici solo per quello? "

Poiché si sta parlando di diritti civili (non di armi sofisticate o di organismi geneticamente modificati... ), la mia risposta è si, senza alcun dubbio. I diritti civili sono una conquista di progresso, e certamente gli afroamericani sono più felici oggi che un secolo (o anche solo un trentennio) fa. Le donne altrettanto. Personalmente mi colloco felicemente fra quei sottoscrittori di petizioni à la page, che cercano, con gli scarsi mezzi che hanno, di allargare i diritti civili più che si può, certi che l'assunto di Jefferson sia sempre vero e non ancora attuato appieno. Si può non essere d'accordo, certamente. Ma non spacciarsi per progressisti, però.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda pianogrande il 27/06/2011, 1:33

Pianogrande mi pensa un negatore di diritti altrui! Chiedo io:Di chi? Di che cosa?
Matthelm

Io cerco di fare un discorso un po' più sofisticato (non è detto che ci riesca).
I diritti non hanno niente di naturale o innaturale.
Finché non ci sono, semplicemente, non ci sono.
Poi, un bel giorno, arrivano e non cadono da nessun cielo ma vengono, diciamo così, inventati e realizzati.
Poi, ci si fa l'abitudine (culturale) e diventano normalità.
Non esistono diritti "naturali" ma situazioni da inventare e realizzare.
La legge naturale è (ancora ma speriamo sempre meno) la legge della jungla.
Se si lascia fare alla natura nel senso dell'automatismo, dell'istinto, si torna alla violenza, alla prepotenza e via dicendo.
E' la legge della sopravvivenza quella che prevale su tutto.
Una volta, però, che la sopravvivenza sia, ragionevolmente, garantita, ci possiamo permettere il lusso di ragionare sul sistema di vita vigente e cercare di inventarne uno che consideriamo migliore.
Per me, quindi, tu non sei negatore di un bel niente.
Non sei altro che il sostenitore di un sistema di vita che a me non piace perché,inutilmente, crudele alla luce del fatto che possiamo permetterci realizzarne uno più tollerante ed appagante per un numero maggiore di persone.
Io auspico, semplicemente, un sistema di vita diverso da quello che auspichi tu.
E possiamo anche altrettanto ragionevolmente convivere visto che non stai chiedendo di impalare o di mettere al rogo nessuno.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 27/06/2011, 7:45

Stefano'62 ha scritto:Ma se anche poi la si chiamasse proprio "famiglia" pure quella,qualcuno è capace di spiegarmi in concreto e senza sofismi astratti o fumo negli occhi,come diavolo questo dovrebbe riuscire a ledere la mia famiglia e i relativi diritti ??????


Vedi Stefano, quando si parla di "diritti" a dire il vero si parla di SOLDI ;-)

Ecco! Ora, al posto di "diritti" mettici la parolina "sovvenzioni" e vedrai che tutto ti sembrerà più...chiaro :D

Però con Matthelm la storia è diversa. Per la famiglia Lui parte da assiomi diversi dai tuoi. Non può quindi esserci dialogo.

Per Matthelm, che secondo me rappresenta, per questa questione, una grande parte dell'opinione pubblica italiana, i gay vanno contro natura e non possono sposarsi. Il matrimonio infatti per Lui è inteso nell'unione fra uomo e donna. La Sua visione è in linea quella della Chiesa Cattolica.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 27/06/2011, 7:48

pianogrande ha scritto:Poi, un bel giorno, arrivano e non cadono da nessun cielo ma vengono, diciamo così, inventati e realizzati.


Aggiungo.

I diritti vengono creati a seguito di precise e, a volte ineluttabili, necessità
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda matthelm il 27/06/2011, 9:59

gabriele ha scritto:Per Matthelm, che secondo me rappresenta, per questa questione, una grande parte dell'opinione pubblica italiana, i gay vanno contro natura e non possono sposarsi. Il matrimonio infatti per Lui è inteso nell'unione fra uomo e donna. La Sua visione è in linea quella della Chiesa Cattolica.


Gabriele, Gabriele... come ti piace inquadrare gli altri secondo il tuo schemino. Se la Chiesa cattolica fosse in linea con me ne sarei felice ma, per adesso, non lo è. Sono certo che ci arriverà.

Si, il matrimonio per me è inteso tra un uomo e una donna: dici che guarirò?
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 27/06/2011, 11:51

matthelm ha scritto:
Gabriele, Gabriele... come ti piace inquadrare gli altri secondo il tuo schemino. Se la Chiesa cattolica fosse in linea con me ne sarei felice ma, per adesso, non lo è. Sono certo che ci arriverà.

Si, il matrimonio per me è inteso tra un uomo e una donna: dici che guarirò?


Matthelm, la mia era solo ed esclusivamente una sterile analisi sul fatto che non può esserci dialogo fra te e Stefano (o me) su questo tema e non aveva alcuna pretesa di inquadramento nè di guarigione da non si sa quale forma di disturbo.

Fatto sta che finalmente hai introdotto in questo tema un aspetto più soggettivo che oggettivo.

Sei passato da:
"Si vogliono rendere uguali per legge due situazioni (il matrimonio e l'unione tra persone dello stesso sesso) che uguali non saranno mai, perché vi si oppone la biologia, l'anatomia, la natura"

a

"il matrimonio per me è inteso tra un uomo e una donna"


E' un'apertura al dialogo?
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda flaviomob il 27/06/2011, 14:56

Parole degne di un vero disallineato! I miei più sentiti complimenti, Matthelm... forse Hitler partiva dalle stesse "aperte ed evolute" posizioni, per giustificare lo sterminio degli omosessuali.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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