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I rischi del federalismo sanitario

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda franz il 25/06/2011, 12:40

flaviomob ha scritto:Ma non hai prove che sia avvenuto in agricoltura "bio" e non in agricoltura convenzionale, giusto?

Personalmente non faccio il magistrato e quindi non raccolgo prove.
Leggo i giornali e questi è vero che ne hanno sparate tante ma l'ultimo colpevole individuato era la coltivazione di germogli bio (un misti di germogli di fagioli, soia etc). Le prove naturalmente le ha l'istituto Robert Koch.


Berlino, 10 giu. (TMNews) - Dopo oltre cinque settimane di allarme e paura - e 31 morti - è stato finalmente individuata la causa dell'epidemia di diarrea emorragica da batterio E.coli che terrorizza la Germania e spaventa l'Europa. Secondo fonti ufficiali tedesche la causa dell'epidemia di E.coli è da individuarsi nei germogli crudi (di soia e altri legumi) prodotti da un'azienda biologica di Bienenbuettel, nel nord della Germania Il bilancio dei morti dell'epidemia di E.Coli è salito a 31 (30 tedeschi e una svedese) e circa tremila malati nel giro di cinque settimane.

L'annuncio è stato dato da Reinhard Burger, direttore dell'istituto Robert Koch (Rki), che si è riunito questa mattina a Berlino con i membri dell'Ufficio federale per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare e dell'Istituto federale per la valutazione dei rischi.

"Sono i germogli" la causa, ha dichiarato Burger, direttore dell'istituto Robert Koch, nel corso di una conferenza stampa a Berlino dei tre istituti sanitari federali impegnati nel dossier. Il riferimento è a germogli di soia e di altri legumi e la precisazione chiave è che il pericolo viene dai germogli consumati crudi.

Secondo le analisi "le persone che hanno mangiato questi germogli hanno nove volte in più la possibilità" di contrarre i sintomi dell'infezione da batterio E.coli, in confronto a coloro che non li hanno mangiati, ha precisato Burger. Ci sono stati esami "multipli" nei terreni e sui prodotti dell'azienda Gaertnerhof a Bienenbuettel, nel nord della Germania, che hanno confermato la presenza del batterio, ma "la serie di indizi è così forte" che ormai abbiamo identificato l'origine del contagio, hanno spiegato i responsabili sanitari.

I tre istituti sanitari hanno annunciato ufficialmente inoltre il ritiro del divieto di consumare cetrioli, pomodori o insalata cruda, costato già centinaia di milioni di euro agli agricoltori europei. "Non ci sono più motivi per mantenere queste raccomandazioni", ha dichiarato uno dei dirigenti. Sembra inoltre che la "fonte del contagio non sia più attiva" e che "le cifre di nuovi contagi stiano diminuendo", ha aggiunto.

Non ci sono altre piste serie al di fuori dei germogli", ha concluso Burger rispondendo a una domanda di un giornalista che chiedeva se l'origine del batterio killer sia questa al 100 per cento.
http://notizie.virgilio.it/esteri/germo ... 50414.html
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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda flaviomob il 28/06/2011, 1:35

Dal Corriere:

L''ESPERTO
L'azienda era «bio», ma senza controllo sulla filiera nulla è garantito

Roberto Defez, ricercatore al Cnr «L'origine dell'infezione deriva probabilmente da letame "inquinato"»


MILANO - Inizialmente tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, quando hanno appreso che non eran stati cetrioli o qualsivoglia verdura fresca gli incubatori del famigerato batterio killer, ma quelli che in Italia chiamiamo per semplicità «germogli di soia», pur essendo in realtà germogli di fagiolo mung.
L'ESPERTO - Ma per contro si è aperto il dibattito: una delle aziende che produceva i germogli nella Bassa Sassonia, la Gärtnerhof di Bienenbuttel (chiusa venerdì d'autorità) era una di quelle imprese modello, «bio» come si dice, che avrebbe dovuto garantire più delle imprese tradizionali la qualità e soprattutto la «salute» del prodotto. Com'è potuto succedere? «Il problema è proprio quest0- spiega Roberto Defez, biotecnologo del Cnr- non basta appiccicare il bollino "bio", per dire che è un prodotto è coltivato secondo logiche puramente naturali: a volte il solo fatto di non utilizzare fertilizzanti sintetici, ma concimi naturali, autorizza le aziende a definire le loro verdure "bio", ma è tutta la filiera che deve essere "bio"». Nell'azienda tedesca probabilmente, continua il ricercatore è accaduto che «i semi dei germogli provenivano da altre coltivazioni che hanno utilizzato letami "inquinati" dal batterio».


ANTIBIOTICI POTENTISSIMI- Perchè succede spesso che «per nutrire gli allevamenti di bovini o suini si utilizzino spesso antibiotici potentissimi che non servono certo a guarire le bestie, ma a farle crescere più in fretta. Questi antibiotici sviluppano delle forti resistenze che hanno fatto sì che il batterio incubato negli animali sia diventato praticamente invulnerabile e di qui l'alta mortalità cui abbiamo assistito». Insomma «è fondamentale che l'agricoltura bio sia bio per davvero, che conti il prodotto e non la procedura con cui si coltivano le piante, che tutta la filiera sia controllata dalle aziende. Perchè sennò si arriva al paradosso che è un ortaggio è bio, perchè non usa fertilizzanti chimici, anche se cresce di fianco a una centrale nucleare».

Matteo Cruccu
10 giugno 2011


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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda annalu il 28/06/2011, 20:10

flaviomob ha scritto:Dal Corriere:

L''ESPERTO
L'azienda era «bio», ma senza controllo sulla filiera nulla è garantito

Questo esperto è molto preoccupato che qualcuno possa scoprire che ci sono dei pericoli insiti proprio nelle coltivazioni "bio", che richiedono controlli maggiori (e differenti) rispetto alle coltivazioni con concimi chimici.
Il rischio delle coltivazioni "bio" sta proprio nei concimi "naturali", che non sono altro che letame, e nel letame sono sempre presenti ceppi di Escherichia coli (avete presente la valutazione dei colibacilli fecali nelle acque, per determinarne il grado di "purezza"? I colibacilli non sono altro che batteri Escherichia coli, fecali perché si trovano nelle feci, umane e non umane).
Quindi il letame da concime deve essere opportunamente trattato e verificato, per essere certi che non siano presenti batteri patogeni che, una volta dispersi nel terreno, possono inquinare le le colture. ovviamente altri controlli vanno poi fatti sulle piante prima di commercializzarle, per assicurarsi, di nuovo, che non ci siano patogeni.
Tutto questo, indipendentemente dal fatto che gli allevatori degli animali che producono il letame diano agli animali stessi antibiotici in grado di produrre "superbatteri".
Nel letame da concime i batteri patogeni non devono esserci, punto.
Il rischio di produrre batteri resistenti agli antibiotici è presente ovunque, sia dove si allevano animali dando loro antibiotici in modo poco controllato, sia dove si curano gli umani, come per esempio gli ospedali (avete mai sentito parlare di infezioni ospedaliere? Anche quelle sono dovute, oltre che a carenze igieniche, al cattivo uso degli antibiotici, e vanno attentamente monitorate).
Agli animali allevati in modo intensivo dare antibiotici è quasi sempre indispensabile, e non certo "per farli crescere meglio" (gli antibiotici non fanno crescere), ma per evitare che un animale si ammali e poi, data la densità degli animali nell'allevamento, la malattia si diffonda e provochi un'epidemia che porta alla chiusura di tutto l'allevamento.

Per conferma, se non vi fidate di ciò che dico io, vi posto un'Ansa con un'affermazione del farmacologo Garattini:

Batterio killer: 48 le vittime
Garattini, forse non e' un caso che il prodotto fosse bio
28 giugno, 15:47
(ANSA) - BERLINO, 28 GIU - Il bilancio delle vittime dell'epidemia di Escherichia coli in Europa e' salito a quota 48, 47 delle quali in Germania, quattro in piu' rispetto a venerdi' scorso. Lo ha reso noto l'Istituto Robert-Koch di Berlino.Secondo Silvio Garattini,direttore dell'Istituto Mario Negri,''forse non e' un caso che il prodotto fosse biologico''.

In un'intervista al settimanale 'Oggi' Garattini afferma ''Ci si chiede se l'infezione sarebbe avvenuta, se invece del letame si fossero usati concimi chimici''.
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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda lucameni il 28/06/2011, 20:19

Vabbè Garattini è comunque un pasdaran anti tutto quello che viene definito di "naturale". Senza distinzioni di sorta.
Al punto di affibbiare agli erboristi il termine di "maghi e ciarlatani".
La medicina termale? "Poi tanto fanno pipì". E discorso chiuso.
Non parliamo del resto.
Verrei censurato.
Il personaggio è noto ad affermazioni quindi un tantino radicali che oscurano a mio avviso i suoi meriti di farmacologo.
C'è un termine spesso usato a sproposito: scientismo.
Non so quanto sia a sproposito quando si parla di Garattini, il quale forse dovrebbe approcciare come aveva suggerito il compianto Giorgio Celli; che più o meno diceva: "Il cervello se non è il caso di buttarcelo ai piedi e nemmeno tenercelo totalmente chiuso nel cranio, almeno teniamocelo in mano".

Ne consegue, che se anche nel merito in questa occasione è plausibile non dica sciocchezze, negli anni ha accumulato una tale serie di affermazioni apocalittiche (e offensive) che conviene sempre fare un ulteriore verifica.
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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda annalu il 28/06/2011, 20:50

lucameni ha scritto:Vabbè Garattini è comunque un pasdaran anti tutto quello che viene definito di "naturale". Senza distinzioni di sorta.

Vabbè, mica condivido tutto quello che dice Garattini, ma per una volta che dice quello che penso anch'io ...
Del resto, il destino di Garattini è quello di tutti i nostri "guru" televisivi, che sposano una tesi e poi avanzano come arieti, perché non possono permettersi di sgarrare dalla difesa del principio sino all'estremo limite.
Vedi per esempio cosa è successo con Veronesi sul nucleare!

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda flaviomob il 28/06/2011, 22:13

Mi pare molto strano quello che scrivi, Annalu: il letame da concime è stato usato fin dagli albori dell'agricoltura e nulla vieta di utilizzarlo anche per colture non biologiche.


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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda franz il 28/06/2011, 22:37

flaviomob ha scritto:Mi pare molto strano quello che scrivi, Annalu: il letame da concime è stato usato fin dagli albori dell'agricoltura e nulla vieta di utilizzarlo anche per colture non biologiche.

Una cosa è utilizzarlo per concimare piantagioni nella fase iniziale, quando c'è solo la terra e si è appena seminato, considerando che poi il grano sale di qualche metro da suolo e ci sono in mezzo mesi e mesi di pioggia o di irrigazione. Poi grano e mais vengono ben puliti, prima di farne farine o altri prodotti. Altro invece è l'uso nel campo ortofrutticolo, per quelle cose che stanno per terra (come le zucchine, le zucche, le insalate, le patate, le carote, che di solito proprio per questo puliamo a fondo) oppure i prodotti come i germogli (che non mi pare si mangiassero negli albori) che sono per definizione a pochi millimetri dal suolo, dopo poche ore dalla germinazione.

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda annalu il 29/06/2011, 10:01

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:Mi pare molto strano quello che scrivi, Annalu: il letame da concime è stato usato fin dagli albori dell'agricoltura e nulla vieta di utilizzarlo anche per colture non biologiche.

Una cosa è utilizzarlo per concimare piantagioni nella fase iniziale, quando c'è solo la terra e si è appena seminato, considerando che poi il grano sale di qualche metro da suolo e ci sono in mezzo mesi e mesi di pioggia o di irrigazione. Poi grano e mais vengono ben puliti, prima di farne farine o altri prodotti. Altro invece è l'uso nel campo ortofrutticolo, per quelle cose che stanno per terra (come le zucchine, le zucche, le insalate, le patate, le carote, che di solito proprio per questo puliamo a fondo) oppure i prodotti come i germogli (che non mi pare si mangiassero negli albori) che sono per definizione a pochi millimetri dal suolo, dopo poche ore dalla germinazione.

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Scusate, non creiamo equivoci.
Il letame è il concime naturale per eccellenza, usato da sempre per le coltivazioni, il miglior concime possibile ed il più ecologico, in quanto "chiude il cerchio" e ricicla completamente i rifiuti organici. Oltre al letame si usa il compost, frutto della fermentazione dei rifiuti organici (l'umido), anch'esso naturale e anch'esso ricco di batteri.
Io non affermo affatto che non si debba usare il letame per concimare le culture, di qualsiasi tipo siano (che "bio" sarebbe un'insalata concimata con concimi sintetici?).
Il problema, al solito, sono gli estremismi.
Senza rischi non c'è nulla, e le coltivazioni biologiche hanno insito in sé il rischio di contaminazione microbica. Questo non significa che si debba rinunciare al bio, ci mancherebbe. Significa solo che l'attenzione alla contaminazione microbica nelle coltivazioni "bio" deve essere altissima, prima di tutto nel trattamento del concime prima dell'uso, poi nella preparazione degli ortaggi alla vendita, in tutta la filiera.
Questi controlli certo ci sono, tanto è vero che casi come quello avvenuto ora in Germania sono rarissimi. Però come tutto, quando si passa dalla coltivazione di nicchia alle colture molto estese, l'attenzione può calare più o meno colpevolmente.
Per rispondere a Flavio, la concimazione biologica è quella praticata da sempre, dato che i concimi sintetici sono recenti. In questo nostro mondo ricco e sprecone si mitizza il bel tempo andato, ma si dimenticano i problemi: ci sono molte malattie anche gravissime che al presente sono praticamente dimenticate, e fra queste le contaminazioni dei cibi.
Il punto è semplicemente che, se io contadino col letame delle mie bestie poco sane contamino il mio orto, si ammaleranno un paio di persone della mia famiglia e al massimo dei miei amici e braccianti: nessuno parlerà di epidemia, si tratterà di casi singoli che, nel mare delle malattie infettive dell'epoca, passerà del tutto inosservato.
Ora le coltivazioni sono praticate su larga scala, ed il raccolto distribuito a moltissime persone, tramite la grande e piccola distribuzione. Se un campo è inquinato, la malattia si manifesterà in una moltitudine di consumatori, diventerà simile ad una epidemia, ed in un mondo ormai quasi libero da malattie infettive, la cosa farà notizia.

Quindi continuiamo con le culture "bio", ma teniamo conto dei rischi e verifichiamo che siano garantite le dovute precauzioni, soprattutto per ortaggi come i cosidetti germogli di soia, che vengono raccolti a livello del terreno.

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda franz il 29/06/2011, 10:20

annalu ha scritto:Per rispondere a Flavio, la concimazione biologica è quella praticata da sempre, dato che i concimi sintetici sono recenti. In questo nostro mondo ricco e sprecone si mitizza il bel tempo andato, ma si dimenticano i problemi: ci sono molte malattie anche gravissime che al presente sono praticamente dimenticate, e fra queste le contaminazioni dei cibi.
Il punto è semplicemente che, se io contadino col letame delle mie bestie poco sane contamino il mio orto, si ammaleranno un paio di persone della mia famiglia e al massimo dei miei amici e braccianti: nessuno parlerà di epidemia, si tratterà di casi singoli che, nel mare delle malattie infettive dell'epoca, passerà del tutto inosservato.

Vero che si mitizza il passato. Questo appertiene ad un filone direi platonico, in cui si rimpiange una passata età dell'oro, un'arcadia, il paradiso perduto. Ma ci si dimentica che il vaiolo, grande pestilenza del passato, ha fatto in 10'000 anni ( si stima) qualche miliardo di morti. Ed è una malattia che deriva dalla promiscuità con gli animali, come tante altre (es tubercolsosi). Ora non conosco la catena di trasmissione di tutte queste malattie ma sicuramente molte sono oro fecali ed hanno comportato milioni di morti quando sono nate le grandi concentrazioni umane nelle città. E sono fortemente calate quando si sono affermate le baslilari nome di igene, i vaccini, gli antibiotici ed anche i fertilizzanti chimici.

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda flaviomob il 29/06/2011, 15:11

Ma il batterio dell'eschericia coli è lo stesso del colera?


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