Quanto ci è costata l’elezione di Fassino- di ByoBlu – Il video blog di Claudio Messora -Qualcuno storce il naso quando sente dire da un rappresentante del Movimento Cinque Stelle che i partiti fanno campagna elettorale “rubando i soldi ai cittadini“. Gli stessi non hanno solitamente nulla da eccepire quando un ministro della Repubblica brucia la bandiera o alza il dito medio. Punti di vista. O magari è solo il naso che gocciola, del resto questa è la stagione delle allergie.
I finanziamenti pubblici ai partiti sono stati eliminati, ma poiché la politica senza soldi stava perdendo tutte la sue attrattive, sciacalli e mangiatori di carogne hanno reintrodotto dalla finestra ciò che a furor di popolo era uscito dalla porta. Così sono arrivati i rimborsi elettorali. Tu fai campagna elettorale per mettere i tuoi uomini dentro alla cosa pubblica, e i soldi te li danno i cittadini. Ti pagano la pubblicità. Ti ridanno i soldi a rate, un po’ alla volta, per cinque anni, anche se la legislatura cade. Così può succedere che nello stesso anno prendi i soldi per due campagne elettorali sostenute a distanza di un paio d’anni l’una dall’altra. Ma attenzione, li prendi solo se superi lo sbarramento: se ti manca un solo voto, allora perdi tutto e paghi di tasca tua. Cosa c’è di più incostituzionale? Se prendo un voto, ridammi i soldi di un voto. O sono un cittadino diverso dagli altri? In fin dei conti, già solo per candidare la mia formazione politica alla tornata elettorale ho dovuto reperire migliaia e migliaia di firme, quindi ho già brillantemente superato il test di ammissione. Perché dunque condannare i poveri ad esserlo sempre di più e ricompensare i ricchi con ulteriore ricchezza?
Una volta superato lo sbarramento, un partito si è assicurato una rendita costante, cui vanno sommati tutti i compensi per gli incarichi di governo, per le segreterie e per tutte le attività istituzionali del caso. Un giro d’affari che attira speculatori e faccendieri come mosche al miele. La politica è il più grosso business attualmente disponibile, anche perché è l’unico nel quale i finanziatori non possono né rifiutarsi di metterci i soldi, né ritirarsi, né mettere becco sulle attività che finanziano. Quale imprenditore non proverebbe a buttarsi nell’affare, con un simile il rischio d’impresa?
Rinunciare ai rimborsi elettorali significa innanzitutto rientrare in un percorso virtuoso che spinge ad ottimizzare le risorse disponibili anziché dilapidarle a spese di altri, ma soprattutto significa togliere di mezzo il miele e allontanare così le mosche, perché a svolazzare intorno alle nostre tavole imbandite restino solo farfalle, colibrì e, tutt’al più, qualche ape operosa.
Guardate come i partiti e le liste candidati alle aministrative a Torino hanno gestito i soldi pubblici, secondo la ricostruzione di Andrea Maggiore.
I COSTI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE A TORINOdalle formazioni più virtuose a quelle che hanno scialacquato di più.
Ciao Claudio, non ti chiedo come va perché so che non è il caso.
Vivo a Torino. Dopo aver sopportato le migliaia di cartelloni pubblicitari esposti per le amministrative, piazzati in ogni angolo della città, mi è venuta la curiosità di sapere quanto hanno speso i partiti per quest’ultima campagna elettorale. Ieri sera ho quindi investito mezz’oretta del mio tempo sul sito web dell‘albo pretorio del comune di Torino e mi sono scaricato tutti i bilanci preventivi di spesa dei vari partiti, movimenti, liste civiche. Solamente a leggere certe cifre ti si rizzano i capelli in testa!
Il PDL ha messo in campo circa 650.000 € per sostenere un candidato scelto per perdere (le candidature PDL a Torino sembrano fatte a posta per non disturbare troppo il PD, vedasi Buttiglione nel 2006). La lista detta terzo polo ha tirato fuori quasi 100.000 €, una cifra enorme considerando i risultati.
Non soddisfatto di questi numeri, ho deciso di rapportarli ai risultati delle votazioni, così da ottenere per ogni lista il costo del singolo voto di preferenza ottenuto.
Tralasciamo le due liste civetta, ovvero la lista del Grillo parlante (con la scritta GRILLO enorme) e la lista Coppola sindaco (che niente ha a che vedere col candidato PDL) che, ingannando i cittadini, sono riuscite a racimolare parecchi voti a fronte di una spese complessiva ridicola (0,09 €/voto per entrambe). Il primo classificato in termini di efficienza economica è il Movimento 5 Stelle, che con i suoi 3.500 € spesi e i 21.078 voti ottenuti, può vantare un bello 0,17 €/voto. A seguire troviamo Pensionati e invalidi per Fassino con 0,28 €/voto, Lista Civica Forza Toro con 0,6 €/voto, Lega Padana Piemonte (altra lista civetta) 0,61 €/voto, SEL 0,63 €/voto e via via risalendo l’elenco dei più spendaccioni, fino a quell’1,13 €/voto della Lega Nord, all’1,34 €/voto del PD e all’1,76 €/voto dei Moderati per Fassino. Ma non è ancora niente: fra i 2,00 ed i 3,00 €/voto troviamo IDV, UDC e Pensionati, intorno a 8/9 €/voto si attestano finalmente il PDL e La Destra, mentre a circa 300 volte il costo del voto del M5S troviamo Lista civica Insieme per Torino (a sostegno del PDL) con 49,37 €/voto e Lista civica Cittadini non Sudditi con 51,85 €/voto.
In totale le varie liste hanno speso 1 milione e trecentomila euro, in grandissima parte soldi ottenuti tramite i rimborsi elettorali e quindi dei cittadini, con i quali hanno tappezzato la città e intasato le caselle postali di faccioni che nulla dicono su programmi ed idee di governo.
Credo fortemente nella motto del Movimento Cinque Stelle: ”Quando togli i soldi alla politica, questa diventa passione“, e i risultati della mia analisi non fanno che rafforzare in me questa convinzione.
Buona guarigione
Andrea Maggiore
http://www.byoblu.com/post/2011/05/20/Q ... ssino.aspx