Perché la discussione sia più concreta, posto il link al discorso di De Mattei a Radio Maria, intervento fatto in qualità di vicepresidente del CNR:
http://www.youtube.com/watch?v=iIm9E76- ... r_embeddedIl discorso verte principalmente sulla interpretazione delle catastrofi alla luce delle Sacre Scritture. Penso che molti credenti possano non condividerne l'interpretazione, ma non mi sembra questo il punto: si tratta di un'opinione tutta interna ad una religione, quindi non intervengo, è una cosa che non mi riguarda.
Mi riguarda invece, in quanto cittadina dello stato italiano, che questa posizione "di fede" venga espressa dal vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che si qualifica come tale. Quando una persona riveste una carica pubblica così delicata, direi che dovrebbe astenersi dall'esprimere - se non in forma del tutto privata - le proprie posizioni di carattere religioso.
E poi, come non credente, mi permetto di sentirmi ferita ed offesa dalle ultime battute, proprio alla fine dei 9 minuti di intervento. E' vero, chi non crede, chi non è cattolico, non crede nemmeno nella provvidenza divina. Ma "chiudere" un così lungo intervento su una catastrofe di tale portata con una frase del genere, suona condanna definitiva per tutti coloro che non condividono la religione di De Mattei, e tra i giapponesi credo ve ne siano parecchi.
Affermazioni simili, da parte di un dirigente di un'istituzione scientifica statale come il CNR, non può che suonare offensivo verso tutte le vittime di religione diversa da quelle di De Mattei. Non credo proprio che la sua volesse essere una semplice annotazione antropologica sul ruolo "consolatorio" delle religioni ...
Infine, nella scelta dei dirigenti degli enti di ricerca, le posizioni riguardo la ricerca stessa sono certo un elemento che viene preso in considerazione al momento della nomina.
Che posizioni quali quelle che De Mattei esprime siano ritenute congrue allo spirito degli enti di ricerca del nostro paese, non può che dispiacermi e preoccuparmi.
annalu