ranvit ha scritto:Infatti non hanno mai dato ascolto, nè nel passato nè a maggior ragione oggi, ai professionisti della chiacchiera simil sinistra italiana!
In effetti la sinistra storica italiana, in maggioranza guidata allora dal PCI, aveva come faro l'URSS, pur con i distinguo crescenti che sappiamo, nati a partire dall'invasione della cecoslovacchia (L'ungheria no, aveva turbato pochi, costretti ad andarsene).
La Svezia non è mai stata un modello, in quanto socialdemocratico. I comunisti erano in netta competizione "di facciata" con la socialdemocrazia e con i socialdemocratici italiani. Magari lo si pensava ma non si poteva dirlo ad alta voce. Mosca non tollerava apprezzamenti per l'odiato nemico socialdemocratico. Mosca pagava, Olslo e Stoccolma no. E sono proprio le invasioni sovietiche ad indurre riavvicinamenti tra socialisti e socialdemocratici, sia pur brevi (il psu duro' tre soli anni) e ad incrinare l'unità a sinistra. Massima prudenza verso la socialdemocrazia anche nel PDS, dopo la caduta del muro (vedere: http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_De ... a_Sinistra ) e conseguenti legnate elettorali. Si inizia una visione convintamente socieldemocratica solo nel 2000, con i DS. Ma intanto la stessa socialdemocrazia entra in crisi, perché la globalizzazione evidenzia che l'alto costo interno del welfare spiazza dal mercato gran parte della produzione. La Norvegia se la cava con il petrolio (che rappresnta il 52% delle sue esportazioni ) ma La Svezia non ha questa fortuna e deve ridimensionarsi. Bertinotti viene folgorato sulla via di damasco e nel 2004 annuncia di essere diventato socialdemocratico. Gli svedesi, per protesta, di li' a poco voteranno per i conservatori.

Franz