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Come uscire dalla crisi?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

CISL - UIL e PD sembrano aver capito

Messaggioda franz il 10/10/2010, 10:33

La manifestazione sindacale a Roma
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ROMA - "Siamo oltre centomila", questi i numeri, secondo Cisl e Uil, della manifestazione che i due sindacati hanno indetto per oggi a Roma per un fisco più giusto. E' una Piazza del Popolo gremita, dove sventolano le bandiere bianche e verdi della Cisl e azzurre della Uil. "Più sostegno per famiglie, giovani, donne e immigrati": è questo lo slogan scandito dagli striscioni dei manifestanti. "E' la prima volta che i sindacati manifestano per chiedere una riduzione delle tasse", dice arrivando il leader della Uil Luigi Angeletti, che non avverte la mancanza della Cgil, assente dalla piazza. "Noi - dice - vogliamo fare una trattativa e un accordo con il governo sulle tasse e non mi sembra che oggi la Cgil sia in condizione di voler fare accordi". (repubblica)


Bersani dal profondo Nord: più tasse alla finanza meno a imprese e famiglie. Ecco il progetto del Pd per l'Italia

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BUSTO ARSIZIO
- Pier Luigi Bersani parla dal profondo Nord, per dire senza giri di parole che qui il Pd «Non è straniero». È vero, ammette, «c'è stata una grande prevalenza di Berlusconi e Bossi» che però «partendo dal Nord hanno prodotto un grande danno per l'Italia». Perché il loro sogno di «liberare energie dal settentrione per ridare slancio al paese è fallito. Anzi, ci sta portando fuori dall'Europa». ... Il fisco, sottolinea il segretario è il «punto centrale della nostra operazione», con l'alleggerimento della pressione fiscale su lavoro e impresa e sulle famiglie con figli. La riforma fiscale resta un'urgenza. «Vogliamo bene alla piccola impresa, ai professionisti che lavorano e stanno nelle regole. Non siamo riusciti a farlo capire». (sole24ore)


Il governo invece non capisce. tremonti si giustifica (il debito è salito per salvare le banche .. ma di banche in Italia non ne sono state salvate) ed il governo è apprezzato solo del 30%
http://www.corriere.it/politica/10_otto ... aabc.shtml

Franz
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Draghi: necessario coniugare la crescita con austerità

Messaggioda franz il 11/10/2010, 7:48

Tremonti: «ulteriore ripresa economica nella seconda metà dell'anno »
Draghi: «Necessario coniugare
la crescita con l'austerità di bilancio»

Il governatore di Bankitalia: «La Germania in questo è un grande esempio»

MILANO - In Italia sarebbe necessario «coniugare la crescita con l'austerità di bilancio, e la Germania in questo è un grande esempio». Lo ha detto il governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Board Mario Draghi. L'austerity di oggi - spiega Draghi - è diversa rispetto a quella degli anni '70. «È già stata avviata con alcune misure di riduzione del deficit» aggiunge il governatore della Banca d'Italia, osservando come l'austerity dovrebbe essere portata avanti guardando «alla composizione di bilancio posta per posta e tagliando dove è necessario».

RIFORMA DELLA FINANZA - La riforma della finanza «non è un'impresa finita. Sono stati fatti progressi ma resta da fare» ha poi aggiunto Draghi sottolineando come sia necessario ora mettere in atto le regole approvate. Nel mondo delle banche «si assiste ad un ritorno a delle pratiche di prima della crisi ma è molto limitato e le banche allineano molto meglio di prima le remunerazioni alla gestione dei rischi» ha detto ancora Draghi.

TREMONTI - In precedenza il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel discorso depositato all'IMFC, il braccio operativo del Fondo Monetario Internazionale, aveva sottolineato come in Italia «il tasso della ripresa si è rafforzato nel secondo semestre del 2010. I recenti indicatori puntano su una ulteriore ripresa economica nella seconda metà dell'anno anche se a velocità ridotta. Questo trend è in linea con quanto atteso per gli altri paesi europei». In Italia la ripresa, secondo Tremonti, «dovrebbe essere sostenuta dall'assenza di grandi squilibri. Il sistema bancario italiano è rimasto per la gran parte immune dalle turbolenze dei mercati internazionali, e il settore immobiliare è stato solo marginalmente colpito dalla correzione dei mercati». Il livello del debito del settore privato rispetto al Pil - prosegue il ministro - «è relativamente più basso se confrontato con le altre economie avanzate. Il tasso di disoccupazione resta sotto la media dell'area euro in seguito alle diverse misure adottate per mantenere l'occupazione nonostante il rallentamento della produzione e le nuove politiche attive per il mercato del lavoro».

Redazione online
10 ottobre 2010 http://www.corriere.it


In pratica Draghi indica una soluzione (rigore germanico) mentre Tremonti sembra dire che la ripresa ci sarà, c'è un trend, quindi non serve fare gran che. Peccato che noi con il debito al 119% del PIL abbiamo fatto una manovra da 20 miliardi mentre la germania con un debito del 79% del PIL ha fatto una manovra di 80 miliardi, compredente anche investimenti. Senza far nulla per correggere i conti, abbassare spese ed imposte, dalla crisi non si esce bene .... ovvero gli altri escono meglio. Anche perché la germania ha un carico fiscale del 36%, molto piu' basso del nostro.
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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda flaviomob il 11/10/2010, 17:01

Ti ringrazio, Trilogy, purtroppo la carenza di tempo mi ha impedito di rispondere prima.
Io penso molto semplicemente che nell'area euro ci possano essere due tendenze: quella di espandere, in tutta l'area, il modello 'virtuoso' di tipo tedesco e quella di cercare una convergenza su alcuni punti qualificanti, quali erano i pochi elementi concordati al tempo del primo governo Prodi. Quale che sia la politica giusta, tra le due linee possibili, è poco sensato richiedere una riduzione da cavallo e in breve tempo a un paese fortemente malato (soprattutto sul piano culturale) come l'Italia. Un associazione di editori, mi ha scritto un amico (ma non ho la fonte esatta) ha rilevato che in Europa pare esserci una relazione, almeno rilevabile dal punto di vista 'statistico', tra incremento del PIL e numero di libri letti pro-capite durante l'anno... Ovviamente, l'Italia è agli ultimi posti... Quello che non possiamo pensare di fare è di avere a che fare con le leve economico-finanziarie e manovrarle indipendentemente da quella che è la cultura dominante (in questo momento demagogico populista, con la retorica del 'meno tasse' ma col mantenimento di impunità per evasori e corruttori, falsificatori di bilanci, condoni a gogo, abusivismi). Dobbiamo trovare il modo di spiegare alla gente come stanno veramente le cose, e di spiegarlo bene, a tutti.


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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda franz il 11/10/2010, 18:07

flaviomob ha scritto:Ti ringrazio, Trilogy, purtroppo la carenza di tempo mi ha impedito di rispondere prima.
Io penso molto semplicemente che nell'area euro ci possano essere due tendenze: quella di espandere, in tutta l'area, il modello 'virtuoso' di tipo tedesco e quella di cercare una convergenza su alcuni punti qualificanti, quali erano i pochi elementi concordati al tempo del primo governo Prodi. Quale che sia la politica giusta, tra le due linee possibili, è poco sensato richiedere una riduzione da cavallo e in breve tempo a un paese fortemente malato (soprattutto sul piano culturale) come l'Italia. Un associazione di editori, mi ha scritto un amico (ma non ho la fonte esatta) ha rilevato che in Europa pare esserci una relazione, almeno rilevabile dal punto di vista 'statistico', tra incremento del PIL e numero di libri letti pro-capite durante l'anno... Ovviamente, l'Italia è agli ultimi posti... Quello che non possiamo pensare di fare è di avere a che fare con le leve economico-finanziarie e manovrarle indipendentemente da quella che è la cultura dominante (in questo momento demagogico populista, con la retorica del 'meno tasse' ma col mantenimento di impunità per evasori e corruttori, falsificatori di bilanci, condoni a gogo, abusivismi). Dobbiamo trovare il modo di spiegare alla gente come stanno veramente le cose, e di spiegarlo bene, a tutti.

Considera comunque che anche Prodi nel 1996, ha iniziato con il rigore. Sarebbe poi passato al resto del programma.
Ed i risultati che sono stati ottenuti in due anni hanno stupito il mondo. Quindi si puo' fare.
Perfettamente d'accordo con la relazione PIL - Libri. E con l'obbietivo di spiegare come stanno veramente le cose, e di spiegarlo bene. Io lo sto facendo, nel mio piccolo. Se poi lo faccio bene o male, si vedrà. Considero pero' che è difficile accettare una verità sgradita, pur se spiegata bene.

FRanz
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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda flaviomob il 11/10/2010, 22:38

Qualcuno era socialista
di Goffredo Fofi
Il socialismo, diceva Albert Einstein, è il tentativo dell’umanità di superare e lasciarsi alle spalle la fase predatoria dello sviluppo umano». Lo ricorda alla fine di un candido e convincente libricino intitolato Socialismo perché no? (Ponte alle Grazie, 60 pagine, 9 euro; la traduzione è di Francesca Valente) il filosofo canadese Jerry Cohen, morto purtroppo un anno fa, che aggiunge: «Qualunque mercato, anche un mercato socialista, è un sistema di predazione. Fino a questo momento il nostro tentativo di superare i rapporti di predazione è fallito. Ma non è detto che la giusta conclusione sia arrenderci».

Consiglio caldamente la lettura di queste pagine ai nostri saccenti, ignoranti, chiacchieroni, cinici funzionari della politica, e consiglio loro anche l’ultimo numero della rivista americana Dissent, notoriamente di buon senso nelle sue riflessioni sul presente degli Usa e del mondo, ricordando che i nostri politici di sinistra sono in generale più yankee di Obama e più capitalisti di Marchionne. Nel numero dell’estate c’è un dibattito molto interessante intitolato Socialism Now? Intervengono Sheri Berman, che si chiede che fine ha fatto la sinistra europea (e una risposta dall’Italia non potrebbe che essere comica e disastrosa) e Robin Blackburn sulla crisi odierna del modello capitalista, mentre Jack Clark si chiede cosa dovrebbe e potrebbe fare un presidente un po’ socialista negli Usa di oggi e lo stesso Michael Walzer, che non è un testa calda, si pone il problema di «quale socialismo».
L’aspetto più interessante del pamphlet di Cohen è il suo punto di partenza, nientemeno che… il campeggio, come modello di socialismo reale, dove si pratica senza saperlo «un sistema di vita socialista preferendolo alle altre alternative possibili» e dove si realizzano ideali di uguaglianza e ideali di comunità, o meglio di uguaglianza delle opportunità. Dopo la descrizione – bella e convincente – di questo modello, Cohen si chiede se, ammesso che possa essere realizzabile, il socialismo sia anche desiderabile, e si confronta con le ideologie del mercato, che «1) fa leva su motivazioni di bassa lega, 2) per fini desiderabili; ma 3) producendo anche effetti indesiderabili, compreso un alto grado di disuguaglianza».

Infine, se «l’aspirazione socialista è di estendere il senso della comunità e la giustizia a tutta quanta la nostra vita economica», è indispensabile difendere la comunità «dall’aggressiva minaccia del principio di mercato». «Qualsiasi tentativo di realizzare l’ideale socialista si scontra con l’irriducibilità del potere capitalista e l’egoismo individuale» (cui può servire da antidoto il “modello campeggio”), ma non è sufficiente constatarlo per rinunciare all’impresa: contribuire a superare “la fase predatoria dello sviluppo umano” resta il compito fondamentale di coloro che temono le tendenze del presente, affermate dal dominio dell’oligarchia capitalista e della sua morale, della sua capacità di corrompere o annichilire.

Essa ama presentarsi come l’unica possibilità disponibile, e ha a disposizione della sua propaganda tutti coloro che ne possono trarre vantaggi o che si sono lasciati abbrutire dal coro unanime di chi sostiene che è questo l’unico modo possibile di stare sulla terra, oggi e proprio oggi. Ci si fa piacere, grazie al vantaggio particolare che se ne ricava e grazie alla sfiducia ossessivamente diffusa nella possibile realizzazione di un altro modello, tutta la sua merda o barbarie, si comprano e conquistano con quattro denari e un po’ di fama transitoria i diffusori di questo modello allo stesso modo in cui Berlusconi compra e conquista i suoi lacchè. E intanto, dice Cohen da una tenda del suo campeggio ideale, il “gigantesco abisso” che separa i ricchi dai poveri nel mondo capitalista è destinato crescere ancora, e la differenza tra loro non dipende certo dalla fortuna o dall’azzardo. Oggi il gioco d’azzardo lo si può evitare ma il mercato no: «il mercato è un casinò dal quale è molto difficile fuggire, ed è per questo che le disuguaglianze da esso prodotte sono macchiate dall’ingiustizia».

Non so se Cohen è, come ha scritto qualcuno sul The Guardian il miglior filosofo politico che la sinistra abbia avuto negli ultimi decenni. Ma fa certamente piacere vedere che in giro per il pianeta ci sono ancora pensatori e studiosi che sanno che un’alternativa al sistema capitalista è ancora possibile. Nel nichilismo diffuso che pervade i migliori tra noi e che è alla base della morale dei nostri politici economisti intellettuali, tutti convinti che non c’è altro da fare che “accettare”, fa certamente piacere non sentirsi troppo soli.

da l'Unità (riportato su http://www.sinistrainrete.info/societa/ ... socialista )


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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda trilogy il 11/10/2010, 23:07

"L'esistenza di possibilità di guadagni monetari e di ricchezza privata può instradare entro canali relativamente innocui pericolose tendenze umane, le quali, se non potessero venire soddisfatte in tal modo, cercherebbero uno sbocco in crudeltà, nel perseguimento sfrenato del potere e dell'autorità personale. È meglio che un uomo eserciti la sua tirannia sul proprio conto in banca che sui suoi concittadini; Keynes

sante parole in Italia ne sappiamo qualcosa :mrgreen:
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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda pierodm il 12/10/2010, 1:26

Caro Flavio, ho avuto per un momento la tentazione di mettere sul forum l'articolo di Fofi, ma mi sono astenuto per varie ragioni che preferisco non approfondire.
Sono contento che l'abbia fatto tu, perché è un bell'articolo.
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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda trilogy il 12/10/2010, 14:32

Sulla rivista americana dissent citata nell'articolo postato da flaviomob c'è una bella (e lunga) analisi sulla situazione politica europea.
l'ho tradotta con google, :oops: si capisce abbastanza bene.


Europe's Disoriented Righ
Yascha Mounk - August 16, 2
articolo originale in inglese: http://dissentmagazine.org/online.php?id=377

In nessun momento dopo la Seconda guerra mondiale l'Europa è stata così saldamente nella morsa del leader della destra. Dalle mani di vecchi come Angela Merkel in Germania, Nicolas Sarkozy in Francia, e Silvio Berlusconi in Italia, il recentemente eletto David Cameron in Gran Bretagna, il centro destra governa ormai i più grandi paesi europei. Anche le polene della UE, tra cui i presidenti della Commissione europea, il Consiglio europeo, e il Parlamento europeo-hanno un impeccabile pedigree politico conservatore. L'unico holdout notevole di sinistra, José Luis Rodríguez Zapatero di Spagna, sarà probabilmente sconfitto alle urne quando si sta per rielezione in meno di due anni.
Con una tale potenza senza precedenti, sembrerebbe che la destra ha una rara opportunità di ridisegnare l'Europa a sua immagine. Di sinistra potrebbero temere che i loro avversari ripristinerà le conquiste degli ultimi decenni. Quali riforme politiche, si potrebbe chiedere con il terrore nelle loro voci, è il diritto di esecuzione? In che modo fondamentale cambierà l'Europa nei prossimi cinque-dieci anni?

L'egemonia della destra è motivo di grave preoccupazione. Anche così, le domande teme per la visione di trasformazione politica degli attuali leader europei sanno di iperbole. In realtà, essi sono stranamente senza denti. Le loro politiche a malapena si discostano da quelli dei loro predecessori di sinistra. La domanda è: perché?

Ci sono molte risposte parziali. Sulla scia della recessione e la crisi Euro, la spada di Damocle pende tutta Europa. I governi in tutto il mondo sono legando le mani sopra le loro teste in attesa di un colpo potente economica a venire. Su valori sociali e culturali, nel frattempo, la destra ha abbandonato le sue posizioni tradizionali. Per molti aspetti, le elezioni europee, quasi uno scontro epocale delle ideologie inconciliabili, adesso guarda come versione un tecnocrate di Donald Trump, The Apprentice: diverse squadre di celebrità aspiranti concorrenti per un lavoro di qualsiasi persona sana di mente non vuole in primo luogo.

Parte della spiegazione, allora, sta a grandi cambiamenti e potenzialmente duratura. Ma una parte altrettanto importante della risposta è nei dettagli più prosaica di chi ha eletto, quando e come. Nel corso degli ultimi dieci anni, i partiti democratici conservatori e cristiano non è riuscito a vincere le elezioni quando hanno presentato candidati alla linea dura. In Germania nel 2002, Edmund Stoiber, poi il Primo Ministro di Baviera, non è riuscito a sconfiggere un governo piuttosto debole del centro-sinistra, proprio perché gli elettori erano scettici riguardo la sua retorica populista e politiche economiche neoliberiste. In Gran Bretagna, intanto, il candidato Tory da ala destra del partito, come Michael Howard nel 2005, ha ottenuto drubbed alle urne, perché l'elettorato non ha voluto tornare ai giorni divisione di Margaret Thatcher
Sotto la pressione umilianti, sconfitte, i partiti di destra alla fine presentare candidati centristi. Il rango-e-file dei cristiano-democratici tedeschi hanno profonde riserve su Angela Merkel. Lo stesso vale per David Cameron e il partito conservatore. Ma la Merkel e Cameron, non Stoiber e Howard, sono quelli che sono riusciti a ottenere nuovamente dentro i loro partiti di governo. Per ora, mantenere il potere soddisfa la loro base.

L'elettorato non si limitò a esprimere la sua preferenza per le politiche moderate, premiando i candidati centristi, ma ha anche negato i governi con le maggioranze solide che avrebbero necessità di adottare misure più radicali. Questo è stato più evidente nelle elezioni UK: gli elettori chiaramente voluto sbarazzarsi del Lavoro, ma non ha dato un chiaro mandato per i Tories. Il risultato è stato un parlamento senza una coalizione che ha costretto inaspettato tra conservatori e liberal-democratici, cioè tra il partito che fino a poco tempo sembrava più a destra e il partito che fino a poco tempo sembrava più a sinistra. Questa costellazione piuttosto strano sembra privo di senso, un accidente della storia causata da un elettorato indeciso e un sistema di voto bizzarro. Tuttavia, esso può rivelarsi per rilevare le preferenze politiche dei cittadini britannici piuttosto bene. I liberali democratici sarà in grado di mettere in atto alcune delle loro politiche sensate ma impopolari in materia di immigrazione e in Europa. I Tories, intanto, hanno già rinunciato a parti più radicali della loro piattaforma, come ha proposto tagli alle imposte di successione.

Anche in Germania, sembra che gli elettori vogliono vedere la destra governa, ma solo fino a un certo punto. Dal 2005 al 2009, Merkel Democrazia Cristiana era al timone di una grande coalizione con i socialdemocratici. Impressionato dalla sua guida calma e moderata, i tedeschi hanno dato il cancelliere una maggioranza più solida in occasione delle elezioni federali dello scorso anno. Da allora, i democristiani sono stati in grado di governare con il partner preferito, il conservatore economicamente Liberi Democratici. accordo di coalizione del nuovo governo ha segnato un netto spostamento a destra: ha proposto tagli alle tasse di merito, una riforma socialmente regressivi del sistema di assicurazione sanitaria, e un rinnovato impegno per l'energia nucleare. cambiamento radicale sembrava in vista. Ora è chiaro, tuttavia, che la finestra di opportunità per un vero e proprio riorientamento della politica ha chiuso. La coalizione ha trascorso i suoi primi mesi, quando ha goduto di una maggioranza in entrambe le camere del parlamento, discutere su ciò che le riforme dovrebbero avere la priorità. I tedeschi più sentito parlare di questi piani, i più sono cresciuti a loro non piace. Alle recenti elezioni regionali in Nordrhein-Westfalen, hanno consegnato una sconfitta dolorosa per la coalizione di governo. Come risultato, Merkel ei suoi alleati hanno perso la maggioranza al Bundesrat, la camera federale superiore il cui consenso di cui hanno bisogno per passare bollette più importanti. Il governo Merkel-forse per il segreto di rilievo-ha dovuto accantonare i suoi progetti più ambiziosi da compagnia.

L'apparente trionfo della destra, poi, nasconde un trionfo altrettanto forte dei moderati su estremisti. Questi moderati non ha preso ufficio perché le posizioni conservatrici hanno improvvisamente guadagnato in popolarità, al contrario, si arriva a dominare il continente, perché hanno abbandonato posizioni conservatrici all'ingrosso.

Quantità di inchiostro è stato versato nelle pagine del dissenso circa il disorientamento della sinistra. Conosciamo tutti la storia a memoria. Con la fine della Guerra Fredda e l'ascesa della globalizzazione, gli obiettivi e le ricette che hanno motivato la democrazia sociale del dopoguerra sono venuti a sembrano superati. Ci faccia una scelta apparentemente poco invidiabile. Vogliamo rappresentare circoscrizione vecchia socialdemocrazia, la contrazione della classe operaia industriale, ad esclusione della classe media, i disoccupati, gli immigrati? O dobbiamo abbracciare la più ricchi, in ascesa elettorale di Tony Blair, che ha diretto il suo passo, che ci richiedono, come Blair ha fatto con una vendetta, di ingraziarsi le grandi imprese e le grandi banche?

Fra tutta questa preoccupazione e l'autocommiserazione non siamo riusciti a notare che in Europa destro ha subito una crisi simile di significato. La visione del mondo manichea della Guerra Fredda si nascose gli elementi superata dei cristiani e della democrazia sociale. All'indomani del 1989, le domande scomode, convenientemente taciute per decenni, si sono poste di nuovo. Quale ruolo politico può continuare i valori cristiani che danno così tanti partiti europei di destra hanno il loro nome in un continente sempre più laica e religiosamente diverse? Come si può conciliare la destra la sua preoccupazione di beneficenza per i miti e debole con il suo sostegno crescente per politiche economiche neoliberiste? La globalizzazione è anche molto più di una minaccia al diritto in quanto è a sinistra. Mentre i socialdemocratici si preoccupa che un mondo globalizzato, si sbarazzano di hard-vinto tutele sociali, democratici cristiani temono che ciò possa erodere le tradizioni locali e indebolire lo Stato-nazione.

In America, l'ascesa del neoconservatorismo, in entrambe le sue forme della politica culturale e stranieri, ha mascherato la crisi del tradizionale Destra. Ma in Europa, il neoconservatorismo mai vinto una trazione molto. Neoconservatori, se il loro marchio è Tory o del lavoro, sono riusciti a terra alcuni punzoni nei dibattiti sulla politica estera britannica. (The Guardian ha recentemente descritto l'aspetto di Tony Blair, al più tardi inchiesta sulla guerra in Iraq come "un seminario sulla neoconservatorismo per gli studenti lento.") Ma quando si tratta di altre questioni che suscitano le passioni delle loro americana educazione fratelli simil-religiose, il ( ONU) verità di evoluzione, l'omosessualità, l'aborto e il set-piccola del vero neocon inglesi non potrebbero essere più al passo con i loro compatrioti. Lo stesso vale per tutta l'Europa occidentale. Nessun grande partito di destra è incline a dichiarare la versione europea della guerra culturale. Se così fosse, la sinistra sarebbe sicuramente felicissimo. Al contrario, Merkel, Cameron, Sarkozy e ha eletto perché sotto la loro guida la destra ha pienamente appoggiato vista liberale di sinistra sulla famiglia, stile di vita, e la procreazione.

La nuova generazione di leader europei ha fatto la sua pace con le conseguenze sociali e culturali del 1968, anche se, a differenza della maggior parte dei loro predecessori di sinistra, non aveva alcuna simpatia per le proteste degli studenti al momento. Si consideri il personale dirigente del governo della Germania. Angela Merkel, nata nel 1954, raggiunse la maggiore età come un protestante, dissidente filo-americano nella Germania orientale così come l'ala più radicale del movimento studentesco tedesco-occidentale hanno preso le armi nella sua lotta contro il capitalismo di tipo americano. Per quanto riguarda Ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, è difficile sfuggire all'impressione che ha optato per una carriera con i Liberi Democratici, un partito che, fino a poco tempo fa, pubblicamente definito come catering a quelli con un "reddito superiore", soprattutto perché la sua capacità intellettive e linguistiche erano insufficienti per sfondare nel commercio internazionale. Nel frattempo, Horst Seehofer, il capo della Democrazia cristiana bavarese, è un rappresentante di rurale tradizionalista Baviera, l'ultima parte del paese in cui la nostalgia per un passato idilliaco viene naturalmente a una maggioranza della popolazione. Biograficamente, Merkel, Westerwelle e Seehofer non potrebbe essere più distante dalla controcultura degli anni 1960.

Anche così, non è nessuno dei leader della coalizione attuale, non Merkel, non Westerwelle, anche Seehofer, sarebbero stati possibili candidati per l'alta carica politica se non fosse stato per il cambiamento culturale avviato dal 1968. Merkel è una donna senza figli il cui marito 'timido rimane in gran parte assente dagli eventi pubblici. Westerwelle è un uomo gay che porta il suo partner lungo nelle visite ufficiali di Stato. Quanto a Seehofer, ha temporaneamente lasciato la moglie per la sua amante incinta. Tutti e tre sono beneficiari delle liberalizzazioni avviato dal 1968. Sono importanti i tipi di vita che generazioni di socialdemocratici tedeschi hanno lottato per rendere possibile-contro le obiezioni di generazioni di democratici cristiani. Le loro politiche riflettere il fatto che non hanno alcun desiderio di tornare indietro l'orologio culturale.

Le politiche economiche non fanno meglio a distinguere destra e sinistra. Questo è controintuitivo. Le questioni sociali sembra essere la debolezza della destra: gli elettori europei erano disposti a portata di mano il continente per i suoi padroni attuale, solo una volta sono stati rassicurati dalla posizione assunta di recente liberale della destra. L'economia, al contrario, sembrava essere punto di forza della destra. Non era la gestione della sinistra di questioni economiche il motivo per cui gli elettori voluto estromettere da ufficio? Questo non consentire ai governi di centro-destra di oggi un forte mandato per un rovesciamento radicale della politica economica?

Non proprio. In realtà, molti elettori sono cresciuti disincantato con le politiche economiche della sinistra perché hanno giudicato loro di essere troppo duro on-piuttosto che troppo memore del-poveri. Nella seconda metà del ventesimo secolo, i partiti socialdemocratici hanno avuto successo perché hanno saputo conquistare gli elettori della classe media, poi, all'inizio del ventunesimo secolo, sono stati sonoramente estromessi dal governo perché hanno perso il sostegno del lavoro classe. Dove ha fatto questo elettorato deluso andare? Alcuni di loro hanno votato per l'estrema sinistra. Altri sono rimasti a casa. Altri ancora hanno optato per i nuovi ragazzi nella vana speranza che le cose sarebbero in qualche modo, senza dolore, migliorare. Nel complesso, i governi con un marchio più neoliberista di politica economica a sbarcare a maggioranza come un risultato. Ma alla luce dei motivi per la loro elezione, questo è certo da prendere come l'espressione di un diffuso desiderio di più le politiche economiche neoliberiste.

I ministri europei della finanza così affrontare un compito quasi impossibile. Devono soddisfare le aspettative dei loro sostenitori economicamente conservatore, che chiedono a gran voce per i tagli fiscali e politiche di tipo business. Ma si rendono anche conto che, dopo anni di tagli, un'ulteriore riduzione degli ammortizzatori sociali per i poveri e disoccupati sarebbe profondamente impopolare tra gli elettori più centristi. Aggiungi a questo la necessità percepita a muoversi verso più bilanci in pareggio, sulla scia della recessione, la spesa stimolo successivo, e la crisi di Euro-una necessità indiscussa in molti paesi europei da moderati a destra o la sinistra e la sala di manovra politica diventa trascurabile.

La destra europea si trova ora in una posizione strana. Si è finalmente al potere, ma può fare ben poco. Si è giunti ad accettare lo status quo sulle questioni sociali. E mentre, come forse a realizzare alcune riforme economiche radicali, si rende conto che semplicemente non può farlo adesso. Di conseguenza, se o no il diritto di predominio della politica europea avrà un impatto duraturo ora dipende prevalentemente dalla capacità dei governi 'di fissare priorità chiare anche come fanno tagli alla spesa vasto.

Merkel, Cameron, e co. rendersene conto. Essi fanno del loro meglio per far finta di leggere variazioni nei livelli di quantità proposti tagli alle iniziative politiche di fondo, o anche ad una visione politica coerente. Ma il rifiuto della Merkel di apportare tagli al finanziamento federale per l'istruzione e la ricerca non è certo il materiale di un vero cambiamento di paradigma. Nessuno dei due è l'insistenza di Cameron che il bilancio del sistema sanitario statale della Gran Bretagna sia risparmiato. Anche i tagli che potrebbero portare sostanziali cambiamenti istituzionali, come l'abolizione del servizio militare obbligatorio e le altre riforme della Bundeswehr, che sarà presumibilmente risparmiare ai contribuenti tedeschi due miliardi di euro l'anno, sono accettabili per di sinistra come sono a destra ali.

non hanno diritto di impatto finora potrebbe sembrare come motivo di festeggiare. Non lo è. In primo luogo, a condizione che la natura precisa dei tagli proposti rimane vago come è ora, la giuria è ancora fuori su quanti danni faranno in Europa. Negli ultimi mesi molti governi hanno pubblicato alcune informazioni relative ai loro tagli proposti. Ma i dettagli non saranno riconducibili per un po 'a venire. Il governo tedesco, per esempio, promette 5,6 miliardi di euro di tagli alla spesa attraverso Globale Minderausgaben, o generali tagli alla spesa, non esattamente una descrizione trasparente delle difficoltà all'orizzonte. In Gran Bretagna, il governo è ricorso a metodi innovativi nella ricerca di aree in cui è possibile risparmiare denaro. Nei prossimi mesi, i ministri dovranno difendere ogni voce importante nel bilancio di fronte a una "camera stella" dei loro colleghi più anziani, che poi arrivare al voto in cui le spese possono essere abolito. E 'questo tipo di linea da decisioni di bilancio-line che determineranno i tipi di servizi pubblici e sovvenzioni dei paesi europei sono in grado di soccorso. Sarebbe avventato prevedere la vera eredità dei governi attuali in Europa prima di aver preso queste decisioni dolorose.

In secondo luogo, anche se la destra può avere alcun piano, o anche il desiderio, di abolire il welfare state, l'entità dei tagli che dovranno fare con il consenso generale è sconcertante. Gli ultimi governi di centro-sinistra, come la coalizione rosso-verde in Germania, hanno inavvertitamente danneggiato il tessuto sociale, non perché erano ideologicamente pronti a tagliare le spese per i membri più poveri della società, ma perché sentiva che dovevano. Questi tagli, però, nulla in confronto a quello che ci aspetta.

E 'magra consolazione nel fatto che gli manca il pulsante destro una grande visione politica. Sì, sarebbe spaventoso se, in un momento in cui godono di un potere senza precedenti, del calibro di Merkel e Cameron sono stati determinati per rimodellare il continente. Ma la loro mancanza di idee è ancora più spaventosa. Il disorientamento ideologico della destra, in quanto il documento in cima al disorientamento di lunga data ideologico della sinistra, suggerisce che tutte le parti dello spettro politico dell'Europa è sicuri di come per salvare quello che di valore.

Una decina d'anni, l'Europa rischia di essere un continente di meno comfort e meno solidarietà. Questo non sarà il risultato dell'egemonia politica attuale del centro-destra, comunque. E nemmeno la volontà dell'ultima ondata dei governi di centro-sinistra di attuare significativi tagli allo stato sociale è da biasimare. Al contrario, il maggiore fattore unico ora plasmare la politica economica europea è una mancanza di volontà politica e l'immaginazione.
Questa è anche la minaccia maggiore per il futuro d'Europa sistema politico. I governi della Merkel e Sarkozy sono già
profondamente impopolare. Il supporto per partiti di governo della Germania è sceso a 34 per cento, il livello più basso mai registrato da Forsa, un rinomato esperto di sondaggi. In Francia, Sarkozy ha il rating più basso approvazione di un presidente in memoria d'uomo. In Gran Bretagna, il governo è troppo nuovo per essere in ripida osservatori declino, ma molti prevedono che un simile destino attende di Cameron truppe. Anche in Italia Berlusconi può finalmente essere nei guai.
La sinistra, Nel frattempo, resta in tutto il mondo nel caos. Nonostante l'impopolarità della Merkel,
supporto per i Democratici di social Germania è rimasto fermo a un deludente 28 per cento. In Francia, valida contendenti alla presidenza per il Parti Socialiste sembra così difficile da trovare che, inverosimilmente, le speranze della sinistra sono
ora investito in un ritorno trionfale del capo del FMI, Dominique Strauss-Kahn. Per quanto riguarda il partito laburista, è improbabile a liberarsi dall'ombra di Blair e Brown in qualunque momento presto.

L'estrema destra minaccia di riempire questo vuoto politico. Se i moderati, sia di destra e la sinistra non riescono a formulare coerente, lungimirante programmi politici, sono questi populisti pericolosi che hanno più probabilità di profitto. Hanno colpa i problemi dell'Europa su un capro espiatorio semplice: gli immigrati. Questa strategia è tanto più efficace in quanto, nel breve periodo, è praticamente impossibile per i politici responsabili di fare molto sul problema. A differenza degli Stati Uniti, dove la maggior parte ira popolare è apparentemente diretto contro recenti immigrati clandestini, in Europa gli obiettivi di odio sono, nel complesso, gli immigrati legali che sono arrivati molto tempo fa. Per decenni è stato fatto quasi nulla per aiutarli ad integrarsi, anche se migliori politiche sono state adottate oggi, avrebbero preso un altro paio di decenni a dare frutti. Nel frattempo, coloro che sono più a suo agio con la retorica incendiaria che la realtà politica può facilmente sfruttare questo sentimento sempre più feroce anti-immigrati.

Gli ottimisti possono spiegare l'attuale posizione dominante centro destra della politica europea come ancora un altro esempio della vecchia tesi oscillazione a pendolo. Sulla scia dei governi di centro-sinistra alla fine del 1990 e nei primi anni 2000, gli elettori erano in cerca di qualcosa di nuovo. Ma il loro cambiamento di umore è stato temporaneo. Come dimostrano recenti sondaggi, il pendolo è già oscillante posteriore. Il centro sinistra sarà presto raccogliere i suoi frutti solo.

Ma questo sarebbe troppo facile una conclusione. Anche se assumiamo che questo pendolo spiega pienamente perché Merkel, Sarkozy e Cameron sono al potere in questo momento, non ne consegue che esso è sicuro di oscillare avanti in tempo utile.Ad un certo punto in futuro, il pendolo potrebbe improvvisamente a corto di slancio. La tempistica di tale voce è così imprevedibile come le sue conseguenze. Si potrebbe anche entrare nel lontano come in un futuro immediato. E ancora oggi c'è un motivo particolare per noi di preoccuparsi. La debolezza di entrambi i concorrenti stabiliti Sinistra e la Destra è stabilito senza precedenti dopo la seconda guerra mondiale.Così sono la profondità della crisi economica e la virulenza di agitazione anti-immigrati. grandi rivolgimenti potrebbe essere dietro l'angolo-sconvolgimenti per il quale classe politica dell'Europa, sia del governo e dell'opposizione, è tristemente impreparati.
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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda Iafran il 12/10/2010, 14:40

flaviomob ha scritto:«Qualsiasi tentativo di realizzare l’ideale socialista si scontra con l’irriducibilità del potere capitalista e l’egoismo individuale» (cui può servire da antidoto il “modello campeggio”), ma non è sufficiente constatarlo per rinunciare all’impresa: contribuire a superare “la fase predatoria dello sviluppo umano”

I "socialisti" e il "radicale" che sono con "il capo" avranno un compito arduo a "portare" il loro leader dalle 20 case (che gli creano un grosso problema, lo stesso che gli creerebbero 20 mogli, se fosse musulmano) ad una sistemazione alla spartana, quale viene offerta dal "modello campeggio". :o
Una vita dura, durissima quella dei suddetti "socialisti al servizio del capo" (per il momento).
Ma d'altra parte si sacrificano per una nobile causa ... ;)
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Re: Come uscire dalla crisi?

Messaggioda flaviomob il 12/10/2010, 15:06

Intanto prepariamoci a vincere e a governare in Italia. Bersani aveva annunciato una mobilitazione per informare capillarmente i cittadini a partire da settembre: dov'è finita questa 'buona intenzone'??? Non abbiamo capito che dobbiamo mobilitarci se vogliamo combattere l'Impero Mediatico?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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