da pierodm il 16/09/2010, 16:37
Il vero problema è che oggi la sinistra, invece di essere, com'era un tempo, alla guida dell'innovazione, del "progresso", perbacco, una parola che non si sente praticamente più - si limita a "difendere". Non si accorge che, alla fine, a furia di difendere, perde di vista "cosa" sta difendendo, e si ritrova a difendere, appunto, i privilegi, come dice giustamente Franz. La sinistra che immagino, al contrario, è pronta a mettere in discussione tutto, pur di estendere i diritti, pur di allargare gli ambiti di uguaglianza e di pari opportunità.
Appunto, allargare i diritti, non toglierli a coloro che li hanno per la ragione che questi sono "pochi" - rimane da vedere, poi, perché sono relativamente pochi, o meglio sono solo una parte rispetto ala totalità: probabilmente perché soltanto i dipendenti delle grandi aziende hanno avuto nel tempo l'unità e la forza d'urto per imporre, per conquistare, tali garanzie, mentre gli altri hanno sofefrto di una scarsa sindacalizzazione, laddove la politica, lo stato, i governi poco facevano di quanto spettava loro in questa materia, o lo facevano malissimo.
Quello che mi sembra sia di difficile comprensione, in questo confusissimo ardore verso una assai presunta "modernità", è che probabilmente essere oggi alla guida dell'innovazione e del progresso significa cercare di mettere insieme i diritti, le garanzie, con lo sviluppo economico: faccio presente che la differenza sostanziale tra "sviluppo" e "progresso" sta proprio nel fatto che il progresso consiste in un contesto economico di segno positivo che è indirizzato al benessere di molti, alla qualità della vita delle persone, e non alla sola impennata dei dati statistici, o al bnsssere in se stesso delle aziende.
Può darsi che in certi casi lo sviluppo meramente economico corrisponda quasi totalmente con il progresso, ma si tratta di una coincidenza tutta da dimostrare e nient'affatto scontata.
Può anche darsi che le richieste aziendalistiche corrispondano al benessere generale e al progresso sociale, ma anche qui è una coincidenza tutta da dimostrare e nient'affatto scontata - specialmente quandoquello che si prospetta al momento è la riduzione, la limitazione ad alcuni diritti, tanto più quando ciò avviene in un contesto globale di rincorsa al ribasso.
Seguire la strada della germania, della svezia, del regno unito, dell'olanda, della svizzera, della danimarca, non mi pare affatto paragonabile alla miseria diffusa dei regimi del socialismo autoritario
Come sempre: chi ha detto questo?
Quello che equivale alla miseria diffusa è il ragionamento: poiché certe garanzie riguarderebbero solo una parte, per equità togliamole a tutti.