Non è per niente vero che "siamo tutti abbastanza d'accordo": le differenze che si manifestano all'interno del PD, o più modestamente all'interno di questo forum, sarebbero sufficienti a distinguere due poli quasi opposti e conflittuali.
Quindici anni di berlusconismo hanno prodotto, tra l'altro, anche la sensazione che basti avere un millilitro in più di buon gusto e di consistenza culturale per essere assimilabili politicamente, essere appunto "abbastanza d'accordo".
Non è così. Naturalmente. Evidentemente.
Quando - come in uno dei messaggi precedenti di Franz - si dice che di base pero' solo l'imprenditore rischia del suo (tramite l'investimento privato) e rischia di fallire si esplicita un punto di vista che non è assolutamente compatibile con una visione liberal-socialista o genericamente progressista: innanzi tutto perché in questa visione l'unico valore preso in considerazione è il capitale, cioè i soldi, in secondo luogo perché gli unici soldi, gli unici interessi economici considerati sono quelli del capitalista investitore, e il "fallimento" sociale, esistenziale, politico, umano connesso ad altre dimensioni del fenomeno economico e lavorativo non viene nemmeno preso in considerazione.
Una concezione della democrazia su queste basi non è di sinistra, non è di "centro", ma è semplicemente di destra: una vecchia, esplicita destra capitalista e aziendalista.
Ovviamente anche altri concetti che discendono da questo genere d'impostazione confermano la natura di una tale posizione politica: l'impatto sociale delle scelte capitalistiche e imprenditoriali, che determina probabilmente più della politica vera e propria la qualità e le scelte della vita dell'intera società, non viene nemmeno preso in considerazione - se non quando si tratta di tessere elogi, qualche volta non esattamente giustificati ma invece ampiamente discutibili.
Tutto ciò non è cosa nuova, e nemmeno politicamente e ideologicamente assurda: ci conviviamo da più di duecento anni, e sotto altri aspetti da molti secoli. Ha una sua logica e una sua coerenza, e una sua efficacia.
Basta però chiarire di che cosa si tratta: dire che è "destra capitalistica e aziendalistica" non serve a crocifiggerne i sostenitori, ma a far rifletteere sul fatto che non c'è nessun bisogno di creare un "polo progressista" per applicarne i principi, e che anzi una formazione politica fondata su tali basi non solo non è "di sinistra" ma nemmeno di centro-sinistra.
Che cosa sia, in realtà, non saprei definire, ma sicuramente non mi trova "abbastanza d'accordo".