pianogrande ha scritto:"Piglia tutto" nel senso che oltre alla fede (che è tutta "sua" perché proviene dalla "sua" religione) ora si impossessa anche della ragione (che è la più importante "difesa" dei poveri laici).
Si impossessa delle leggi naturali (anzi della legge naturale) che valgono per tutti.
Quello che lui dice e prescrive e comanda vale per tutti (anche per i non credenti).
Con quell'armamentario, non abbiamo scampo.
Gli dobbiamo obbedire anche noi.
Chiarissima l'analisi che fai e resta da capire se sia una novità o se ora venga detto magari più chiaramente ma fosse da sempre implicito. Oppure ci sia un radicale mutamento di fronte.
Ovviamente abbiamo sempre il libero arbitrio per cui non dobbiamo obbedire. Nel senso che chi non vuole non lo fa.
Vuoi perché si hanno altre fedi, vuoi perché sul prioprio cuore stanno scolpite cose diverse.
Ma proprio per la consapevolezza della conseguente pluralità di fedi e ragioni (o opinioni ragionate) abbiamo il compito di capire anche cosa intende la Chiesa in campo, per esempio, bioetico.
Rngraziando Gabriele, che ha postato il documento completo, osservo che leggendo bene le cose non sono cosi' categoriche come dal riassunto.
In temi tanto delicati ed attuali, quali quelli riguardanti la procreazione e le nuove proposte terapeutiche che comportano la manipolazione dell’embrione e del patrimonio genetico umano, l’Istruzione ha ricordato che "il valore etico della scienza biomedica si misura con il riferimento sia al rispetto incondizionato dovuto ad ogni essere umano, in tutti i momenti della sua esistenza, sia alla tutela della specificità degli atti personali che trasmettono la vita" (Istr. Dignitas personae, n. 10). In tal modo il Magistero della Chiesa intende offrire il proprio contributo alla formazione della coscienza non solo dei credenti, ma di quanti cercano la verità e intendono dare ascolto ad argomentazioni che vengono dalla fede ma anche dalla stessa ragione. La Chiesa, nel proporre valutazioni morali per la ricerca biomedica sulla vita umana, attinge infatti alla luce sia della ragione che della fede (cfr Ibid., n. 3), in quanto è sua convinzione che "ciò che è umano non solamente è accolto e rispettato dalla fede, ma da essa è anche purificato, innalzato e perfezionato" (Ibid., n. 7).
In sintesi si dice che si attinge (dalla Fede e dalla ragione) non che si impone. E si attinge per fare proposte di valutazione morale. Inoltre, di seguito:
In questo contesto viene altresì data una risposta alla mentalità diffusa, secondo cui la fede è presentata come ostacolo alla libertà e alla ricerca scientifica, perché sarebbe costituita da un insieme di pregiudizi che vizierebbero la comprensione oggettiva della realtà. Di fronte a tale atteggiamento, che tende a sostituire la verità con il consenso, fragile e facilmente manipolabile, la fede cristiana offre invece un contributo veritativo anche nell’ambito etico-filosofico, non fornendo soluzioni precostituite a problemi concreti, come la ricerca e la sperimentazione biomedica, ma proponendo prospettive morali affidabili all’interno delle quali la ragione umana può ricercare e trovare valide soluzioni.
Ora lasciamo perdere la "mentalità diffusa", che mi sembra un'accettazione piu' che chiara di una "vox populi" a cui la Chiesa non sa far fronte, il fatto che la Chiesa dica di attingere alla Fede ed alla ragione per me è un grosso passo avanti. Se infatti puo' essere vista come "invasione di campo", ed è stato subito fatto notare, va detto che sul piano laico ci si puo' confrontare sui contenuti della ragione, mentre su quelli della Fede non ci puo' essere contatto. La Fede si rispetta, se fa altrettanto, non la si discute. Se la Chiesa esprimesse solo il punto di vista della Fede non ci sarebbe dialogo ragionato. Sulla ragione si puo' discutere, c'è confronto. Diciamo che sulla ragione si puo' ragionare.
Si puo' attendere quindi la Chiesa alla prova dei fatti perché ogni proposta ed ogni fatto concreto (come quello postato da Trilogy) puo' essere esaminata alla luce della ragione e se irragionevole allora il Re rimarrà nudo, solo con l'argomento della Fede. Se invece la proposta è ragionevole segue un percorso di costruzine del consenso attorno ad essa, come per ogni proposta.
Sempre con la ragione possiamo tuttavia rigettare l'idea che esista una
legge morale naturale, ma questa è un'altra questione. Esiste un senso morale, una predisposizione dell'uomo ad avere una morale, cosi' come a imparare un linguaggio. Cose che succedono nella primissima infanzia. L'aspetto naturale qui riguarda solo la genetica del contenitore celebrale, mentre il contenuto (quale lingua e quale morale) arriva dall'ambiente familiare. Quindi sostanzialmente dalla morale dominante, portata dal linguaggio. Prima si impara un linguaggio, poi si assorbe la morale familiare.
Poi per Fede uno puo' pensare che non sia cosi' ma la ragione, e gli studi scientifici, come spesso accade, raccontano una storia diversa da quella del Catechismo.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)