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Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda lucameni il 14/12/2009, 22:57

la manifestazione del 5 è stata quanto mai civile, nonostante la presenza di migliaia di persone; persone peraltro non certo tutte di sinistra (io ad esempio e con me molti altri che di rosso non avevano una mazza) ma semplicemente desiderose di quel paese "normale" e ricco di legalità che fino ad ora questi soloni di destra e sinistra ci hanno negato.
Gli insulti e la mistificazione ce la siamo sciroppata noi sia da tutto il PDL sia da parte del PD.
Le considerazioni sul "girotondi violenti" sono frutto innanzitutto di malafede.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda mauri il 14/12/2009, 22:58

Tu sei bello e ti tirano le pietre.
Tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai
che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così finché vivrai
Sarà così ...


Tu sei buono e ti tirano le pietre.
Sei cattivo e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,
sempre pietre in faccia prenderai.
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
Non sei ricco e ti tirano le pietre
Al mondo non c'è mai qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà!

Sarà così
finché vivrai
Sarà così

Se lavori, ti tirano le pietre.
Non fai niente e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, capire tu non puoi
se è bene o male quello che tu fai.
Tu sei bello e ti tirano le pietre.
Tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai
che tante pietre in faccia prenderai!

Sarà così
finché vivrai
Sarà così

Tu sei buono e ti tirano le pietre.
Sei cattivo e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,
sempre pietre in faccia prenderai.
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
Non sei ricco e ti tirano le pietre
Al mondo non c'è mai qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà!

Sarà così finché vivrai
Sarà così

Se lavori, ti tirano le pietre.
Non fai niente e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, capire tu non puoi
se è bene o male quello che tu fai.
Tu sei bello e ti tirano le pietre.
Tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai
che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così finché vivrai
Sarà così ...

ciao, mauri
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda franz il 16/12/2009, 8:38

Molti quotidiani britannici evidenziano come Berlusconi esca rafforzato dall'attacco di Milano
e ipotizzano che possa "usare il Parlamento per introdurre leggi" a suo favore

"L'Italia a rischio violenza politica"
i timori della stampa straniera

Diversi giornali ipotizzano il ritorno a una situazione come quella degli anni di piombo
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - L'attacco a Silvio Berlusconi "divide l'Italia" e resuscita lo spettro di una nuova stagione di violenza politica. E' questo il giudizio della stampa internazionale, che anche stamane dedica grande rilievo all'aggressione al primo ministro italiano e alle conseguenze del folle gesto dell'assalitore. L'opinione dominante dei media stranieri è che l'episodio potrebbe finire per rafforzare Berlusconi facendolo risalire nei sondaggi e spingendolo a fare approvare nuove leggi per consolidare il suo potere o addirittura a convocare elezioni anticipate. Ma c'è anche il rischio, osservano vari quotidiani esteri, che l'aggressione inneschi un ritorno alla violenza diffusa e al terrorismo degli anni di piombo.

"L'assalto a Berlusconi accende le tensioni politiche in un'Italia sempre più convulsa e divisa nell'assegnare la responsabilità dell'odierno clima di odio", scrive il Financial Times. Le recriminazioni tra le due parti illustrano "la natura polarizzante" del terzo mandato del premier - continua il quotidiano finanziario - prevedendo che l'aggressione rafforzerà la determinazione del leader del centro destra a "usare il Parlamento per introdurre nuove leggi che lo proteggano dai processi dopo che la Corte Costituzionale gli ha tolto l'immunità". Data la capacità di Berlusconi di fare mosse inattese, conclude l'articolo, non ci sarebbe da sorprendersi se il premier, uscito d'ospedale, "perdonasse il suo assalitore".

Commento analogo sull'Herald Tribune, edizione internazionale del New York Times. "L'attacco potrebbe segnalare l'inizio di un nuovo ciclo di violenza politica marcato da azioni terroristiche come quelle che sconvolsero l'Italia negli anni '70 e nei primi anni '80", afferma il quotidiano americano, che cita in proposito le parole del presidente Napolitano sulla "pericolosa esasperazione del clima politico", che va fermata per "impedire lo sviluppo di forme di violenza che gli italiani hanno conosciuto in passato". Anche l'Herald Tribune registra una seconda possibilità: quella che comunque l'attacco aumenti la popolarità di Berlusconi e della sua coalizione.

Il Times di Londra, in un breve editoriale del corrispondente da Roma Richard Owen, traccia in proposito un parallelo storico: "Può essere che Berlusconi traduca l'episodio a suo vantaggio, un po' come fece Benito Mussolini quando una donna irlandese di nome Violet Gibson gli sparò nel 1926, ferendolo al naso. Lei fu dichiarata pazza e Mussolini conquistò poteri autoritari". L'articolo osserva che i sostenitori di Berlusconi potrebbero essere tentati di sfruttare la solidarietà generata dall'attacco per far passare una nuova legge che dia al premier immunità dai procedimenti giudiziari, "e potrebbe quindi indire elezioni anticipate per consolidare il suo controllo sul potere".

Anche un altro quotidiano inglese, il Daily Telegraph, scrive che "le immagini del premier con il viso insaguinato potrebbero essergli di aiuto nel momento in cui si difenderà dalle accuse rivoltegli dai suoi detrattori". E il Guardian di Londra si domanda se il presidente del Consiglio, "che ha una cura leggendaria della propria immagine, cercherà di mascherare i danni delle ferite al volto o ostenterà le sue cicatrici come esempio della presunta ferocia dei suoi oppositori". Il quotidiano laburista interpella il professor James Watson, docente di scienze politiche all'American University di Roma, che commenta: "Ora la difficoltà per l'opposizione sarà separare la simpatia personale per un leader a cui è stata spaccata la faccia dall'antipatia istituzionale verso ciò che Berlusconi rappresenta". Quanto al pericolo che l'Italia diventi preda di una nuova spirale di violenza, il professor Watson dice al Guardian: "Non penso che ci siamo vicini, a meno di un peggioramento della situazione sociale e in particolare di quella lavorativa, ma siamo più vicini (alla violenza) di quanto lo fossimo prima".

Il quotidiano Independent, in un editoriale, osserva invece che "in un paese normale, l'attenzione si sarebbe focalizzata sul fatto che decine di guardie del corpo non sono state capaci di proteggere" il primo ministro", mentre in Italia la questione non ha per il momento suscitato un intenso dibattito, sopravanzata dalle schermaglie politiche su resposanbilità e conseguenze dell'attacco.

Ampi servizi anche sui giornali degli altri Paesi. In Spagna, El Pais titola: "L'Italia teme di tornare alla violenza politica", evidenziando come le immagini del premier dopo l'aggressione "riflettano le tensioni e le divisioni vissute da tutto il paese". In un editoriale intitolato "Un'aggressione inaccettabile", il quotidiano spagnolo condanna "energicamente e senza riserve" l'attacco e osserva: "E' tanto miserabile e politicamente destabilizzante che l'opposizione abbia mostrato una qualche accondiscendenza per questo gesto, quanto il fatto che alcuni alleati del premier stanno utilizzando l'aggressione per mettere nell'angolo e zittire l'opposizione". L'articolo si conclude così: "Il degrado della politica italiana si sta traducendo in una grave delegittimazione delle istituzione e corre il rischio di provocare un profondo deterioramento del sistema democratico".

Oltre Atlantico, il New York Times scrive che l'attacco a Berlusconi "suggerisce un esame di coscienza" e il Wall Street Journal afferma che molti italiani imputano l'aggressione "al clima al vetriolo del mondo politico".
http://www.repubblica.it
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda Robyn il 16/12/2009, 11:46

Dagli ultimi sondaggi si vede chiaramente che il tipo di opposizione che c'è nel cs favorisce la destra che è salita al 40%.Quindi la palla dell'opposizione deve passare al baricentro della coalizione di cs che è l'Ulivo.Fino ad adesso è l'Idv che ha voluto interpretare l'opposizione ma con i risultati che vediamo.Invece tocca adesso fare opposizione al baricentro della coalizione che è l'Ulivo e quindi gli altri devono seguire.Per quel che riguarda quel 40% del Pdl già rilevabile dai sondaggi sulla decisione della corte costituzionale,non si può considerare giusto che gli italiani diano ragione a SB senza capire che gli organi di garanzia e la magistratura seguono semplicemente la costituzione.E come dire che se uno commette un reato gli italiani danno ragione a questo.Non è una cosa logica .Nessuno mette in dubbio la leggittimità del centrodestra di governare dal momento che ha vinto le elezioni democraticamente.Per quel che riguarda il leggittimo impedimento dal momento che SB sollecità in modo troppo forte le istituzioni potrei essere anche favorevole ad una sospensione temporanea dei processi a suo carico,ma solo per SB e nessun'altro ed in via temporanea.Se nonostante il leggittimo impedimento che dev'essere una legge ordinaria e costituzionale,gli attacci alle istituzioni si perpreteranno allora il disegno autoritario sarà chiaro agli italiani
Ciao Robyn
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda disallineato il 16/12/2009, 12:51

Sono sempre stato convinto che gli attachi sconsiderati ed incivili, come usa fare DiPietro e come hanno fatto quella banda di contestatori urlanti durante il comizio di silvio, non fanno altro che favorire berlusca stesso ed la sua maggioranza.
Ieri sera a Ballarò hanno evidenziato dei sondaggi relativi che confermano quanto era la mia impressione.
Ma al di là dei sondaggi o dei favori che può ricevere il centrodestra, ritengo una pratica antidemocratica gli insulti ed i fischi atti ad impedire di parlare ad un leader politico o altro che sia.
Quindi oltre che controproducente, è anche manifestazione di cultura democratica.
Noi abbiamo un partito che fa delle regole democratiche, le sue fondamenta, pertanto occorre prendere le distanze da quelle sconsiderate bande di contestatori. E ovviamente da DiPietro.
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda Robyn il 17/12/2009, 15:56

Perche loro,il Pdl,non prendono le distanze dalla lega? E il reato di immigrazione clandestina e tutte le altre leggi discriminatorie della lega?Ciao Robyn
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda pierodm il 17/12/2009, 17:04

In presenza di un governo o di una forza organizzata che compie atti inaccettabili, o che si propone o annuncia atti inaccettabili, che genere di atteggiamento si deve assumere?
La risposta può derivare sia dalla logica, sia dalla storia, e non è detto che sia una risposta semplice e univoca.
Il problema sta in quell'aggettivo: inaccettabili.
Se non ci si mette d'accordo su questo punto, il resto sono chiacchiere.

Fin dalla sua discesa in campo, Berlusconi si è posto come anomalia, in relazione ad un macroscopico conflitto d'interessi.
Successivamente ha cominciato con le leggi ad personam.
Allo stesso tempo ha dato la stura ad una rivisitazione capziosa degli antefatti autoritari (fascismo) della nostra storia, che si pensava che fossero concordemente archiviati da tempo.
Poi ha cominciato a minacciare una revisione costituzionale, improntata ad un aumento dei poteri dell'esecutivo e ad una sorta di presidenzialismo strisciante, che - dato il quadro ideologico nel quale s'inseriva - lasciava legittimamente temere un progetto peronista.
Nel frattempo, governando, ha reso fattuale oltre ogni peggiore previsione il conflitto d'interessi, varando diverse leggi in materia televisiva, e insediando uomini di Publitalia in RAI.
Inoltre, con molti suoi comportamenti da avanspettacolo ha fatta pessima mostra di sé - e di noi tutti - in mezzo mondo.
In politica estera ha mostrato una spiccata vicinanza con alcune delle figure più squalificate del panorama internazionale, mentre per il resto non ha fatto altro che mettersi in scia degli USA, non per scelta ragionata ma perché era la cosa più semplice.
Il suo migliore e fedele alleato - di convenienza - è la Lega, che si è distinta per un'escalation xenofoba e per altre iniziative assolutamente vergognose.
Da anni, per altro, cresce e si alimenta una costante delegittimazione dei poteri costituzionali, parlamentari e di controllo, attuata mediante una violenza verbale senza precedenti nella storia repubblicana.
Mi fermo qui, certo di aver tralasciato diverse cose importanti.

Ebbene, tutto questo è accettabile?
In questo quadro, davvero la questione più importante è il bon ton istituzionale? Il problema è "la pacatezza"?
Certo, è vero: non sono "le urla" a risolvere le cose. Ma dove sono, quali sono le "urla"?
Il semplice elenco che ho fatto sopra, in una trasmissione televisiva, sarebbe certamente tacciato di essere una "demonizzazione": è solo una constatazione.
Se si fa una fotografia ad una situazione mostruosa, davvero è lecito accusare il fotografo di essere lui il mostro?
Certo, le cose si risolvono con programmi e atti politici concreti: ma questi nascono da una realistica visione delle cose, e come ottenere che questa visione delle cose sia accettata e condivisa dalle forze politiche che dovrebbero attuare quegli atti concreti, e dall'opinione pubblica che dovrebbe sostenere queste forze politiche?
Si ottiene tacendo, o glissando con "pacatezza"? O invece denunciando la situazione, sottolineandone gli aspetti più inquietanti?
pierodm
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda disallineato il 18/12/2009, 17:40

pierodm ha scritto:In presenza di un governo o di una forza organizzata che compie atti inaccettabili, o che si propone o annuncia atti inaccettabili, che genere di atteggiamento si deve assumere?
La risposta può derivare sia dalla logica, sia dalla storia, e non è detto che sia una risposta semplice e univoca.
Il problema sta in quell'aggettivo: inaccettabili.
Se non ci si mette d'accordo su questo punto, il resto sono chiacchiere.

Fin dalla sua discesa in campo, Berlusconi si è posto come anomalia, in relazione ad un macroscopico conflitto d'interessi.
Successivamente ha cominciato con le leggi ad personam.
Allo stesso tempo ha dato la stura ad una rivisitazione capziosa degli antefatti autoritari (fascismo) della nostra storia, che si pensava che fossero concordemente archiviati da tempo.
Poi ha cominciato a minacciare una revisione costituzionale, improntata ad un aumento dei poteri dell'esecutivo e ad una sorta di presidenzialismo strisciante, che - dato il quadro ideologico nel quale s'inseriva - lasciava legittimamente temere un progetto peronista.
Nel frattempo, governando, ha reso fattuale oltre ogni peggiore previsione il conflitto d'interessi, varando diverse leggi in materia televisiva, e insediando uomini di Publitalia in RAI.
Inoltre, con molti suoi comportamenti da avanspettacolo ha fatta pessima mostra di sé - e di noi tutti - in mezzo mondo.
In politica estera ha mostrato una spiccata vicinanza con alcune delle figure più squalificate del panorama internazionale, mentre per il resto non ha fatto altro che mettersi in scia degli USA, non per scelta ragionata ma perché era la cosa più semplice.
Il suo migliore e fedele alleato - di convenienza - è la Lega, che si è distinta per un'escalation xenofoba e per altre iniziative assolutamente vergognose.
Da anni, per altro, cresce e si alimenta una costante delegittimazione dei poteri costituzionali, parlamentari e di controllo, attuata mediante una violenza verbale senza precedenti nella storia repubblicana.
Mi fermo qui, certo di aver tralasciato diverse cose importanti.

Ebbene, tutto questo è accettabile?
In questo quadro, davvero la questione più importante è il bon ton istituzionale? Il problema è "la pacatezza"?
Certo, è vero: non sono "le urla" a risolvere le cose. Ma dove sono, quali sono le "urla"?
Il semplice elenco che ho fatto sopra, in una trasmissione televisiva, sarebbe certamente tacciato di essere una "demonizzazione": è solo una constatazione.
Se si fa una fotografia ad una situazione mostruosa, davvero è lecito accusare il fotografo di essere lui il mostro?
Certo, le cose si risolvono con programmi e atti politici concreti: ma questi nascono da una realistica visione delle cose, e come ottenere che questa visione delle cose sia accettata e condivisa dalle forze politiche che dovrebbero attuare quegli atti concreti, e dall'opinione pubblica che dovrebbe sostenere queste forze politiche?
Si ottiene tacendo, o glissando con "pacatezza"? O invece denunciando la situazione, sottolineandone gli aspetti più inquietanti?



Che berlusconi sia un anomalia nel panorama politico italiano mi sembra un ovvietà in questo forum che ci trova tutti daccordo. Però fino a quando ha il consenso, l'anomalia non è più tale, ma diventa legittimazione popolare.
Come avete visto, non mi appassionano le vicende "anomale" di berlusconi perchè le ritengo discussioni superficiali, anche se legittime. Ritengo invece importante cercare di capire come fare a diminuire il consenso elettorale del quale ha goduto e che sembrava in netto calo.
Queste ultime vicende invece lo hanno rafforzato. Lo slogan dell'amore è poi una cosa riuscitissima essendo a ridosso del natale sicuramente farà presa ed aumenterà un pò la simpatia. Confido cmq che sia un fattore momentaneo dovuto all'emotività del momento. Certamente il suo ruolo di vittima (vera non come ironizzato dalla Bindi) ha contribuito in modo favorevole alla risalita dell'indice di gradimento, ma appena l'emozione si sarà assopita, penso lo stesso indice punterà di nuovo verso il basso ed allora dovremo (riferito al PD) fare attenzione a nonalzare i toni dello scontro come avvenuto in precedenza ma seguire la linea Bersani: pacatezza, risolutezza, lavoro sul programma, opposizione con supporto di idee.
Cordialità a tutti.
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Re: Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?

Messaggioda ranvit il 18/12/2009, 19:42

Pierodm : " Certo, le cose si risolvono con programmi e atti politici concreti: ma questi nascono da una realistica visione delle cose, e come ottenere che questa visione delle cose sia accettata e condivisa dalle forze politiche che dovrebbero attuare quegli atti concreti, e dall'opinione pubblica che dovrebbe sostenere queste forze politiche?
Si ottiene tacendo, o glissando con "pacatezza"? O invece denunciando la situazione, sottolineandone gli aspetti più inquietanti?


Non si deve tacere nè glissare.
Ma prima di ogni cosa bisogna chiedersi perchè siamo a questo punto. Io credo per una serie impressionante di errori commessi da Cs e Sinistra, dovuta alla mediocrità del personale politico incapace di capire cosa stava cambiando in Italia e nel mondo e quindi incapace di capire cosa chiedono gli italiani.

Ammettiamo per un momento che Berlusconi sparisca.....e che il Cs vinca le eventuali nuove elezioni (per niente certo...), cosa saprebbe fare il Cs per risolvere i problemi quotidiani della gente? Ricominciare allegramente a litigare su qualsivoglia argomento?
Questo si chiede la gente. E la risposta che si dà, per ora, è sempre la stessa....

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Violenze a Berlusconi?

Messaggioda annalu il 18/12/2009, 19:45

disallineato ha scritto:Che berlusconi sia un anomalia nel panorama politico italiano mi sembra un ovvietà in questo forum che ci trova tutti daccordo. Però fino a quando ha il consenso, l'anomalia non è più tale, ma diventa legittimazione popolare.

Bella frase: una perfetta antinomia!
Berlusconi è e resta un'anomalia grave, da denunciare ogni giorno, senza compromessi.
Se bastasse il consenso a superare l'anomalia, dovremmo dire che il fascismo ed il nazismo erano governi assolutamente legittimi, dato che certo non mancavano di consenso.
Certo, fascismo e nazismo non erano regimi democratici, ma penso che per disallineato questo abbia poca importanza: avevano il consenso, e tanto basta. Ma allora perché criticare lo stalinismo o simili, se l'unica cosa che conta è il consenso? Poi, cosa importa come questo consenso è ottenuto?
Certo Berlusconi ancora non fa uccidere e imprigionare gli avversari, però monopolizza l'informazione, e sta cercando di zittire tutte le voci dissidenti: se continuiamo a esagerare con bon ton e pacatezza, penso che tra poco avremo leggi e tribunali speciali, come in altri tempi.
disallineato ha scritto: Certamente il suo ruolo di vittima (vera non come ironizzato dalla Bindi)

Se c'è tra noi una persona che sa cosa significhi essere vittima del terrorismo, quella persona è proprio Rosy Bindi, che ha visto uccidere sotto i suoi occhi il professor Vittorio Bachelet col quale lavorava. Ricordo bene quel giorno: ero anch'io dentro la Città Universitaria, anche se in un altro edificio.
Berlusconi è stato ferito leggermente (per fortuna) da uno squilibrato: siamo su un altro piano, anche se i berluschini tentano di trasformare questo incidente in un terribile attentato progettato su istigazione delle opposizioni.
Che Bersani sia andato a salutare Berlusconi in ospedale, può essere un bel gesto. Ma adesso basta: si torni ad attaccare Berlusconi ed i berluschini con la dovuta decisione, senza indulgenze verso le "aperture" in stile Latorre.

annalu

PS. Per la moderazione: Non sarebbe possibile modificare il titolo di questo thread, visto che continua ad essere attivo?
Il titolo attuale: "Le violenze a Berlusconi: a chi giovano?" sembra dare per scontato e dimostrato che Berlusconi sia stato vittima di "violenze" al plurale, oltre all'idea implicita che queste "violenze" derivino da un preciso disegno.
Dato che queste opinioni sono del tutto personali di disallineato, proporrei di cambiarlo in qualcosa di più neutro.
annalu
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