pierodm ha scritto: Quindi, se vogliamo pensare ad una rivoluzione operativa come quella accennata, dobbiamo cominciare a sanare la politica.
Per esempio, se la parte sana dell'Italia - diciamo la sinistra - pensa ad organizzare "l'alternativa", deve cominciare ad essere estremamente selettiva nella scelta dei candidati di ogni ordine e grado - selletiva molto al di là di quanto chiede Di Pietro, in quanto non basta essere incensurati, ma è necessario essere al sopra di ogni sospetto, e anzi provatamente antitetici alla pratica mafiosa. E forse non basterebbe nemmeno questo, dato che l'esperienza ci ha mostrato una quantità di personaggi apparentemente al di sopra di ogni sospetto, i quali si sono poi rivelati permeabili al condizionamento mafiso, o semplicemente complici ben mascherati.
Insomma, prima di pensare alla guerra "esterna" - ammesso che ci pensi - la politica deve organizzare una guerra interna a se stessa e, diciamo così, a "corazzarsi" contro le infiltrazioni.
La vedo dura.
Piero, sono perfettamente d'accordo con te che il primo passo da fare sarebbe una seria bonifica della politica e delle candidature.
Però non riesco più a credere che la "sinistra" (anche tu però metti un "diciamo") rappresenti la parte sana del paese: troppi berlusconiani sono ex-sinistra (da Bondi a Ferrara) e persino Mussolini proveniva dal ramo socialista.
Molti di sinistra chiaramente sono persone oneste e rigorose, ma troppi sono i politicanti, anche a sinistra. Penso invece che anche persone "non di sinistra" possano esprimere lo stesso rigore e la stessa onestà, ed in questa situazione l'onestà dovrebbe avere la prevalenza rispetto all'appartenenza politica.
Lo so di dire qualcosa di imbarazzante e quasi scandaloso per gli appartenenti alla sinistra quale anch'io sono, ma non posso fare a meno di giungere a queste conclusioni, purtroppo.
Il problema più serio è come separare gli onesti dai disonesti in una situazione magmatica e ambigua come quella che stiamo vivendo.
E soprattutto, senza infrangere le regole democratiche e del vivere civile.
Intanto, comincerei coi piccoli passi cercando, nei limiti del possibile e del credibile, di dare fiducia a chi esprime intenzioni positive e non è manifestamente colluso col malaffare.
Perché il "partito degli onesti" dovrebbe anche essere in grado di vincere le elezioni, di diventare un polo di attrazione per una popolazione ormai adusa al piccolo malaffare diffuso.
La vedo dura, molto dura.
annalu