Il mio commento "Sarà l'ultimo 1° maggio" è stato pubblicato su parecchi forum, oltre ad essere inviato agli indirizzi della mia rubrica (646 indirizzi).
Unitamente ad altri commenti, ne ho ricevuto uno che voleva essere provocatorio; per dilatare il dibattito generato, accludo sia il commento che mi è pervenuto che la mia risposta.
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----- Original Message -----
From: antonioporcaro
To:
raroxas@libero.it Sent: Saturday, May 02, 2009 4:59 AM
Subject: Illustre illuminato
Vedo che sai scrivere in modo compito e ben argomentato, Complimenti.
Vorrei però sapere da te quale è il personaggio alternativo e migliore che vuoi proporre.
Sono molto interessato ad un altro politico che possa o voglia fare il presidente del consiglio non solo per 3-6-9-24 mesi ma anche per 10 anni,cioè per il tempo che serve per rimodernare lo stato italiano e gli italiani,popolo di artisti da strada sempre pronti a voli pindarici ora per ora.
Gradirei una tua risposta.
Antonio
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Egr. Antonio
Rispondo volentieri perchè nella tua nota, vagamente polemica, emerge il grossolano errore che fin ora ha favorito le sorti personali del cavaliere, penalizzando il concetto di collegialità democratica nell'amministrazione della Cosa Pubblica.
Mi chiedi infatti l'indicazione di un qualche politico che riterrei in grado di poter fare il presidente del consiglio. Quindi la ricerca di un leader, di un capo, di un pastore che guida il gregge.
Non ci siamo; è questa tua logica che ha permesso la concentrazione di potere nelle mani di una sola persona; accadde nel ventennio e sta accadendo, in maniera mimetizzata e perciò molto ipocrita, anche adesso.
C'è formalmente un CdM, che non conta un c....(snip, ma è chiaro o no?) dove fanno bella mostra di sè le ballerine, le esibizioniste, i nani, i clown, gli yes-man, ma dietro le quinte comanda uno solo, con la riserva mentale, tipica dei dittatorelli di fine-settimana, di addossare ad altri le colpe per prendersi gli eventuali meriti.
Se avessi un nome da proporre, sarebbe alternativo all'attuale cavaliere, con identiche prerogative che non tutelano la popolazione, ma privilegiano una parte in maniera nascosta ma efficacissima.
I voli pindarici li stiamo subendo adesso, con l'esaltazione dell'apparenza immediata non supportata da una progettazione a medio e lungo periodo, per cui emerge il tentativo della "politica del fare", con la firma di una montagna di cambiali che pagheranno le generazioni successive, il tutto per far emergere l'apparenza di una politica attiva, che tale non è perchè sta consumando quel poco rimasto, a vantaggio dei soliti noti.
Non ho un nome, non mi interessa, ho, piuttosto, un metodo, basato sulla collegialità delle competenze, sulla meritocrazia alternativa alla "culocrazia" imperante di questo cavaliere. Tutto è basato sull'apparenza, quando un buon ragioniere, capace di gestire una partita doppia tra entrate e uscite, con tanto di riserva matematica per gli imprevisti, sarebbe in grado di amministrare molto più efficacemente (specie in prospettiva futura) di quanto non siamo, illusoriamente, costretti a subire.
Dilato il tema per affermare anche che un buon parroco di campagna, aduso alla confessione e, quindi, al contatto con le miserie umane, con il peccato e il rimorso, la preghiera e il perdono, l'amore, la solidarietà, la comprensione e la compassione, la tangibilità del Bene che contrasta il male, sarebbe certamente un pontefice di gran lunga migliore e più credibile che non un dotto (ma non troppo) teorico che pretende imporre la propria visione teoretica, distante dalla verità quotidiana.
Per questo motivo vanno felicemente a braccetto il cavaliere e Ratzinger, perchè rappresentano la medesima faccia della medaglia, quella che appare in pubblico, magari in mondo visione, in quell'indegno e blasfemo spettacolo del battesimo dell’ apostata Magdi Allam.
L'umiltà di voler amministrare per il bene comune non si coniuga con l'autoesaltazione, con il culto di se stesso, con la presunzione di infallibilità; il popolo non è il gregge che Zaratustra voleva pilotato dal superuomo; per adesso questo popolo è sotto ipnosi e tutto sembra facile, possibile, accettato, condiviso; ma quando i momenti critici acuiranno i bisogni insoddisfatti, finirà per svegliarsi dal lungo torpore, e quando il popolo si sveglia non accetta le regali brioches, ma usa la ghigliottina.
Le prime avvisaglie si odono in giro per l'Europa, dalla Germania, alla Grecia, alla Turchia; le insoddisfazioni che già penalizzano le fasce più deboli (peraltro mortificate dalla illusorietà dei provvedimenti tipo social card) cominciano a toccare anche la piccola a media borghesia, abituata a godere oltre i propri mezzi.
Nel 1929 fu la piccola e media borghesia americana, sconfitta dall'economia della finanza, che si rivolse a Roosevelt, per tornare indietro verso l’economia del lavoro, mortificata dall’economia della finanza, annegata nel crollo di Wall Street, mentre in Italia si inneggiava a Mussolini. Oggi la piccola e media borghesia americana, sconfitta dalla follia socio-politico-economica di Bush, ha cercato Obama, mentre l'Italia ancora una volta conferma il cavaliere; evidentemente la lezione non è bastata.
Non sono illustre, nè mi sento illuminato, ma certamente aduso a pensare, senza lasciarmi influenzare dalle apparenze esternamente dorate, ma internamente vuote, se non perniciose.
Rosario Amico Roxas