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Meloni

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Meloni

Messaggioda ranvit il 25/03/2009, 14:24

pierodm ha scritto:Ranvit
E' vero, la cultura, le ideologie, perfino l'invenzione della scrittura tendono a nascondere quello che siamo veramente allo stato di natura: ignoranti e superstiziosi.
Anche questa è una buona lettura della realtà e della vita. Possiamo impiantarci sopra un programma sperimentato di governo: un re piumato, uno sciamano che ci guidi alla guerra contro le tribù vicine.


Non mi sembrava di aver detto questo....in ogni caso ho sempre pensato che il peggior nemico della cultura, delle ideologie e perfino della scrittura è la boria sterile ed inconcludente dei pseudointellettuali da strapazzo che abbondano nell'editoria (anche non berlusconiana) e nei forum...o anche semplicemente in vecchi rincoglioniti dall'età che, insoddisfatti della propria vita, se la prendono con le nuove generazioni che guarda caso sono, a loro giudizio, sempre peggiori di chi li ha preceduti.

E, comunque, sono preferibili gli ignoranti e superstiziosi a questi arroganti e presuntuosi personaggi. Fanno meno danni!

Vittorio
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Re: Meloni

Messaggioda franz il 25/03/2009, 14:29

Stefano'62 ha scritto:La Meloni è una ragazzetta che non vale nulla, ...
C'è più freschezza in un gabbiano morto.

Vogliamo parlare di problemi politici delle persone?
Come ci interessa quanto vale la Meloni o quanto vale D'Alema?
Sono questi i problemi del paese?
Mi pare che Piero avesse posto l'accento sulla dialettica (si fa per dire) usata da costei e discutere sulle qualità umane è una distrazione che ci porta lontano (infatti il dibattito a mio avviso sta sbandando).
Ciao,
Franz

PS: chiarisco la domanda:
Vogliamo parlare di problemi politici o delle persone?

Mancava quell' <o> che era nella testa e non era finito nel messaggio.
Ultima modifica di franz il 25/03/2009, 19:51, modificato 4 volte in totale.
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Re: Meloni

Messaggioda Stefano'62 il 25/03/2009, 14:45

Io mi riferivo alla 'freschezza' delle politiche nuoviste indirizzate ai giovani,di questo governo.

Ciao
Stefano'62
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Re: Meloni

Messaggioda pierodm il 26/03/2009, 10:43

Stefano stavolta ha ragione, quando dice che molti ragazzi, oggi, sono probabilmente "migliori" di quanto sembri, se conosciuti e vissuti da vicino. Spesso di un'innocenza disarmante.

Intanto, però, stabiliamo un punto: su questo argomento - ossia quello della continuità culturale - penso oggi le stesse cose che pensavo quando avevo diciott'anni.
Sul piano delle polemiche, infatti, questo e altri argomenti possono anche essere influenzati dalle condizioni momentanee e individuali, ma sul piano logico-intellettuale no. Non ho mai pensato che il sindacalismo generazionale fosse una buona cosa, e tanto meno lo penso adesso che le generazioni - ossia le età della vita - sono diventate delle categorie sociologiche o peggio ancora dei target commerciali, invece che dimensioni esistenziali.

Per tornare nel vivo dell'argomento, ho appena letto un articolo di Repubblica, che parla di una riforma della scuola elementare inglese, che riduce l'insegnamento della storia per spostarsi sull'uso di internet, facebook, wikipedia, etc.
La cosa riguarda solo le elementari, d'accordo, ma mi è venuta in mente subito una domanda: se questo corrisponde ad un orientamento destinato a dilatarsi anche ai livelli scolastici superiori, chi scriverà le cose che si possono trovare su internet e su wikipedia?
Sembra che non ci si renda conto di una cosa, sia da parte di molti giovani, sia anche di tutti noi, politici in primis: internet, la tecnologia che l'ha reso possibile, i suoi contenuti non sono un "bene" naturale, disponibile a prescindere, ma il risultato di una lunga, lunghissima storia, di secoli di letteratura, scienza, arti e mestieri.
I fruitori, per esempio, di cartoon e iconografie post-moderne ed eversive di una comunicazione sclerotizzata, non si rendono conto che niente di tutto ciò sarebbe possibile senza utilizzare, e perfino saccheggiare, l'intera storia dell'arte che si snoda per millenni, dall'estetica classica a quella medievale, passando per il grande serbatoio rinascimentale e barocco.

Basta parlare conun ragazzo di queste generazioni recenti, per constatare che non c'è coscienza della discontinuità culturale che è nel frattempo sopravvenuta: c'è solo un presente infinitamente e indiscriminatamente sovrabbondante di tutto ciò che è classificabile e comunicabile, senza alcun criterio di scelta che non sia il caso o il gusto personale - o la convenienza del momento. Come quando a carnevale si sceglie la maschera da indossare.

Non è una "colpa" imputabile a queste generazioni, ma se colpa è, è semmai nostra, che abbiamo demolito la coscienza per ragioni tattiche, o per semplice impotenza di fronte alla complessità dei problemi.
Dice, non a caso, Ranvit: Io cerco di dare un'interpretazione (ottimistica) della realtà rifuggendo dalla critica non si capisce rivolta a chi. Se questa è l'Italia che vedono,infatti, non resta (loro) che emigrare....
Difficile infatti capire "a chi" rivolgere la critica, ossia capire le origini e i meccanismi di un sistema che cannibalizza se stesso. Per lungo tempo la sinistra è stata la coscienza critica della società industriale, ma quando a questa è succeduta quella della democrazia di massa post-industriale non è stata più capace di capire, ci ha rinunciato e si è accodata alla decretazione della "morte delle ideologie". In nome di un "ottimosmo" astratto e privo di qualunque significato.
In questo senso, "l'emigrazione" di cui parla Ranvit avviene nei fatti, da parte di chi non accetta questa visione delle cose: non un'emigrazione geografica, ma culturale e intellettuale, ossia la ricerca di una posizione diversa dalla quale guardare alla realtà, senza perdere se stessi.

A destra - e qui torniamo alla Meloni - hanno dismesso il fascismo e quel genere di tradizionalismo - criticabili in lungo e in largo quanto si vuole - per approdare al simil-nulla berlusconiano: c'è un evidente significato simbolico in questo percorso.
A sinistra siamo approdati al vuoto, che non si riesce a riempire con un partito che non si riesce a fare, e che per farlo si ricorre a tutto e al contrario di tutto, in attesa di qualcuno o qualcosa che indovini una formula o un'idea.

Confidiamo - poco altro ci rimane - nei "giovani", e intanto che gli diciamo a questi giovani?
Gli diciamo: lasciate perdere le ideologie, affanculo la filosofia, non perdete tempo con i libri scritti da questi rompicoglioni d'intellettualoidi con la puzza sotto al naso, andate a "lavorare" nei call-center e navigate su internet.
Forse il sol dell'avvenire era un'illusione, ma questo sole del presente somiglia più che altro ad una lampada abbronzante.
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Re: Meloni

Messaggioda pinopic1 il 26/03/2009, 11:58

pierodm ha scritto:Gli diciamo: lasciate perdere le ideologie, affanculo la filosofia, non perdete tempo con i libri scritti da questi rompicoglioni d'intellettualoidi con la puzza sotto al naso, andate a "lavorare" nei call-center e navigate su internet.
Forse il sol dell'avvenire era un'illusione, ma questo sole del presente somiglia più che altro ad una lampada abbronzante.


Sei partito da una notizia sulla scuola inglese che sarebbe tutta da verificare. La scuola è uno di quei campi dove i giornalisti non sanno spesso di cosa scrivono.
In particolare non capisco cosa significhi sostituire la storia con Internet. Mi sembra molto più probabile che abbiano deciso di usare Internet per lo studio della storia. Non di studiare Internet invece della storia. Ma non vorrei sbagliarmi.

Per il resto tutto si regge fino a quando ci sono genitori e nonni ai quali appoggiarsi. Poi si vedrà.
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Re: Meloni

Messaggioda pagheca il 26/03/2009, 12:15

pinopic1 ha scritto:Sei partito da una notizia sulla scuola inglese che sarebbe tutta da verificare. La scuola è uno di quei campi dove i giornalisti non sanno spesso di cosa scrivono.
In particolare non capisco cosa significhi sostituire la storia con Internet. Mi sembra molto più probabile che abbiano deciso di usare Internet per lo studio della storia. Non di studiare Internet invece della storia. Ma non vorrei sbagliarmi.

Per il resto tutto si regge fino a quando ci sono genitori e nonni ai quali appoggiarsi. Poi si vedrà.


Fai bene ad essere scettico. Ho cercato nella sezione "education" del sito bbc e del Guardian e non ho trovato traccia di questa "notizia" fino ad ora. Se qualcuno trova qualcosa me lo faccia sapere. Vivo in UK e la cosa mi interessa particolarmente.
saluti
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Re: Meloni

Messaggioda ranvit il 26/03/2009, 12:17

Pierodm :
>Gli diciamo: lasciate perdere le ideologie, affanculo la filosofia, non perdete tempo con i libri scritti da questi rompicoglioni d'intellettualoidi con la puzza sotto al naso, andate a "lavorare" nei call-center e navigate su internet.
Forse il sol dell'avvenire era un'illusione, ma questo sole del presente somiglia più che altro ad una lampada abbronzante.<



Certamente no! Ma tra zero e 100 ci sono le vie di mezzo....

Non è che io sia particolarmente felice di quanto accade oggi e non veda la pochezza di uno stile di vita basato troppo sull'"Avere" invece che sull'"Essere". Ma allo stesso tempo non accetto una visione romantica degli anni della nostra gioventu', mentre oggi starebbero trionfando unicamente la volgarità, l'ignoranza e la mancanza di valori.
Ho piuttosto la sensazione che accanto ad una caduta di valori, (preventivabile nel ns Paese perchè si era troppo "volato" sulla retorica degli italiani usciti vincitori dalla seconda guerra mondiale e dal fascismo), determinata dalla grande avanzata dell'economia mondiale e dalla fine della "guerra fredda", sia venuta a mancare il sostegno della cultura....quella vera, sostanziosa, concreta, umile e non arrogante.
Forse perchè non tutte le epoche possono fregiarsi di avere "grandi uomini".

Vittorio
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Re: Meloni

Messaggioda pierodm il 26/03/2009, 12:40

Nel mio accenno all'articolo di Repubblica intendevo mettere l'accento sulla "notizia", a prescindere da quanto fosse vicina o lontana, effettiva o ipotetica la sua realizzazione, dato che era comunque una notizia in linea con la tendenza da tempo in atto.
Ad ogni buon conto, cito di seguito l'intero articolo.
----------------
LONDRA - Basta con lo studio dell'era vittoriana o della seconda guerra mondiale: nelle scuole elementari britanniche, d'ora in avanti, verranno studiati piuttosto i blog, Facebook, Twitter e Wikipedia, insomma l'abc di Internet. Il cambiamento fa parte di una rivoluzionaria riforma della scuola di primo grado, contenuta in un piano che sarà presentato formalmente il mese prossimo dal ministero dell'Istruzione. Il nuovo curriculm di studi per le elementari, preparato da una commissione di specialisti incaricati dal ministero, è stato però anticipato da una "talpa" ministeriale al quotidiano Guardian di Londra, che stamane lo pubblica con ampio rilievo in prima pagina. E già fioccano le reazioni, non tutte positive.

Il nuovo programma di studi afferma che i bambini devono uscire dalle elementari in possesso di una familiarità sufficiente con le nuove forme di comunicazione digitale: dunque devono saper usare un computer e navigare su Internet, sapere cosa sono un blog e un podcast, conoscere Facebook, Twitter e Wikipedia. La fluidità nell'uso scritto e parlato della lingua inglese deve avanzare di pari passo con quella dell'uso del web. Per esempio, i bambini dovranno sapere come utilizzare i programmi automatici di correzione di errori di "spelling" che esistono online, così come dovranno imparare a fare lo "spelling" da soli.

Lo studio della storia, viceversa, sarà ridotto, nell'arco di tutta la scuola elementare, a due periodi del passato britannico, a scelta dell'insegnante. Si potrà così decidere di studiare o l'era vittoriana o quella della seconda guerra mondiale, o al limite nessuna delle due, optando per altri periodi. La ragione è che la storia patria, e quella mondiale, vengono poi ripetute alla scuola media inferiore e di nuovo in quella superiore, e gli ispettori ministeriali ritengono che non sia necessaria una duplicazione di tale studio.

Più in generale, il piano riduce dalle attuali 13 a soltanto sei le materie di studio, raggruppandole in aree di interesse: comprensione dell'inglese, delle comunicazioni e dei linguaggi; comprensione della matematica; comprensione scientifica e tecnologica; comprensione umana, sociale e ambientale; comprensione della salute fisica e dell'esercizio; comprensione delle arti e del disegno. L'obiettivo di fondo è aumentare la flessibilità, dare agli insegnanti più libertà di scelta su cosa insegnare e su come farlo. Coordinatore del nuovo curriculum è sir Jim Rose, ex direttore degli ispettori del ministero dell'Istruzione, nominato dal governo come esperto qualificato per la più radicale riforma della scuola elementare britannica in due generazioni.

I primi commenti sono tuttavia piuttosto critici. Dice John Bangs, capo del dipartimento istruzione della National Union of Teachers: "E' una riforma che sembra preoccupata di saltare sul treno degli ultimi trend alla moda, come Twitter e Wikipedia. La capacità di usare il computer e navigare su Internet è certamente importante nel mondo di oggi, ma non mi pare una buona idea puntare su di questo a scapito della capacità di leggere e scrivere secondo i metodi tradizionali". Concorda Teresa Cremin, presidente della United Kingdom Literacy Association: "Siamo preoccupati dall'assenza nel nuovo programma di un impegno per una maggiore alfabetizzazione". E Mary Bousted, segretario generale della Association of Teachers and Lecturers, lamenta che i sindacati degli insegnanti non siano stati sufficientemente consultati: "Sono i nostri membri che dovranno insegnare questo curriculum, è inaccettabile che non venga ascoltato il nostro punto di vista", afferma, pur lodando l'intenzione di dare agli insegnanti più flessibilità, con programmi meno rigidi e più vari.
(25 marzo 2009)
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Re: Meloni

Messaggioda franz il 26/03/2009, 14:21

pagheca ha scritto:Fai bene ad essere scettico. Ho cercato nella sezione "education" del sito bbc e del Guardian e non ho trovato traccia di questa "notizia" fino ad ora. Se qualcuno trova qualcosa me lo faccia sapere. Vivo in UK e la cosa mi interessa particolarmente.
saluti
pagheca

ieri era in home page di repubblica.
oggi la news è già sparita e l'ho trovata con il motore di ricerca interna di repubblica, cercando "scuola internet londra".

Il piano contenente la rivoluzionaria riforma anticipato da The Guardian
Critici i primi commenti: "Manca l'impegno per una maggiore alfabetizzazione"

Niente storia, si studia Internet
cambia scuola primaria britannica

Il passato del Regno Unito viene relegato a due soli periodi a scelta dell'insegnante
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Basta con lo studio dell'era vittoriana o della seconda guerra mondiale: nelle scuole elementari britanniche, d'ora in avanti, verranno studiati piuttosto i blog, Facebook, Twitter e Wikipedia, insomma l'abc di Internet. Il cambiamento fa parte di una rivoluzionaria riforma della scuola di primo grado, contenuta in un piano che sarà presentato formalmente il mese prossimo dal ministero dell'Istruzione. Il nuovo curriculm di studi per le elementari, preparato da una commissione di specialisti incaricati dal ministero, è stato però anticipato da una "talpa" ministeriale al quotidiano Guardian di Londra, che stamane lo pubblica con ampio rilievo in prima pagina. E già fioccano le reazioni, non tutte positive.

Il nuovo programma di studi afferma che i bambini devono uscire dalle elementari in possesso di una familiarità sufficiente con le nuove forme di comunicazione digitale: dunque devono saper usare un computer e navigare su Internet, sapere cosa sono un blog e un podcast, conoscere Facebook, Twitter e Wikipedia. La fluidità nell'uso scritto e parlato della lingua inglese deve avanzare di pari passo con quella dell'uso del web. Per esempio, i bambini dovranno sapere come utilizzare i programmi automatici di correzione di errori di "spelling" che esistono online, così come dovranno imparare a fare lo "spelling" da soli.

Lo studio della storia, viceversa, sarà ridotto, nell'arco di tutta la scuola elementare, a due periodi del passato britannico, a scelta dell'insegnante. Si potrà così decidere di studiare o l'era vittoriana o quella della seconda guerra mondiale, o al limite nessuna delle due, optando per altri periodi. La ragione è che la storia patria, e quella mondiale, vengono poi ripetute alla scuola media inferiore e di nuovo in quella superiore, e gli ispettori ministeriali ritengono che non sia necessaria una duplicazione di tale studio.

Più in generale, il piano riduce dalle attuali 13 a soltanto sei le materie di studio, raggruppandole in aree di interesse: comprensione dell'inglese, delle comunicazioni e dei linguaggi; comprensione della matematica; comprensione scientifica e tecnologica; comprensione umana, sociale e ambientale; comprensione della salute fisica e dell'esercizio; comprensione delle arti e del disegno. L'obiettivo di fondo è aumentare la flessibilità, dare agli insegnanti più libertà di scelta su cosa insegnare e su come farlo. Coordinatore del nuovo curriculum è sir Jim Rose, ex direttore degli ispettori del ministero dell'Istruzione, nominato dal governo come esperto qualificato per la più radicale riforma della scuola elementare britannica in due generazioni.

I primi commenti sono tuttavia piuttosto critici. Dice John Bangs, capo del dipartimento istruzione della National Union of Teachers: "E' una riforma che sembra preoccupata di saltare sul treno degli ultimi trend alla moda, come Twitter e Wikipedia. La capacità di usare il computer e navigare su Internet è certamente importante nel mondo di oggi, ma non mi pare una buona idea puntare su di questo a scapito della capacità di leggere e scrivere secondo i metodi tradizionali". Concorda Teresa Cremin, presidente della United Kingdom Literacy Association: "Siamo preoccupati dall'assenza nel nuovo programma di un impegno per una maggiore alfabetizzazione". E Mary Bousted, segretario generale della Association of Teachers and Lecturers, lamenta che i sindacati degli insegnanti non siano stati sufficientemente consultati: "Sono i nostri membri che dovranno insegnare questo curriculum, è inaccettabile che non venga ascoltato il nostro punto di vista", afferma, pur lodando l'intenzione di dare agli insegnanti più flessibilità, con programmi meno rigidi e più vari.
(25 marzo 2009)



Ovviamente dovendo studiare cose nuove (una cosa che capita sempre piu' spesso nel mondo moderno) o si aggiungono ore di insegnamento, allungando l'orario scolastico, o si diminuiscono le ore per altre cose. Il bilanciamento tra cose da insegnare ed ore da dedicare viene lasciato al docente, cosa che mi pare intelligente.
Anche da noi forse se studiassimo (parlo delle elementari) meno i sette re di roma (che poi il 90% ricorda come romolo e remolo ....) ed i fratelli bandiera, muzio scevola ed altre cose nozionistiche (connessi con miti nazionalistici) sarebbe meglio.

Ciao,
Franz
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Re: Meloni

Messaggioda pinopic1 il 26/03/2009, 14:54

Sei stato accontentato da molto tempo. I fratelli Bandiera poi erano già stati soppiantati delle omonime sorelle renzoarboriane.
Sul nozionismo bisogna decidere cosa si vuole. E da mo che la scuola si vanta di avere superato il nozionismo. Però poi ci si lamenta che non conoscono i nomi degli affluenti del Po.

Tornando all'Inghilterra vedo che la storia è stata presa di mira per la ripetitività dei cicli nei diversi gradi dell'istruzione. In genere i programmi di storia più che educare alla storia tendevano (tendono) a educare al nazionalismo e al patriottismo. In Italia dovevano servire a "fare gli italiani" secondo la raccomandazione del D'Azeglio. Il problema è da tempo noto agli insegnanti di storia (italiani). Forse i nostri sono un tantino avanti rispetto agli inglesi; ma è solo una mia supposizione.
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