forse ha ragione lui, comunque sia renzi
ciao mauri
http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... ef=HRER2-1L’altro aspetto della politica italiana, Eurozona a parte, riguarda Renzi e coinvolge anche in pieno il Partito democratico che sta cambiando volto. Somiglia sempre meno all’Ulivo di Prodi e al Pd di Veltroni. Ci sono ora varie correnti: quella renziana, quella dei ministri del Pd presenti nel governo Gentiloni (a cominciare dallo stesso presidente del Consiglio): vogliono gestire la legislatura senza elezioni anticipate, ma non sono contrari, alcuni anzi nettamente favorevoli, ad una riforma sostanziale del partito e all’investitura di Renzi a capo del governo nella nuova legislatura del 2018.
La terza corrente è quella della dissidenza che a sua volta si divide in due: chi vuole combattere Renzi e sostituirlo al vertice del partito (D’Alema, Emiliano, Speranza, Bersani) e altri che vogliono invece una collocazione nuova nel partito, di maggior peso sulla politica e solo in questo caso sono favorevoli a sostenere Renzi per le elezioni nel 2018.
Credo che questa sarebbe la giusta strada. Renzi deve cambiare il partito, esaltare una sorta di giovane guardia territoriale che prenda il posto dei circoli, ma dove sia molto presente anche la sinistra democratica quella che sta dentro e quella che sta nelle immediate vicinanze del partito, appoggiando la generazione bersaniana e perché no, anche quella di D’Alema. Veltroni purtroppo sembra indisponibile a incarichi politici ma non a quelli culturali purché siano consistenti e non per bambini.
Io penso che sia questo il buon futuro del Pd. Se Renzi non abbandona la sinistra ed anzi ne fa, insieme a quelli più fedeli a lui, lo stato maggiore del partito la sua battaglia è vinta in partenza.
l problema che si pone all’Italia è il tripolarismo. Si pone in molti altri Paesi d’Europa, a cominciare da quello a noi più vicino, cioè la Francia. Ma comunque anche da noi è un pericolo molto notevole.
Per abbatterlo ci vuole una rifondazione della sinistra interna che utilizzi quanto c’è di efficace e moderno nella cosiddetta dissidenza. E ci sia anche, ho già detto, una sorta di giovane guardia che prepari il ricambio generazionale. Si dovrebbe rileggere la storia in questi casi e quella della Dc in particolare. Governò dal 1948 fino al ’92, quando la Procura giudiziaria presieduta da Borrelli a Milano cominciò la politica delle Mani Pulite.
La Dc aveva nel suo seno, come quasi tutti gli altri partiti, il verme della corruzione, ma aveva anche uomini politicamente molto notevoli e non corrotti, a cominciare da De Gasperi e poi dopo di lui Fanfani, Segni (padre e figlio),
Zaccagnini, Cossiga, e soprattutto Aldo Moro e De Mita. Furono alleati con Ugo La Malfa, poi con Nenni, poi perfino con Berlinguer ai tempi in cui bisognava opporsi e combattere le Brigate Rosse.
La storia insegna. Bisogna rileggerla spesso e trarne vantaggio per il proprio Paese.