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Quante bugie sull'europa

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Quante bugie sull'europa

Messaggioda mariok il 25/06/2016, 12:24

Anche se il palmares dell'ambiguità spetta ora al M5S, quasi nessuno dei partiti ha il coraggio di dire sul futuro dell'europa parole chiare e responsabili.

Tutti dicono che questa europa non va e che va cambiata. Bello sforzo! Ma nessuno dice concretamente come, attraverso quali passi, intenda farlo.

Sparare sull'europa attribuendole tutte le colpe delle politiche nazionali, è troppo facile. Ovviamente facendo finta di ignorare che in realtà l'europa, in quanto entità politica, non esiste, ma è la somma di tanti stati nazionali in perenni trattative per òo più conflittuali.

Anche quelli apparentemente più decisi (oggi lega e Fdi, ieri M5S) che invocano referendum sull'uscita, di concreto, a parte il tifo per qualche iniziativa di altri stati, non hanno fatto mai nulla, né quando erano al governo, né tanto meno dall'opposizione.

Qualche anno fa, Casaleggio in un convegno degli industriali (dove tra l'altro pretese di tenere il suo intervento a porte chiuse) affermò che l'uscita dall'euro o peggio dall'europa avrebbe richiesto un piano preciso della gestione del dopo che nessuno possedeva.

Oggi il M5S, solo all'idea di trovarsi nella necessità di governare, rimescola le carte peraltro anche in modo maldestro.

“Siamo in Europa”. No, “l’Ue cambia o muore”. Le giravolte di Grillo e dell’europeista Di Maio
Due versioni dello stesso testo e un giallo svelano che i cinque stelle sono divisi sull’Unione

25/06/2016
JACOPO IACOBONI

Il 18 dicembre 2014, frase storica, Beppe Grillo proclamava, alla sede della stampa estera in via della Mercede: «Il problema vero non è uscire dall’euro: è uscire il più velocemente possibile. Sperimentare un altro modello di sviluppo». Quel sanguigno uomo - di cui tutto si potrà dire meno che sia un calcolatore, come invece la gran parte delle creature politiche che hanno generato - aveva percorso in lungo e largo l’Italia in quegli anni, e in particolare nel 2012-2013, davanti a pochi giornalisti, gridando che l’euro è «un cappio al collo che si restringe di giorno in giorno», che uscirne «è scontato, bisogna solo fare in modo che sia in fretta», e suggerendo «una svalutazione del 40-50 per cento con la lira». Ma poi lo stesso Grillo s’aggrappava anche a un suo personale piano B dialettico se trovava qualche interlocutore che gli rivolgesse delle obiezioni. «Io non ho mai detto usciamo dall’euro! Io non voglio uscire dall’euro!», urlò su un palco nel luglio 2015. E, a un cronista di La7: «Un referendum? Uscire dall’euro è la mia impressione, ma solo un’opinione personale». L’aveva derubricata a «opinione personale».

Ieri sul blog è apparso invece un post dal titolo democristiano, «La Ue o cambia o muore»: «L’Ue deve cambiare, altrimenti muore. Le istituzioni comunitarie, e in particolare la troika (Fmi, Bce e Commissione europea) devono iniziare a domandarsi dove hanno sbagliato e come possono risolvere l’enorme problema che hanno generato. Ci sono milioni e milioni di cittadini europei sempre più critici, che non si riconoscono in questa Unione fatta di banche e ricatti economici. Pensiamo al caso greco, un Paese ormai al collasso».

Va bene, direte, questo è Grillo. Se però prendiamo Luigi Di Maio, l’aspirante premier, la coerenza non aumenta. Il 13 dicembre 2014 a Bovisio - al «Firma day» - Di Maio firmava per fare un referendum, sì, ma spiegava anche che a quel referendum (ammesso che sia mai possibile giuridicamente tenerlo) lui voterebbe per uscire dall’euro, «uscire dalla moneta unica significa più energia nostra, più investimenti per le imprese, e significa meno troika, e quindi meno tasse e meno stritolamento dei nostri connazionali» (video naturalmente ben rilanciato sui siti della Casaleggio, con record pubblicitari e di visioni ). Sette mesi dopo, invece, diceva: abbandonare l’euro «sarebbe l’extrema ratio. Ma non credo che ci arriveremo». Due mesi fa, in missione a Londra, altro coniglio dal cilindro: «Noi siamo contro la Brexit perché siamo convinti che l’Ue possa essere una risorsa. Poi tutt’altro discorso si fa sull’euro...». In un documento della comunicazione M5S, inviato da Silvia Virgulti a tutti i parlamentari e svelato dalla Stampa nel luglio 2015, all’epoca del dramma dei migranti a Ventimiglia, si invitava a usare la tragedia in chiave no euro: «Questa storia di Ventimiglia può farci gioco per ritirare fuori il tema no euro e no Europa dei burocrati».

Se ricordiamo queste affermazioni, giravolte, cambi di idea, cinismi, è perché, tra la sera di giovedì e la giornata di ieri, ne sono successe un altro paio notevoli, nel Movimento, su Europa ed euro. Nella tarda serata di giovedì, quando sembrava - secondo i sondaggi - che stesse vincendo il Remain, è uscito sul blog un testo in dieci punti per spiegare tutti i temi della Brexit, ma al punto 10 c’era scritto chiaramente: «Il M5S è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se non fossimo interessati all’Unione europea non ci saremmo mai candidati (...). Ma ci sono molte cose di questa Europa che non funzionano. L’unico modo per cambiare questa “Unione” è il costante impegno istituzionale, per questo il M5S si sta battendo per trasformare l’Ue dall’interno». Tuttavia esiste un’altra versione, ancora ben visibile nelle cache di Internet, senza il punto 10. Chi l’ha fatta introdurre quella frase, Di Maio? Sono stati gli stessi lettori del blog a rivoltarsi: «Vi hanno puntato una pistola alla tempia per scrivere il punto 10?».

Per di più il 20 maggio apparve sul blog un altro testo, che invitava a liberarsi dal «cappio della moneta unica», e aveva un punto dieci totalmente diverso, che recitava così: «In Italia non si tiene un referendum sull’Europa dal 1989, ed i cittadini dovrebbero poter esprimere la loro opinione, senza dover sempre subire decisioni calate dall’alto. In ogni caso il governo italiano dovrebbe negoziare con Bruxelles condizioni favorevoli alla sua permanenza in Ue su una molteplicità di fattori che attualmente premiano solo ed esclusivamente i Paesi del Nord Europa». Qual è la verità? Ripeti una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà verità, diceva qualcuno. Anche se quella bugia la cambi spesso.
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda pianogrande il 25/06/2016, 19:38

Quando i tuoi obiettivi non sono politici ma di profitto (non è che valga solo per la Casaleggio ma qui la cosa è istituzionalizzata) dici quello che rende più soldi e non ti frega gran che se è la verità o no; tanto meno se è rispettosa o no dell'intelligenza.

Se un giorno una Europa che funziona facesse aumentare i profitti della Casaleggio potremmo sperare.

Al momento i profitti aumentano con sparate continue e bufale a raffica e quelle ci becchiamo dal non partito.

Hanno già cominciato fare le vittime anche dove adesso comandano loro.
Un mestiere più difficile ma non stiamo parlando di principianti.

Quanto agli altri partiti, la visione dell'Europa come entità esterna è la deformazione della realtà più ricorrente.
All'Europa si chiede, all'Europa si dà, ce lo chiede l'Europa, ma l'Europa che fa, cosa aspetta e via via.
Il parlamento europeo è il parcheggio dei trombati e di quelli che non hanno tempo per lavorare davvero.

Non c'è neanche bisogno di uscire.
Mentalmente siamo già fuori.
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda Robyn il 25/06/2016, 22:58

Bisogna capire se quella là,l'allieva di khol che attualmente guida la Germania ha recepito l'insegnamento di una Germania europea anziche di un'Europa germanizzata da qui la necessità del federalismo e la modifica dei trattati,quindi mai più austerità cieca con l'aumento delle tasse e la diminuzione della spesa per investimenti per raggiungere il pareggio di bilancio,perche gli investimenti possono esserci con la differenza che c'è tra maggiori entrate ottenute con più crescita e lavoro e minori spese e non è una spesa fatta a debito ma una spesa in attivo.In merito alla Bce serve il modello Fed che alza e abbassa i tassi e inniettà liquidità e un ministro delle finanze comune armonizzando gli aspetti fiscali dei vari paesi
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda mariok il 26/06/2016, 12:25

25 GIUGNO 2016
Brexit, Farage si rimangia la promessa: la giornalista lo bacchetta
Nigel Farage poche ore dopo la vittoria nel referendum che ha sancito l'uscita del Regno Unito dall'Ue, si è rimangiato l'impegno a spendere 350 milioni di sterline dell'Unione Europea per il Servizio Sanitario Nazionale. Al leader dell'Ukip è stato chiesto, nel programma Good Morning Britain dell'emittente ITV, se poteva garantire che il denaro promesso per il Servizio Sanitario sarebbe stato realmente impegnato in quel modo. "No, non posso garantirlo e non ho mai fatto tale affermazione. Questo è stato uno degli errori fatti durante la campagna per il Leave", ha affermato Farage, scatenando la furia dell'intervistatrice

http://video.repubblica.it/dossier/brex ... ef=HREC1-9
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda pianogrande il 26/06/2016, 13:28

Adesso le promesse non mantenute si chiamano errori.

Interessante il vocabolario della destra fascista UK(IP).

Avete visto la petizione che ho postato sull'altro thread (continuiamo a disperderci ma ce la caviamo lo stesso).
Quando una petizione supera le centomila firme, sono obbligati a discuterla in parlamento.
Su questa della sanità in attesa dei 350 milioni (a settimana mica si scherza) la discussione sarà interessantissima e peccato che il povero Jeremy Corbyn, leader dei laburisti, non sia all'altezza della situazione (ormai è chiara la sua pochezza) perché quello sarebbe il momento di massacrarli.

Comunque vi assicuro che in Inghilterra questo manifesto era attaccato anche sulle cabine telefoniche e non poteva sfuggire a nessuno.
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda Robyn il 26/06/2016, 13:34

l'Inghilterra bisogna lasciarla stare,perche ha istituzioni e tradizioni molto diverse da quelle europee.Può collaborare in ambito europeo per la difesa,gli esteri,gli interni,cioè questi ministri a BRUXELLES rappresentano anche l'Inghilterra ma mantiene in ambito federale la sterlina e sua la banca d'Inghilterra.Dove non bisogna cedere è sulla libera circolazione delle persone e sul libero scambio dei beni.I flussi migratori si controllano ai valichi di frontiera europei ed anche l'Inghilterra ha valichi di frontiera europei con il migrant compact e cercando di creare meritocrazia e lavoro nei paesi mediterranei.Questa è l'unica possibilità di mantenere l'Inghilterra dentro la cornice europea
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda Robyn il 26/06/2016, 14:24

Lasciamola stare l'Inghilterra.L'Europa non deve cedere sulla libera circolazione delle persone e delle merci.Questa è una cosa irrinunciabile.Pensiamo a costruire l'europa federale
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 4:23

In Europa non vogliono ascoltare

Economia & Lobby
di PierGiorgio Gawronski | 26 giugno 2016

Economista



Secondo i miei calcoli, dal 2009 alla fine del 2016, l’Italia avrà perso 1000 miliardi a causa di politiche economiche assurde imposte dall’euro, dai Trattati Europei, e dalle pressioni tedesche avallate – a volte persino con entusiasmo – dai nostri autoproclamati ‘europeisti’. I nostri disoccupati hanno finito i risparmi e ora vivono grazie agli aiuti dei parenti, nel migliore dei casi. Il debito pubblico continua ad aumentare, pur in una situazione congiunturale favorevole (petrolio, euro, tassi d’interesse bassi); la sanità e l’istruzione vengono di conseguenza tagliate. Le banche italiane, fino a pochi anni fa fra le più sane al mondo, scricchiolano, per la sottostante crisi delle imprese. Tutto questo è peggio di un crimine: è un errore. E il panorama non è molto diverso in altri paesi europei.

La rabbia della gente è pienamente giustificata. In economia c’è la domanda e c’è l’offerta. Una crisi di offerta è difficile da curare. Ma una depressione della domanda può essere curata rapidamente, come ho spiegato tante volte. Perciò, il suo perdurare è inaccettabile: è dovuto unicamente all’Europa, che impedisce di fare quel che si fa nel resto del mondo. Aggiungiamo il Trattato di Schengen, che consente la libera circolazione di tutti in Europa (inclusi i migranti) senza un minimo di preparazione, e si capisce perché questa Ue non piace.

Quelli sopra indicati non sono forse motivi sufficienti per uscire dall’Europa, non avrebbero causato la Brexit. In realtà c’è di peggio: l’euro sta provocando una crisi democratica generalizzata. Per imporre politiche economiche impopolari e assurde, si scavalcano le corti costituzionali dei paesi membri, i parlamenti, si costringono alle dimissioni i governi, si indicano i nuovi primi ministri, si cerca di impedire lo svolgimento di consultazioni popolari, si cambiano le costituzioni. E sull’Europa, invece di facilitare processi di scelta democratica, si preferisce seguire strategie del fatto compiuto, di minacce a chi pensasse di uscire (umiliazione della Grecia per intimidire potenziali imitatori, minacce agli inglesi sulle conseguenze del Brexit, ecc.), l’uso improprio della Bce per mettere in riga (tramite artificiali crisi degli spread) chi volesse dissentire, ecc. in un crescendo di forzature (o camicie di forza, anche costituzionali) che lacerano e dividono sempre più gli europei.

Così Mario Monti: “Non dobbiamo illuderci; se anche il Regno Unito votasse per restare, ormai c’è un precedente. Cosa succederebbe se altri Stati decidessero di intraprendere un cammino simile a quello britannico? Un qualche paese dell’Est o altri. Che si dice loro? Siete piccoli, non potete chiedere queste cose?”. Così Paolo Guerrieri (senatore Pd): “Considero probabile, in tempi brevi, una vittoria dei populisti in Italia ed in altri paesi. L’Europa deve perciò fare subito passi avanti irreversibili, ad es. nel settore bancario, in modo tale che quando arriveranno al potere i populisti non potranno più tornare indietro”. Così tanti altri.

Qualcuno ancora, nell’Europa continentale, crede nella democrazia? Si vorrebbe saperlo, perché in Europa c’è ancora da cominciare una discussione su quale Unione Europea creare con un largo consenso; c’è da fare un percorso di portata, non formalmente ma sostanzialmente, costituzionale, insieme, tutti noi europei; percorso che le élite continuano a negare, preferendo correre in avanti per fare una Europa Unita purchessia, una qualunque, in apparenza, ma in realtà una particolare, che è quella che vogliono loro e non i ceti popolari. Un’Europa in contrasto con molti dei valori e dei diritti attribuiti dalle costituzioni nazionali ai cittadini, occasione per regolare i conti con i valori che ‘vinsero’ nel 1945-48.

L’Europa come golpe. Un’Europa che è l’opposto di quella immaginata negli anni ’50 e costruita, con entusiasmo e partecipazione, negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Il punto non è se sia meglio ridurre le tasse e le spese pubbliche e i diritti dei lavoratori o piuttosto fare il contrario, se affrontare la disoccupazione o meno, ecc.; Il punto è che anche queste decisioni sono state sottratte alla sovranità popolare da (presunte) regole europee, fatte senza la partecipazione, il dibattito, la volontà e il voto della gente, immodificabili. Da questa arroganza sono fuggiti gli inglesi. I c.d. ‘populisti’ non sono la causa della crisi democratica dell’Europa: ne sono il frutto e gli interpreti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06 ... e/2859762/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda mariok il 27/06/2016, 8:53

L’Europa come golpe. Un’Europa che è l’opposto di quella immaginata negli anni ’50 e costruita, con entusiasmo e partecipazione, negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.


Ma come si fa a non essere stufi di questi professorini che sparano sentenze su tutto quello che l'Europa non è ed indicandola come la madre di tutti i mali.

Tutti bravi a sentenziare, soprattutto quelli che si sono sempre opposti alla costruzione di quella europa che ora fingono di aver immaginato e di aver costruito "con entusiasmo e partecipazione".

A proposito di bugie, ora si vuole far credere che la sinistra si è sempre battuta per gli stati uniti d'europa. Falso storico clamoroso! In Italia, per esempio, il PCI è stato sempre contrario alla costruzione europea, per non parlare dei vari squallidi personaggi alla Bertinotti che hanno gongolato quando grazie alla destra in Francia fu bocciato il progetto di costituzione europea.

Oggi difendono la brexit, in nome di una presunta democrazia che ha spinto, con le falsità e la disinformazione, un popolo di nostalgici dei loro antichi splendori coloniali ad illudersi di riaffermare la sua superiorità nazionalistica.

Nessuno ovviamente che avanzi proposte concrete su cui chiamare alla mobilitazione la presunta parte migliore dei popoli europei, che pretende di rappresentare, a parte le solite vuote litanie su improbabili politiche assistenziali a spese degli altri.

Che schifo di sinistra è questa!
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 9:13

Se quello che eventualmente non va diventa "motivo per uscire", avremo presto un mondo formato da migliaia di Andorra, Montecarlo e repubbliche di San Marino.
Avrà un difetto quel mondo; non potrà vivere di finanza per conto terzi perché i terzi non ci saranno più.
Un mondo dove i piccoli potentati (feudi) locali saranno liberi da ogni regola e da ogni controllo e regnerà finalmente, e per la gioia dei rivoluzionari del no a tutto, la legge della jungla.

Fermate il mondo; voglio scendere, diceva una simpatica pubblicità degli anni sessanta.

Purtroppo non si può scendere e i problemi vanno affrontati fronteggiandoli e gestendoli.

Ma lì si rischia il dissenso, il giudizio, la responsabilità.

Meglio parlare male di tutto; meglio distruggere tutto; rende bene e si fa poca fatica.
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