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repubblica ha scritto:D'Alema, ecco i tre incontri anti-riforma e le telefonate per la giunta Raggi
Il progetto per costituire un comitato contro la riforma Boschi e la minaccia di scissione se vincerà il Sì al referendum. Tutte le frasi dell'ex premier
di GOFFREDO DE MARCHIS
16 giugno 2016
ROMA - La smentita di Massimo D'Alema all'articolo di ieri in cui si raccontava la sua intenzione di votare a Roma per Virginia Raggi, candidata dei 5 stelle, e la volontà di costituire un comitato per il No al referendum costituzionale è totale e netta. L'ex premier parla di "ricostruzione falsa, frutto della fantasia del cronista e della volontà dei suoi mandanti. D'altronde non si precisa né dove, né quando, né con chi sarebbero state dette le frasi virgolettate. Le riunioni di cui si parla non si sono mai tenute". Repubblica invece è in grado di confermare interamente il contenuto dell'articolo e di precisare nel dettaglio e in maniera più ampia come si sono svolti i fatti, che nella strategia dell'ex segretario dei Ds, servirebbero a provocare la caduta del governo Renzi. Abbiamo ricostruito tre diverse riunioni in cui sono state pronunciate quelle parole, testimoniate da diverse fonti. Una a Bari, una con i socialisti dissidenti e una, lunedì scorso, alla fondazione Italianieuropei. Aggiungendo anche nuovi particolari che mettono in luce l'attivismo pro 5Stelle dell'ex segretario Ds.
In queste ultime settimane, sono due i temi su cui D'Alema si è espresso, ragionando con colleghi, professori e intellettuali che ha incontrato durante i giri elettorali e negli appuntamenti della sua Fondazione.
1) Ha spiegato di aver scelto di dare vita a comitati per il No occupando un proprio spazio autonomo e di sinistra all'interno del fronte trasversale che si oppone alla legge costituzionale voluta da Renzi e sulla quale gli italiani si esprimeranno nel referendum di ottobre. Questo suo progetto si è manifestato la prima volta in una riunione riservata tenutasi a Bari con i suoi fedelissimi. Intenzione nuovamente confermata tre giorni fa alla Fondazione.
2) Ha poi raccontato di voler votare e di invitare a votare Virginia Raggi, la candidata grillina, che al ballottaggio di domenica sfida il Pd Roberto Giachetti. "È fondamentale la sconfitta di Renzi a Milano e Roma. Solo così si può ricostruire un campo del centrosinistra", è stato il ragionamento dell'esponente dem. Ma non solo, D'Alema, che nella sua nota di smentita afferma di "non aver avuto modo di occuparsi della campagna elettorale di Roma", ha invece ritirato fuori l'antica veste di kingmaker. Infatti ha telefonato ben due volte al critico d'arte Tomaso Montanari per cercare di convincerlo ad accettare l'offerta del Movimento 5Stelle: fare l'assessore alla cultura nella giunta Raggi. Il consiglio, nella sostanza, era quello di schierarsi con i grillini. Ma, alla fine Montanari, allievo di Salvatore Settis, ha declinato l'invito e si è tirato fuori dal totonomi per il Campidoglio.
A Bari D'Alema ha organizzato, nelle ultime settimane, un incontro con i fedelissimi che in Puglia sono ancora numerosi. L'obiettivo era preparare il terreno per dare battaglia sul referendum perché, come ha detto, "dobbiamo organizzarci sul territorio, così come faceva il Pci negli anni '50". Durante quell'appuntamento D'Alema ha più volte ripetuto che bisogna "far cadere Renzi a qualunque costo perché la riforma è un pasticcio, è un presidenzialismo mascherato e senza alcun contrappeso". Le stesse parole le ha usate anche lunedì scorso a Roma nel suo ufficio di Piazza Farnese, rincarando la dose e sottolineando "il dilettantismo con cui Renzi ha immaginato la regola del limite dei due mandati a Palazzo Chigi. Confonde premierato e sistema presidenziale". Che la macchina dalemiana si sia già messa in moto lo conferma anche un'intesa con gli esponenti di Area socialista, la componente del Psi che fa capo a Bobo Craxi, per preparare il comitato per il No.
Lunedì sera infine, nella sede di Italianieuropei, si è tenuta la riunione del comitato scientifico di un convegno che verrà celebrato in autunno. C'erano intellettuali, accademici oltre ai membri della Fondazione presieduta da D'Alema e dell'associazione Magna Carta del senatore Quagliariello. Una sigla di sinistra e una di destra, per organizzare l'evento. Il tema del seminario infatti è il bilancio di 20 anni del bipolarismo italiano. Quasi tutti i presenti hanno convenuto che il ciclo si è chiuso, che "quel" bipolarismo ha esaurito la sua spinta e diventerà questo l'indirizzo del convegno. Repubblica ha l'elenco completo dei partecipanti alla riunione e ha contattato tre di loro per verificare l'esattezza delle frasi pronunciate da D'Alema su Renzi, sul ballottaggio romano, sul referendum costituzionale. Tutte queste fonti hanno offerto una versione univoca delle dichiarazioni dell'ex premier.
Una volta terminata la discussione sull'ordine del giorno legato al convegno, il presidente di Italianieuropei ha affrontato la situazione politica e le elezioni amministrative esprimendosi esattamente nei termini riportati ieri da questo giornale. Alla base di tutto un solo obiettivo: sfruttare ogni occasione per buttare giù Renzi. "Se vince il Sì al referendum - ha scandito D'Alema davanti ai professori - me ne vado dal Partito democratico", prefigurando la scissione.
mariok ha scritto:Ma dov'è la novità? Questo è uno che ha fatto inciuci e macchinazioni per tutta la vita. E' il modo di fare politica di molti personaggi di una certa sinistra. La scuola viene da lontano: quella dello stalinismo e dei suoi eredi.
Come al solito, qualche effetto riuscirà ad ottenerlo, forse anche quello di abbattere il suo nemico del momento, naturalmente con l'unica solita conseguenza di spianare la strada a qualcun altro, un tempo a Berlusconi, ora forse a Grillo o a Salvini.
mariok ha scritto:E con la povertà dell'attuale politica, ci sta anche D'Alema con le sue miserevoli manovre.
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