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Il frutto amaro del populismo

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Il frutto amaro del populismo

Messaggioda Robyn il 12/10/2015, 14:38

Le primarie non selezionano la classe dirigente con la conseguenza che questa viene a mancare e rappresentano uno strumento che stabilisce un filo diretto fra leadership ed elettorato bypassando il corpo intermedio che è il partito dove invece si seleziona una classe dirigente in grado di governare la complessità della democrazia.Per di più le primarie dal momento che sono quasi un'elezione diretta costruiscono figure che oltre a nutrirsi dell'antipolica se toccate possono portarsi via pezzi di partito di elettorato e portare nuova frammentazione.Marino non penso che voglia spaccare il PD però la sua funzione nel rimuovere le zone opache e rendere il PD un partito trasparente è utile.Dobbiamo anche chiederci perche il populismo e l'antipolitica esistono se non sono il derivato di un certo modo di intendere la politica se non è il frutto dell'accanimento a rinunciare a privilegi cioè all'incapacita di cambiare se non è frutto dei veti delle interdizioni di un certo linguaggio che trova terreno fertile nell'attaccare le istituzioni.Forse perche è mancata una democrazia che non ostacolasse il processo decisionale se pur con i suoi tempi fatti di analisi riflessioni sul da farsi e che però allo stesso tempo mantenesse vive tutte le garanzie tutte le separazioni ,le materie competenti fra i vari organi statali,se non dipende dall'invasione dei partiti nella Pa e nei mass media che come denunciava Berlinguer avrebbe portato ad un restringimento della democrazia,la democrazia sarebbe affogata in una palude e il populismo e l'antipolitica è la perfetta negazione della liberaldemocrazia.Il modello partecipativo che potrebbe funzionare e a scalare per le amministrazioni locali potrebbe essere quello che prevede che un terzo dei delegati sia scelto dai parlamentari un terzo dalla base e un terzo per non chiudere il partito nell'autoreferenzialità scelti da simpatizzanti,non iscritti e semplici elettori di partito dove il partito esiste e forma la classe dirigente ma non ha più l'autoreferenzialità e il dominio di un tempo dove la partecipazione è stimolata dal web e dalla partecipazione alla scelta della leadership e dove la leadership non baypassa più parlamento e partito andando direttamente al popolo delle primarie perche divente espressione di diverse parti,parlamento,partito ed elettori in un partito più agile e meno faraginoso nelle sue forme organizzative.Inoltre non c'è connesione tra collegio uninominale e primarie per la leadership,e chi fà questo accostamento non è culturalmente predisposto per l'uninominale maggioritario.Forse domani con la fine del bicameralismo paritario inizierà il declino del populismo e dell'antipolitica
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda gabriele il 12/10/2015, 16:07

Caro Robyn, le primarie sono la scarnissima versione americana che ha presentato fino ad ora la classe dirigente del PD.
In USA i contendenti si scannano (politicamente) a vicenda in un lasso di tempo oltremodo ragionevole, utile cioè ad approfondire le tematiche dei rispettivi programmi e le critiche ad essi associati, anche in TV, davanti a veri aventi diritto al voto, in funzione, laddove la primaria ricopra un ruolo di considerevole portata, anche delle territorialità.

Ad iniziare da quelle in cui venne eletto Prodi, invece, le primarie del PD sono rimaste in uno stato embrionale, direi primordiale. Definire primarie il solo voto per uno o per un altro candidato è un mero gioco lessicale, senza sostanza né utilità. I programmi infatti sono lasciati a loro stessi e si gioca soprattutto sugli slogan e sulla conoscenza generica di un candidato o l'altro, in funzione di quello che predilige la dirigenza di partito in voga in quel momento.

E succederà la stessa cosa anche alla prossime elezioni. Ci metteranno almeno 2 o 3 mesi per indire le primarie. A primavera però si vota. Quindi non si avrà né il tempo né la volontà di discutere di programmi, di nomi e del futuro di Roma.
Renzi quindi metterà un suo uomo chiave e con lo spauracchio della destra e della mafia farà convertire il voto su di esso. Prenderà quindi due piccioni con una fava: un suo uomo candidato, senza essere quello brutto e cattivo che annulla le primarie, e senza prendersene alcuna responsabilità (altro utilizzo delle primarie versione italia-PD)
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda Robyn il 12/10/2015, 16:45

non sarà renzi a decidere chi candidare ma il partito locale romano e i candidati in corsa dovranno essere almeno due con relativi programmi e vincerà chi avrà avuto più delegati fra il partito locale la base locale e gli elettori locali.Inoltre in Italia siamo partiti con il collegio uninominale e molti hanno pensato che la naturale derivazione di questo sistema elettorale implicasse la repubblica presidenziale e le primarie il che è tutto sbagliato perche non c'è alcun collegamento fra le varie cose questo a mio parere si chiama populismo dei politologi e politici affini.Le democrazie che utilizzano il collegio uninominale e sono perfettamente parlamentari con leadership espresse dai partiti e camere con funzioni differenti sono tante.Al dire il vero se volevamo essere una democrazia parlamentare federale questo implica più livelli comuni province regioni in cui ogni regione esprime in modo paritetico lo stesso numero di senatori.Per ex se la lombardia ne avesse avuto 7 La Valle d'Aosta e il Molise ne avrebbero avuto 7.Le primarie Prodi le ha proposte perche i due partiti DS e Margherita non riuscivano ad unirsi,ma ormai una volta uniti è tempo di diventare partito
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda gabriele il 12/10/2015, 19:00

Robyn ha scritto:non sarà renzi a decidere chi candidare ma il partito locale romano


beato tu che ci credi

se Renzi perde la capitale, come si dice a Roma: so' ca...i
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda pianogrande il 12/10/2015, 19:15

Il numero "paritetico" di senatori per le varie regioni?
Perché?
Il senatore è in rappresentanza dei cittadini o della regione a prescindere dal numero di abitanti?

Qui sì che deve valere la proporzionalità (al numero di cittadini rappresentati).

A parte che parlare di senato in questo periodo di assestamento è uno sport un po' difficile ma un numero di senatori uguale per ogni regione mi sembra comunque una cosa molto poco democratica (valore del voto del cittadino della regione con più abitanti diverso da quello del cittadino della regione con meno abitanti).

Quanto alle primarie, critichiamole, miglioriamole, lavoriamo per una loro evoluzione..... tutto tranne che eliminarle.

Sono uno strumento di partecipazione che porta un partito più vicino al cittadino.

Una volta tanto, i candidati debbono rivolgersi ai cittadini a spiegare le loro intenzioni invece di confabulare tra corridoi e salottini e codazzi dietro al "capo".
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda Robyn il 12/10/2015, 19:47

Yes,tutte le regioni hanno rappresentanza uguale perche nel federalismo hanno tutte la stessa considerazione le piccole regioni rispetto alle grandi se 10 membri per la Toscana 10 saranno della V d'Aosta 10 del Friluli 10 X 20=200 membri.Ma per il momento è così per il conservatorismo di alcune regioni le più grandi lazio lombardia sicilia
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda pianogrande il 12/10/2015, 20:10

Robyn ha scritto:Yes,tutte le regioni hanno rappresentanza uguale perche nel federalismo hanno tutte la stessa considerazione le piccole regioni rispetto alle grandi se 10 membri per la Toscana 10 saranno della V d'Aosta 10 del Friluli 10 X 20=200 membri.Ma per il momento è così per il conservatorismo di alcune regioni le più grandi lazio lombardia sicilia
pianogrande it is and conservative?


Forse in una funzione del senato che non riesco bene a immaginare.

La prima ipotesi è relativa a un senato che nella realtà non serva a un fico disidratato.

Quanto al "federalismo" bisogna prima realizzarlo il federalismo.

Per il momento ho l'immagine del senato in modalità porcata e rifiuto di getto ogni ipotesi di cittadino di serie A e di serie B.
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda Robyn il 12/10/2015, 20:32

Per il momento il senato và bene così la lettura di domani è quella definitiva ci sarà più in là il tempo per compiere progressi
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda mariok il 13/10/2015, 9:52

Ormai le nostre istituzioni sono un guazzabuglio di inefficienze, sovrapposizioni, ridondanze ed occasioni di spreco e corruzione.
Occorrerebbe una vera fase costituente, invece di procedere per toppe successive, ridisegnando tutto il quadro istituzionale nel suo complesso.
Ma mancano i padri costituenti. :(
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Re: Il frutto amaro del populismo

Messaggioda pianogrande il 13/10/2015, 10:42

mariok ha scritto:Ormai le nostre istituzioni sono un guazzabuglio di inefficienze, sovrapposizioni, ridondanze ed occasioni di spreco e corruzione.
Occorrerebbe una vera fase costituente, invece di procedere per toppe successive, ridisegnando tutto il quadro istituzionale nel suo complesso.
Ma mancano i padri costituenti. :(


Mi piace tantissimo: "toppe successive".

Sarebbero azioni a lunga scadenza e l'unica azione a lunga scadenza che ogni politico ha in mente è il vitalizio.

Per il resto si guarda al consenso immediato per poi invocare nuove elezioni nei momenti di punta.

Succede nelle migliori famiglie che i figli non siano all'altezza del padri.

Mi fermo perché dovrei agganciarmi a "figli" e finirei nel turpiloquio.
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