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Terza via

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Terza via

Messaggioda Robyn il 01/07/2015, 20:47

Sono d'accordo con renzi bisogna seguire la terza via blairiana,questa volta ha centrato in pieno il problema
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Re: Terza via

Messaggioda pianogrande il 01/07/2015, 21:11

Robyn ha scritto:Sono d'accordo con renzi bisogna seguire la terza via blairiana,questa volta ha centrato in pieno il problema


Renzi. Paroliere eccezionale; questo lo abbiamo capito.
Secondo me, il primo a cui spiegare cosa sia la terza via blairiana si chiama Tony Blair.
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Re: Terza via

Messaggioda mariok il 01/07/2015, 21:23

"Appena finiremo di parlare dell'economia in Grecia, potremo finalmente parlare dell'economia in Europa. Questo discorso adesso purtroppo non lo facciamo perché parliamo di uno dei 28 Paesi membri. Vorrei che parlassimo anche degli altri 27"

"La vera questione in Europa è la crescita per tutti, non l'iva delle isole greche"

"La visione economica prospettata in questi 15 anni ha fatto fallire gli obiettivi di Lisbona. L'europa come è stata pensata ha fallito", e ora serve "una terza via tra irresponsabilità e austerity: ora bisogna creare un'Europa che abbia il coraggio della crescita, e non solo il totem dell'austerity"

Certo sono parole, ma mi sembrano le uniche di buon senso tra i fiumi di sproloqui di questi giorni.
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Re: Terza via

Messaggioda franz il 02/07/2015, 6:33

In pratica una terza via tra responsabilità e irresponsabilità.
Chi la trova vince il nobel del paradosso logico.
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Re: Terza via

Messaggioda mariok il 02/07/2015, 8:00

franz ha scritto:In pratica una terza via tra responsabilità e irresponsabilità.
Chi la trova vince il nobel del paradosso logico.


Non ne sono sicuro. Non credo che l'unica alternativa alla irresponsabilità mostrata dai greci e dagli italiani negli anni passati sia la cosiddetta austerità.

Una dimostrazione ci è venuta dalla politica di Obama, che pure aveva fatto prevedere a molti "puristi" il fallimento degli USA e che invece mi sembra abbia dato buoni risultati.

La prudenza nelle diagnosi e nelle terapie è d'obbligo: in questi anni le cantonate degli economisti si sono sprecate. E' quindi possibile che vi siano diversi modi di affrontare le crisi: uno di tipo più "rigorista", uno di tipo più "keynesiano". Poiché la verità assoluta nessuno può dire in onestà di possederla, un approccio più pragmatico, "caso per caso", e meno "ideologico" è quello migliore.

Tornando alla situazione europea, che presenta evidentemente dei problemi irrisolti, mi sembra che l'equivoco che continua a condizionare questo dibattito senza senso tra cosiddetti liberisti e cosiddetti statalisti, sia costituito dal fatto che si continui ad avere un approccio locale, limitato alle politiche nazionali, incapaci, qualsiasi esse siano, di risolvere questa crisi.

Così ci si dibatte tra chi sostiene che l'unica via possibile sia quella del "buon ragioniere" che tiene a posto i conti e chi invece sostiene che politica di sviluppo significhi lasciar spendere e continuare ad indebitarsi i governi nazionali, salvo poi ricordarsi dell'Europa solo quando si tratta di ripianare i debiti.

Una "terza via" per l'Europa mi sembra invece possibile: quella del rigore e della responsabilità dei bilanci nazionali e degli investimenti e delle reti di protezione sociale (secondo un principio di sussidiarietà) a livello europeo.

Ma il nodo è sempre lo stesso: occorre che gli stati rinuncino seriamente a parte della loro velleitaria sovranità devolvendola ad istituzioni sovranazionali realmente democratiche e rappresentative. E qui sbaglia anche Renzi a non portare fino in fondo il suo ragionamento.
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Re: Terza via

Messaggioda pianogrande il 02/07/2015, 9:10

Tra irresponsabilità e austerity le vie possono essere infinite.
Sono i due estremi stupidi (acefali) al cui interno dovrebbe prosperare un'altra entità che si chiama Politica.

L'austerity ha lo stesso ruolo che nel nostro paese hanno la miriade di tribunali e commissioni e commissari e magistratura e altre autorità che intervengono d'ufficio.
L'austerity è la certificazione della incapacità della politica ad amministrare, a gestire.
L'austerity è la presa d'atto che la classe politica ha altro a cui pensare.
Così è andata in Grecia e così sta per andare in Italia se non ci svegliamo.

Tuonare contro l'austerity significa non accettare che a forza di sbandare si vada a sbattere contro un muro.

Allora che facciamo?
Tuoniamo contro il muro o contro l'autista che era ubriaco, drogato e sopratutto non aveva la patente?
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Re: Terza via

Messaggioda franz il 02/07/2015, 12:21

I miei due cent.
Il concetto stesso di terza via tra austerità e irreponsabilità è grottesco, il quanto la prima è doverosamente figlia della seconda. Quando si devono prendere misure di rigore (austerità) è per mettere in ordine una situazione gravemente compromessa. Quindi pare del tutto ovvio che a fronte di un periodo piu' o meno lungo di irresponsabilità, segua un doloroso periodo di estremo rigore.

La terza via (che poi deve essere la strada principale, non la terza) è quella della costante e continua gestione ordinaria, oculata, responsabile. Essa pero' segue principi che hanno a che fare con la responsabilità, non con l'irresponsablità. Il che vuol dire che il bilancio deve il piu' possibile pareggiare, che il debito non puo' superare certe soglie, che se è tollerabile avere alcuni anni in deficit occorre avere anche un pari numero di anni con dei segni positivi. Di fatto imbroccare ogni anno un bilancio in perfetta parità è impossibile ma se per dieci anni di seguito c'è il segno rosso, c'è qualche cosa che non va. Se 5 anni sono in rosso per un totale di 100 ed altri 5 hanno il segno + per un totale molto simile, le oscillazioni decennali sono tollerabili. Inoltre è buona cosa fare degli accantonamenti per gli investimenti strutturali e non essere travolti dall'emergenza. Insomma se si sa che statisticamente ogni 10 anni i danni della natura (o i periodi di crisi a basso gettito) sommano ad x, o fa accantonamenti o fai un'assicurazione.

Il problema è che eventuali sforamenti e debiti sono ammissibili solo per riparare gravi danni alle strutture del paese o in seguito ad un grave danno della natura (terremoti, maremoti, alluvioni, incendi di vaste aree) oppure dopo una guerra. In questo caso è legittimo spendere anche piu' di quello che si incassa (fare debiti con le generazioni future) perché tutto sommato a queste generazioni consegneremo un paese ricostruito. E qui caso mai puo' essere lecito condonare e/o ristrutturare debiti insostenibili.

Attualmente invece il dilemma irresponsabilità vs austerity riguarda il fatto che il mondo della politica in tantissimi paesi fa debiti per motivi legati alla gestione ordinaria, non agli investimenti. Gestione ordinaria in grave deficit per la previdenza, l'assistenza, il personale in esubero dello Stato e degli enti parastatali, il clientelismo, la corruzione. Tutto questo è legato alla irresponsabilità del politico che guarda all'orizzonte temporale della sua legislatura, fregandosene di quello che capiterà tra 20 anni nella previdenza o nell'ambiente. Tutto questo è legato al fatto che pre prendere un voto oggi, posso promettere l'impossibile e scaricare i costi sul domani.

In pratica, e lancio qui una provocazione che spero sia colta, se la politica si è posta il problema della responsabilità dei giudici, come potremmo studiare una forma di responsabilità dei politici? Come far pagare a loro gli errori fatti? Purtroppo non è facile. Prendiamo il caso greco. L'attuale governo è stato eletto proprio al motto di "basta austerità, non vogliamo piu' pagare". Se questo governo fa disastri è responsabile oppure lo è il popolo che lo ha votato?
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Re: Terza via

Messaggioda pianogrande il 02/07/2015, 14:16

Lasciando stare la terza via che diventa un problema logico-geometrico credo proprio di pensarla come Franz.

Sempre affascinante il discorso della responsabilità dei politici.
In una democrazia che funzioni la responsabilità non può che essere condivisa tra tutti i cittadini.
Forse troppo teorico e assolutista, però.
In uno stato moderno e liberale (sì, sì, si può dire) ci sono componenti che non sono direttamente sottoposte alla politica se non per eccezioni e cioè se sgarrano dalle regole.
Il problema della responsabilità credo stia proprio lì.
Chi risponde di cosa tra politici e privati.
Una prima e un po' squallida approssimazione al problema ci riporta al vecchio e banale pubblicizzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti.
Definizione che contiene tutto, corruzione compresa.
Sappiamo almeno da cosa ci dobbiamo allontanare.

Per andare dove?
Ecco.
Parlare di via senza aver stabilito dove andiamo è forse un po' inutile.

Personalmente ho una idea politica piuttosto semplice: regole/accordi in evoluzione e loro rispetto.

Semplice da riassumere, volevo dire.
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Re: Terza via

Messaggioda flaviomob il 02/07/2015, 14:24

Ma in una Unione di stati, i politici sono responsabili solo verso il loro paese / il loro elettorato / i loro interessi, o verso tutti i paesi che ne fanno parte?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Terza via

Messaggioda franz il 02/07/2015, 15:28

flaviomob ha scritto:Ma in una Unione di stati, i politici sono responsabili solo verso il loro paese / il loro elettorato / i loro interessi, o verso tutti i paesi che ne fanno parte?

Direi che dipende dal livello giurisdizionale. I politici locali sono responsabili delle scelte locali, quelli dell'unione federale hanno responsibilità generale, relativamente ai compiti loro affidati (singolarmente o collegialmente a seconda di cosa stabilisce la costituzione).
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