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Immigrazione e luoghi comuni

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Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda flaviomob il 10/06/2015, 14:21

QUATTRO EQUIVOCI SULL'IMMIGRAZIONE

Si parla molto in questi giorni delle centinaia di migranti che provano a entrare in Europa via mare e vengono soccorsi nel Mediterraneo dai mezzi della marina militare e della guardia costiera. Ma alcune parole usate dalla stampa per descrivere il fenomeno rischiano di essere fuorvianti. Ecco quattro errori comuni sull’immigrazione.

Emergenza immigrazione. In molti usano la parola emergenza per indicare l’alto numero di persone che stanno arrivando dal Medio Oriente e dall’Africa negli ultimi mesi. Tuttavia l’immigrazione non è un’emergenza, ma un fenomeno strutturale. Secondo le Nazioni Unite, infatti, i migranti sono in aumento dal 1990, anche se sono solo il 3 per cento della popolazione mondiale. Come ha detto la portavoce dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), Carlotta Sami, “non siamo in una situazione di emergenza. Siamo in una situazione difficile, ma strutturale”. Per quanto riguarda i numeri, i migranti arrivati in Italia nei primi quattro mesi di quest’anno sono meno di quelli arrivati nello stesso periodo del 2014. Secondo l’Unhcr, tra gennaio e aprile del 2015 sono arrivati in Italia 26.165 migranti, mentre negli stessi mesi del 2014 ne erano arrivati 26.644. Non sono aumentati gli arrivi, ma le morti in mare a causa della fine del programma di pattugliamento delle frontiere Mare nostrum, che si è interrotto il 1 novembre del 2014. Nei primi quattro mesi di quest’anno sono morte circa 1.700 persone che cercavano di attraversare il Mediterraneo, mentre si stima che nello stesso periodo del 2014 ne siano morte 96. Anche se non c’è un’emergenza immigrazione, si può parlare di crisi umanitaria per quanto riguarda i profughi che stanno lasciando la Siria. Secondo i dati aggiornati dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), negli ultimi quattro anni sono scappate 3,9 milioni di persone dal paese a causa della guerra.

Scafisti e trafficanti. Nel dibattito sulle iniziative per fermare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo si è spesso fatta confusione tra scafisti e trafficanti. Il premier Matteo Renzi alla camera il 22 aprile ha detto che “combattere gli scafisti è una battaglia di civiltà”. Il ministro dell’interno Angelino Alfano in un programma televisivo ha detto che l’obiettivo è “affondare i barconi degli scafisti prima che partano”. Tuttavia non sempre gli scafisti sono trafficanti. Organizzazioni non governative, inchieste giornalistiche e diverse associazioni hanno dimostrato che gli scafisti spesso non sono trafficanti (anche se commettono il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina), ma migranti a cui viene offerto di fare il viaggio nel Mediterraneo gratuitamente, in cambio della guida di un’imbarcazione. Sempre più spesso gli scafisti sono minorenni. Il Consiglio europeo straordinario che si è tenuto a Bruxelles il 23 aprile ha deciso d’intervenire con un’azione militare per individuare e distruggere le imbarcazioni usate dai trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, prima che partano dalla Libia. La proposta dovrà essere presentata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in questi giorni l’alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, è a New York per cercare sostegno all’intervento.

Sbarchi. Per il clamore con cui i giornali raccontano l’arrivo di centinaia di persone sulle coste italiane, greche e maltesi, molti pensano che il mare sia la principale via d’ingresso per i migranti in Europa. Tuttavia, come ha spiegato il sociologo Enrico Pugliese, l’ingresso in Italia e in Europa avviene soprattutto attraverso scali aeroportuali o varcando le frontiere di terra, grazie a un regolare visto turistico. Secondo i dati diffusi da Frontex, la rotta principale di ingresso in Europa nel 2015 è stata quella attraverso i Balcani. Tra gennaio e aprile del 2015 sono entrati attraverso la frontiera balcanica 39.802 migranti irregolari.

Profughi, richiedenti asilo, rifugiati. Profugo è un termine generico che indica chi lascia il proprio paese a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi naturali. Un richiedente asilo non è ancora un rifugiato, ma è una persona che, avendo lasciato il proprio paese, chiede il riconoscimento dello status di rifugiato o altre forme di protezione internazionale. Fino a quando non viene presa una decisione definitiva dalle autorità competenti del paese a cui si chiede asilo (in Italia è la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato), il richiedente ha il diritto di soggiornare, anche se è arrivato senza documenti d’identità o in modo irregolare. Il numero delle richieste di asilo in Europa è aumentato, passando da 435.190 nel 2013 a 626.065 nel 2014. L’anno scorso il numero di richiedenti asilo dalla Siria è raddoppiato. I siriani sono il 20 per cento dei richiedenti asilo in Europa. Il secondo gruppo è rappresentato dagli afgani (7 per cento). Nel 2014 l’Unione europea ha offerto asilo a 163mila persone. Nel 2014 la Germania è il paese che ha concesso più volte l’asilo con 41mila richieste approvate, seguita dalla Svezia con 31mila richieste approvate. L’Italia ne ha accolte 21mila. Il regolamento di Dublino è il documento principale adottato dall’Unione europea in tema di diritto d’asilo.

http://www.internazionale.it/notizie/20 ... migrazione

PS: La Svezia ha nove milioni e mezzo di abitanti! Un sesto dell'Italia, che accoglie 10mila asilanti in meno!


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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda franz il 10/06/2015, 15:58

Credo che il luogo comune maggiore sia quello che immigrati siano troppi, indipendentente da quanti siano.

Eppure basterebbe riflettere su un dato molto noto.
Oggi nascono 530'000 bambini ogni anno.
50 anni fa ne nasceva il doppio.
Ancora oggi le persone viventi di 50 anni sono piu' di un milione, eppure hanno avuto 50 anni per avere andare incontro ad incidenti, malattie, o emigrare.

Ora lasciamo perdere le persone nell'età 0-25. Lasciamo che stiano a giocare e/o a scuola.
La forza lavoro mancante 25-50 è pari a mezzo milione per 25 anni. 12 milioni e mezzo.
Ci sono stime che parlano anche di 23 milioni, considerando tutte le fasce di età e che gli immigrati spesso giustamente arrivano con la famiglia. Sono questi i numeri che ci mancano per la crescita e per sostenere il sistema previdenziale, tutt'ora a ripartizione.

Iniziare adesso a far figli, massicciamente, ammesso e non concesso che sia sostenibile per l'ambiente, darà frutto tra 25-30 anni nel mercato del lavoro. L'unico modo quindi di avere soluzioni per l'oggi è, anche se non piace, gestire una massiccia immigrazione. Qualificata, ben gestita, ben dosata. Come fanno USA, Australia, come fa anche Israele (ha raddoppiato la sua popolazione in 30 anni, anche se sapiamo cosa questo ha comportato nella regione). Tuttavia Israele grazie a questo in 30 anni ha decuplicato il PIL moltiplicato per quasi 6 il PIL procapite. Lo Stato ebraico ha oggi la più alta concentrazione di ingegneri e scienziati al mondo, la maggior percentuale di utilizzatori di Internet e la più alta densità di imprese start-up al mondo: nel 2008 erano ben 3.850, una ogni 1.844 israeliani. In Israele risiedono più aziende quotate nel Nasdaq che in tutta l’Europa.

Miracoli dell'immigrazione? Si, se ben gestita. Ogni anno in USA arrivano un milione di immigrati regolari. Per i clandestini non ho dati di flusso ma lo stock stmato è di 11 milioni.

In Australia il contrasto contro l'immigrazione clandestina è alto ma chi arriva regolarmente ha ponti d'oro. In Australia c'è stato un boom economico collegato alle attività estrattive legate alla crescita cinese e tantissimi lavoratori sono arrivati (legalmente) da tutto il mondo, per tutto l'indotto che sta attorno all'estrazione mineraria. La popolazione residente, che nel 1990 era di 17 milioni, nel 2013 superava i 23. La popolazione italiana del 1990 era 56,75 milioni e nel 2013 era 59.8 (una crescita assai modesta) Gli americani erano 250 milioni nel 1990, sono 319 nel 2014.

C'è una relazione tra crescita demografica, ottenuta per fattori interni (figli) ma anche per immigrazione, e la crescita economica.
Il giappone, sul fronte opposto vede stagnare la popolazione ed anche il PIL (il pil giapponese oggi è inferiore a quello del 1990).

Ma quale forza politica ha il coraggio di dire che ci servono 23 milioni di immigrati in Italia?



Aggiunta in edit. In Italia nel 2014 sono nati 509'053 bambini, di cui 77'638 stranieri. il 15%. Vuol dire che se non ci fossero gli stranieri avremmo solo 431'415 nascite. In tutto la popolazione 2014 è pari a 60'782'668 di cui 4'922'085 stranieri (8%)
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda pianogrande il 11/06/2015, 1:01

Grazie per i contributi.
Quell'8 % comincia ad essere un partito di una certa rilevanza.

Per votare alle politiche debbono diventare cittadini italiani ma è solo questione di tempo.

A quel punto, Salvini, dopo essersi rimangiato i terroni si dovrebbe rimangiare anche i clandestini.

Credo che rimedierebbe rapidamente inculcando in questa popolazione di nuovi arrivati la paura degli italiani autoctoni.
Gente che non ha voglia di lavorare e che vive di rendita sul lavoro degli immigrati che sono sempre più attivi e redditizi e gli pagano la pensione e la casa popolare e le cure mediche.

Mi sa che ha già pronta la maglietta.
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda franz il 11/06/2015, 7:39

pianogrande ha scritto:A quel punto, Salvini, dopo essersi rimangiato i terroni si dovrebbe rimangiare anche i clandestini.

Considera però che nell'ipotesi di un flusso regolare ed organizzato, non si parla piu' di clandestini.
2 milioni di italiani se ne sono andati dall'Italia a partire dal 2000. Se ne sono andati in germania, inghlilterra, svizzera, ... e li non sono clandestini. Sono ufficialmente residenti e con tutti i diritti di un residente. L'Italia è un paese in cui i morti (450mila) superano i nati (420mila) ma senza gli stranieri avremmo 77'000 nascite in meno. E considerano le partenze (tra 140 e 180 mila) qui ci sarebbe il deserto nel giro di un decennio. E chi paga le pensioni?
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda gabriele il 11/06/2015, 7:48

pianogrande ha scritto:Credo che rimedierebbe rapidamente inculcando in questa popolazione di nuovi arrivati la paura degli italiani autoctoni.
Gente che non ha voglia di lavorare e che vive di rendita sul lavoro degli immigrati che sono sempre più attivi e redditizi e gli pagano la pensione e la casa popolare e le cure mediche.


A parte le battute, ti stupiresti dell'orientamento politico degli immigrati.
Svolgendo vari lavori, ho avuto modo di scambiare due chiacchere con qualche operaio rumeno, albanese, marocchino...sono tutti di destra, contrari a nuovi flussi immigratori. Ovvio se ci pensi. Ora che sono qua, non vogliono competitori.
E' un po' come l'operaio italiano del nord. Vota lega ma è iscritto alla cgil. Protetto (si fa per dire) da politici che non dovrebbero far entrare immigrati e protetto (anche qui si fa per dire) da sindacalisti che dovrebbero garantirgli maggiori diritti sul lavoro. Poi l'operaio scopre che la lega non fa quello che dice, perchè non può (fermare l'immigrazione è un po' come fermare le onde del mare con le mani) e la cgil si ammutolisce davanti alla legge fornero e alla altre porcate dei governi di "salvezza nazionale".
Infine arriva Salvini, un nuovo salvatore, e la ruota torna a girare. La memoria storica ovviamente sta a zero!
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda franz il 11/06/2015, 9:15

In fondo tutti (o molti) cercano protezione. Chi paga il pizzo, chi paga il sindacato, chi vota partiti che dicono di voler proteggere. Ma non è questo il punto. Ritengo che la riflessione da farsi sia se veramente abbiamo bisogno di 20-25 milioni di immigrati (di cui almeno il 60% che lavoruno) per rinanciare pil, redditi e consumi e sostenenere il welfare, previdenza inclusa.

E se fosse vero, poi cominciamo a discutere sulle implicazioni economiche, sociali e politiche.
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda pianogrande il 11/06/2015, 9:54

Siccome la popolazione mondiale non può crescere all'infinito (anzi, se diminuisse e non di poco sarebbe un gran bene per tutti) per avere sempre tanti giovani che mantengano i vecchi, ci sarebbe anche un'altra alternativa di cui non sento mai parlare.
Chissà perché si va in pensione da un giorno all'altro.
Pensione o lavoro senza una graduale riduzione legata all'età o ad altri parametri che esprimano la capacità di lavorare.
Io stesso sono passato da una prestazione ben superiore alle 40 ore settimanali (parlo dell'orario reale e non di quello contrattuale) allo zero assoluto.
Ho capito benissimo (e condivido) che gli immigrati rimpiazzano i non nati e i nostri emigrati; se no la pensione chi me la paga?
Cosa ci sarebbe di impossibile nel diminuire gradualmente l'orario di lavoro e magari modificare il tipo di prestazione e mantenere al lavoro tanta gente capacissima di continuare anche fino a settanta anni?
Possibile che il pensionato che passa le ore a guardare il cantiere non possa dare una mano in nessun modo?
Secondo me sarebbe anche contento.
Insomma, lavorare meno, lavorare qualche anno in più.
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda franz il 11/06/2015, 10:59

pianogrande ha scritto:Cosa ci sarebbe di impossibile nel diminuire gradualmente l'orario di lavoro e magari modificare il tipo di prestazione e mantenere al lavoro tanta gente capacissima di continuare anche fino a settanta anni?

Nulla di impossibile. Ma credo che sarebbe una misura neutra. Per esempio ipotizziamo che a partire dai 50 anni il lavoratore possa, volendo, lavorare all'80% (lavora 4 giorni su 5) con conseguente riduzione di stipendio e di contributi versati. A 67 anni, se andasse in pensione, si troverebbe un buco contributivo di quasi 900 giorni (2 anni e mezzo) che bilancerebbe lavorando (e versando contributi) per altri 3 anni, fino ai 70. Sempre all'80%. O anche meno, se lavora un po' piu' a lungo.
Ma alla fine i conti devono tornare. Quindi se funziona (è economicamente sostenibile) diventa neutra sul piano dei contributi versati e della pensione ricevuta. Il discorso dei 20 milioni di immigrati è diverso. Gente in piu' che lavora, gente che consuma, case da costruire, economia che gira. Il problema è come filtrare la qualità giusta (da attrarre) se contemporaneamente non sappiamo trattenere nemmeno gli italiani qualificati.
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda trilogy il 11/06/2015, 13:23

Questa è la situazione a Roma stazione tiburtina da un paio di giorni, centinaia di persone in un accampamento a cielo aperto. Se non c'è nessuna programmazione degli arrivi la situazione diventa ingestibile.


http://www.romait.it/cronaca/tiburtino/ ... rtina-foto

http://www.romafaschifo.com/2015/06/imm ... nuovo.html
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Re: Immigrazione e luoghi comuni

Messaggioda franz il 11/06/2015, 14:07

Questa la situazione a MIlano: https://www.google.ch/search?q=immigrat ... 20&bih=898

rimane il fatto (da approfondire) che di loro abbiamo bisogno.
Meglio se possiamo sceglierli e farli arrivare in modo ordinato e programmato.
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