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La recessione è finita. La crisi ancora no

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda franz il 14/05/2015, 8:38

14/05/2015 06:02
IL PAESE IN GINOCCHIO
La recessione è finita. La crisi ancora no
Il Pil italiano torna a crescere, ma praticamente tutti gli altri Paesi europei fanno meglio di noi

Il Pil italiano torna a crescere, ma non basta un segno più per mettere la parola fine alla crisi. Nel primo trimestre dell’anno, secondo le stime preliminari Istat, il prodotto interno lordo cresce dello 0,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2014. Una crescita molto magra – praticamente tutti gli altri Paesi europei fanno meglio di noi – ma nonostante questo - l’aumento più corposo dal 2011 e al di sopra delle attese – ci consegna l’uscita dalla recessione «tecnica». Anche se, è bene sottolinearlo, rispetto al primo trimestre 2014 la crescita è zero.

Basta questo, al governo, per festeggiare: « Il dato sul prodotto interno diffuso oggi (ieri ndr) dall'Istat è superiore alle nostre aspettative. È presto per cantare vittoria, ma questo dato è il segnale della svolta impressa all'economia dalle politiche del Governo», dichiara il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che attribuisce il risultato al mix di «riduzione delle tasse, sostegno ai sostegno ai consumi, stimolo agli investimenti e riforme strutturali» portato avanti dall’esecutivo.

Anche il premier Renzi è soddisfatto. Al di fuori della compagine di governo, però, la ricezione del dato è decisamente più fredda. «Siamo lontani, benché ci siano lievi segnali di ripresa, dall'essere fuori dalla recessione», spiega Renata Polverini. Per Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, «il Pil avanza a velocità di lumaca, siamo tornati in deflazione e, mentre nell'area Ocse si registra un calo della disoccupazione, in Italia la percentuale sale al 13%». «Il quantitative easing e la dinamica del prezzo del petrolio- aggiunge il Segretario Cgil, Susanna Camusso - da soli potrebbero determinare una crescita del Paese anche superiore». Scettica anche la Cisl: «La ripresa c'è ma non si vede», chiosa il segretario confederale Maurizio Petriccioli.

Anche le imprese non sono entusiaste. Confcommercio parla di chance di ripresa, ma sottolinea la necessità di politiche distensive sulle tasse. Confesercenti lancia l’allarme sul mercato interno. «L’uscita dalla recessione è una buona notizia, ma la crescita resta una scommessa impegnativa. I dati sull'inflazione e sul commercio sono del resto significativi: tra gennaio e aprile hanno abbassato la serranda circa 162 attività al giorno, per un saldo finale negativo di oltre 10.000 imprese». «Siamo fuori dalla crisi – aggiunge il Presidente di Confimprese, Mario Resca - perché dopo 4 anni il Pil è tornato a crescere? Ci vuole altro per deporre le armi».

Gufi? Forse. Ma certo è che anche la Bruxelles certifica che siamo ancora di fronte a qualche rischio.
http://www.iltempo.it/economia/2015/05/ ... -1.1414243
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda pianogrande il 14/05/2015, 12:08

Lo zerotrepercento non basta.
Gli altri fanno di più.
Il quantitative easing da solo dovrebbe dare di più.
Lo dice anche l'Europa che la crisi non è finita.

Tutti gli oppositori del governo che si affannano a buttare ghiaccioli e acqua fredda prima che dalla crisi si esca completamente e allora gli toccherà stare zitti.

Naturalmente, il mio è un auspicio.
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda Robyn il 14/05/2015, 22:44

Il segno + è sempre meglio del segno - ma la ripresa in atto può essere determinata da una congiuntura favorevole.Questa và sfruttata in modo tale che la ripresa non sia temporanea e si sostenga successivamente con le riforme strutturali,và utilizzata per creare lavoro,più gettito fiscale,meno tassazione
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda pianogrande il 15/05/2015, 0:19

Vediamo se tutto questo aiuterà a stare dentro il rapporto deficit/PIL continuando a spendere o se si riuscirà a far scendere anche il numeratore.
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda trilogy il 15/05/2015, 9:48

lo 0,3 trimestre su trimestre non è male, soprattutto visti i risultati precedenti. Le previsioni degli analisti erano per un incremento dello 0,2, e quando si battono le previsoni va sempre bene. La media europea è stata dello 0,4 la Germania ha fatto come noi, Francia e Spagna meglio di noi. Bisogna vedere se la crescita si consolida e si comincia a muovere anche il dato "anno su anno". I dati trimestrali sono importanti, ma influenzati da tanti fattori di breve termine, positivi e negativi, che possono anche non ripetersi nel trimestre successivo.
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda flaviomob il 16/05/2015, 15:34

Anche per me lo 0,3% è un dato estremamente positivo, visti i precedenti. Il che però non significa affatto che sia dovuto a particolari meriti del governo. Le riforme strutturali a favore di uno sblocco del mercato, che colpiscano quella tassa occulta pagata da tutti gli italiani produttivi (lavoratori, aziende sane) costituita dalla zavorra di corruzione ed evasione, ancora non si vedono.


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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda franz il 16/05/2015, 15:50

Certo che non sono meriti del governo.
Tra petrolio a 60$ al barile (invece di 100-110) ed Euro basso (per non parlare del QE) tutta l'Europa respira aria di congiuntura favorevole. Anche l'Italia, da ultima, ne beneficia.
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda mariok il 02/07/2015, 16:48

Ovviamente anche in questo il governo non ha alcun merito.

C’è l’accordo, salvi gli stabilimenti Whirlpool
Svolta dopo mesi di ansia: Carinano e None non chiudono. Renzi: lo avevamo promesso
ANSA
02/07/2015
GIUSEPPE BOTTERO

Adesso c’è anche la firma. Dopo mesi di trattative, proteste e tensioni, eri è stata siglata l’intesa che salva tutti gli stabilimenti italiani di Whirlpool ed evita il rischio di esuberi strutturali. «Da bollettino di guerra il piano industriale è diventato un vero piano di rilancio», riassume il leader della Fim Marco Bentivogli. Per ora il sigillo è sull’accordo quadro, a cui seguiranno intese locali sugli ammortizzatori sociali. Ma le garanzie per il prossimo triennio ci sono. A partire da domani nelle fabbriche partiranno le assemblee informative: il referendum è fissato per il 13 e 14 luglio. «Lo avevamo promesso ai lavoratori #Whirpool. Nessuna chiusura, nessun licenziamento. #lavoltabuona #Italiariparte», twitta il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Il piano, spiegano fonti sindacali, prevede missioni industriali per tutti i siti e uninvestimento di oltre mezzo miliardo di euro. «E’ stata trovata una soluzione anche per Caserta e None di cui inizialmente era stata prospettata la chiusura» dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Nel sito in provincia di Caserta sarà costituito il polo europeo di ricambi e accessori, in cui troveranno inizialmente occupazione 320 persone. Il resto degli addetti potrebbe essere trasferito a Napoli, o Varese con un incentivo, oppure accedere ai percorsi di uscita incentivata specificamente previsti per la Campania. L’azienda inoltre continuerà a cercare investitori per Teverola, con un apposito stanziamento di 2 milioni di euro e la disponibilità di cedere a prezzi agevolati lo stabile.

Il magazzino piemontese, invece, sarà ceduto alla società Mole, ma il personale potrà optare per il trasferimento ad altra sede della multinazionale del bianco o accedere ai percorsi di uscita incentivata. «È un discreto compromesso considerando da dove eravamo partiti. Giovanni Sgambati, segretario della Uilm Campania, tira un sospiro di sollievo: «È un discreto compromesso considerando da dove eravamo partiti. Auspico che i lavoratori possano dare consenso a un’intesa che è stata complessa». C’è soddisfazione anche nella Cgil: «L’accordo Whirlpool rappresenta un utile esempio di come affrontare, attraverso relazioni industriali rispettose dei diversi interessi in campo, processi complessi di riorganizzazione produttiva e organizzativa che investono aree nazionali e internazionali», spiega il responsabile Settori produttivi della Cgil nazionale, Salvatore Barone. Secondo la Fiom «oggi vince il lavoro. L’intesa raggiunta rappresenta una svolta nelle scelte che hanno segnato le relazioni industriali in Italia in questi ultimi anni».
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda franz il 02/07/2015, 17:40

mariok ha scritto:Ovviamente anche in questo il governo non ha alcun merito.

Non capisco se è un commento ironico ... ;)
Leggendo il testo quotato non vedo riferimenti a cose che il governo ha fatto.
Ma se ci sono, bene saperlo.
Per me sarebbe molto positivo sapere che le sole due parti in causa (azienda e lavoratori, tramite le loro rappresentanze sindacali e padronali) hanno raggiunto un accordo senza dover dipendere dall'aiuto dello Stato.
Non so voi.
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Re: La recessione è finita. La crisi ancora no

Messaggioda mariok il 02/07/2015, 19:50

Come da prassi, la trattativa si è tenuta presso il ministero dello sviluppo economico, anche a seguito delle consuete pressioni sul governo da parte sindacale a "convocare un tavolo".

Che questo si sia tradotto solo nell'offerta di un caffè da parte della "padrona di casa" Federica Guidi, non sono in grado di affermarlo. ;)
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