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Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una volta

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una volta

Messaggioda gi.bo. il 28/09/2014, 21:15

La ricchezza ha vinto: l’uguaglianza è morta
di Furio Colombo | 28 settembre 2014Commenti (260)

Mi ha sorpreso, durante il viaggio americano di Renzi, leggere delle lodi e del compiacimento dedicati al primo ministro italiano da Marchionne, che intanto, per precauzione, ha portato via la Fiat dall’Italia. E ascoltare l’elogio di Renzi al “Made in Italy” della nuova azienda ex italiana, insediata a Detroit (Michigan), e intanto spiegare a Marchionne che in Italia solo i “poteri forti” si oppongono alla sua legge contro il lavoro detta “Jobs Act”.

Evidentemente i poteri forti sono Landini e Camusso, Fassina e Cuperlo (con i loro miti ritocchi).

E intanto Renzi stava festosamente accanto alla persona che ha sottratto all’Italia l’intera tassazione Fiat.

C’è un insegnamento in questa serie di modesti eventi. C’è la storia del come si liquida l’uguaglianza, mito e fatti. Provo a raccontare.

La vera guerra che attraversa il mondo è la guerra all’uguaglianza.

È accaduto questo: la ricerca dell’uguaglianza come traguardo necessario ma anche ragionevole, in un mondo di pace, era cominciato nel dopo guerra del secolo scorso, e tendeva a diffondersi, un continuo, cauto lavoro di ridistribuzione della ricchezza, senza conflitti, senza lotta di classe, attraverso carte costituzionali, partiti, parlamenti, centri di studio, volontariati. Stava diventando “comune” l’idea che una persona non dovesse soffrire più di un’altra, senza rapporto col reddito. Come la scuola per tutti, che non è affatto peggiorata e ha fatto fare un salto in avanti alla cultura (il più grande nell’epoca industriale), fino ad ammassare folle di cittadini davanti ai musei. Come le case, Si è cominciato a costruirle per chi non avrebbe potuto farlo. E le auto che costavano poco.

L’avvicinarsi dell’uguaglianza, non più un ideale ma un fatto, aveva dato scopo e forza alle istituzioni, e senso di appartenenza ai cittadini. Il mondo accennava a essere, come si usava dire, “un mondo migliore”. Conviveva con i mercati, e li sosteneva a causa dell’ottimismo. Ma ai mercati veniva posto il limite di non decidere sulla vita delle persone. In molti casi gli Stati facevano da guardiani. Fino a un certo punto, d’accordo. Ma è in questo clima di marcia di tutto il mondo democratico verso l’uguaglianza (che la democrazia, di per sé, non assicura) è diventato inevitabile garantire i diritti umani e i diritti civili o comunque battersi per essi, ha provocato l’opposizione giovane e popolare alle guerre, ha provato a garantire allo stesso modo l’imprenditore che offre il lavoro e colui che, per vivere, è il prestatore d’opera, ha invogliato, sia pure entro limiti ancora ristretti, il finanziamento per la casa della famiglia giovane, il prestito per lo studente povero, le cure mediche quando sono troppo costose ma indispensabili.

Come è finito tutto questo?
C’è chi dice che la caduta del Muro ha tolto ogni restrizione al “capitalismo buono”. La rimozione di rischi e pericoli lo ha riportato alle origini, ognuno per sé. L’altra versione è che due fatti nuovi, la globalizzazione e la trasformazione del danaro in danaro senza passare per la fabbrica, hanno cambiato di colpo la scena della vita: per il lavoro vai a cercarti gli schiavi dove costano sempre meno (e prima dello sciopero viene l’incendio del ghetto-fabbrica, che elimina un intero organico compresi i bambini illegalmente in servizio) e il nuovo accesso al danaro. La sua capacità di salire attraverso moltiplicazioni prive di controllo, verso ricchezze più grandi, ridicolizza i mille vincoli sul dare e avere lavoro. Tanto che dopo, nell’era di Renzi, quei vincoli li puoi inventare a caso, senza rapporto con fatti e persone vere, e senza che abbiano nulla a che fare col creare posti di lavoro. È un prendere o lasciare che non offre vie d’uscita a chi non può lasciare. Non c’è bisogno di dire (e sarebbe ridicolo) che Renzi partecipa alla grande operazione mondiale di fine dell’uguaglianza. Semplicemente è uno che ha visto quanto potere puoi gestire se fai l’agente per l’Italia della grande offensiva contro l’uguaglianza (riempiendo il vuoto di “nuovi diritti” che non garantiscono niente).

I fatti dicono questo.
Il mondo ricco è impegnato a ristabilire le distanze: chi non possiede deve stare molto più in basso, chi sta sopra non può essere raggiunto da fastidiosi controlli che disturbano il moltiplicarsi della ricchezza, le tasse per il minimo concesso di servizi sociali, (debitamente tagliati) sono a carico esclusivo dei non abbienti.

Intanto bisogna cancellare subito diritti e speranze che adesso si chiamano con spregio “ideologie” o, al massimo, “miti”.
Tutto ciò ha alcune conseguenze immediate. L’informazione perde fonti (troppa distanza fra alto e basso della torre sociale) e acquista padroni (serve avere stampa e Tv, non per muoverla ma per tenerla ferma e distratta). La corruzione sfugge facilmente ai controlli. In una rivoluzione vinta dalla ricchezza, diventa sempre più difficile distinguere un tipo di ricchezza dall’altro (tra loro le ricchezze tendono a rispettarsi e a fare affari). La magistratura appare un ingombro pretenzioso e inutile, ed è in corso uno sforzo per rimuoverla di fatto dal ruolo di terzo potere della democrazia. Del resto questo sforzo svela l’altro, di svilire o con l’abolizione o con l’umiliazione, il potere delle Camere, in modo da scavare un vallo protettivo intorno al potere esecutivo.
È il momento di rafforzare il conducator, attraverso l’elezione diretta e la trasformazione in Stato presidenziale.

E così siamo giunti all’esito del lungo viaggio per la cancellazione dell’uguaglianza.

Che la Costituzione ne faccia un pilastro non è più un problema. Anche la Costituzione è sotto l’impalcatura dei “lavori in corso”.

Il Fatto Quotidiano, 28 settembre 2014

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Mi verrebbe da dire: Imputato Renzi che ha da dire a sua discolpa?
Finalmente siamo arrivati a quel dunque tenuto nascosto ai soliti "merli" per molto e molto tempo.
Che fare allora?

hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda Iafran il 29/09/2014, 2:12

gi.bo. ha scritto:Il mondo ricco è impegnato a ristabilire le distanze: chi non possiede deve stare molto più in basso, chi sta sopra non può essere raggiunto da fastidiosi controlli che disturbano il moltiplicarsi della ricchezza, le tasse per il minimo concesso di servizi sociali, (debitamente tagliati) sono a carico esclusivo dei non abbienti.

Intanto bisogna cancellare subito diritti e speranze che adesso si chiamano con spregio “ideologie” o, al massimo, “miti”.
Tutto ciò ha alcune conseguenze immediate. L’informazione perde fonti (troppa distanza fra alto e basso della torre sociale) e acquista padroni (serve avere stampa e Tv, non per muoverla ma per tenerla ferma e distratta). La corruzione sfugge facilmente ai controlli. In una rivoluzione vinta dalla ricchezza, diventa sempre più difficile distinguere un tipo di ricchezza dall’altro (tra loro le ricchezze tendono a rispettarsi e a fare affari). La magistratura appare un ingombro pretenzioso e inutile, ed è in corso uno sforzo per rimuoverla di fatto dal ruolo di terzo potere della democrazia. Del resto questo sforzo svela l’altro, di svilire o con l’abolizione o con l’umiliazione, il potere delle Camere, in modo da scavare un vallo protettivo intorno al potere esecutivo.
È il momento di rafforzare il conducator, attraverso l’elezione diretta e la trasformazione in Stato presidenziale.

Questa è la situazione che verrà con il renzusconismo (leggasi "patto del Nazareno"): l'aveva subodorato finanche Panebianco (nel giorno di visione ottimale).

Ci sono i merli (che pagano le spese dei lupi) e ci sono i furbi che incolpano i merli di "ribellarsi" ai lupi.

Però, deve essere una bella "scialezza" (= il settimo gaudio) per i furbi baciare la terra calpestata dai loro beneamati lupi.
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda franz il 29/09/2014, 7:36

Il mondo ricco è impegnato a ristabilire le distanze: chi non possiede deve stare molto più in basso, chi sta sopra non può essere raggiunto da fastidiosi controlli che disturbano il moltiplicarsi della ricchezza, le tasse per il minimo concesso di servizi sociali, (debitamente tagliati) sono a carico esclusivo dei non abbienti..

Secondo me Colombo farebbe meglio a leggere, ogni tanto, i dati ufficliali del ministero delle finanze che riassumono le dichiarazioni del redditi e dell'imposta versata.
Ora non so bene come definire "ricchi", agiati a "meno abbienti". ma sta di fatto che il 17% piu' ricco della popolazione di contribuenti paga il 63,5% di tutte le imposte dirette.
Se qualcuno mi da definizioni piu' concrete e "countable" magari posso darvi altri dagti.
Come definiamo per esempio "meno abbienti? Ditemelo e vi dro' quanto pagano (effettivamente) di tasse.

Oppure puo' farsi i calcoli da solo: http://www1.finanze.gov.it/analisi_stat ... &&&&page=3
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda ranvit il 29/09/2014, 7:40

Eccco, Furio è un esempio del museo delle cere: uno dei tanti tromboni di cui è piena la sinistra che ha perso tutte le battaglie elettorali degli ultimi 20 anni (tranne la breve parentesi Prodi....certo non unmarxista e per questo impedito di modernizzare il Paese) e, cosa piu' grave, non ha saputo aggiornare il Paese portandoci a fanalino di coda delle nazioni civili..... sarebbe ora se ne tornasse a casa a fare il nonno e non rompesse piu' le.....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda Iafran il 29/09/2014, 9:34

Se si tenesse presente che l'illegalità fa la padrona in Italia, i conti ufficiali sarebbero da aggiornare.
Coloro che guadagnano (legalmente) quanto 225 loro dipendenti (http://www.affaritaliani.it/economia/st ... tml?ref=ig) e gli altri dei guadagni illeciti, delle falsificazioni dei bilanci, dei fallimenti ad hoc ... non penso che si mettano volentieri a disposizione dell'Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza o dei funzionari dell'INPS per rispondere dei loro trucchi.
Ci vogliamo scordare che l'ex cavaliere invitava ad evadere le tasse e per farlo legalmente "creava" tante società (vere e proprie "scatole cinesi") nei paradisi fiscali?
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda franz il 29/09/2014, 12:49

Iafran ha scritto:Se si tenesse presente che l'illegalità fa la padrona in Italia, i conti ufficiali sarebbero da aggiornare.

Sicuramente possiamo trovare, nell'illegalità, decine di migliaia di agiati e ricchi ma (a maggior ragione) anche centinaia di migliaia di poveri o "meno abbienti", costretti all'evasione da necessità. E questi a ben vedere potrebbero essere qualche milione. Da notare che la stima degli addetti al sommerso in Italia spazia in una forbice che va da 7 ad 11 milioni. Di persone, on di bruscolini. Non sono ricchi, Ifranan. In maggioranza sono persone di basso reddito che non vogliono vedersi portar via la metà tra tasse e contributi da quel poco che guadagnano.
Un calcolo spannometrico si puo' fare. La contabilità nazionale (che già contiene la stime dle sommerso) indica in 970 miliardi i consumi delle famiglie residenti (senza i tursti, quindi. Il fisco raccoglie la dichiarazione di 41 milioni di contribuenti che affermano di guadagnare in tutto 800 milardi. Visto che non sta in piedi il fatto di guadangare sistematicamente meno di quanto si consuma e considerato che qualcuno (anche se se pre meno) riesce pure a mettere qualcosa da parte, posso ipotizzare tra 200 e 250 miliardi di redditi che mancano all'eppello. Parlo di redditi di attività legali e produttive, atte pero' non "alla luce del sole. Considerato il volume dell'imponibile non dichiarato e gli addetti stimati per la precedente forbice, parliamo in media di milioni di casi che portano a casa 2000 euro al mese (puliti) ma che se fossero soggetti a contributi e tasse ne porterebbero a casa la metà. 1'095, per la precisione. D'accordo che sono le media di triulussa ;-) ma non siamo parlando di miliondi di ricchi o di benestante. Stiamo parlando di milioni di persone dal reddito medio-basso.
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda Iafran il 29/09/2014, 13:53

Ognuno agisce per soddisfare le proprie necessità.
Certamente i vincitori, che poi sono quelli che hanno le redini di tutto in Italia, non sono i 59 milioni di cittadini; a questi ultimi, però, tocca rimpinguare le finanze dello Stato. Ai primi solo privilegi, arricchimenti indebiti o sperperi del denaro pubblico.
Con questo stato di cose (di forte disuguaglianza economica e di non armonia fra le classi sociali) hai voglia di tassare i cittadini, l'Italia non riuscirà mai ad essere uno Stato solido e trainante.

Io inviterei a considerare bene l'articolo di Furio Colombo ... per sapere quel che ci danno da bere ... i vincitori.
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda franz il 29/09/2014, 14:12

Io non parlerei di "forte disugualianza economica". Nel senso che da un lato non ritengo che tale disugualianza sia "forte" e ritengo anche che una certa disugualianza economica, anche sempre meno, ci sarà sempre. Si prenda anche atto che in nome di principi di ugualianza economica, imposti con la forza, sono state fatte atrocità enormi (crimini contro lumanità) con risultato tra l'altro di una soceità piu' povera e quello si', uniformemente povera. Se poi da noi il welfare state (l'alto modo, piu' intelligente e sostenibile di ridurre le disegualianze) è poco sviluppato e tutto sblanciato verso la previdenza, è sostanzialmente perché siamo uno stato ancora fascio-corporativo.

Parlerei caso mai di forte disugualianza politica, nel senso che alcuni (pochi) vivono di un forte legame con il potere politico (casta) e gli altiri ne sono distanti. Ma questo in democrazia è responsabilità di chi vota. Insomma se si vota per i conservatori, i fascisti, i populisti, i nostalgici della redistribuzione adl oltranza e dei pasti gratis, la situazione attuale che tanto non ci piace è inevitabile.
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda trilogy il 29/09/2014, 17:42

gi.bo. ha scritto:La ricchezza ha vinto: l’uguaglianza è morta
di Furio Colombo

[..]Tutto ciò ha alcune conseguenze immediate. L’informazione perde fonti (troppa distanza fra alto e basso della torre sociale) e acquista padroni (serve avere stampa e Tv, non per muoverla ma per tenerla ferma e distratta). La corruzione sfugge facilmente ai controlli. In una rivoluzione vinta dalla ricchezza, diventa sempre più difficile distinguere un tipo di ricchezza dall’altro (tra loro le ricchezze tendono a rispettarsi e a fare affari). La magistratura appare un ingombro pretenzioso e inutile, ed è in corso uno sforzo per rimuoverla di fatto dal ruolo di terzo potere della democrazia. Del resto questo sforzo svela l’altro, di svilire o con l’abolizione o con l’umiliazione, il potere delle Camere, in modo da scavare un vallo protettivo intorno al potere esecutivo.
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Provo una certa simpatia e "nostalgia" per l'articolo di Colombo, anche se non condivido quello che dice. Mi ricorda, come stile, le vecchie relazioni introduttive ai congressi dei partiti comunisti: "la situazione internazionale e i nostri compiti".
Le conclusioni a cui arriva sulla giustizia, a parte che centrano più o meno come i cavoli a merenda, con il resto dell'articolo, non stanno in piedi.
E' vero che c'è una tendenza parallela tra mercato del lavoro e giustizia, ma è esattamente in senso contrario a quella che descrive Colombo. Sul mercato del lavoro c'è da tempo la tendenza a ridurre i diritti per incrementare la produttività. Nella giustizia, non solo in Italia, c'è il tentativo di fare la stessa cosa: aumentare la produttività della giustizia riducendo i diritti della difesa. Questa scelta ha una sua logica, perchè la precarizzazione e la disuguaglianza aumenta l'insicurezza collettiva e la criminalità. Di conseguenza, serve uno Stato più forte e autoritario per garantire l'ordine generale.
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Re: Siamo arrivati al dunque:I ricchi vincono ancora una vol

Messaggioda Iafran il 29/09/2014, 18:43

trilogy ha scritto:Questa scelta ha una sua logica, perchè la precarizzazione e la disuguaglianza aumenta l'insicurezza collettiva e la criminalità. Di conseguenza, serve uno Stato più forte e autoritario per garantire l'ordine generale.

Che non è proprio quello che si augura Furio Colombo.
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