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Evasione e lotta agli sprechi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda flaviomob il 23/12/2011, 9:49

Evasione e lotta agli sprechi: serve lo stesso rigore


La Corte dei Conti non basta più per combattere gli sprechi: un tempo agiva di pari passo con gli Uffici delle Imposte “lenti”, oggi invece non può competere con un’Agenzia delle Entrate “rock”. Perché, se non si deve arretrare di un metro nella lotta all’evasione fiscale, è anche necessario riequilibrare i poteri che il Fisco avrà da gennaio 2012. E l’unico modo per farlo è un’Agenzia delle Uscite, che controlli e sanzioni chi spreca denaro dello Stato, dal politico al dirigente o al dipendente pubblico.

L’audizione alla Camera del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, non poteva essere più opportuna e tempestiva. L’alto magistrato contabile ha messo in fila alcuni concetti assolutamente fondamentali che in queste ultime settimane erano già stati portati all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica: la corruzione, gli sprechi e le ruberie nel settore pubblico sono in preoccupante crescita e costano alla collettività qualcosa come 60 miliardi di euro all’anno, cui si aggiungono i costi impliciti derivanti dalla minore attrattività del Paese per gli investitori esteri a causa del fenomeno; la Corte dei Conti, organo preposto a contrastare questo fenomeno, è assolutamente priva di risorse e mezzi legislativi adeguati, tanto che nel 2010 il totale delle somme recuperate è stato di appena 293 milioni di euro; manca, infine, un’Authority indipendente braccio operativo della Corte dei Conti.

Fino a qualche anno fa, questo Paese ha vissuto su un equilibrio degli squilibri che lo ha portato alla tragica situazione in cui oggi si trova: da un lato, scarsa efficienza e determinazione nel contrastare l’evasione fiscale del settore privato; dall’altro, scarsa efficienza e determinazione nel contrastare ruberie e indebita percezione di risorse pubbliche nel settore pubblico.

Sotto i colpi di una crisi sempre più drammatica, la quadratura del cerchio è stata tentata a senso unico: concentrando tutta l’attenzione e tutte le risorse sulla lotta all’evasione fiscale; stratificando norme sempre più draconiane in materia di accertamento e riscossione che, dal prossimo gennaio 2012, attribuiscono poteri di indagine all’Agenzia delle entrate quasi senza riscontri in altri Paesi; moltiplicando adempimenti e soprattutto presunzioni che, nel rapporto con il fisco, spostano sul contribuente l’onere di provare la sua innocenza e trasformano così il cittadino, l’imprenditore e il libero professionista in evasore fino a prova contraria.

Se tutto questo fosse stato fatto agendo in parallelo anche sull’altro fronte, staremmo forse passando, seppur con molti mal di pancia, da una finta coesione sociale basata su un equilibrio al ribasso, giocato tutto sulla testa delle future generazioni, ad una vera coesione sociale basata su equilibrio al rialzo, fatto di responsabilità civile e consapevolezza dei propri doveri di cittadinanza.

Invece no: si sono creati i presupposti per uno squilibrio pericolosissimo, dal quale può discendere tutt’al più il convincimento di una parte del Paese di essere vittima di una coercizione sociale alla quale, è solo questione di tempo, si ribellerà, con esiti che potrebbero essere drammatici e che devono essere scongiurati.

Non bisogna recedere di un metro dalla lotta all’evasione fiscale, ma non ci si può neppure stupire o indignare se, di fronte a un simile ricorso a due pesi e due misure, tra la ricerca e la punizione di chi ruba alla collettività non versando e di chi lo fa sperperando o percependo indebitamente risorse pubbliche, il privato che si vede sottoposto a verifiche e questionari con rilevanza penale delle sue risposte, che si vede raggiunto da accertamenti esecutivi anche se fa ricorso, che si vede quantificare redditi presunti su base statistica, non vede nell’azione dello Stato alcuna salutare efficienza a favore di tutti, bensì soltanto ferocia per consentire ad alcuni di proseguire quella festa che per lui è finita.

Numeri alla mano, il presidente della Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sulla inadeguatezza di una struttura che, ai “bei tempi”, faceva il paio con Uffici delle Imposte “lenti”, ma che oggi non può certo competere con una Agenzia delle entrate “rock”, dotata di poteri eccezionali e finanziata dal bilancio dello Stato per poco meno di 3 miliardi di euro. Diamo adeguate risorse anche alla Corte dei Conti, di modo che possa strutturare in Authority indipendente un proprio braccio operativo: l’Agenzia delle uscite.

E diamole il potere di emettere atti di contestazione del danno erariale, imputato al politico, al dirigente o al dipendente pubblico, che siano immediatamente esecutivi anche in pendenza di ricorso, per il 30% delle somme contestate, come avviene per i cittadini, le imprese ed i liberi professionisti che si vedono contestare imposte evase dall’Agenzia delle entrate. Se troviamo naturale compiere questo atto di fiducia nei confronti dell’Agenzia delle entrate, perché dovremmo essere diffidenti nei confronti della Corte dei conti potenziata in Agenzia delle uscite?

Se, pur di debellare la piaga dell’evasione fiscale, riteniamo accettabile lasciare i contribuenti esposti ai rischi di errore di un apparato pubblico che può pur sempre sbagliare (e le statistiche sul contenzioso parlano di circa il 40% dei ricorsi vinti dai contribuenti), perché, pur di debellare corruzione, ruberie e sprechi di denaro pubblico, non dovremmo ritenere accettabile lasciare i politici i dirigenti e i dipendenti pubblici esposti ad analoghi rischi di errori da un’altro ente meritevole di pari stima e considerazione? È sull’equilibrio che si fonda la coesione sociale. Tanto meglio se al rialzo, invece che al ribasso, ma deve essere un equilibrio. Altrimenti, tanti saluti.

*direttore di Eutekne.info

Fonte: http://www.linkiesta.it/corte-dei-conti ... z1hBRTryG0


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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda trilogy il 23/12/2011, 13:54

anche qua bisogna tagliare gli stipendi come per i politici....

[..] la Corte dei Conti (che come dice il nome vigila sui conti della “cosa pubblica” ha speso nel 2010 ben 312.300.980 euro[..]

[..]la Corte dei Conti. Sempre secondo il ‘Giornale’ i soldi che vengono chiesti ogni anno alle casse pubbliche sono così ripartiti: la maggior parte vanno a coprire le spese del segretario generale (150milioni di euro annui). E rimane così metà “bottino” che viene diviso per gli stipendi dei magistrati contabili, i rimborsi spese per le missioni all’estero, i gettoni di presenza, i buoni pasto. E infine tutti gli stipendi del personale amministrativo. Alla fine le persone da pagare, quindi nel libro contabile della Corte dei Conti, sono ben 2.918. E i magistrati sono solo 483. I loro stipendi? Nel 2010 si andava da un minimo di 7mila euro lordi al mese (per quelli con meno di dieci anni di servizio) a un massimo di circa 19mila euro del presidente di sezione.

link: http://blogpost.blitzquotidiano.it/102/ ... i-manovra/

[..]La Corte dei Conti costa davvero tanto. Non solo i nostri magistrati contabili, aggrappandosi alle buste paga di altri colleghi togati, hanno gli stipendi medi più alti di tutti (nel 2005 ben 156 mila euro lordi l’anno contro i 101.800 dei magistrati ordinari, 21 mila in più rispetto all’anno prima) ma in molti casi assieme ai giudici del Consiglio di Stato ed a quelli del Tar partecipano alla fiera dei doppi incarichi e delle consulenze: 61 quelle autorizzate nel primo semestre 2007 e ben 148 per il 2006, in pratica una ogni 4 magistrati in organico. Ed in molti casi si parla di compensi anche di 60-70-80 mila euro in più l’anno.[..]

link: http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=6115&T=A
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda Iafran il 23/12/2011, 15:26

Se non fossimo nel "Paese della cuccagna per-quelli-che-non-debbono-rendere-conto-a-nessuno", molti problemi (compreso Berlusconi) ) non ci sarebbero proprio stati!
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda Iafran il 23/12/2011, 22:55

flaviomob ha scritto:l’unico modo per farlo è un’Agenzia delle Uscite, che controlli e sanzioni chi spreca denaro dello Stato, dal politico al dirigente o al dipendente pubblico.

Ecco perché anche "le formiche arriveranno ad incazzarsi nel loro piccolo": a milioni portano goccioline di acqua per riempire la botte ed altri, da basso, aprono i rubinetti ... :x
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda Stefano'62 il 24/12/2011, 2:11

Evasione e lotta agli sprechi ????
Ma se ne fregano allegramente,hanno altri obiettivi (oppure sono inetti).
Ieri a Servizio Pubblico Di Pietro ha rivelato che l'IDV aveva presentato un emendamento per reintrodurre i reati finanziari tipo falso in bilancio e compagnia bella,cancellati dai ladroni precedenti e presenti in tutti gli ordinamenti del mondo,allo scopo di reperire risorse in modo più equo in tasche capienti e fraudolente.
Ebbene l'emendamento è stato rifiutato dall'asse di sostegno al governo.
La giustificazione del sottosegretario pinco pallino è stata patetica nell'esporrre le due o tre scemenze con cui credeva di ostentare una inesistente crociata anti furbastri.
La verità è che la tracciabilità e la regola dei mille euro non servono a stanare o fermare i disonesti,dato che nessuno può fargli niente fino a che quello che fanno configura reato dappertutto tranne che in Italia.
Servono invece a prenderci per il sedere facendoci credere che hanno fatto qualcosa contro i delinquenti quando invece hanno scelto scientemente di lasciarli continuare a delinquere.

E in questa schifezza (bocciatura dell'emendamento) il PD è complice.
Hanno sbraitato anni contro le leggi di furbizia finanziaria e ora le difendono ?
Non mi interessa un fico secco se è funzionale ad una manovra in fretta quale che sia.
Avrebbero per esempio potuto dire abbiamo troppa fretta e ora è andata così,ma al primo momento buono facciamo i conti col PDL su questo tema e su altri che sono troppo iniqui.
Della serie,prima mettiamo una pezza,e poi vediamo di sistemare le cose un pò alla volta.
Invece no,giù a testa bassa a difendere l'indifendibile,e questo significa che non c'è la minima intenzione di cambiare qualcosa in seguito.
E questo fa davvero accapponare la pelle.

Illuminante anche il commento semi-serio verso Di Pietro quando il sottosegretario si è trovato disarmato:
"ma lei li vuole proprio tutti in galera".
Ebbene si,se sono ladri,li vogliamo tutti in galera,e io non voterò mai più per chi invece cerca di paragli il culo.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 24/12/2011, 9:47

ma a propositi di sprechi, perché Di Pietro non presenta un emendamento per evitare che qualcuno vada in pensione, ancora oggi, a 45 anni (e lui ne è un valido esempio)?
Ultima modifica di franz il 24/12/2011, 12:14, modificato 2 volte in totale.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda Stefano'62 il 24/12/2011, 10:46

Forse prrché perché il vero punto di valutazione di un privilegio assurdo non é l'età,ma l'entità e il motivo del pensionamento.
O forse perché uno specifico emendamento del genere viene sottinteso e incluso nelle proposte più generali in materia pensiostica fatte da lui e rifiutate dagli altri.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 24/12/2011, 12:31

Stefano'62 ha scritto:Forse prrché perché il vero punto di valutazione di un privilegio assurdo non é l'età,ma l'entità e il motivo del pensionamento.

Non è l'entità e non è il motivo. E l'età c'entra.
Il motivo è il sistema fascio-coprporativo, che non si capisce bene perché ma la sinistra difende con calore e traporto, per cui ogni corporazione ha il suo sistema pensionistico particolare, le sue età e regole. Capita cosi' che un magistrato che lasci la magistratura a 45 anni riceva la sua pensione, cosi' come il politico quando lascia le camere (i due sistemi sono ancorati, infatti).
Vediamo invece come dovrebbe essere un sistema sociale sano ed europeo.
Indipendententemente dalla professione esercitata per un certo periodo (operaio, magistrato, politico, cantante, calciatore, impiegato, commerciante, avvocato) la pensione è unica e la si prende solo al raggiungimento di limiti e soglie uguali per tutti. Universali. Che sia quota 95, 100 o 105, vale per tutti. Ti risulta che Di Pietro abbia mai presentato una simile proposta? Che l'abbiano presentata altri? Chi, nel caso, si è opposto?
Tra l'altro anche se INPS ormai è il principale ente, al suo interno valgono circa 400 fattispecie diverse di contributi, importate dalla varie unificazioni ma anche dal fatto che la vecchia sigla di INPS era INFPS (nel 1933) e vi lascio immaginare cosa significasse la F.
Allora, per lottare contro evasione e sprechi dobbiamo predisporre diritti (e quindi regole) che sul livello nazionale siano uguali per tutti e che possano poi eventualmente vedere eccezioni locali (federalismo). Invece da noi si nega il federalismo e si regolano le eccezioni a livello di singola corporazione e gruppo di potere.
Il problema è quindi trasformare uno stato corpoprativo (per gruppi socliali) in un sistema federativo (di territori).
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda flaviomob il 24/12/2011, 14:10

Se chi lascia il lavoro ricevesse una pensione pari ai contributi versati, in rapporto alla sua previsione di vita, non ci sarebbe nulla di male. Certo, sarebbe una pensione di qualche decina di euro... :lol:
Ma il contributivo deve sanare la stortura, non il principio che uno possa andare in pensione quando vuole (ma ricevendo esattamente quello che ha versato, non un cent di più).


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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 24/12/2011, 15:13

flaviomob ha scritto:Se chi lascia il lavoro ricevesse una pensione pari ai contributi versati, in rapporto alla sua previsione di vita, non ci sarebbe nulla di male. Certo, sarebbe una pensione di qualche decina di euro... :lol:

Perfetto, cosi' ha un reddito alto puo' andare comunque in pensione prima di chi ha un reddito piu' basso.
È un principio profondamente socialista, mi pare. O mi sbaglio.
Spero di sbagliarmi e che siate d'accordo nel dirmi che sbaglio.
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