Credo che lo stallo è già cosa concreta e da tempo. La paralisi di gestione della cosa pubblica va avanti ormai in modo pressochè totale dall'inizio dell'affaire Ruby e dell'espulsione di Fini.
Francamente non so cosa si possa fare.
Forse ci si puo' solo augurare la possibile "fuga dei topi dalla nave che affonda".
Vittorio
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Com’è indigesto quel Porcellum
Alla fine il vento è cambiato, e per Berlusconi è arrivata quella batosta epocale meritata. Il dato politico che emerge da queste elezioni amministrative appare incontrovertibile: il Pdl e Berlusconi hanno perso. L’unica nota che potrebbe consolare il premier è il risultato della Lega, che ha subito anch’essa una battuta d’arresto. Effetti politici immediati probabilmente non ve ne saranno, la rinnovata fiducia di Bossi verso il presidente del Consiglio ne è conferma. Ma è innegabile che nel medio termine l'attuale esecutivo potrebbe andare sotto nelle votazioni in Parlamento, come già successo.
Berlusconi non farà quel doveroso passo indietro, non è nella sua indole, quindi la strada verso l'ingovernabilità è breve; come il rischio che vari componenti del suo equipaggio politico approdino tempestivamente ad altre sponde. Chiunque abbia un minimo di fiuto politico si è reso conto che è terminata un'era. Ci sono voluti ben diciassette anni perché il popolo italiano ne prendesse coscienza, ma finalmente la risposta è arrivata univoca. Il nostro Paese con una sola voce da Milano a Napoli ha dato la sua risposta: il berlusconismo ha fallito.
Ma se il premier venisse investito da un improvviso lume della ragione, dovrebbe iniziare a dialogare con l'opposizione per confrontarsi immediatamente su una nuova legge elettorale, naturalmente non prima di aver fissato la data delle prossime elezioni anticipate. Condurre l'Italia verso lo stallo legislativo potrebbe avere effetti insostenibili per la società e per l'economia. Sarà utopistico, ma Berlusconi dovrebbe avere un'impennata d'orgoglio, almeno nel tramonto, che gli permetta di accettare serenamente il risultato del campo e farsi da parte nell'interesse del Paese.
Fabrizio Vinci - NAPOLI
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Caro Vinci, dubito che lei verrà ascoltato dal nostro premier. L’ipotesi di cambiare la legge elettorale è appesa ad uno scenario non ancora maturo nella maggioranza: la separazione tra Lega e Pdl. Solo in questo caso Berlusconi potrebbe accettare di riscrivere, speriamo insieme con l’opposizione, le regole del voto.
Se Bossi dovesse decidere di correre da solo, costretto dalla necessità di rincorrere la base elettorale che si sta perdendo nell’abbraccio ormai decennale con il Cavaliere, allora stia sicuro che sarà ineluttabile cambiare la legge elettorale. Altrimenti ci terremo questo «porcellum» che ha prodotto solo una pessima rappresentanza parlamentare e onorevoli di poco spessore e soprattutto di zero autonomia politica: degli schiacciabottoni che mortificano il fare politica anche quando avrebbero i numeri per farlo.