da pierodm il 13/10/2010, 12:05
Qualche giorno fa un medico attribuiva la serie di episodi di cronaca di malasanità avvenuta negli ospedali nelle ultime settimane allo stress generale che c'è in tutto il paese.
Come medico non gli si può cheidere di più di una simile diagnosi, tanto probabilmente corretta quanto generica.
"Stress", infatti, può significare qualunque cosa: in Sardegna un paesino si sta ribellando allo stress provocato dal canto dei galli, all'alba.
Ma in verità il problema ha cominciato a presentarsi da diversi anni, non è un fenomeno di stretta attualità.
Tuttavia, né la dispersione nel tempo, né la difficoltà di individuare le cause del fenomeno, devono indurci a sottovalutarlo, o a cercare di semplificarlo o banalizzarlo: non tanto per una forma retorica di ortodossia buonista e benpensantista, ma perché è molto probabile (questo possiamo almeno ammetterlo come postulato, o come prima ipotesi di lavoro) che il fenomeno stesso sia non solo un poblema in sé, ma il sintomo di qualcosa di più grave e più profondo.
Persoanlemnte, nonostante questo genere di fenomeni attiri la mia atetnzione ele mie riflessioni da sempre, non ho un'idea univoca e determinata.
Ho colto, però, negli anni due fondamentali orientamenti al riguardo, che non giudico alternative fra loro.
Non intendo approfondire, ma mi limito ad una breve citazione.
La prima, che fa risalire la crescente aggressività alla lunga astinenza da una guerra, in occidente e in particolare in Europa.
La seconda - che maggiormante corrisponde alla mia idea, sia pure non precisamente determinata - che la mette in relazione con la "civiltà televisiva" e la virtualità delle tecnologie.
Assumere una o l'altra, o entrambe queste teorie come fondamento del fenomeno non significa, ovviamente, ignorare il ruolo che le contingenze socio-economiche o ambientali possono avere nello scatenare individualmente l'aggressività: queste, semmai, ci si presentano come le "cause immediate" di uno specifico episodio, ma qui, giustamente, stiamo parlando di "clima", ossia di un contesto nel quale si sommano e interagiscono tante "cause immediate" e che assume un valore diverso dalla somma delle singole cause immediate.
C'è però, per la verità, anche una terza ipotesi, che ha la sua parte di credibilità: la maggiore informazione, nel senso che non è tanto aumentata la violenza e l'aggressività, quanto invece è molto aumentata la quantità e la pervasività dell'informazione sugli episodi di violenza.