La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Il vicolo cieco della sinistra.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda Loredana Poncini il 28/08/2009, 7:49

" Il vicolo cieco della sinistra" di Molnar Thomas, Domenach Jean-Marie, Del Noce Augusto (Rusconi Libri) è fuori commercio, per cui vado a cercarlo nella Biblioteca Nazionale di Torino.
Ho bisogno di uscire dalla cronaca dell'immediato, e di rifocillarmi un poco, ispezionando il pensiero di ieri per mettere un po' meglio a fuoco l'oggi.
Spero che i prossimi mesi il vento autunnale sgombri le strade di noi viandanti dalle tante foglie secche !
E "Buona strada !", come diciamo noi scout, a tutti i forumulivisti ! :)
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda Loredana Poncini il 29/08/2009, 12:58

Il libro "Il vicolo cieco della sinistra" in biblioteca l'ho trovato, e l'ho preso in prestito.
E' la prima edizione (1970)- Ecco l'incipit della nota introduttiva : "Le speranze illuministe e marxiste sono messe a dura prova dagli avvenimenti del nostro secolo."
E la conclusione del dibattito è che la sinistra deve adoperare nuovi strumenti per capire la realtà del nostro tempo, rinunciando cioé a quanto c'è di meramente ideologico tanto nel marxismo-leninismo quanto nel progressismo neoilluminista. Cito l'ultima frase : " Normalmente si è pensato che l'affermazione di questa tesi è l'essenza della destra.
Invece non è così."
La domanda che sorge spontanea è che così facendo, cioè rinunciando ai miti che l'hanno generata, la sinistra non negherebbe se stessa ? Rispondono gli Autori del libro :"Il perseguimento della giustizia, la generosità,il rinnovamento non sono di per se stessi monopolio della sinistra. Ci si potrebbe anche domandare se i termini di destra e di sinistra abbiano ancora un significato o se siano sempre stati simboli del nominalismo ereditato dalla Rivoluzione Francese."

Interrompo la lettura e le citazioni, e tornando all'oggi, in Italia, mi chiedo il centro nella sinistra e il centro nella destra e il centro che si dice centro, che "centri" siano ! Sono puntiformi, come ogni centro al singolare ?
...l'indagine continua...
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda lucameni il 29/08/2009, 13:10

Ma è tanto difficile rinunciare al marxismo?
In Germania, nel '59, la SPD l'ha fatto e mi pare le sia andata piuttosto bene. Poi - per carità - sarà anche giusto selezionare il meglio o quello che si ritiene il meglio delle varie ideologie, ma il pensiero che certi "miti" siano irrinunciabili mi lascia sempre sconcertato; non fosse altro che certe applicazioni pratiche, alla luce degli avvenimenti del XX secolo, dovrebbero proprio ridimensionarli certi miti.
Sarà perchè di sinistra ho poco o nulla; forse per questo non riesco ad entrare nella vostra mentalità.
Come ho già detto più volte: a me di sinistra o destra importa il giusto, non fosse altro che non ho problemi di appartenenza che mi facciano perdere il senso di altri valori che ritengo più importanti (e che credo in fondo comuni alla sinistra e alla destra democratica).
Mi importa di più ragionare semmai su quale destra e su quale sinistra.
E intanto, mentre la sinistra si trastulla sui suoi miti, qualcun'altro si trastulla con le istituzioni per farsi gli affari suoi (e in compagnai dei sinistrorsi "diversamente concordi").
Vabbè.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda mariok il 29/08/2009, 20:26

Perchè mai considerare il marxismo come un mito da cui liberarsi?

E' forse un mito il razionalismo di Voltaire?

Se dovessimo ripudiare ogni concezione filosofica a causa dei fallimenti di alcune esperienze ad esse ispirate che ci rimarrebbe?

Credo che a nessuno, tranne che a Benedetto XVI e ad alcuni suoi fanatici seguaci, viene in mente di ripudiare in toto l'illuminismo solo perchè la rivoluzione francese ha conosciuto aspetti tragici come il terrore ed il giacobismo.

Così credo che il fallimento delle dittature del proletariato, realizzatesi nelle esperienze del cosiddetto socialismo reale, non siano motivo sufficiente per buttare come vecchi arnesi inutili o dannosi gli strumenti di analisi della società e dei fenomeni economici che ne sono alla base lasciateci da Marx.

I problemi del controllo dei mezzi di produzione e dei meccanismi di accumulazione della ricchezza restano ancora irrisolti.

Le risposte date da Marx, almeno per come fino ad oggi concretizzate, non li hanno risolti, ma non credo che per questo vadano considerati come un'invenzione mitologica.

Superare il marxismo credo che voglia dire arricchire di nuovi strumenti la nostra capacità di lettura della società e dei fenomeni che l'attraversano, senza balzi all'indietro tesi inevitabilmente a rivalutare altri miti dwl passato in contrapposizione rispetto a quelli che si dice di voler abbandonare.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda lucameni il 29/08/2009, 22:11

Il mito di cui liberarsi è il marxismo come "scienza politica", come linea guida dell'azione politica. Mi pare di averlo specificato.
Altrimenti dovremmo dire che nel '59 la SPD ha fatto male a liberarsi dei residuati marxisti? Diciamo pure che tra Marx e Bernstein hanno scelto quest'ultimo e mi pare c'abbiano azzeccato.
Francamente tutti questi distinguo, sottili o meno, mi lasciano sempre sconcertato.
C'è qualcosa che nella sinistra non è andato proprio bene no, almeno nel XX secolo?
Forse l'idea della dittatura del proletariato?
Bene, allora se questa ha dimostrato di essere una soluzione poco praticabile e con effetti collaterali poco gradevoli, visto e considerato che è emanazione del marxismo, non vedo lo scandalo nel ripudiarla, al di là delle analisi marxiane.
L'analisi, la speculazione è una cosa. Altro la pretesa di dare una scientificità e un'applicazione pratica alle teorie marxiste.
Dove sarebbe il problema?
Il fatto di aver usato la parola "miti" e "ripudiare"?
Possiamo anche usare anche dei termini più soft, ma poi il legittimo auspicio che la sinistra abbandoni certi obiettivi e certe idee rimane.
MI immagino già la replica: un destro come te vorrebbe che la sinistra rinnegasse se stessa.
No.
Mi sono riferito esplicitamente al marxismo e, come esempio, ho citato il congresso di Bad Godesberg: e non mi pare che da allora la PSD sia diventata di destra. E' stata - probabilmente - un'altra sinistra. Forse anche più democratica.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda franz il 29/08/2009, 23:18

mariok ha scritto:Così credo che il fallimento delle dittature del proletariato, realizzatesi nelle esperienze del cosiddetto socialismo reale, non siano motivo sufficiente per buttare come vecchi arnesi inutili o dannosi gli strumenti di analisi della società e dei fenomeni economici che ne sono alla base lasciateci da Marx.

Hai ragione. Infatti quegli strumenti di analisi sono da scartare non tanto per i danni prodotti da chi li ha usati in malo modo ma soprattutto perché in oltre un secolo e mezzo di altre analisi, di altri studi, di altre teorie, sono stati superati e sorpassati. Nonche "falsificati", nel senso di dimostrati falsi. Come falsificati sono anche stati alcuni postulati del liberismo.
Nell'analisi "scientifica" ed economica di Marx oggi non c'è piu' nulla da tenere come valido. Peggio ancora per il pensiero politico. Poi ovviamente noi possiamo e dobbiamo studiare i pensatori del passato (meglio se purificati dal dogma e dal mito che piu' tardi ha avvolto il loro pensiero) ma non per questo quello che è falso diventa vero, quello che è obsoleto diventa moderno.
Chi pensa che Marx sia valido ed utilizzabile, secondo me vive ancora nel mito.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda mariok il 29/08/2009, 23:22

Credo che il problema non sia quello di voler difendere a tutti i costi il marxismo come "scienza politica", ma quello di superare quell'esperienza andando avanti, non tornando indietro.

Dichiarare fallita l'esperienza storica che si è fondata su quella "scienza politica" non basta a risolvere il problema.

Bisogna chiarire non solo quello da cui ci vogliamo giustamente liberare, ma anche dove vogliamo andare.

E' giusto fare riferimento all'esperienza socialdemocratica tedesca per contrapporla ai disastri del comunismo. Non vorrei però che immediatamente dopo aggiungessimo che anche l'esperienza socialdemocratica è fallita, per l'insostenibilità dello stato sociale da essa messo in piedi, per picconare un altro patrimonio della "sinistra".

Non è lecito il dubbio, a questo punto, che a furia di picconate le uniche prospettive che ci vengano lasciate siano quelle del libero mercato sul piano economico e delle "radici cristiane" su quello etico e sociale?

Detta in maniera più "terra terra", credo che il problema del tipo di sviluppo che vogliamo perseguire e quello (più attuale) dell'utilizzo razionale e "sostenibile" delle risorse rimanga tutto intero davanti a noi, anche dopo aver giustamente ripudiato il marxismo come "scienza politica". A meno di non voler credere che basti la capacità di autoregolamentazione del mercato a dispetto di tutte le evidenze contrarie che ci provengono dall'esperienza anche più recente.

Francamente mi lasciano sconcertato, oltre ai sottili distinguo, anche le lezioni di coloro che si limitano a dirci tutto ciò che di sbagliato vi è stato nella storia della sinistra, senza però indicare con altrettanta chiarezza le soluzioni alle questioni che la sinistra non è stata capace di risolvere.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda franz il 30/08/2009, 9:39

mariok ha scritto:E' giusto fare riferimento all'esperienza socialdemocratica tedesca per contrapporla ai disastri del comunismo. Non vorrei però che immediatamente dopo aggiungessimo che anche l'esperienza socialdemocratica è fallita, per l'insostenibilità dello stato sociale da essa messo in piedi, per picconare un altro patrimonio della "sinistra".

Non è lecito il dubbio, a questo punto, che a furia di picconate le uniche prospettive che ci vengano lasciate siano quelle del libero mercato sul piano economico e delle "radici cristiane" su quello etico e sociale?

Detta in maniera più "terra terra", credo che il problema del tipo di sviluppo che vogliamo perseguire e quello (più attuale) dell'utilizzo razionale e "sostenibile" delle risorse rimanga tutto intero davanti a noi, anche dopo aver giustamente ripudiato il marxismo come "scienza politica". A meno di non voler credere che basti la capacità di autoregolamentazione del mercato a dispetto di tutte le evidenze contrarie che ci provengono dall'esperienza anche più recente.

Eppure il mondo cambia e quindi le rivoluzioni comuniste, che avevano logica nel 1850, ora sono sterili. Cosi' come la socialdemocrazia ha avuto il suo periodo d'oro ma poi è stata messa in grossa difficoltà dalle sfide della globalizzazione e bisogna quindi cercare altre nuove soluzioni sociali. Anche il fordismo ha fatto il suo tempo, sostituito dal tojotismo.
Che il mercato sia oggi il motivo dominante della nostra società è indubbio, ma il mercato di oggi non è quello del 1800 (sia per estensione, sia per regole, sia per sistemi e metodi di produzione oltre che per beni e servizi scambiati) cosi' come il modo di essere cristiano oggi (termine generico che abbraccia cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani, copti) non è certo quello del 1800. Insomma tutto lentamente cambia e mentre si risolvono alcuni problemi ne generiamo sempre di nuovi, che necessitano nuove soluzioni, nuove "scienze", nuovi metodi.
Rimane in un vicolo cieco chi continua ad usare vecchi strumenti per nuove soluzioni.
La storia dell'uomo è storia di innovazione, tecnica, ideologica, metodologica, scientifica.
È anche la storia di dogmi che frenano lo sviluppo e la scoperta di nuove soluzioni.

Per fare un esempio, Pitagora, di cui tutti studiamo il noto teorema, rifiuto' le innovazioni che scaturivano dalle sue stesse indagini (i numeri irrazionali) perché erano contrarie alla sua costruzione filosofica, alla sua "radice".
Pitagora lo studiamo (male) la ma sua scuola, i pitagorici, non sono piu' fonte ispiratrice di "scienza".
Pitagora, pur avendo scoperto il teorema, credeva fermanente in cose sbagliate, su cui aveva costruito un dogma ed una scuola. Per risolvere alcuni semplici problemi di oggi usiamo ancora il teorema di Pitagora ma non usiamo le sua altre idee sbagliate e questo ci ha aperto la strada alla soluzione di innumerevoli nuovi problemi.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda pierodm il 30/08/2009, 11:07

Mariok, hai ragione, ma forse sei perfino troppo timido.

Io francamente non capisco questo modo di trattare la storia e la filosofia politica, centrato sui "ripudi" e sulle "adozioni" come se si trattasse di materiale per l'edilizia o modelli di frigorifero.
Capisco che in un normale dialogo non si possa ogni volta scrivere trattati storiografici, ma l'essenzialità delle nostre affermazioni non può diventare il pretesto per una semplificazione che somiglia più ad una distruzione, all'annullamento di significato, ad un riduttivismo che disonora la complessità degli argomenti.

Parlando, per esempio, di marxismo, volerlo vedere come una teoria che si deve "ripudiare" (o qualcosa di simile e magari più soft) ha lo stesso significato che gli attribuivano quelli che lo volevano considerare un Vangelo: stesso estremismo, di segno opposto, ma intellettualmente e culturalmente equivalente.
Ma di questo ho la sensazione che se ne sia già parlato, e sinceramente lo considero un tema, in se stesso, piuttosto abusato, nel quale ci sono troppe ovvietà da dire e da ripetere prima di arrivare (forse) a qualcosa d''interessante.
Piuttosto, l'ansia (e la tenacia) con la quale ci si premura di mettere una lapide definitiva sul "marxismo" lascia sospettare che nel marxismo ci sia qualcosa che dia molto fastidio al pensiero unico dominante - un sospetto, dico, che dovrebbe aleggiare nella mente degli ingenui di buona volontà e di serena intelligenza, vale a dire per chi segue in buona fede una visione modernistica della storia e della politica.

A Franz vorrei dire soltanto che mi sembra piuttosto stravagante mettere a confronto chi ha operato nel campo della sociologia e della filosofia politica - marxismo, liberalismo - con categorie diverse del pensiero, come se queste ultime avessero rispetto alle altre una qualche forma di autorità in più, o una "scientificità" più comprovata.
Detto in altri termini, i critici del marxismo - diciamo pure Popper che tanto caro è a Franz - sono altrettanto datati e discutibili del marxismo stesso, con esiti politici assai meno chiari o almeno assai meno dichiarati.

Tutto questo, beninteso, senza che il sottoscritto si sia mai sentito "marxista", dato che non ho mai considerato il marxismo una fede o una confraternita alla quale aderire, o dalla quale uscire dando le dimissioni, ma l'ho sempre visto come una parte, un prodotto - insieme con il liberalismo, politicamente -della nostra cultura europea occidentale, sulla quale poggia la società contemporanea.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda franz il 30/08/2009, 11:33

pierodm ha scritto:A Franz vorrei dire soltanto che mi sembra piuttosto stravagante mettere a confronto chi ha operato nel campo della sociologia e della filosofia politica - marxismo, liberalismo - con categorie diverse del pensiero, come se queste ultime avessero rispetto alle altre una qualche forma di autorità in più, o una "scientificità" più comprovata.
Detto in altri termini, i critici del marxismo - diciamo pure Popper che tanto caro è a Franz - sono altrettanto datati e discutibili del marxismo stesso, con esiti politici assai meno chiari o almeno assai meno dichiarati.

Sarà stravagante per te ma visto che Marx si proponeva come fondatore del socialsimo scientifico, termine volutamente evidenziato, e che poi questo pensiero è stato dogmatizzato e visto come un Vangelo, mi pare piu' che coerente evidenziare gli aspetti falsificati (che mi risulta siano tutti). Cosa assai rilevente se si pensa che molti poi hanno dogmatizzato e "vangelizzato" il suo pensiero. Per quanto riguarda Popper, non mi risulta invece che esista o sia esistito un popperismo o una dottrina politica attiva per la costituzione di una società popperiana. Il fatto che il pensiero di un filosofo come Popper sia eventualmente superato da quello di altri, non comporta alcun problema, visto che nessun partito oggi si basa su un presunto popperismo.
Vedo che invece continua a comportarlo per il marxismo, e questo vorrà pur dire qualche cosa.
Se appena si parla di (ri)mettere in soffitta Marx, qualcuno si chiede cosa ne sarà della sinistra, è chiaro che qualcuno teme che senza marx ci sia il vuoto. Potrebbe avere anche ragione.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 21 ospiti