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La Manovra senza futuro

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La Manovra senza futuro

Messaggioda franz il 25/12/2018, 10:13

La Manovra senza futuro

Di, Alberto Bisin - Affari e Finanza del 24/12/18

Ora che è stato raggiunto l’accordo sulla Legge di Bilancio è venuto il momento per alcune considerazioni generali sulla politica economica di questo governo e sulla situazione economica del paese.

Come è apparso chiaro sin dall’inizio il governo ha affrontato la Legge di Bilancio come una prova di forza nei confronti della Ue. Nessun interesse alla sostanza, ridotta agli “zerovirgola”, ma una sfida all’Europa, un grimaldello per rompere la sua fragile unità politica e le sue regole. Entrati a muso duro nella trattativa al grido di “non siamo la Grecia” ne siamo usciti umiliati dalla constatazione che “non siamo la Francia”.

Il governo deve ora affrontare la reazione delle frange più vocali dei propri elettori, che interpretano questo accordo sul bilancio come una ritirata o addirittura un tradimento. Questo comporta il parziale isolamento degli esponenti sovranisti della maggioranza, politici e commentatori senza scrupoli e senza competenze le cui posizioni pubbliche tanto aggressive quanto insensate sono state in buona parte responsabili dello spread nei mesi scorsi.

Meglio così. Ma ora, persa la prova di forza con la UE, isolati i No-Euro, e rimandata la crisi finanziaria, il paese si ritrova comunque con una pessima Legge di Bilancio e più in generale con una pessima politica economica, del tutto simile a quella che il paese segue ormai da decenni e che non farà che accellerarne il declino, incrinando i suoi vari punti deboli.

Innanzitutto il peccato originale, quel mal congegnato assistenzialismo che colora da sempre la nostra politica fiscale. A questo la Legge di Bilancio aggiunge regalie senza logica e struttura che stanno a reddito di cittadinanza e contro-riforma delle pensioni come il 2,4 di debito sta al 2,04. Un “vorrei ma non posso” che getta spesa pubblica a pioggia senza realmente aiutare, che per giunta favorirà il lavoro nero e, con ogni probabilita’, porterà ad un aumento della pressione fiscale a partire dal 2020.

E poi i mercati finanziari, inefficienti e protetti, tallone d’Achille dell’economia italiana. Lo spread, cioè la perdita di valore di mercato del debito sovrano, non ha fatto che peggiorare i già precari bilanci delle banche che ne possiedono una larga quota. Gli interventi della maggioranza riguardanti istituti di credito cooperativo non sono che un trucco contabile per ritardare la contabilizzazione di queste perdite, senza agire sulla sostanza. La sostanza è un sistema finanziario debole, che i governi precedenti così come questo non hanno fatto che proteggere per interesse politico particolare, con la testa nella sabbia. Il fatto che altri paesi in Europa si comportino in modo simile non dovrebbe affatto rassicurarci: il minimo comun denominatore non è mai buona regola di politica economica.

Ed infine, gli investimenti mancati, il futuro che lascia sempre spazio al presente. Il paese pare rassegnato a non investire, né in capitale fisico né in capitale umano, né direttamente nel settore pubblico né incentivando quello privato. La “quadra” sul bilancio con la Commissione sta proprio in questo, nel ridurre l’elemosina precedentemente prevista per politiche di investimento, in accordo con l’anima anti-modernista di questo governo No Tav, No Terzo Valico, No negozi aperti, No tutto. Mentre la produttività totale dei fattori è stagnante da decenni l’unica occupazione della politica economica pare essere redistribuire risorse dai settori produttivi a quelli improduttivi, da chi lavora a chi non lavora, dai giovani ai vecchi, a disoccupati e pensionati. Sia chiaro, questo non è welfare, ma piuttosto politica miope e senza orizzonte proprio perché non associa protezione sociale a investimenti ed incentivi alla riconversione.

In queste condizioni il paese non sarà in grado di affrontare il prossimo rallentamento della crescita globale, sia esso l’anno prossimo o in un paio d’anni. Il sistema finanziario rischia di sgretolarsi davanti ad un’altra crisi, essendo uscito azzoppato da quest’ultima. Il bilancio fiscale non ha spazio per politiche espansive anti-cicliche, perché gli avanzi primari di questi anni non sono stati sufficienti a compensare i costi di rifinanziamento dell’enorme debito, che continua a crescere in proporzione al Pil. La politica monetaria non ha effetti reali sostanziali al di là del breve periodo: la Bce ha evitato la crisi finanziaria in Europa ma nessuna politica monetaria ha effetto alcuno nel contrastare una politica fiscale irresponsabile e una economia reale che non investe e non cresce.

No, la situazione economica del paese non è affatto responsabilità di questo governo. È l’effetto di politiche economiche fallimentari ormai decennali. Ma questo governo continua e peggiora quelle stesse politiche in un contesto in cui il redde rationem si avvicina sempre più velocemente.
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