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E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda franz il 09/10/2018, 9:10

Ricevo questa segnalazione .... (Grazie a Paolo Biffis)

Osservate questo grafico:

Immagine

La curva cresce al diminuire del rating assegnato da S&P (dal max, AAA, al min, B- ) ai CDS dei titoli di Stato dei diversi Paesi, mentre il punto nero rappresenta lo scostamento, da quella ipotetica curva, del giudizio assegnato ai medesimi CDS da parte del mercato.

Come ben si vede, il punto rosso rappresenta lo scostamento del giudizio sui CDS italiani.

Cosa significa?
È in atto una gigantesca "speculazione"?
S&P ha preso un granchio?
O gli investitori che comprano debito pubblico italiano si tutelano decidendo di pagare addirittura un 2.5% extra pur di non rischiare di perdere il capitale?

Ora fissate il punto rosso e sposatevi orizzontalmente sulla destra.
Arriviamo alla posizione del Brasile.

Ora scendiamo verticalmente e arriviamo a BB-

Questa in pratica la valutazione che i mercati danno del debito pubblico italiano.

Cosa faranno le agenzie di rating?

I CdS sono comunque un prodotto di mercato, fatto di domanda e offerta. Non credo che i CdS (che variano ogni giorno) siano "sbagliati". Se vengono offerti a quel prezzo e gli investitori li comprano, significa che questi ultimi reputano il prezzo adeguato. Di fatto se qualcuno decide di spendere 253'000 euro per tutelare un investimento di 10 milioni, accollandosi quindi un onere supplementare del 2.53% non so se si possa parlare di speculazione.

Tra l'altro ho letto che ora i CdS non solo tutelano dal rischio di default totale o parziale ma anche dal rischio di essere ripagati in una moneta diversa da quella usata per l'acquisto. Ho letto bene o è una bufala? Quindi mi pare che se fosse vero gli investitori si stiano tutelando non solo verso il rischio di default ma anche di un'eventuale uscita dall'euro.

Scommessa o speculazione, alla fine credo che le agenzie di rating, più di noi, hanno le conoscenze per capire se è il CdS ad essere estremo o il rating da riposizionare.


PS: prima di scrivere ho verificato che il grafico non fosse bufalesco. In tempi di fake news non si sa mai.
Il CdS Italia, ieri a 253, oggi viaggia a 271
https://www.boursorama.com/cours/cds/3xITALY/

Il CdS del brasile è 241.9 (inferiore a quello italiano).
http://www.worldgovernmentbonds.com/cds ... l/5-years/
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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda franz il 19/10/2018, 7:35

Euro, Italexit è la vera paura dei mercati: lo dicono i Cds
–di Morya Longo 11/10/2018

Ha ragione il ministro Tria quando afferma che l’Italia ha fondamentali economici solidi. Infatti i mercati non sono preoccupati per i fondamentali. E neppure per un’improbabile insolvenza dell’Italia. La maggiore paura, quella che tiene elevato lo spread BTp-Bund oltre ogni ragionevolezza economica, è politica: gli investitori temono che l’Italia possa prima o poi uscire dall’euro. Questa preoccupazione è misurabile attraverso le quotazioni di speciali derivati chiamati Cds: calcola Calipso, società specializzata nel settore, che attualmente i prezzi dei Cds assegnano una probabilità bassa all’ipotesi di insolvenza dell’Italia (il 13,2%) e una probabilità quasi doppia all’ipotesi che il Paese torni alla lira (23,8%). È evidente che le rassicurazioni date dal Governo su questo tema non convincono gli investitori.

GUARDA IL VIDEO / Italexit: senza capitali esteri costi nazionali a carico dei cittadini

Spread e Borse: perché il mercato non crede all’Italia
I credit default swap (Cds) sono polizze assicurative con cui gli investitori si coprono dal rischio di insolvenza di qualunque azienda o Stato. Inclusa l’Italia. Di Cds, per una riforma del 2014,in Europa ne esistono due tipi diversi. Il primo tipo è quello vecchio (precedente al 2014), che assicura gli investitori solamente dal rischio che uno Stato diventi insolvente. Il secondo Cds (nato dopo la riforma del 2014) assicura invece gli investitori non solo dal rischio di default come il primo, ma anche dalrischio di ridenominazione del debito. Basta quindi confrontare i prezzi di questi due Cds per calcolare le probabilità implicite di default e di uscita dall’euro dell’Italia. Calipso l’ha fatto. E il risultato è chiaro: il mercato non teme tanto l’insolvenza dell’Italia (il 13% di probabilità è basso ed era stato toccato anche nel 2017 e nel 2016), ma l’eventualità che presto o tardi il Paese voglia tornare alla lira. La percentuale del 23,8% - segnala Calipso - è calcolata in base a un’ipotesi di svalutazione della lira del 30% e a una correlazione con il default al 50%.


Italexit: senza capitali esteri costi nazionali a carico dei cittadini
Bene inteso: i mercati non sono Nostradamus. Spesso sbagliano le previsioni. Ma il problema non cambia: attualmente questa è la loro percezione (i Cds non sono sondaggi ma prezzi effettivi di strumenti finanziari), e giusta o sbagliata che sia su questa percezione gli investitori basano le loro scelte. Se lo spread tra BTp e Bund restasse alto, se le banche soffrissero troppo e riducessero il credito alle imprese, sarebbe una magra consolazione dire che il mercato si sbaglia. Perché anche sbagliandosi, è in grado di fare danni enormi. Ingiusti forse. Ma enormi lo stesso.
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza ... 3517.shtml?
uuid=AEzgcXLG

Note: se osservate il grafico, esso si ferma circa a metà 2018, anche se l'articolo è di pochi giorni fa.
Non sono riuscito a trovare nulla sul sito della fonte riporta (calipso) ma è ovvio: sono informazioni a pagamento.
Tuttavia ho questo grafico francese sui CDS italia a 5 anni
https://www.boursorama.com/cours/cds/3xITALY/
Il valore attuale è 270 la forma della linea potrebbe corrispondere alla linea rossa del grafico di caplypso riportato dal Sole24Ore (e copiaincollato da altri). Non trovo traccia dell'altro CDS (quello normale) ma se mi imbatto in qualche cosa ve lo comunico.
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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda franz il 19/10/2018, 17:31

Mi correggo. Impennata odierna.

CDS-5A ITALIE
283.100 USD
+4.70%
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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda trilogy il 20/10/2018, 8:11

https://www.cnbc.com/italy-government-bonds/
Qua si trovano i prezzi dei cds sui titoli di stato. È un mercato non regolamentato quindi i prezzi vanno presi con un po' di cautela. Un trucco per capire capire se sono credibili è confrontare l'andamento del cds con l'andamento dello spread tra le varie scadenze dei titoli. Mi spiego se tra i tassi di un btp a 2 anni e uno a 5 anni ci sono 100 punti di differenza 1% e improvvisamente questo spread si riduce a 50, ed in parallelo i cds schizzano verso l'alto, il segnale di crisi è molto credibile. Se la curva dei tassi si inverte, cioè i titoli a breve rendono più di quelli a lungo termine, ed i cds segnano prezzi da default, il rischio è credibile
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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda franz il 20/10/2018, 18:57

Il link porta ai bonds
i cds sono qui: https://www.cnbc.com/sovereign-credit-default-swaps/

Dati CDS forniti da: S & P Capital IQ
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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda franz il 21/10/2018, 8:38

Parte il tiro al debito italiano: almeno 35 miliardi di munizioni pronte a colpireParte il tiro al debito italiano: almeno 35 miliardi di munizioni pronte a colpire

Il nervosismo dei mercati di questi giorni rischia di esser solo un antipasto: molti fondi "attivi" sono pronti a scommettere su un peggioramento della situazione. E rischiano di trascinare con sé il grosso della finanza internazionale, che ha in mano 600 miliardi di titoli


di MAURIZIO RICCI
20 Ottobre 2018

L’assalto alla fortezza del debito pubblico italiano è partito, forse ancora prima del previsto, anticipando anche il voto delle agenzie di rating, che, con Moody’s, è arrivato solo venerdì sera, a mercati chiusi. Del resto, nella santabarbara dei corsari della finanza erano già state stivate, in queste settimane, munizioni sufficienti per un attacco in grande stile e, trattandosi di materiale rischioso da maneggiare, nessuno, evidentemente, voleva aspettare troppo a lungo. Ora, le condizioni per un bombardamento massiccio ci sono tutte. La potenza di fuoco che può essere messa in campo fin da questo primo attacco è, infatti, impressionante: più di 35 miliardi di dollari da buttare subito sul mercato, vendendo allo scoperto Bot e Btp, fino a far affondare il prezzo e lucrare sul crollo.

In realtà, anche 35 miliardi di dollari è solo una stima parziale e settoriale del vortice che può investire i titoli del Tesoro e delle banche italiane. Secondo Ihs Markit è il valore di Bot e Btp che risultano, attualmente, presi in prestito e che dovranno essere restituiti. Anche se ci possono essere altre motivazioni, l’indicazione è significativa, perché prendere a prestito titoli è il modo più semplice e diretto per venderli allo scoperto e speculare al ribasso. Si va da una assicurazione, una banca, un fondo di investimenti che ha questi titoli nel proprio patrimonio e intende mantenerli fino alla scadenza, ma non disdegna guadagnare qualcosa in più noleggiandoli. Il corsaro li affitta perché le regole impongono di avere la disponibilità dei titoli che si vendono e che vanno consegnati al compratore a stretto giro. Una volta venduti, si aspetta che il prezzo sia caduto abbastanza per ricomprarli e restituirli al legittimo proprietario, guadagnando la differenza.

Un anno fa, con le acque calme, i titoli italiani in prestito non superavano i 23 miliardi di dollari. Erano arrivati a 35 miliardi solo a giugno, al picco dell’isteria sulla formazione del nuovo governo e il piano B per uscire dall’euro. Sono tanti 35 miliardi di dollari? Per il mercato italiano sì. Più o meno è quanto si scambia sui mercati, in titoli italiani, in più di una settimana, al ritmo di routine di 7-8 miliardi di dollari al giorno. Ma i 35 miliardi sono, peraltro, solo la punta dello sperone che deve scardinare le difese del Tesoro. Sono le fiches che intende puntare quella che è una nicchia limitata degli operatori: i fondi che chiamiamo attivi – o, più sbrigativamente, speculativi – che operano quotidianamente comprando e vendendo, navigando sulla volatilità delle quotazioni. Il grosso degli oltre 600 miliardi di euro di titoli italiani in mano a investitori esteri (per non parlare degli italiani presenti sul mercato) è posseduto da fondi cosiddetti passivi che si muovono con strategie di periodo medio-lungo e non guadagnano sulle operazioni giorno per giorno. Alcuni di questi grandi fondi (Pimco) ad esempio, sono già usciti da mesi dal mercato italiano. Altri (Blackrock) sono ancora qui, ma, se i corsari sfondassero, li seguirebbero, mettendo sul mercato i loro titoli e rendendo la rotta (già oggi identificata nello spread a 400, pericolosamente sempre più vicino) inevitabile.

Naturalmente, la spirale dei titoli in prestito e delle vendite al ribasso funziona anche a rovescio, ovvero in positivo. Se i prezzi dei titoli italiani risalgono e i corsari si convincono che l’attacco è prematuro dovranno ricoprire rapidamente le loro posizioni, per evitare di perder troppo nel restituire i titoli noleggiati. E sarà lo spread a scendere in picchiata. Al momento, tuttavia, sono in pochi a credere che il governo italiano sia in grado di restituire rapidamente serenità al mercato e fiducia nella finanza pubblica del 2019. Mentre Moody’s ci degrada appena un gradino sopra i titoli-spazzatura come la Grecia e in attesa che Standard’s&Poor’s si adegui, gli umori della finanza globale sull’Italia sono riassunti da un grafico fatto circolare da una autorevole agenzie di ricerche finanziarie, Ts Lombard. A parte la Grecia, si vede che fra lo spread italiano verso il Bund e quello del resto dell’eurozona, c’è un abisso. Il paese più vicino – il Portogallo – ha uno spread che è la metà di quello italiano. Senza tanti complimenti, Ts Lombard commenta: perché l’Italia non ha già un rating spazzatura come la Grecia?

Grafici nell'articolo originale.
https://www.repubblica.it/economia/rubr ... 209414259/



Articolo interessante, perché svela che solo il 5% circa dei bond italiani in mano estera potrebbero essere in possesso ai "pirati" speculativi ma che il 95% se le cose si mettono male potrebbero anche loro vendere. Per poi ricomprarli non si sa.

Secondo me aspettano in molti che la Grecia torni sui mercati, nel gennaio 2019. Manca poco.
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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda trilogy il 31/10/2018, 14:16

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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda franz il 31/10/2018, 15:11

trilogy ha scritto:http://www.borse.it/articolo/ultime-notizie/Bankitalia-Visco-aumento-spread-e-dovuto-per-meta-a-rischio-uscita-da-euro__498440

interessante l'analisi di Visco

Effettivamente corrisponde a quanto scritto in uno degli articoli che avevo riportato sopra:
Ha ragione il ministro Tria quando afferma che l’Italia ha fondamentali economici solidi. Infatti i mercati non sono preoccupati per i fondamentali. E neppure per un’improbabile insolvenza dell’Italia. La maggiore paura, quella che tiene elevato lo spread BTp-Bund oltre ogni ragionevolezza economica, è politica: gli investitori temono che l’Italia possa prima o poi uscire dall’euro. Questa preoccupazione è misurabile attraverso le quotazioni di speciali derivati chiamati Cds: calcola Calipso, società specializzata nel settore, che attualmente i prezzi dei Cds assegnano una probabilità bassa all’ipotesi di insolvenza dell’Italia (il 13,2%) e una probabilità quasi doppia all’ipotesi che il Paese torni alla lira (23,8%). È evidente che le rassicurazioni date dal Governo su questo tema non convincono gli investitori.
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Re: E si torna a parlare di CdS (Credit Default Swap)

Messaggioda Robyn il 31/10/2018, 22:43

Tremonti lancia i bond Tremonti Twist.Acquistabili volontariamente,ci mancherebbe altro,con basso tasso di interesse ma detassati per incentivarne l'acquisto
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