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L’obiettivo della flat tax, invece, veniva definito «più interessante». «Coincide con l’obiettivo di riduzione della pressione fiscale come condizione di una politica di crescita, soprattutto se si vede questo obiettivo non tanto come un modo per aumentare il reddito spendibile di famiglie e imprese, e quindi sostenere la domanda interna, ma come un modo per aumentare il rendimento dei fattori produttivi, lavoro e capitale, e quindi anche degli investimenti».
Il ministro dell’Economia «in pectore» indica anche la fonte di finanziamento dell’operazione, almeno per una «parte consistente». «Non si vede - scriveva Tria - perché non si debbano far scattare le clausole di salvaguardia di aumento dell’Iva». Vedremo se, una volta in carica, confermerà il suo convincimento.
Era in pectore, dopo il giuramento sarà proprio lui il ministro
Ma dovrebbe sapere che l'aumento dell'IVA è dovuto come clausola di salvaguardia per altre spese non diminuite e quindi non può essere usato per pareggiare di altre nuove.
Inoltre non tornano le cifre. La Flat Tax costa 50 miliardi, secondo l'osservatorio di Cottarelli. Quanto dovrebbe aumentare l'IVA per pareggiare i 50 miliardi mancanti? L'Iva è passata dal 21 al 22% nell'ottobre 2013. In confronto tra il gettito 2013 (112 miliardi) e quello 2014 (114) e 2015 (119) ci dice che tutto sommato l'aumento di un punto genera poco gettito (7 miliardi) e che per ricuperare 50 miliardi l'IVA andrebbe aumentata di 7.2 punti. Ammesso e non concesso che la misura, fortemente recessiva, non uccida il paziente.
Lasciamoli governare?