Povertà, “Italia primo Paese europeo per numero di cittadini in condizioni di deprivazione. Sono 10,5 milioni”
La classifica Eurostat vede l'Italia davanti a Romania e Francia. Sono considerate indigenti le persone che non si possono permettere almeno cinque cose necessarie per una vita dignitosa, come un pasto proteico ogni due giorni, abiti decorosi, due paia di scarpe, una settimana di vacanze all'anno, una connessione a internet. I poveri assoluti nella Penisola sono triplicati in 10 anni
di F. Q. | 13 dicembre 2017
L’Italia è il Paese europeo in cui vivono più poveri. Sono 10,5 milioni, su un totale a livello Ue di 75 milioni, i cittadini che hanno – per esempio – difficoltà a fare un pasto proteico ogni due giorni, sostenere spese impreviste, riscaldare a sufficienza la casa, pagare in tempo l’affitto e comprarsi un paio di scarpe per stagione e abiti decorosi. Gli italiani in questa condizione rappresentano il 14% del totale europeo e sono più dei 9,8 milioni di abitanti della Romania nella stessa situazione, anche se in termini percentuali la Penisola è undicesima tra i 28 Stati membri con un 17,2% di indigenti sul totale. A rendere ufficiale la classifica è stata l’Eurostat, secondo cui dietro Roma e Bucarest c’è Parigi: i francesi in stato di deprivazione sociale sono 8,4 milioni. Il poco invidiabile primato non stupisce se si pensa che, stando ai dati Istat, negli ultimi dieci anni i “poveri assoluti” – chi non è in grado di acquistare nemmeno beni e servizi essenziali – sono triplicati. Nel 2006 erano 1,66 milioni, l’anno scorso l’istituto di statistica ne ha contati 4,7 milioni. Tra cui 1,3 milioni di bambini.
Gli indicatori Ue: possibilità di fare un pasto proteico, possesso di due paia di scarpe – La cifra diffusa martedì dall’istituto europeo è più del doppio rispetto a quella relativa ai poveri assoluti perché la visuale si allarga a tutti i residenti “in stato di deprivazione”. Sono considerate tali le persone che non si possono permettere almeno cinque cose ritenute necessarie, come un pasto proteico ogni due giorni, vestiti nuovi per sostituire quelli inutilizzabili, un’auto, due paia di scarpe, una settimana di vacanze all’anno, una connessione a internet, un‘uscita al mese con gli amici.
Se invece dei numeri assoluti si guardano le percentuali, la classifica cambia. I Paesi europei con le maggiori quote di cittadini deprivati sono Romania, con il 49,7%, Bulgaria (48%), Grecia (36%), Ungheria (32%) e Lituania (29%). I Paesi nordici sono quelli che stanno meglio. La percentuale di indigenti sulla popolazione è solo del 3% in Svezia, del 4% in Finlandia e del 5% in Lussemburgo e del 6% in Danimarca. In tutta la Ue la deprivazione colpisce di più le persone con livelli di istruzione bassi. Il 25% dei cittadini con bassi livelli di istruzione ne soffre, mentre il tasso è solo del 14% tra chi ha un’istruzione secondaria e del 5% per i laureati.
Povertà triplicata in dieci anni – La povertà in Italia è aumentata esponenzialmente dopo la crisi finanziaria: tra 2007 e 2008 i poveri assoluti sono saliti di 400mila unità, a 2,1 milioni, e i poveri relativi sono aumentati altrettanto, a 6,5 milioni. Di lì al 2012 l’incremento è stato lento e costante: i poveri assoluti sono diventati 2,3 milioni nel 2009, 2,47 milioni nel 2010, 2,65 nel 2011, addirittura 3,5 nel 2012 (la crisi ha iniziato a falcidiare i posti di lavoro), 4,4 nel 2013. L’incidenza della povertà assoluta sulla popolazione italiana è passata di conseguenza dal 2,9% del 2006 al 7,9% del 2016. Il nuovo Reddito di inclusione, un assegno variabile tra 187 e 485 euro che può essere richiesto ai Comuni dai nuclei in difficoltà, è un passo avanti ma non basta: i fondi stanziati dal governo bastano per circa 1,8 milioni di persone, un terzo di chi ne avrebbe bisogno.
Nel frattempo, sempre stando ai dati Istat, ben 18 milioni di italiani si sono ritrovati “a rischio povertà o esclusione”. Si tratta del 30% della popolazione, in salita rispetto al 2015 mentre a livello Ue la percentuale è diminuita dal 23,8 al 23,5%. E’ l’effetto, secondo l’istituto di statistica, di un aumento della disuguaglianza: il quinto più ricco della popolazione ha visto crescere i propri redditi molto più di quelli della parte più povera.Il rischio povertà in Italia è “molto superiore”, ha segnalato l’Istat, “a quelli registrati in Francia (18,2%), Germania (19,7%) e Gran Bretagna (22,2%) e di poco più alto rispetto a quello della Spagna (27,9%)”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/1 ... i/4034859/___
In Italia risiedono 3,5 milioni di immigrati extracomunitari e 1,5 milioni di immigrati comunitari.
Se esiste una correlazione con la povertà, perché paesi con un numero (o una percentuale) di immigrati molto più consistente hanno una povertà nettamente inferiore alla nostra?
In Germania gli immigrati sono quasi dieci milioni (di cui 7,3 extracomunitari). In Svizzera sono il 22% della popolazione e in Australia il 27%. Eppure il dato sulla povertà è estremamente ridotto rispetto al nostro.
Evidentemente siamo su una falsa pista.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per ... _immigratahttps://www.ildeutschitalia.com/scenari ... -germania/STRANIERI IL 12 PER CENTO DEI RESIDENTI IN GERMANIA
Su una popolazione di poco più di 82milioni di residenti, circa il 10milioni sono quanti di origine straniera vivono nel Paese della Cancelliera Merkel.
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La vera differenza sta nella distribuzione del reddito. Da noi tra nero, evasione, paradisi fiscali c'è molta più iniquità.
Lo dimostra l'indice GINI: noi siamo fuori dagli standard europei e occidentali. La Germania è al 14° posto, noi oltre il cinquantesimo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per ... di_redditoLo dimostra anche il dato relativo agli italiani che decidono di emigrare negli altri paesi UE (o in Svizzera): il malessere e la mancanza di opportunità colpiscono i cittadini italiani, vittime di un sistema iniquo e stantio. Questo dato si è incrementato in occasione della crisi economica del 2007 e non ha alcuna correlazione con l'immigrazione extracomunitaria.
6)- 2005 – 2015: NUOVA EMIGRAZIONE ITALIANA: Parallelamente all’incedere della crisi economica, si riduce il flusso di immigrazione e torna a crescere il flusso emigratorio, fino a raggiungere, secondo l’Istat, oltre 100mila espatri nel 2015. Secondo stime comparate tra dati italiani e dati esteri, tre i 250 e i 300mila espatri.
https://cambiailmondo.org/2016/04/13/la ... -profughi/A ciò va anche aggiunto il dato dell'immigrazione interna in Italia: il Mezzogiorno è sempre più lontano dai parametri europei, mentre la Lombardia ha "guadagnato" un milione di abitanti negli ultimi quindici anni.
Una curiosità: la percentuale di stranieri in Lombardia è simile a quella della Germania (12%). Molto superiore al dato nazionale, eppure la Lombardia è la regione con il maggiore PIL. Anzi il PIL pro capite lombardo PPS è superiore al dato medio della Germania e pari a quello della Danimarca.
Quindi,
la regione italiana con più stranieri è quella con il PIL più alto (22% del PIL nazionale) sia in termini assoluti che relativi.http://www.asr-lombardia.it/ASR/conti-e ... ole/13548/http://www.tuttitalia.it/lombardia/stat ... mografico/https://it.wikipedia.org/wiki/Demografi ... _LombardiaLa Caritas Ambrosiana ci dà un'altra lettura dei fatti: le richieste di aiuto aumentano, ma quelle da parte degli stranieri diminuiscono del 33%
http://www.lastampa.it/2017/11/20/edizi ... agina.htmlDiscorso a parte per gli stranieri che, sebbene rappresentino ancora la maggioranza delle persone assistite (62%), sono il 33% in meno rispetto al 2008. A prevalere sono uomini e donne provenienti dall’Africa. Specialmente dall’area subsahariana da dove proviene circa il 42,8% dei bisognosi.