Tra le carte di Renzi un trentenne per rilanciare il PdUn dirigente emiliano nel ruolo chiave della organizzazione. In segreteria anche Carofiglio
TOMMASO CIRIACO
ROMA.
Emiliano, renziano e soprattutto giovane: ecco il profilo che ha in mente Matteo Renzi per rilanciare l’organizzazione del Pd. Un volto nuovo e pronto alla battaglia delle elezioni politiche. Deciderà nelle prossime ore, perché già domani la nuova cabina di regia sarà pronta per il varo. L’alternativa, ancora in campo, è lasciare questa delega al vicesegretario Lorenzo Guerini, di cui l’ex premier continua a fidarsi.
L’idea è venuta in mente al leader qualche giorno fa. Come rivoluzionare il partito, soprattutto nel caso in cui si dovesse davvero tornare alle urne entro giugno? Con un uomo-macchina giovane e under 40, capace di organizzare la campagna elettorale al fianco del segretario. Esclusa la soluzione toscana per evitare nuove polemiche sul “Giglio magico” - si era pensato all’aretino Marco Donati e all’ex sindaca di Sesto Fiorentino Sara Biagiotti - Renzi ha puntato dritto su un profilo emiliano. Il nome resta top secret, ma l’identikit si avvicina molto a quello di una manciata di dirigenti. Tra questi, il segretario regionale dell’Emilia Romagna Paolo Calvano, trentanove anni ed ex capo dei dem ferraresi. Oppure Francesco Critelli, 38 anni. La “controindicazione” è che proviene dalla sinistra del Pd, ma è considerato una macchina da guerra se si parla di organizzazione. Conta però soprattutto la volontà del segretario, che si riassume in una parola, “rivoluzione”, anche a costo di rompere gli schemi.
Se l’organizzazione dovesse passare di mano, la vicesegreteria resterebbe comunque in mano a Guerini. Al suo fianco ci sarà sempre Deborah Serracchiani. Un indizio? Ha convocato per domani i segretari regionali, difficile che l’abbia fatto da “uscente”. Per il resto, lo schema del segretario è quello di pochi e mirati innesti, pochissime bocciature. A rischio soprattutto l’ala “rosa”, a partire da Sabrina Capozzolo.
Di certo entrerà in squadra Gianrico Carofiglio, scrittore un tempo assai vicino a Michele Emiliano, oggi in freddo con il big pugliese. A lui andrà la Cultura, se Lorenza Bonaccorsi dovesse traslocare ad altro incarico, o comunque la gestione dei rapporti con gli artisti e gli intellettuali. Certo anche il ritorno nella plancia di comando di Piero Fassino, agli Esteri. A Tommaso Nannicini, poi, sarà affidata la stesura del programma del partito in vista delle elezioni. Potrebbe affiancarlo il ministro Maurizio Martina, anche se il suo caso è più spinoso. Scartata per lui la casella dell’organizzazione e pure quella della vicesegreteria, si dovrà accontentare di un ruolo meno ambizioso, ma comunque “politico” e utile a rappresentare la sua corrente nei nuovi assetti dem.
E i sindaci? L’operazione procede un po’ a rilento e verrà forse ridimensionata. In campo restano però alcuni nomi: il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, quello di Pesaro Matteo Ricci, il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e forse quello di Ercolano Ciro Bonajuto. In freezer, invece, l’idea di dar vita a una segreteria con i due vicesegretari, i due capigruppo e i capicorrente Matteo Orfini e Maurizio Martina. «Assomiglia troppo a uno dei “caminetti” del passato», ha sentenziato Renzi.
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