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deficit al 2,3

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Re: deficit al 2,3

Messaggioda mariok il 11/11/2016, 13:03

mariok ha scritto:Insomma, sembra di capire che significative divergenze nel merito non ci siano.

Le critiche sono essenzialmente rivolte al tono poco "costruttivo e dialogante".

Mi pare quindi più che altro un gioco delle parti, motivato evidentemente dall'esigenza di Renzi di smentire le accuse di acquiescenza mossegli continuamente dalle opposizioni e da una obbiettiva crisi dei rapporti su altre questioni, in particolare quella dei migranti.


Non mi piace chi afferma "l'avevo detto", ma oggi è ormai tutto così finto e prevedibile che non ci vuole chissà quale bravura a capire come va a finire.

La svolta di Juncker e la telefonata al premier: “L’Italia conti su di noi”
L’Ue: sostegno alle spese per migranti e terremoto
LAPRESSE
La tregua. Una telefonata, mercoledì, tra Renzi e Juncker, ha allentato la tensione tra Italia e Ue dopo gli scontri sulla manovra

Pubblicato il 11/11/2016
Ultima modifica il 11/11/2016 alle ore 11:01
MARCO BRESOLIN
INVIATO A BRUXELLES

Matteo non ti preoccupare. L’Ue sostiene l’Italia sulle spese per migranti e terremoti. Puoi contare su di noi». A meno di tre giorni di distanza dallo strappo, è tornata la pace tra Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker. Mercoledì sera i due si sono sentiti al telefono e il presidente della Commissione ha rassicurato il premier sul «pieno supporto» di Bruxelles al suo governo in vista del referendum. E in particolare sono arrivate rassicurazioni sulla manovra. La distanza sulle spese «eccezionali», che fino a qualche giorno fa sembrava incolmabile, ora pare essersi ridotta. Mercoledì prossimo la Commissione darà i suoi giudizi sulle leggi di bilancio e, mentre il commissario Pierre Moscovici continua il dialogo con Pier Carlo Padoan per convincerlo a fare qualche correzione, Juncker sta già lavorando per chiedere ai rigoristi di chiudere anche il secondo occhio sui conti italiani.

Mercoledì sera, mentre parlava al telefono con Renzi, Juncker si trovava a Berlino. Aveva da poco concluso il suo intervento alla cerimonia per l’anniversario della caduta del Muro e le sue parole contenevano un messaggio chiaro ai tedeschi. Ha premesso che «la disciplina è parte integrante dell’euro» e che «le regole ci sono per essere rispettate». Ma «se rispettare le regole testardamente fa sì che queste non abbiano più alcun valore, allora bisogna cambiare il modo in cui vengono applicate».

A quel punto è arrivato il riferimento diretto all’Italia («Paese in cui, leggendo i giornali, vedo che sono riuscito ad aumentare ulteriormente il mio grado di impopolarità»): Juncker ha ricordato ai tedeschi che è «uno Stato importante, la terza economia dell’Ue». L’Italia – ha sottolineato - sta vivendo «disgrazie» come «l’arrivo massiccio di rifugiati, diversi terremoti e anche un tornado». E qui c’è il passaggio chiave: «Possiamo sempre dire “eh, però il Patto di Stabilità prevede che…”, ma la realtà è quella che è. Per questo, quando si tratta della questione dei rifugiati e dei costi per la ricostruzione post terremoto, dobbiamo stare a fianco dell’Italia, non contro. Dobbiamo sostenere l’Italia».

Frasi che sono state ripetute a Matteo Renzi nella telefonata «distensiva», arrivata dopo il duro botta e risposta a distanza che lunedì aveva sorpreso tutti («L’Italia deve smetterla di attaccarci a torto», aveva detto il presidente della Commissione, contestando l’ammontare delle spese che il governo considera come eccezionali). La chiamata è stata anche l’occasione per un veloce scambio di vedute sull’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca - fonte di preoccupazione anche in ottica referendum -, ma il grosso della conversazione è stato dedicato alla manovra.

Pace fatta, dunque? Sembra di sì. E per il governo è certamente una buona notizia, perché i rischi di una bocciatura della manovra si riducono di giorno in giorno. Certo, magari il ritrovato appoggio di Juncker potrebbe togliere al premier qualche argomento elettorale, visto che nella sua narrazione «i burocrati di Bruxelles» sono i cattivi che impediscono di rimettere in sicurezza le scuole. Ma per Padoan è senza dubbio un sospiro di sollievo.

Il grosso della partita ora si gioca internamente alla Commissione e tra i governi degli Stati membri: il 5 dicembre sarà l’Eurogruppo a dire la sua sulle leggi di bilancio. I «falchi» – sia nel collegio dei commissari, sia nell’organismo che riunisce i ministri economici – hanno la sensazione di essere in minoranza. «Con la gestione dei conti di Spagna e Portogallo – ammette una fonte espressione dell’ala rigorista della Commissione – abbiamo creato un precedente. Tornare indietro ora è difficile».
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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