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L’ECONOMIA DEL SI’

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda Robyn il 08/10/2016, 18:45

Le riforme della costituzione rimangono bicamerali.Per il presidente della repubblica non è vero che dall'ottavo scrutinio basta la maggioranza assoluta ma la maggioranza dei tre quinti dei votanti.In merito alle competenze delle regioni per queste vale il principio di estensibilità delle competenze se sono virtuose e diventare come il Trentino Alto Adige.In merito a leggi che riguardano le competenze misà che il procedimento rimane bicamerale nel senso che il senato può cambiare leggi di competenza regionale ma se queste non rispettano il principio di supremazia che è quel principio che tutela attraverso un perimetro di principi all'interno del quale bisogna stare per legiferare l'unità giurisdizionale e di unità del paese può intervenire la camera dei deputati.In breve qui sembrerebbe prevalere il principio inverso del bicameralismo differenziato cioè è il senato che stabilisce perimetri e principi a tutela dell'unità e all'interno del quale le regioni possono legiferare ma se la camera ritiene che non sia così ,che l'unità sia ancora lesa può richiedere la legge e superarla
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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda flaviomob il 09/10/2016, 10:39

La riforma spinge verso il centro.

Il centro che spende e spande all'impazzata:

il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 3,5 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,2 miliardi.

Debito pubblico record, nei primi sette mesi è cresciuto di 80,5 miliardi



http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... 147811581/


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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda pianogrande il 09/10/2016, 11:23

flaviomob ha scritto:La riforma spinge verso il centro.

Il centro che spende e spande all'impazzata:

il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 3,5 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,2 miliardi.

Debito pubblico record, nei primi sette mesi è cresciuto di 80,5 miliardi



http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... 147811581/


Ma di quanto sono aumentate le tasse e le tariffe locali?

http://www.firstonline.info/News/2016/0 ... y0yMV9GT0w

"...7 miliardi di euro (+16,7%). Solo tra 2014 e 2015..."

Appena possono, ci fanno pelo e contropelo anche gli enti locali e quindi non ci mettiamo a litigare tra chi è peggio dei due.
Il criterio vero è appena possono.
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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda flaviomob il 09/10/2016, 11:27

Hanno tagliato i trasferimenti dal centro, è ovvio che la conseguenza sarebbe stata questa. Anche il governo Renzi ha aumentato la pressione fiscale.


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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda pianogrande il 09/10/2016, 11:49

flaviomob ha scritto:Hanno tagliato i trasferimenti dal centro, è ovvio che la conseguenza sarebbe stata questa. Anche il governo Renzi ha aumentato la pressione fiscale.


Sissì ma il problema non è chi ci tartassa.
Tanto a pagare siamo sempre noi.

Qua si dovrebbe discutere di quali attribuzioni debbano essere in mano allo stato centrale e quali agli enti periferici e ci siamo ridotti a discutere se è meglio lo stato centrale o gli enti periferici (capirai che bella lotta!).

Basterebbe fare il caso della sanità dove il trattamento dipende dalla fortuna di essere nati in Toscana o in Emilia o a Lamezia Terme per capire la portata e la serietà del problema.
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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda flaviomob il 09/10/2016, 12:52

Discutiamo non per caso, di fronte a una riforma oligarchica e centralista che ci riporta indietro di centocinquant'anni.


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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda Robyn il 09/10/2016, 13:31

Accentrare la spesa al centro è pericoloso per la democrazia specialmente quando le regioni sono di un colore politico e il centro è di un segno di colore politico contrario.In questo caso le regioni hanno trasferimenti per gentile concessione e si manifesta la corruzione e il clientelismo al centro.Per evitare ciò gli enti locali devono avere tasse proprie con la quale finanziarsi,la tassazione è inversa il contribuente paga le tasse al comune,alla città metropolitana,alla regione e allo stato centrale.Lo stato centrale può applicare il federalismo fiscale redistribuendo risorse alle regioni povere.Per il federalismo fiscale affinche le risorse siano certe e non siano date per graziosa concessione alle regioni più povere queste le hanno sotto forma di minore tassazione.In merito alle citta metropolitane paragonabili alle contee inglesi o americane che sono molto piccole la tassazione inversa fà in modo che ce ne possano essere molte e di piccole dimensioni perche i costi non aumentano.Per ex se una città metropolitana "ex provincia" ha 200,000 abitanti e si divide in due città metropolitane di 100,000 abitanti la tassazione non aumenterà anzi diminuirà perche è meno grande ha meno spese da sostenere.La riforma non tocca affatto la tassazione autonoma degli enti locali
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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda pianogrande il 09/10/2016, 14:13

flaviomob ha scritto:Discutiamo non per caso, di fronte a una riforma oligarchica e centralista che ci riporta indietro di centocinquant'anni.


A parte l'utilizzo del secolo come unità di misura, al concetto avanti o indietro preferisco il concetto migliore o peggiore.

Ad esempio, riparare a un errore può significare andare indietro ma allora?
Ci teniamo l'errore?
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Re: L’ECONOMIA DEL SI’

Messaggioda flaviomob il 09/10/2016, 16:07

Dov'è che dicono: peso el tacon del buso?


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