Quelli che vado a citare sono i dati del Ministero dell'Interno sulla criminalità in Italia al 2006.
(
http://www.interno.it/mininterno/export ... a_2006.pdf ).
Naturalmente si tratta di una sintesi da cui viene fuori, comunque,
un quadro generale oggettivo alquanto diverso da quella percezione
soggettiva e di massa creata ad arte per ottenere voti di pancia e per
distrarre l'opinione pubblica dalle vere cause dell'insicurezza, in particolare dalle
responsabilità politiche del malessere sociale ed
economico che marginalizza fasce sempre più ampie
della nostra società.
E passo ai dati:
Per quanto riguarda gli OMICIDI, il picco è stato
raggiunto tra il 1988 e il 1992 grazie all'apporto della criminalità
organizzata: ad essa sono da addebitarsi, per esempio, oltre 700
dei 1.901 omicidi avvenuti nel '91.
Tra il 1991 e il 2006 il numero di omicidi su 100.000 abitanti è
sceso dall'1,3 allo 0,8 nel Centro-Nord e dal 7.0 all'1,6 nel Sud e nelle Isole.
In particolare (e sempre su 100.000 abitanti) sono scesi da 340 a 121 gli omicidi
attribuibili alla criminalità organizzata, da 105 a 69 quelli provocati da liti, da rissa o da
futili motivi, da 120 a 53 quelli per furto e rapina; da 779 a 186 quelli per "motivi vari".
Invece, sono praticamente raddoppiati (da 97 a 192) gli omicidi perpetrati in ambito famigliare
e/o per motivi passionali
Per quanto riguarda i così detti REATI PREDATORI - sempre tra il 1992 e il 2006 e sempre ogni 100.000 abitanti -
sono leggermente aumentati i borseggi (da 308 a 385 nel centro.nord,
da 62 a 92 nel sud e nelle Isole); i furti in appartamento sono diminuiti
sia nel centro-nord (da 386 a 283) che nel Sud e nelle Isole (da 261 a 162) e
così anche gli scippi (da 91 a 28 nel centro-nord, da 115 a 52 nel sud e nelle isole )
Le rapine sono invece aumentate nel centro-nord (da circa 40 a circa 65) e nel sud e
isole (da circa 85 a circa 125), pur con fortissime differenze regionali.
Ed è qui interessante notare che le rapine nelle abitazioni in particolare - quelle cui è data
in genere la massima risonanza mediatica - rappresentano appena il 3% del totale
.
Invece, nel caso della VIOLENZA CONTRO LE DONNE i dati sono agghiaccianti, soprattutto
se si tiene conto che sono tra i crimine a tutt'oggi
tra i meno denunciati ancorchè sia cresciuto il numero delle denuncie.
Tra le violenze sessuali, le molestie fisiche e sessuali sono decisamente le più frequenti
(il 79,5%); a seguire, i rapporti sessuali non desiderati (19,0%), i tentati stupri (14,0%),
gli stupri (9,6%) e i rapporti sessuali vissuti dalla donna come degradanti ed umilianti (6,1%).
Le violenze fisiche commesse dal partner ammontano al 62,4% dei casi, quelle
sessuali (senza considerare la molestia) al 68,3% e gli stupri
al 69,7% . I partner sono dunque responsabili della quota più
elevata di tutte le forme di violenza fisica e delle forme più gravi di
violenza sessuale.
Ciò detto, vado a sintetizzare la parte del rapporto dedicata
all'immigrazione.Qui si scopre che, stante una percentuale relativa di immigrati presenti nel nostro
paese intorno al 5,5% - considerata la difficoltà
di stimare la quota stagionale, in transito o priva del permesso di
soggiorno - la percentuale di stranieri
con permesso di soggiorno denunciati e/o arrestati per l'aver commesso un
reato è pari a circa il 6% del totale relativamente alla maggior parte dei reati considerati.
Che vuol dire, sul totale di stranieri regolari presenti in italia, che gli stranieri regolari che delinquono
è intorno al 2% sul totale degli stranieri regolarmente residenti in Italia, ovvero paragonabile
se non al di sotto di quella degli italiani che delinquono sul totale degli italiani regolarmente residenti in Italia.
In effetti, la stragrande maggioranza degli stranieri che delinquono sono
sprovvisti del permesso di soggiorno, ovvero vivono in condizioni di clandestinità.
Inoltre, le percentuali di criminosità straniera sul totale è di gran lunga
maggiore al centro-nord che al centro-sud anche perchè è
diversa la distribuzione regionale dell'immigrazione e la quantità di mano
d'opera impiegata al nero nelle piccole e medie aziende
(nel sud e isole prevalentemente rappresentata da braccianti stagionali con periodi di
residenza molto brevi).
Quanto alle tipologie delittuose più praticate dagli immigrati, fanno quasi
tutte parte della categoria dei reati predatori, ossia contro il patrimonio
(il furto rappresenta quasi la metà del totale). Questi reati sono normalmente ascritti alla
categoria dei reati di esigenza, ossia più diffusi soprattutto tra le categorie
più povere e svantaggiate. Altro settore in cui si ha prevalenza criminosa degli stranieri sugli italiani, è quello
relativo alla produzione e spaccio di droga e
allo sfruttamento della prostituzione. In questi ultimi casi, la maggior
parte degli arrestati rappresenta manovalanza sotto il controllo di organizzazioni
criminali proprie o strettamente intrecciate con quelle nostrane.
C'è infine da aggiungere un aspetto che si può ottenere disaggregando i dati
del rapporto, ed è quello relativo alla criminalità intra-gruppo; ovvero alla percentuale
relativa sul totale, dei reati commessi da stranieri ai danni
di altri stranieri. Nel caso dell'omicidio, ogni 100 omicidi commessi da
stranieri solo il 10,2% è ai danni di cittadini italiani; di contro, ogni 100
omicidi commessi da italiani, il 24,7% è ai danni di stranieri.
Analogamente, ogni 100 rapine in strada commesse da
stranieri il 30,9 è ai danni di italiani e il resto ai danni di
altri stranieri; di contro, ogni 100 rapine in strada commesse da
italiani, le vittime sono straniere per il 24,6%, e il resto sono italiane.
Tenuto conto che, in qualità di vittime di un crimine, gli stranieri e, in particolare, le donne
e quanti ovviamente privi di diritto di soggiorno, hanno una propensione
minima a denunciare i reati cui sono soggetti restando esclusi, quindi, da qualsiasi statistica.
E, più o meno, questo mi sembra quanto
Ciao
Myos