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Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda mariok il 16/05/2016, 10:38

E' vero, il paradosso c'è: c'è un eccesso di liquidità, ma non va nell'economia reale. Semplicemente perché non ci sono più idee?

O non piuttosto perché è molto più conveniente "investire" in prodotti finanziari? E' vero, sono investimenti rischiosi, ma è forse meno rischioso aprire una nuova impresa?

Oltretutto i salvataggi di stato fino ad oggi hanno beneficiato le istituzioni finanziarie (ed indirettamente anche gli investitori/speculatori), non certo le imprese.
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda trilogy il 16/05/2016, 15:39

Il problema è che i soldi stanno uscendo anche dai mercati azionari. 90 miliardi da inizio anno. Sono tutti in attesa non si sa bene di che cosa. Brexit, crisi cinese?
http://www.lastampa.it/2016/05/15/econo ... agina.html
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda flaviomob il 17/05/2016, 0:08

Interessante anche questa analisi:

http://www.lastampa.it/2016/04/04/media ... agina.html

Il grande pasticcio delle banche italiane

Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti: La Stampa ricostruisce, grazie a documenti ufficiali, quanto successo nei giorni e nei mesi precedenti il salvataggio e com’è stato possibile che migliaia di risparmiatori abbiano perso i propri soldi. Ma a perdere, in ultima analisi, siamo stati tutti noi
di Gianluca Paolucci (webdoc a cura di Davide Lessi)


Il 22 novembre del 2015 è successa una cosa senza precedenti nell’ultimo secolo di storia d’Italia. Per la prima volta, dei risparmiatori hanno perso i propri investimenti per effetto di un provvedimento del governo. Quella notte, un Consiglio dei ministri convocato d’urgenza ha salvato quattro piccole banche commissariate dal fallimento (Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti). Ma a pagarne il costo sono stati, oltre agli azionisti, circa 10 mila obbligazionisti subordinati che hanno perso i soldi investiti.
La Stampa ha ricostruito, con una serie di articoli e documenti, i giorni e i mesi che hanno preceduto quella notte. Mostrando come nel rapporto tra autorità italiane e supervisori europei troppe cose non hanno funzionato. Il perseverare per mesi nella strada di un intervento di salvataggio del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fidt), nonostante gli allarmi di Bruxelles, ha fatto perdere tempo prezioso, che ha comportato costi più alti per l’intervento di risoluzione.


Poteva finire diversamente? Forse sì, spiega Gianluca Paolucci
La mancata comunicazione tra i vari soggetti interessati – Ministero dell’Economia, Bankitalia, Fitd, sistema bancario – ha prodotto altri ritardi e costi.Così come una singola operazione, la cessione di un pacchetto di crediti da parte dei commissari di Banca Etruria fatta pochi giorni prima del 22 novembre ha finito per stabilire il prezzo di tutta l’operazione delle quattro banche e dunque i costi per risparmiatori e sistema bancario. Una serie di errori, problemi di comunicazione, valutazioni errate che hanno finito per creare la più grande crisi di fiducia tra banche e cittadini della storia recente.

TUTTE LE TAPPE DELL’INCHIESTA
1. Bankitalia: il Tesoro sapeva dal 2014 che non si potevano salvare le quattro banche (9 marzo 2016) Secondo un memoriale di via Nazionale, il ministero dell’Economia era stato avvisato più volte dalla Ue che il Fondo interbancario non sarebbe potuto intervenire (clicca qui per leggere tutto l’articolo).

2. L’ira delle banche italiane sul Tesoro: “Noi mai informate dei no di Bruxelles” (10 marzo 2016) Gli istituti: «Se avessimo saputo, più facile salvare CariFerrara e le altre» (clicca qui per leggere tutto l’articolo).

3. Banche, l’accusa dell’Ue al Tesoro: “Noi non informati dei salvataggi” (12 marzo 2016) Ecco le lettere della Commissione : «Ne abbiamo letto solamente sui giornali» (clicca qui per leggere tutto l’articolo).

4. Anche Bankitalia sapeva dei “no” della Commissione Ue ai salvataggi delle banche in crisi (14 marzo 2016) È quanto emerge da una serie di documenti relativi a Banca Marche, che delle quattro banche è sanz’altro il caso più grave per le dimensioni dell’istituto (clicca qui per leggere tutto l’articolo).

5. Un affare per Credito Fondiario le sofferenze di Banca Etruria (12 marzo 2016) La cessione prima del salvataggio riferimento per la bad bank delle quattro banche (clicca qui per leggere tutto l’articolo).


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(Stephen Hawking)
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