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La nuova Costituzione e il nuovo Senato

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Re: La nuova Costituzione e il nuovo Senato

Messaggioda Robyn il 20/01/2016, 21:36

L'ostacolo è stato ormai superato e P zzo Madama ha dato una grande prova di democrazia di sapersi autoriformare.Al referendum bisognerà votare sì per superare definitivamente il bicameralismo perfetto.Però rimane che la democrazia compiuta con l'alternanza garantita dall'Italicum è la riforma del bicameralismo sono stati superati in malomodo soprattutto per le resistenze dei suoi critici e l'irrigidimento di una parte del csx che non ha permesso una rifoma più compiuta ed organica sul modello westminster"nomina e revoca dei ministri dal presidente".Per ex il senato ha bisogno della rappresentanza paritetica e 100 membri sono troppo pochi per la rappresentanza delle regioni bisognava averne almeno 190 senza aumentare i costi del resto Pzzo Madama non dà indennizzi che sono dati dalle regioni.Del resto la Francia ne ha 350,l'uk ne ha quasi 1000 e un motivo ci sarà.Infine l'Italicum con il ristabilimento della democrazia dell'alternanza il cui sbocco naturale non può che essere un sistema a collegi uninominali piccoli.Quindi bisognerà pensare in futuro ad ulteriori aggiustamenti costituzionali anche ristabilendo le province con la tassazione inversa che parta dai cittadini che permette di contenere e diminuire i costi e diminuendo il costo delle regioni consulenze enti inutili e privilegi senza toccare il numero delle regioni esistenti
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Re: La nuova Costituzione e il nuovo Senato

Messaggioda mariok il 21/01/2016, 16:56

Certo che questa riforma poteva essere migliorata, ma di più non si poteva fare per un atteggiamento delle opposizioni tese più a mettersi di traverso per mettere Renzi in difficoltà e far fallire tutto.

Bisogna riconoscere che senza la caparbietà del pdc ed i suoi modi piuttosto "spicci", questa riforma non si sarebbe mai fatta.

E' andata così... e dobbiamo ancora una volta accontentarci.

Riforma costituzionale, l’inutile opposizione e le correzioni possibili alla (buona) riforma
Pubblicato il 21 gennaio 2016 da Andrea Enrici

Col voto del Senato, la riforma costituzionale sta per terminare il suo iter: è scontata l’approvazione della Camera in primavera ed è verosimile la conferma dei cittadini al referendum d’autunno nonostante una variegata galassia di oppositori si stia attivando per promuoverne la bocciatura.

Accanto a Grillo, Salvini e ai reduci del berlusconismo, infatti, ci saranno anche i partiti di sinistra, molti intellettuali e alcuni dei più importanti costituzionalisti. Pur non condividendo diversi punti della riforma, è difficile capire perché la crème dell’intelligentsia progressista sia pronta a mescolarsi col peggio della destra populista per condurre una campagna politica contro la maggioranza.

Lo scontro frontale, però, segnerà un’altra botta d’arresto per chi ha tentato ripetutamente di porsi come alternativa di sinistra al PD. Opponendosi al superamento del bicameralismo perfetto e all’elezione indiretta del Senato, si trascura che la riforma avvicina l’Italia alle realtà istituzionali dei maggiori Paesi europei.

Zagrebelsky e Rodotà, al contrario, avrebbero dovuto sollecitare il Parlamento a completare ed integrare la riforma, colmando le lacune che riducono l’impatto di questo percorso riformatore.

riforma costituzionale

Riforma costituzionale, le possibili correzioni
Riduzione del numero dei Deputati. L’Italia, con 60 milioni di abitanti, ha gli stessi deputati (630) del Bundestag che rappresenta oltre 80 milioni di tedeschi e supera i 577 députés dell’Assemblée Nationale eletti da quasi 70 milioni di francesi. L’eliminazione dei 315 senatori, quindi, non avrebbe dovuto escludere la contestuale riduzione del numero dei deputati: 500 potrebbero essere più che sufficienti.

Fusioni delle Regioni. Il “ddl-Boschi” ha modificato la distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni disciplinata dal Titolo V senza però ridurne il numero. Venti Regioni sono troppe: se anche Hollande è riuscito a far approvare una riforma che ha praticamente dimezzato le Régions francesi (ne restano tredici su ventidue), pure Renzi avrebbe dovuto provarci.

Enti locali. Nella Costituzione non si parlerà più di province benché continueranno ad esistere come Enti territoriali di area vasta secondo la “Legge Delrio”. È necessario, però, approvarne la definitiva soppressione, trasferendo in via transitoria tutte le competenze delle province alle Regioni, che poi decideranno come ridistribuirle.

Anche le città metropolitane non sono state ancora concretamente definite: essa avranno senso solo se assumeranno la forma di enti consolidati in cui si fondono i comuni costituenti, con un unico sindaco e un unico consiglio.

La riforma degli enti locali, comunque, non sarà mai veramente completata se non si imporranno le fusioni tra i piccoli comuni.

Sistemi elettorali regionali e comunali. Un discorso a parte va fatto sulle leggi che disciplinano le elezioni comunali e regionali, da rimodellare su una formula simile all’Italicum, eliminando ogni residua possibilità di costituire coalizioni pre-elettorali che -lo dimostrano le più bizzarre liste presentate di volta in volta- continuano a favorire il trasformismo di notabili in eterno transito da uno schieramento all’altro.

Varrebbe la pensa confrontarsi su queste e analoghe modifiche, anziché sostenere a capofitto una bocciatura che non arriverà, perché, in fin dei conti, questa riforma, perfettibile, non è poi così male.

Andrea Enrici

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Re: La nuova Costituzione e il nuovo Senato

Messaggioda Robyn il 21/01/2016, 20:21

L'Italia non è un paese liberale"leggendo già l'articolo si capisce bene" perche a via di ridurre parlamentari regioni etc si riducono gli spazi di democrazia.Fare 500 deputati significa che i collegi sono troppo grandi e li vince chi è molto ricco e il rischio sono anche maggioranze risicate con forte potere di interdizione di pochi deputati se per ex la maggioranza si regge sù due tre voti di scarto.Diminuendo poi le regioni si riduce il pluralismo del paese dove si esprimono le differenze locali,ad ex nel federalismo le province più sono piccole e più ricalcano la realtà locale senza per questo che i costi aumentino anzi diminuiscono per effetto della tassazione inversa e la spesa per le regioni diminuisce tagliando sprechi e privilegi.Questo riguarda anche le banche più sono poche è peggio è per i clienti che si ritrovano con pochi servizi e costi elevati e rischi di default molto alti.Nel PD basta con ex pci ed ex popolari in futuro serve un "lib" dell'area lib per fare un partito lib-lab
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Re: La nuova Costituzione e il nuovo Senato

Messaggioda Robyn il 21/01/2016, 21:08

basta con ex pci ed ex popolari alla leadership andate via
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