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Ukraina: Hollande dice che se falliamo è guerra

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Re: Ukraina: Hollande dice che se falliamo è guerra

Messaggioda flaviomob il 12/02/2015, 23:19

Credo che sia verosimile pensare ad una tale disparità di forze tra esercito ucraino ed esercito russo, che se quest'ultimo tentasse l'invasione in pochi giorni potrebbe controllare l'intero paese dell'ex URSS. Se Obama acconsentisse ad inviare armi a Kiev, Putin avrebbe un'ottima scusa per un'invasione "preventiva" e torneremmo ai vecchi tempi degli stati satellite del Patto di Varsavia che in pochi giorni si trovavano i carri armati "bolscevichi" sotto casa. Per questo è meglio che trattino la Merkel e Hollande.


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Re: Ukraina: Hollande dice che se falliamo è guerra

Messaggioda franz il 13/02/2015, 23:22

I 13 punti dell'accordo. Traduzione trovata in rete e parzialmente corretta.

1. Un cessate il fuoco completo in Ucraina orientale. Va in vigore alle ore 00.00 (ora di Kiev) il 15 febbraio.

2. Un ritiro delle armi pesanti. Le parti hanno convenuto una linea di compromesso e disimpegno. Kiev si impegna a ritirare l'artiglieria e altre armi pesanti dal fronte attuale, mentre i ribelli ritornerebbero alla linea del fronte cosi' come era nel mese di settembre 2014, prima che hanno gli stessi guadagnassero terreno nella controffensiva di gennaio. La zona di sicurezza OSCE monitorata sarà fuori dai 50 km o dai 150 km a seconda del tipo di arma. Il ritiro delle armi e milizie deve essere completato entro il 1 ° marzo.

3. L'OSCE si servirà della sua flotta di droni per operare monitoraggio, così come delle immagini satellitari e dati radar per garantire che entrambe le parti si attengano agli accordi.

4. Kiev ei ribelli negozieranno le condizioni per le future elezioni locali nelle aree controllate dai ribelli, che li riportano nel quadro giuridico dell'Ucraina. Kiev dovrebbe adottare una legislazione di autogoverno che sarebbero sia accettabili per le repubbliche autoproclamate.

5. Kiev dichiarerà un'amnistia generale per i ribelli.

6. Uno scambio di tutti i prigionieri deve essere completata entro il quinto giorno dopo il pieno disimpegno. Ecco in 19 giorni, se il pullback [ritiro, richiamo, NDR] delle armi richiede il tempo previsto dall'accordo.

7. Saranno ammessi convogli di aiuti umanitari. Il pieno accesso ai bisognosi nelle zone colpite dalla guerra. Sarà fornito un meccanismo di monitoraggio internazionale.

8. Kiev ripristinerà legami economici, prestazioni sociali e dei servizi bancari nelle aree di dissenso, che ha tagliato in precedenza in risposta alle elezioni dalle repubbliche autoproclamate. I loro rispettivi governi riprenderanno apagare le tasse ed i servizi. Questa disposizione è soggetta a ulteriori negoziati.

9. Dopo le elezioni locali che si svolgeranno nelle regioni di Donetsk e Lugansk, Kiev potrà ripristinare il controllo sui loro confini con la Russia. Il passaggio può richiedere tempo, nel caso sia necessaria una riforma costituzionale globale in Ucraina.

10. armi pesanti, volontari straineri, e mercenari devono essere ritirati dall'Ucraina. Gruppi armati illegali saranno disarmati, ma alle autorità locali a Donetsk e Lugansk sarà consentito di avere unità di milizia legali.

11. Keiv attuerà una riforma costituzionale globale entro la fine dell'anno, per decentralizzare il sistema politico ucraino e dare privilegi a Donetsk e Lugansk. I privilegi comprendono lingua, autodeterminazione, la libertà di nominare procuratori e giudici, e di stabilire legami economici con la Russia.

12. Gli osservatori elettorali dell'OSCE avranno il compito di sorvegliare che le elezioni locali nelle repubbliche autoproclamate si svolgano secondo standard internazionali. La procedura esatta per le elezioni è oggetto di ulteriori negoziati.

13. I colloqui tra il "gruppo di contatto" saranno intensificati in vari modi.

Testo di partenza.
http://rt.com/news/231667-minsk-ceasefire-deal-breakup/
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Piano piano la verità emerge

Messaggioda franz il 27/08/2015, 18:07

Ucraina, stampa russa: 2000 soldati Mosca morti in conflitto. Scontri nel Donbass: 7 vittime

La notizia è stata 'involontariamente' rivelata dal sito Delovaia Zhizn che parla di indennizzi versati alle famiglie delle vittime. Il Cremlino ha sempre negato la presenza di soldati russi nell'est del Paese. Raggiunto un accordo con i creditori per la ristrutturazione del debito di Kiev

KIEV - Mosca ha sempre negato un suo coinvolgimento diretto nel conflitto che sta dilaniando l'Ucraina dell'est. Ma la rivelazione 'involontaria' di una testata russa, Delovaia Zhizn, svelata da Forbes, rischia di mettere in serio imbarazzo il Cremlino.

Un articolo del sito russo, poi prontamente modificato, ha svelato il numero dei soldati di Mosca deceduti nel conflitto nel Donbass: dal primo febbraio il governo di Mosca avrebbe pagato circa 50mila dollari (3 milioni di rubli) alle famiglie di duemila soldati caduti e 25mila dollari (un milione e mezzo di rubli) a 3.200 militari rimasti invalidi. I dati sulle pensioni di reversibilità e invalidità, conservati in versione originale dal giornale ucraino Novi Region, rappresenterebbero la prima conferma del coinvolgimento diretto dell'esercito russo, sempre negato dal Cremlino, nel conflitto in Ucraina. Queste informazioni sono state definite da Vladimir Putin un "segreto di Stato": ufficialmente non ci sono soldati russi morti nel conflitto e quelli presenti sono solo volontari in ferie o in congedo.

Nell'articolo si fa riferimento, inoltre, a un compenso per i soldati impiegati oltre confine: 1.800 rubli per ogni giorno passato nella zona di conflitto per i soldati a contratto.

Accordo per la ristrutturazione del debito. Intanto Kiev ha raggiunto un accordo con i creditori per la ristrutturazione del debito ucraino: "L'accordo - recita il comunicato diffuso stamane dal ministero delle Finanze di Kiev - si centra su un taglio del 20% nello stock di debito sovrano e di debito sovrano garantito, con un alleggerimento immediato del debito pari a circa 3,6 miliardi di dollari". La Russia ha reso noto che non parteciperà alla ristrutturazione del debito ucraino. Mosca ha sottoscritto un bond da 3 miliardi di dollari, in scadenza proprio quest'anno, e non accetta la svalutazione del 20% proposta ai creditori privati di Kiev. L'accordo prevede per l'ex Stato sovietico che si trova a corto di liquidità.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker: "L'accordo sul debito mette in condizione l'Ucraina di andare avanti sulla strada delle riforme", ha detto nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Petro Poroshenko, in visita oggi a Bruxelles.

Nuovi scontri nel Donbass. Si combatte ancora nel Donbass. Sette militari ucraini sono morti e 13 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore, nonostante la fragile tregua siglata a febbraio. Lo riferisce Oleksandr Motuzianik, portavoce militare di Kiev, secondo cui le perdite più gravi si sono registrate nelle zone di Mariupol, importante città sul Mar Nero, e Marinka, vicino Donetsk. Si tratta del più alto numero di soldati morti in un giorno da metà luglio.

L'appello di Poroshenko a Mosca: "Subito cessate il fuoco". "Perché aspettare il primo settembre? Perché dobbiamo avere altre vittime? Io chiedo a Mosca il cessate il fuoco subito, ora": il presidente ucraino Petro Poroshenko ha lanciato un nuovo invito al Cremlino per cessare le ostilità nel Donbass . Poroshenko ha ringraziato l'Ue per il suo appoggio e la sua piena solidarietà: "Abbiamo fornito tutte le assicurazioni sul fatto che stiamo andando avanti sulla strada delle riforme. A questo punto - ha aggiunto - spero che l'Europa, in assenza di una reale implementazione dell'accordo di Minsk, proroghi le sanzioni nei confronti di Mosca".

Cremlino smentisce fornitura carri armati a separatisti. Il ministero degli Esteri russo ha di nuovo smentito le accuse secondo cui la Russia rifornisce di carri armati le milizie nelle regioni secessioniste di Donetsk e Luhansk nell'Ucraina orientale. "Siamo accusati di fornire carri armati in questi camion bianchi. Quali carri armati, tutti voi sapete molto bene ora che questi non sono tank, ma aiuti umanitari", ha detto il portavoce del ministero Maria Zakharova in una conferenza stampa. Ha aggiunto che la Russia ha fornito un totale di oltre 45mila tonnellate di aiuti verso l'Ucraina orientale da agosto 2014.

Scambio di prigionieri. Separatisti del Donbass e forze armate ucraine si sono scambiati 23 prigionieri. Kiev ha liberato 12 ribelli e i miliziani hanno lasciato andare 11 prigionieri. Lo scambio doveva avvenire secondo una formula "12 per 12", ma l'agenzia Interfax scrive che uno dei prigionieri nelle mani dei ribelli si sarebbe rifiutato di essere consegnato agli ucraini. La vicenda è in realtà tutt'altro che chiara visto che l'uomo - originario di Gorlivka, una cittadina controllata dai separatisti - è stato accusato di essere

"un complice" delle forze armate ucraine dal ministro della Difesa dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Vladimir Kononov, che ha aggiunto che "la sua vicenda sarà esaminata dalle forze dell'ordine pubblico" separatiste.

http://www.repubblica.it/esteri/2015/08 ... 121715116/
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