
Il presidente tunisino non mi sembra un visionario: se proclama lo stato d'emergenza "per la presenza dell'Isis alle porte" c'è da credergli.
Se guardiamo la cartina geografica, ci rendiamo conto che il problema potrà riguardare anche noi. E intanto che facciamo? Aspettiamo per poi eventualmente invocare un'iniziativa europea che non verrà?
IL DISCORSO ALLA NAZIONE
Stato di emergenza in Tunisia
Misure d’emergenza per 30 giorni dopo la strage del 26 giugno sulla spiaggia di Sousse
La Tunisia ha dichiarato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale. Ad annunciarlo, in seguito alla strage di 38 turisti sulla spiaggia di Sousse, accaduta solo 3 mesi dopo l’attacco al Museo del Bardo di Tunisi, il presidente Beji Caid Essebsi in diretta televisiva. Il periodo d’emergenza durerà inizialmente 30 giorni, con la possibilità di una successiva proroga.
«Il Paese non è al sicuro», ha dichiarato senza mezzi termini Essebsi. La decisione odierna è stata motivata con la presenza «dell’Isis alle porte». Misure di sicurezza straordinarie successive alla strage erano già state annunciate nei giorni scorsi, come la chiusura di 80 moschee. «La Tunisia sta vivendo circostanze eccezionali che necessitano di misure eccezionali», ha aggiunto Essebsi . E ha preso le distanze dalla violenza capitata sulle sue coste: «Noi non abbiamo la cultura del terrorismo, è un problema regionale. Vogliamo un Paese democratico con un sistema repubblicano laico e non torneremo indietro. Noi abbiamo una Costituzione laica e i terroristi vogliono il Califfato».
Nuovo governatore a Sousse
Contestualmente all’intervento e alla dichiarazione dello stato di emergenza è stato nominato un nuovo governatore a Sousse, il luogo della strage: si tratta di Fethi Bdira.
4 luglio 2015 | 16:31