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Movimenti sospetti, tra boschi e boschetti

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Movimenti sospetti, tra boschi e boschetti

Messaggioda franz il 24/01/2015, 16:05

Sarebbe economia, sarebba anche giustizia ed informazione.
Ma è soprattutto cronaca e fonte quasi assicurata di polemica politica.
Quindi lo metto qui.


Quei movimenti (un po’ sospetti) sulle banche Popolari
Acquisti consistenti prima della riforma che ha abolito il voto capitario
di Mario Gerevini

Voci, segnali, indiscrezioni, indizi, generici nei contenuti, più precisi nel luogo geografico: Londra. Qui si sarebbe concentrata un’intensa attività sui titoli di alcune banche popolari quotate in Borsa nei giorni precedenti l’annuncio e il varo della riforma. Dieci gli istituti che dovranno trasformarsi in spa, sette sono sul listino di Piazza Affari tra cui i due big Banco Popolare e Ubi Banca, e tutti hanno preso il volo alle prime notizie sulla riforma. Londra, dunque, una delle piazze finanziarie più importanti del mondo, con il London Stock Exchange che sette anni facomprò la Borsa Italiana. Attività anomala sulle Popolari? Movimenti che potrebbero perfino far sospettare un caso di insider trading?

Spingersi troppo in là non ha senso dal momento che modalità, confini e circostanze delle operazioni non sono noti. Si sa però, sulla base di convergenti fonti di mercato, che alcuni soggetti con base a Londra avrebbero creato posizioni anche rilevanti in azioni delle banche popolari nei giorni e nelle ore precedenti le prime circostanziate indiscrezioni (quindi prima delle 17.30 di venerdì 16 gennaio) sul decreto di riforma che abolisce il voto capitario nelle Popolari, ossia il principio di «una testa un voto» per cui tutti i soci sono uguali a prescindere dalle azioni possedute.
Considerando l’effetto dirompente che la notizia ha avuto sul mercato a partire da lunedì 19 gennaio, con rialzi a due cifre di tutte le banche coinvolte, è evidente quanto siano stati abili gli «accumulatori» di pacchetti. A fine settimana, nonostante le prese di profitto di ieri, il Banco Popolare, per esempio, registra un balzo del 21%, Ubi del 15%, la Popolare Emilia del 24% e Banca Popolare di Milano del 21%. E non sono titoli sottili che si muovono con un paio di ordini fuori prezzo. Ma lo scatto più spettacolare è quello della Popolare Etruria e Lazio di cui è vicepresidente Pier Luigi Boschi, il padre del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: +65%. È plausibile, dunque, che quelle posizioni «londinesi» siano state prontamente smontate con i titoli scaricati sul mercato approfittando da una parte dei rialzi e dall’altra dagli enormi volumi di scambio che garantiscono maggior copertura.
Secondo una delle fonti interpellate, alcune posizioni in carico a intermediari londinesi non erano effetto di precedenti operazioni di trading sul mercato ma un accumulo di portafoglio dei clienti.

È la tempistica delle operazioni, comunque, l’aspetto più delicato se davvero si riuscirà mai ad accertarne la consistenza e individuare intermediari e beneficiari. Si sa che l’utilizzo di schermi e lo schema delle sponde in paradisi fiscali spesso frena le verifiche, anche quelle della Consob. La quale per adesso è impegnata negli accertamenti preliminari sull’operatività dei titoli delle Popolari, sia a monte sia a valle delle notizie sulla riforma. Di più le fonti della Commissione non aggiungono. Ma il famoso «faro» della Consob è acceso. La luce potrebbe «tirare» fino a Londra e più che a valle potrebbe guardare a monte.
«Brillano le Popolari», si leggeva nei resoconti di Borsa del 15 gennaio; «salgono i bancari a cominciare dalle Popolari», scrivevano le agenzie il 16 mattina. Poi poco prima delle 18, a Borsa chiusa, i flash: «In arrivo norme per riforma Popolari». Il provvedimento entra il 20 gennaio nel decreto battezzato «Investment compact». Provvedimento che era originariamente contenuto nel disegno di legge Concorrenza, in fase di messa punto al ministero per lo Sviluppo economico, e dunque destinato a seguire il normale, e lungo, iter parlamentare. Il premier Matteo Renzi ha però giocato a sorpresa d’anticipo prelevando un articolo del ddl, sull’abolizione del voto capitario, per trasferirlo nel decreto Investment compact, in cui ha preso la forma di un lungo articolato.

Prima delle 18 di venerdì chi e quanti ne erano a conoscenza? Come si è sviluppato l’iter tecnico che ha portato al varo di quel testo? Il contenuto era altamente price sensitive con l’addio al voto capitario e l’obbligo di trasformazione in società per azioni. Per quante mani è passato il testo? Raramente un provvedimento legislativo ha avuto un impatto così immediato e violento su una parte del listino. E mentre la norma prendeva forma, a Londra qualcuno preparava le munizioni per la grande speculazione. Si vedrà se c’è un nesso.
Di sicuro chi si è mosso l’ha fatto con grande accortezza o anticipo, visto che non si sono visti strappi significativi di volumi (tranne Banca Popolare di Milano, parzialmente) e prezzi nella settimana precedente l’annuncio. Poi da lunedì 19 il grande rialzo e scambi in alcuni casi decuplicati.

24 gennaio 2015 | 09:57
http://www.corriere.it/economia/15_genn ... 1611.shtml
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Re: Movimenti sospetti, tra boschi e boschetti

Messaggioda Robyn il 24/01/2015, 20:10

ma a chi serve la speculazione finanziaria?che beneficio ne trarrebbero i cittadini dalla perdita di banche che erogano il credito ad aziende,famiglie?Le banche se hanno un problema di governance possono benissimo autoregolamentarsi da sole in modo da garantire i prestiti mantenendo la capillarità e la pluralità dei soggetti ed evitando cosa più importante posizioni di dominio per ex utilizzando l'azionariato diffuso il limte al possesso di azioni
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Re: Movimenti sospetti, tra boschi e boschetti

Messaggioda flaviomob il 25/01/2015, 1:01

Che bel governo, madama Boschi...

Ma dietro c'è anche MPS
___

LONDRA LO VUOLE - RENZI RIFORMERÀ LE BANCHE POPOLARI PER FONDERE MPS CON UBI BANCA? UN EDITORIALE DI REUTERS SI AVVICINA AL PIANO CHE HA IN MENTE MATTEUCCIO PER SBOLOGNARE IL MACIGNO DI SIENA

Per fondere il Montepaschi, a cui servono 2,5 miliardi, con una delle popolari (Ubi, BPM o Banco Popolare) andrebbe abolita la regola di “una testa, un voto” che impedisce alle popolari di medio-grandi dimensioni di essere governate come le altre aziende...

(Reuters Breakingviews) - Matteo Renzi può prendere due piccioni con una fava. Appena portata a casa la sua controversa riforma del lavoro, il presidente del Consiglio vuole ora cambiare la legge bancaria che assegna uguali diritti di voto agli azionisti delle banche del settore cooperativo in Italia. Così facendo riuscirebbe a portare concorrenza all'interno del sistema bancario e ad affrontare un'annosa questione: cosa fare della Banca Monte dei Paschi di Siena.

Un azionista un voto non è un modello universalmente sbagliato, ma funziona male se applicato alle realtà più grandi delle banche popolari, come UBI Banca e Banco Popolare. Si tratta di società quotate in cui però il potere ancora è nelle mani degli interessi localistici dato che le regole attuali danno lo stesso diritto di voto a grandi e piccoli azionisti. Interessi particolari possono bloccare cambiamenti strategici vitali o incoraggiare cattive politiche del credito. Il Fmi ha calcolato che a questo settore va riferita metà della necessità di capitale emersa negli stress test bancari del 2013, malgrado pesi solo per il 14% degli attivi dell'intero sistema.

Finora le popolari hanno resistito al cambiamento ma ci sono due fattori che possono spingere la mano del governo. Uno è la debolezza della congiuntura che ha messo in crisi il modello di business delle banche e la loro capacità di fare credito.

L'altro è il Monte dei Paschi, che deve raccogliere fino a 2,5 miliardi di risorse fresche dopo aver fallito gli stress test europei, ma che anche dopo l'aumento avrà un problema di dimensione. Gli investitori potrebbero essere più disponibili a sostenere la terza banca italiana se facesse parte di un gruppo più grande: Mps potrebbe essere in quel caso più stabile e più redditizia.

Ma vendere una banca quotata a una popolare, l'unica vera opzione, sarebbe una cattiva pubblicità.

Togliere la norma 'una testa un voto' - almeno per le popolari quotate - potrebbe aprire la strada per una fusione tra Mps e una delle maggiori popolari, come Ubi. Ne risulterebbe una nuova entità con il 12% di quota di mercato del credito in Italia e avrebbe sinergie per 600 milioni di euro, secondo Exane BNP. Anche altre soluzioni sarebbero fattibili e con molti vantaggi. Banca Popolare di Milano scambia ad appena 0,5 volte il suo patrimonio tangibile, secondo Nomura, nonostante un solido indicatore di capitale di migliore qualità (common core Tier 1) dell'11%.


E' probabile che la riforma incontri forti opposizioni. Consolidare significa avere banche più sane, ma inizialmente anche tagliare il personale ed esporre il settore bancario italiano a scalate estere. Ma per Renzi, quella della riforma delle banche sarebbe l'occasione d'oro per provare che vuole davvero cambiare l'Italia.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... -92747.htm


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Re: Movimenti sospetti, tra boschi e boschetti

Messaggioda trilogy il 25/01/2015, 10:51

La mia opinione personale è che di tutte le riforme di cui si parla, questa è quella, che a livello simbolico, ha più impatto sull'immagine dell'Italia presso gl' investitori internazionali.
Di riforma delle popolari, almeno di quelle grandi quotate in borsa, sono decenni che se parla ma è sempre stata bloccata.
Non so se questa volta ci riescono, una cosa è fare il decreto, una cosa è affrontare le truppe cammellate in parlamento.

In quanto ai movimenti borsistici che hanno anticipato la notizia, questi ci sono sempre, prima di ogni notizia, o nel 99,99% dei casi. Poi oggi con gli algoritmi che analizzano il mercato al milionesimo di secondo, qualunque movimento viene percepito e i trading system automatici si accodano immediatamente alla tendenza amplificandola. In questo caso le banche stavano già salendo per anticipare il quantitative easing della BCE. Il banco dell'etruria e del lazio, poi sul mercato è meno liquido di altre banche e quando ci sono forti movimenti in su o in giù del settore i suoi prezzi strappano con violenza.
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Re: Movimenti sospetti, tra Serre e Serretti

Messaggioda franz il 13/02/2015, 19:13

Popolari, ecco tutti i guadagni, metà con il "Banco". La Consob convoca Davide Serra

Vegas: "Via alle audizioni, ricostruiremo il circuito dell'informazione privilegiata"
di WALTER GALBIATI

Popolari, ecco tutti i guadagni, metà con il "Banco". La Consob convoca Davide SerraGiuseppe Vegas, presidente Consob
MILANO - Qualche dichiarazione pubblica, un paio di tweet e alla fine un comunicato stampa ufficiale non sono bastati a colmare la sete di conoscenza della Consob. Davide Serra dovrà prendere un volo Londra-Roma per recarsi negli uffici dell'Authority che vigila sui mercati e spiegare cosa sapeva prima del 16 gennaio su quanto il governo del suo "amico" Matteo Renzi stava progettando sulla trasformazione delle banche popolari in società per azioni.

La lettera di convocazione è partita. Ad anticipare le mosse dell'inchiesta era stato in qualche modo lo stesso presidente di Consob, Giuseppe Vegas, in un passaggio in "legalese" del suo intervento davanti alla Commissione Finanze. "Sono in corso di predisposizione - aveva detto - richieste volte a ricostruire il circuito informativo dell'informazione privilegiata, ovvero l'ambito in cui la stessa è maturata, il momento a decorrere dal quale essa ha assunto i requisiti di informazione privilegiata e i soggetti coinvolti nel circuito informativo ".

Vegas vuole utilizzare tutti i poteri che la normativa sugli abusi di mercato gli concede per ricostruire i fatti: "Procederemo ad audizioni - ha aggiunto nei confronti di alcuni soggetti rispetto ai quali sono già emersi elementi che portano a ritenere necessari indagini specifiche più approfondite". E uno di questi soggetti è il finanziere Serra, che oltre ad aver sempre sostenuto di investire nelle Popolari, sembra sia stato protagonista la settimana stessa dell'annuncio di Renzi di una riunione a Londra negli uffici del suo fondo Algebris sul tema in discussione al governo.

Gli uffici ispettivi della Consob hanno ricostruito i momenti salienti con cui il mercato è stato informato della possibile abolizione del voto capitario (una testa, un voto) per le prime 10 banche popolari italiane. Le prime indiscrezioni pubbliche hanno iniziato a circolare il 3 gennaio, mentre il primo annuncio ufficiale del governo risale a venerdì 16 gennaio, quando, a mercati chiusi, il premier Renzi ha parlato della riforma sul comparto bancario. Il 20 gennaio si è chiuso il cerchio con il consiglio dei ministri che ha varato la riforma per le sole banche con attivi superiori a 8 miliardi di euro.

Il boom dei titoli in Borsa è avvenuto lunedì 19 gennaio: in una seduta la PopMilano ha guadagnato il 14,9%, la Ubi il 9,7%, il Credito Valtellinese il 9,63%, la PopEmilia l'8,5%, il Banco Popolare l'8,3%, la PopEtruria l'8,2% e la PopSondrio l'8%. Gli uomini della vigilanza hanno scandagliato le compravendite avvenute nel periodo sensibile e hanno evidenziato plusvalenze effettive e potenziali per 10 milioni di euro.

Il dossier più scottante riguarda il Banco Popolare, una delle banche su cui Serra ha ammesso di aver operato, seppur in perdita, ma non nel periodo rilevante. Secondo le carte Consob, tra il 2 e il 16 gennaio 2015 un intermediario estero trattando quasi l'1% del capitale avrebbe conseguito una plusvalenza di 3,5 milioni di euro. La posizione è stata chiusa tra il 19 e il 23 gennaio. Un operatore italiano invece ha incassato un milione con il trading sullo 0,3% della banca, un altro 350mila euro, altri ancora ricavi residuali compresi tra 23 e 30mila euro.

Qui la Consob ha trovato anche derivati acquistati il 13 gennaio con un obiettivo di prezzo di 10,5 euro e le scommesse al ribasso sul titolo da parte della società inglese Aqr Capital management Llc, un hedge fund londinese di proprietà di un ex banchiere di Goldman Sachs.

L'altro fascicolo corposo è relativo alla PopMilano, sulla quale sempre dall'estero è stata ottenuta una plusvalenza di 1,4 milioni di euro. Un intermediario italiano ha acquistato tra il 7 e il 9 gennaio, portandosi a casa un utile di 800mila euro, un altro ha comprato il 16 e venduto il 19 con una plusvalenza di 220mila euro.

Quest'ultimo trader ha procurato anche un guadagno di mezzo milione di euro a un investitore estero. Altri intermediari hanno avuto utili minori e uno di questi è risultato attivo anche sulla PopEtruria, la banca ai cui vertici siede il padre del ministro Maria Elena Boschi, sulla quale la Consob ha messo in luce due piccole operazioni (con profitti per 2500 e 10mila euro) e le vendite allo scoperto dei fondi Gsa Capital e Kairos Investment. Movimenti minori per la PopEmilia e il Credito valtellinese, mentre su Ubi Banca gli 007 di Consob hanno scovato guadagni per 760mila, 300mila euro e 83mila euro, più un'operazione in derivati.

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... f=HREC1-11
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Re: Movimenti sospetti, tra boschi e boschetti

Messaggioda trilogy il 13/02/2015, 19:38

La nebbia agl'irti colli piovviginando sale.... :mrgreen:
Quando è scoppiato questo caso della speculazione sulle popolari, tutti a fare i conti sulle percentuali di guadagno della popolare dell'etruria, ora che è commissariata e sospesa dalle quotazioni si tace, perchè chi ci ha speculato sopra è rimasto col cerino in mano e rischia di perdere il 100% dell'investimento.

L’istituto aretino è l’unica banca quotata sottoposta a commissariamento. In base alle più recenti classifiche di Mediobanca, La Banca Popolare dell’Etruria ha crediti dubbi alla clientela per 1,69 miliardi di euro, pari al 22,9%, il livello massimo tra le banche popolari; di queste, 770 milioni di euro sono sofferenze. Complessivamente si posiziona al 21esimo posto tra gli istituti italiani per totale degli attivi.

fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=ABEYoetC

Accuratamente oscurata dal nebbione mediatico della speculazione anche la perquisione a Ubibanca... :mrgreen:

Le attività di mercoledì riguardano il filone d’inchiesta che era stato aperto con l’ipotesi di reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza su presunti patti parasociali nell’iter che diede vita a Ubi, alla quale si è aggiunta una nuova ipotesi di reato, quella di «influenza indebita sull’assemblea» (articolo 2636 del Codice Civile).L’indagine si riferisce all’assemblea della banca del 2013, che nominò il consiglio di sorveglianza, e ipotizza che vennero illecitamente raccolte deleghe in bianco. Ubi e Confiab non hanno al momento commentato. La Compagnia delle Opere di Bergamo, attraverso il suo presidente Alberto Capitanio, ha dichiarato che «sta favorendo l’acquisizione dei documenti richiesti». Le perquisizioni presso la sede bergamasca dell’associazione vicina a Cl e alla confederazione artigiani, sono motivate dal fatto che gli investigatori ipotizzano che membri di queste strutture avessero preso parte alla raccolta delle deleghe sotto accusa.

fonte: http://www.corriere.it/economia/15_febb ... 8359.shtml
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