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Lavoro: La proposta di Landini

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Re: Lavoro: La proposta di Landini

Messaggioda Giovigbe il 29/12/2013, 10:57

Robyn ha scritto:Hei,Ed,ho lavorato quattro anni e mezzo in quell'azienda e poi l'ho perso ,una settimana,e ne ho trovato un'altro.Hei Jhon anch'io ho lavorato se anni da un'altra parte però ci ho messo due settimane per trovarne un'altro sarò meno preparato di te?ok Jhon ci vediamo stasera al pub ,bay Jhon,ok bay Ed


Premetto che non sono ne economista ne esperto di diritto del lavoro; cerco di osservare la realtà e trarne linee di condotta(o almeno ci provo).

Quanto hai scritto innanzitutto si riferisce al reperimento di un posto di lavoro e (ovviamente) non ha nulla a che fare con l'art. 18.
In una situazione di crescita dell'occupazione la favola che hai raccontato può essere anche rappresentativa di una realtà. Non così in una fase di stallo occupazionale: altrimenti non si spiegano i tanti nostri giovani in cerca di occupazione.

L'art. 18 riguarda non l'inizio ma la fine del rapporto di lavoro. A queto proposito è dato osservare due cose (tra altre mille che evito per non dilungarmi troppo e mantenere questo intervento nei limiti di una chiacchierata da bar e non in quelli di una "lectio magistalis" che non è nelle mie corde):
- la forbice degli stipendi tra dirigenti e impiegati/operai è aumentata costantemente negli ultimi anni;
- non si ha notizia di dirigenti licenziati.
mentre, si dà il caso, siano proprio loro i primi colpevoli dei disastri aziendali.

L’art. 18 (per coloro che hanno il contratto a tempo indeterminato, che nella proposta Landini dovrebbe essere il contratto tipico dopo un congruo periodo di prova durante il quale non vale l’art. 18) serve proprio a tutelare da questa sciagurata filosofia (aziendale e nazionale) per la quale “pagano sempre gli stessi”
Osservo infine (sempre con tono “da bar”) che la favola da te raccontata fa pensare (anche se non è chiara su questo punto) che il nuovo posto di lavoro venga trovato senza ricorrere a “conoscenze”, “aiutini” e/o raccomandazioni: infatti si accenna a qualcosa di “meritocratico”.
Questo aspetto anche non solo è quanto di più lontano si possa immaginare realtà italiana ma contrasta anche con quanto sostenuto/accettato/giustificato (più o meno timidamente) all’interno di questo forum.
Credo che anche tra noi dovremmo metterci un pò d’accordo .
Ciao
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Giovigbe
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Re: Lavoro: La proposta di Landini

Messaggioda pianogrande il 29/12/2013, 11:27

"Pagano sempre gli stessi" non è un problema di regole ma di rapporti di forza.
Il dilemma sembra fondamentale.
Debbono valere le regole o i rapporti di forza?
Falso problema dato che le regole derivano dai rapporti di forza.

Per fare un passo avanti nel livello di civiltà è questa trappola che andrebbe superata.

La via sarebbe (almeno è quella che più spesso si ricerca) quella del comune interesse.
E' lì che, alla fine, cadono gli accordi.

Ci sono comuni interessi tra i veri dirigenti (non i galoppini) e i lavoratori dipendenti?

Direi di no visto che i primi vengono super premiati anche quando portano le aziende al disastro.

In fondo, Landini/Renzi stanno cercando, almeno, di creare un comune interesse tra i lavoratori dipendenti.
Per il momento, quello che propongono non ha l'aria di ricercare la parità togliendo a chi ha di più ma di una ricerca della parità almeno per il futuro e con prevalente miglioramento di chi ha di meno.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Lavoro: La proposta di Landini

Messaggioda Robyn il 29/12/2013, 12:26

la flessibilità vale per tutti,un partito deve immaginare il futuro anche se oggi la situazione è diversa
hei Jhon non sono più là, ,e dove sei?
ero qui alle alle officine meccaniche della british airways,poi hanno detto,hei bill questo non stà bene qui,e mi hanno trasferito a cinque km di distanza sul computer,e mi hanno detto sai fare?no non sò fare
bene allora impara
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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