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Diseguaglianze e crisi

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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda flaviomob il 26/07/2013, 14:38

Bisogna vedere anche il tipo di espansione della diseguaglianza. Ad esempio, se sono i redditi più elevati a salire o se sono quelli più poveri ad abbassarsi. E soprattutto in che direzione si sposta la classe media, fondamentale nei consumi.

PS: Non fate conoscere questa notizia a Fassina, non si sa mai! Potrebbe iniziare a spacciare... :lol:

Fermato con 50 kg di droga: “devo pagare le tasse”
E' accaduto a Reggio Emilia. La Guardia di Finanza ha fermato un signore di 72 anni, incensurato, mentre era a bordo di un'auto che trasportava 50 kg di sostanze stupefacenti: marijuana e hashish.
Quando le autorità gli hanno chiesto cosa stesse facendo il pensionato ha risposto che il trasporto gli avrebbe fatto guadagnare 6mila euro che gli servivano per pagare le tasse arretrate. Alla fine è tutta colpa di Equitalia.


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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda franz il 26/07/2013, 15:25

flaviomob ha scritto:Bisogna vedere anche il tipo di espansione della diseguaglianza. Ad esempio, se sono i redditi più elevati a salire o se sono quelli più poveri ad abbassarsi. E soprattutto in che direzione si sposta la classe media, fondamentale nei consumi.

PS: Non fate conoscere questa notizia a Fassina, non si sa mai! Potrebbe iniziare a spacciare... :lol:

Fermato con 50 kg di droga: “devo pagare le tasse”
E' accaduto a Reggio Emilia. La Guardia di Finanza ha fermato un signore di 72 anni, incensurato, mentre era a bordo di un'auto che trasportava 50 kg di sostanze stupefacenti: marijuana e hashish.
Quando le autorità gli hanno chiesto cosa stesse facendo il pensionato ha risposto che il trasporto gli avrebbe fatto guadagnare 6mila euro che gli servivano per pagare le tasse arretrate. Alla fine è tutta colpa di Equitalia.


Povero Fassina, una volta tanto che ne dice una giusta gli tirano le pietre.
Ma non andiamo OT e torniamo alle disugualianze. Durante una forte crisi, come fu nel 2001 e poi nel 2008, i valori azionari tendono di colpo a dimezzarsi (le azioni perdono metà del loro valore) e quindi sospetto che diventando i ricchi un po' piu' poveri, le disugualianze diminuiscono (chi è povero rimane tale). In seguito c'è il ricupero e la ripresa e chi ha trovato la strada per uscire prima dalla crisi guadagma molto piu' degli altri. In questi casi è la crisi che modifca le disugualianze e non viceversa. La classe media, dipende. In paesi ad azionariato diffuso come gli USA, anche la classe media si impoverisce per la svalutazione degli asset (spesso hanno azioni della società in cui lavorano) ma almeno in USA ci sono i sussidi di disoccupazione e l'assistenza sociale che in Italia non abbiamo. Da noi solo 1/3 delle famiglie ha risparmi investiti in borsa e quindi il colpo di una crisi è meno duro (il mattone non crolla del 50%) tuttavia non ci sono sussidi di disoccupazione ed aiuti sociali degni di questo nome per cui chi perde il lavoro diventa di colpo povero, se non ha risparmi sufficenti a passare la crisi. In paesi diversi quindi ritengo che la stessa crisi abbia effetti differenti.
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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda flaviomob il 26/07/2013, 15:34

"Sospetti" o hai delle analisi scientifiche a riguardo?


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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda Robyn il 26/07/2013, 17:06

La crisi ha origine nei primi anni 90 con le politiche di contenimento del costo del lavoro che anzichè ridurre il cuneo fiscale hanno ridotto i redditi attraverso il mancato adeguamento all'inflazione.Questo ha prodotto redditi più bassi una caduta dei consumi e diseguaglianze sociali.Poi si sono associate la crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti che ha prodotto una crisi di fiducia che si è propagata in Europa alla velocità della luce ed infine ha contribuito ad aggravare le cose l'economia dei derivati con ingenti spostamenti di risorse dall'economia reale a quella finanziarizzata con la conseguenza che non si investisse più in quella reale
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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda franz il 26/07/2013, 17:52

flaviomob ha scritto:"Sospetti" o hai delle analisi scientifiche a riguardo?

Se avessi sotto mano analisi fresche le citerei. Per ora mi limito ad annunciare un "feeling".
Dopo il 2008 l'ONU annuncio' che inaspettatamente la povertà nel mondo si era ridotta e che gli obiettivi di riduzione erano stati raggiunti prima del tempo. E questo malgrado la crisi economica. Si tratta di un dato mondiale e puo' darsi che invece in alcuni paesi le cose siano andate in un senso opposto. Tuttavia da un lato con la crisi i ricchi dei paesi ricchi sono diventati di colpo meno ricchi, da un lato miliardi di abitanti dei BRIC hanno incrementato lavoro e reddito. C'è stata una redistribuzione della ricchezza e a livello mondiale i divari sono diminuiti. Anche il gini index a livello mondiale è passato dal 37.2 del 1998 al 39 del 2007 (che mi pare sia il valore che gli usa avevano nel 1970). Non ci resta che attendere la prossima stima e vedremo. Nelle singole nazioni per me non è contraddittorio che accada anche il contrario, anche se non è detto. Per l'Italia per esempio siamo passati dal 27.3 del 1995 al 31.9 del 2011 mentre è diminuito in Germania, Svizzera ed è rimasto stabile in Francia ed è peggiorato (parecchio) nel regno unito ed in USA. Eppure tutte le nazioni europee sono colpite dalla crisi, pur in misura diversa. Cosa separa da un lato Italia, UK e USA (il cui indice di gini peggiora) e dall'altro Germania, Svizzera, Svezia e Austria, il cui indice migliora? Veramente l'Indice di gini ci racconta qualche cosa sulla crisi economica in atto o sulle passate?
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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda flaviomob il 26/07/2013, 21:37

Le separa proprio il fatto che l'impatto della crisi è diverso, qualitativamente e quantitativamente ;)

Infatti gli Italiani tornano ad emigrare in Germania.


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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda franz il 26/07/2013, 22:06

flaviomob ha scritto:Le separa proprio il fatto che l'impatto della crisi è diverso, qualitativamente e quantitativamente ;)

Infatti gli Italiani tornano ad emigrare in Germania.

Impatto diverso, appunto, non stessa causa (la disugualianza).
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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda flaviomob il 26/07/2013, 23:52

Può essere vista come causa, può essere vista come cura (l'assenza di), in ogni caso mi pare che la minor diseguaglianza coincida con stato sociale più forte, più orientato verso l'universalità, più efficiente e quindi garantisca anche maggior sicurezza sociale.


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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda franz il 27/07/2013, 9:24

flaviomob ha scritto:Può essere vista come causa, può essere vista come cura (l'assenza di), in ogni caso mi pare che la minor diseguaglianza coincida con stato sociale più forte, più orientato verso l'universalità, più efficiente e quindi garantisca anche maggior sicurezza sociale.

Questo è vero ma dobbiamo vedere le cose in senso piu' vasto. Per prima cosa uno stato sociale piu' forte è possibile solo se esiste la sufficente produttività per sostenerlo. Non si puo' pensare di applicare un sistema di welfare alla tedesca o alla svedese in un paese che ha la metà della produttività. Il sistema collassa. Il sistema sociale non è come il barone di munchausen che si solleva da solo tirandosi su per il coppino. Seconda cosa: a parte lo spinoso capitolo dell'assistenza sanitaria (cui Obama ha rimediato) io direi che lo stato sociale USA (sussidi di di soccupazione ed assistenza statale a chi è sotto la soglia della povertà) è molto piu' forte di quello italiano, anche se so che questo cozza contro il luogo comune della sinistra.
Vedere http://en.wikipedia.org/wiki/Social_pro ... ted_States
Da noi non se ne parla (forse perché il paragone brucerebbe) ma malgrado i tagli reganiani l'assistenza in USA c'è (anche se diversa da stato in stato) e funziona. Anche sul piano sanitario la sanità pubblica americana pre-riforma costava su PIL piu' della sanità pubblica italiana. Per questo la disugualanza usa è inferiore a quella italiana? No.
Da questo io ricavo l'impressione che la disugualianza non dipenda solo dal welfare ma da tanti altri fattori.
Per esempio dal ritmo di crescita. A parte la crisi del 2008, la crescita americana è tumultuosa (4-5% del PIL per tanti anni di seguito) e mi sembra del tutto normale che quando si cresce molto e per lungo periodo non si riesca a crecere tutti insieme alla stessa velocità. L'europa cresce poco e quindi è piu' omogenea.
Un buon werlfare aiuta ma se la crescita è bassa (addirittura stangante come da noi) allora possiamo apparire anche piu' omogeneii ma in realtà siamo tutti un po' piu' poveri. Un indice come gini infatti non ci dice se siamo tutti benestanti o tutti poveri ma solo che siamo omogenei. Va affiancato ad altri indicatori (procapite e PPP) per avere un'idea complessiva del sistema.
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Re: Diseguaglianze e crisi

Messaggioda flaviomob il 29/07/2013, 10:40

La sostenibilità di un sistema di welfare dipende dal PIL (assoluto e pro capite), quello italiano è paragonabile con quello dei maggiori paesi europei. Il fatto che la produttività in Italia sia la metà è un falso (uno della serie).

Il welfare americano: la sanità costa di più allo stato e copre meno utenti. Se non hai l'assicurazione sanitaria (ad esempio, se sei disoccupato) non hai alcun diritto. In più, comunque alcune prestazioni non sono coperte dalle polizze e rimangono fuori. Inoltre non esiste alcuna forma di tutela per gli anziani poveri (pensioni sociali), per chi perde i contributi versati (in caso di fallimento di privati). Sono sistemi non paragonabili. Il 23% di neri e ispanici vive sotto la soglia di povertà, in case fatiscenti che vengono spazzate via al primo uragano.


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