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PD,PDL

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: PD,PDL

Messaggioda Robyn il 09/04/2013, 15:27

la meta deve essere quella di costruire un terreno una base comune di valori
al dilà delle fisiologiche differenze.La strada per raggiungere ciò può essere
impervia,irta di ostacoli,ma da qualche parte si dovrà pur cominciare
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Re: PD,PDL

Messaggioda Iafran il 09/04/2013, 16:01

Robyn ha scritto:La contrapposizione fra destra e sinistra mostra che c'è un contrasto allo stato endemico che stanca sempre di più
Dobbiamo decidere di diventare una democrazia europea dove destra e sinistra pur nella diversità hanno una base comune di riconoscimento reciproco.

La contrapposizione fra destra e sinistra è una cosa che interessa due ben precise impostazioni politiche (ci potrebbe anche essere una differente interpretazione degli uomini in seno allo stesso partito), che, certamente, potrebbero convenire in particolari situazioni (che non richiedono d'andare per il sottile).
Quando le posizioni, però, riguardano la moralità, la legalità o il rispetto delle regole democratiche non ci sono vie di mezzo e non ci sono contrapposizioni politiche (destra, centro o sinistra) che tengano: o si è in un campo o si è nell'altro, con la fatica immane di una parte di dimostrare che l'altra sia immorale e che agisca nell'illegalità, pena denuncia per diffamazione (soprattutto se basata su leggi fatte a uso e consumo da una delle due).

Se qualcuno vuole mettere la testa nella sabbia, dopo averla tenuta ben alta, faccia pure ... gli altri decidono consapevolmente e coerentemente.

Vorrei invitare ad ipotizzare cosa succedeva se i 125.000 voti in più li avessero presi quelli del PdL, i "grillini" sarebbero stati trattati nello stesso modo dagli uomini del PD?
I 9.922.850 voti sbandierati dal PdL sono il 29,18% dei voti validi e rappresentano il 52,96% dei voti di PD+M5S, il 28,13% dei votanti (35.271.541), e il 21,15% del corpo elettorale (46.905.154).
Il "cavaliere", con tutte le armi visibili ed invisibili al suo servizio, ha affascinato solo il 21,15% degli elettori italiani.
Che si governasse tenendo in considerazione non il proprio elettorato ma tutto il popolo italiano (finora ignorato dalla nostra vecchia "casta").

U'altra battuta sugli italiani circola in Germania :( :
- Sai perché Papa Francesco si esprime in italiano?
- Per parlare ai poveri.
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Re: PD,PDL

Messaggioda Robyn il 09/04/2013, 16:53

Generalmente una più progressista ed una più conservatrice
Poi ci sono anche le gambe liberali che occupano il centro.I cattolici
invece sparsi dappertutto.Sulle regole del gioco,sulla costituzione,sulla legalità,
anche sulla solidarietà o per lo meno un'idea comunitaria,non dovrebbero esserci
differenze dovrebbero essere terreni comuni
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Re: PD,PDL

Messaggioda Iafran il 10/04/2013, 10:07

http://video.sky.it/news/politica/alfan ... 156040.vid

Alfano: "Siamo disponibili a condividere la scelta di un PdR che non sia manifestamente ostile al PdL".

Il PdL senza il "cavaliere" non esisterebbe.
Con il "cavaliere" o si è genuflesso-dipendente (e pronto a sputare veleno sugli avversari) o si è ostile.
Il futuro presidente non deve essere ostile al "cavaliere" ... deve essere, allora, genuflesso-dipendente.
Che insignificanti personalità politiche sono questi del PdL. Quanto credito possano ricevere quando affermano d'avere a cuore il bene dell'Italia?
Un "movimento per le libertà" dovrebbe costituirsi proprio per difenderci dagli "avventurieri della politica".

La moralità, la legalità o il rispetto delle regole democratiche non ammettono vie di mezzo e non ci sono contrapposizioni politiche: o si rispettano, o si fa ciò che si vuole di ogni regola (in virtù dei voti avuti).
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Re: PD,PDL

Messaggioda ranvit il 12/04/2013, 12:26

IO la penso come Ricolfi!

http://www.lastampa.it/2013/04/12/cultu ... agina.html


Editoriali

12/04/2013


Ma l’”inciucio” può avere delle virtù

luca ricolfi




Sono quasi due mesi che si è votato, e ancora non abbiamo un governo. Perché?



Qualcuno dà la colpa a Grillo, ma a mio parere Grillo non c’entra. Grillo è stato sempre molto chiaro, sia prima del voto sia dopo: a questi politici che ci hanno portato al disastro la fiducia non la voteremo mai, ma se faranno proposte che condividiamo non avremo nessun problema a votarle. Perché non credergli? Perché fingere che anche lui, come gli altri partiti, sia pronto a dire una cosa in campagna elettorale e a fare tutto il contrario dopo aver incassato i voti? Perché attendere un ripensamento?



Il Movimento Cinque Stelle la sua vocazione antisistema (anti «questo» sistema, ovvero questi partiti, questi politici) l’ha sempre dichiarata apertamente. Chiedergli di cambiare rotta ora è come chiedere a Papa Francesco di essere per le nozze gay.



Invece Bersani non solo vuole le nozze, ma vuole farle con la sposa recalcitrante Movimento Cinque Stelle. Di qui un corteggiamento che non sembra arrendersi di fronte a nulla, e la sensazione universale che la politica - la vecchia politica - stia perdendo tempo.



Ai signori del Palazzo piace un sacco incontrarsi, telefonarsi, confabulare in Transatlantico, twittare, riunirsi, allearsi, mediare, riflettere, mandare segnali, decodificare i segnali altrui, rilasciare interviste, parlare alla radio, infestare telegiornali e talk show da mane a sera. Intanto i problemi reali dell’Italia, che sono innanzitutto di tipo economico-sociale, continuano a marcire in attesa di un governo che governi.



E’ dunque Bersani il problema?



Sì e no. L’aspirazione di Bersani a fare il presidente del Consiglio non è irragionevole, visto che la sua coalizione è il maggiore raggruppamento presente in Parlamento, visto che nessun governo può avere la maggioranza alla Camera senza i voti del Pd, e visto che il Pdl ha detto di non avere riserve o pregiudiziali contro di lui.

Il problema non è la persona di Bersani, ma è la sua linea politica. Bersani vorrebbe governare da solo, ma con i voti degli altri. Bersani vorrebbe i voti del Pdl o della Lega (quelli di Grillo ha finalmente capito che non li avrà), ma senza fare un governo con ministri del centro-destra. Se, per una volta, usasse le sue famigerate metafore per parlare di se stesso, direbbe: voglio la botte piena (ministeri e poltrone) e la moglie ubriaca (Berlusconi che lo lascia fare).



Questa posizione è chiaramente irragionevole, non solo dal punto di vista del Pdl (perché gli «impresentabili» dovrebbero regalare i loro voti a chi così profondamente li disprezza?), ma anche dal punto di vista del Pd. Come possono pensare, i dirigenti di questo partito, di avviare una stagione «di cambiamento» con un governo di minoranza, che in ogni momento può essere condizionato, ricattato e affondato dai suoi sostenitori esterni? Come può pensare il Pd di governare l’Italia nella tempesta della crisi economica e sociale se la sopravvivenza del governo dipende fin dall’inizio dalla condiscendenza di altri, che non lo amano e possono in ogni momento staccargli la spina?



Eppure questo è stato fin dall’inizio, e resta tuttora, l’irragionevole schema politico di Bersani: costituire un governo di minoranza, o mediante un atto di sfida ai grillini (vengo in Parlamento, e vediamo se avete il coraggio di negarmi la fiducia) o mediante un accordo più o meno tecnico con Berlusconi (astensione, uscita dall’aula, non sfiducia, etc.).



Bersani, a quanto pare, ha paura dell’unica soluzione che potrebbe darci un governo non effimero: un accordo serio fra destra e sinistra. Non è difficile indovinare i motivi di tale paura. Se nascesse un governo sostenuto dal Pd e dal Pdl, l’accordo sarebbe immediatamente bollato come un «inciucio», parola di cui nessuno pare conoscere il significato esatto ma che da una ventina d’anni viene usata per descrivere quanto di più torbido la politica è capace di fare: accordi sottobanco, scambi di favori e di poltrone, patti inconfessabili. Non mi sento di escludere che questo, o qualcosa del genere, succederebbe alla fine. E tuttavia mi restano alcune domande.

Possibile che la politica italiana – e per politica intendo partiti, opinione pubblica, giornalisti – abbia di se stessa un’opinione così negativa da dare per scontato che ciò che all’estero ha funzionato (ad esempio in Germania una decina d’anni fa) da noi possa solo trasformarsi in un mostruoso patto di potere?



Perché alla sola idea di un governo bipartisan la parola «inciucio» scatta automaticamente, prima di avere visto le carte, ossia i programmi e le intenzioni?



Perché si riescono a immaginare solo compromessi al ribasso, quando quello di cui avremmo bisogno è, semmai, di selezionare le idee migliori dei due schieramenti, idee che pure esistono?



Siamo sicuri di avere tutto questo tempo? Siamo sicuri che imprese, sindacati, lavoratori e famiglie, di fronte al dramma occupazionale che sta affondando l’Italia, abbiano voglia di essere richiamati a votare per l’ennesima volta? Siamo sicuri che le «discriminanti» su cui Bersani e i suoi stanno respingendo le offerte del nemico siano anche le priorità dei cittadini?



Ma soprattutto: siamo sicuri che, per il Pd, gli unici due modi di riconquistare la credibilità perduta siano guadagnare (umilmente) la benevolenza di Grillo e sottrarsi (con sdegno) all’abbraccio mortale del Pdl?

In fondo i cittadini-elettori il loro messaggio l’hanno già mandato, ed è un messaggio chiaro: cari politici, così non potete andare avanti, o vi ritirate o cambiate registro. Ma il momento di cambiare è adesso, non all’ennesimo bagno elettorale. Rivotare è solo un segno di resa della politica. Significa dire agli elettori: voi ci avete mandato un segnale, ma noi non siamo capaci di raccoglierlo. Noi siamo quelli di sempre, prigionieri delle nostre piccole beghe, incapaci di guardare un po’ più in là.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: PD,PDL

Messaggioda Iafran il 12/04/2013, 12:49

Pure io ... se la controparte ("politica") non fosse fatta da una masnada di impresentabili.

Come uscirne?
Male. Si torna a votare con il PD spaccato e con il PdL che prenderà la maggioranza alla Camera. Tutto dipenderà dai risultati che raccoglieranno il Pd2 (la lista di Renzi) e M5S al Senato.
Mal che va avremmo il "cavaliere" che continuerà a fare quel che vuole delle regole e dei conti dello Stato, arricchendo i suoi supporters ... fino a portare tutti all'esasperazione; dopo di che ci sarà nuovamente un governo tecnico di larghe intese ed i soliti cittadini chiamati a stringere la cinghia, per ripianare il deficit (con la magra "soddisfazione", però, di mantenere una "casta" di parlamentari privilegiati). :x
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Re: PD,PDL

Messaggioda pianogrande il 12/04/2013, 15:01

Iafran ha scritto:Pure io ... se la controparte ("politica") non fosse fatta da una masnada di impresentabili.

Come uscirne?
Male. Si torna a votare con il PD spaccato e con il PdL che prenderà la maggioranza alla Camera. Tutto dipenderà dai risultati che raccoglieranno il Pd2 (la lista di Renzi) e M5S al Senato.
Mal che va avremmo il "cavaliere" che continuerà a fare quel che vuole delle regole e dei conti dello Stato, arricchendo i suoi supporters ... fino a portare tutti all'esasperazione; dopo di che ci sarà nuovamente un governo tecnico di larghe intese ed i soliti cittadini chiamati a stringere la cinghia, per ripianare il deficit (con la magra "soddisfazione", però, di mantenere una "casta" di parlamentari privilegiati). :x

E per uscirne bene?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: PD,PDL

Messaggioda Iafran il 12/04/2013, 16:24

pianogrande ha scritto:
Iafran ha scritto:Pure io ... se la controparte ("politica") non fosse fatta da una masnada di impresentabili.
Come uscirne?
Male. Si torna a votare con il PD spaccato e con il PdL che prenderà la maggioranza alla Camera. Tutto dipenderà dai risultati che raccoglieranno il Pd2 (la lista di Renzi) e M5S al Senato.
Mal che va avremmo il "cavaliere" che continuerà a fare quel che vuole delle regole e dei conti dello Stato, arricchendo i suoi supporters ... fino a portare tutti all'esasperazione; dopo di che ci sarà nuovamente un governo tecnico di larghe intese ed i soliti cittadini chiamati a stringere la cinghia, per ripianare il deficit (con la magra "soddisfazione", però, di mantenere una "casta" di parlamentari privilegiati).

E per uscirne bene?

(Ricorri anche a questi scherzi? :lol: )
Non arroccarsi (Bersani) sulle posizioni dei colleghi onorevoli e senatori (PD) che "hanno fatto tanti di quei sacrifici per portare il partito dove è arrivato" e che adesso supplicano a tenere duro e a non fare svanire l'occasione di dimostrare quel che sanno fare (niente di diverso da quel che farebbero i colleghi impresentabili dell'altra parte) e riconoscere che la maggioranza dei cittadini (gli elettori 5S, gli astenuti e quelli forzati a votare PdL) ne ha le tasche piene della "politica" dei palazzi, dei compromessi, della spartizione del potere e degli arricchimenti al limite della decenza (sconfinanti nella illegalità) dei grandi e piccoli supporters dei "politicanti" o degli avventurieri (che si danno alla politica per salvarsi dalle carceri).
Il risultato siciliano del M5S dovrebbe far riflettere molto chi vuole fare vera politica, sulla voglia di cambiamento di una popolazione che ha sempre premiato il "cavaliere" e che adesso lo ha messo al secondo posto.
Non si possono continuare a snobbare i cittadini dopo l'esito elettorale quando essi hanno sempre chiesto (stavolta battendo i pugni) di essere considerati per tutta la legislatura!
Il "grido di dolore" lo deve sentire solo qualche sabaudo "galantuomo"? :x
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Re: PD,PDL

Messaggioda Iafran il 12/07/2013, 13:04

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... re/653676/

Berlusconi: il Laticlavio pacificatore di Domenico Valter Rizzo

Lo confesso, ci sono parole che proprio non riesco a capire, … Una di queste parole è “pacificazione”. E’ stata una della parole più usate dagli uomini politioci italiani negli ultimi tempi. Oggi Silvio Berlusconi tuona ancora contro chi bloccherebbe la pacificazione. Di grazia qualcuno mi vuole spiegare di che minchia stiamo parlando? (scusate il francesismo, ma ogni tanto ci scappa).
Dopo ampia consultazione di dizionari ho capito con un certo affaticamento di meningi che pacificazione vuol dire superamento delle ragioni che hanno portato ad un conflitto. Venne usata, ad esempio, alla fine della guerra di liberazione per giustificare la fine delle epurazioni, culminata nell’amnistia Togliatti. A parte che non si pacificò nessuno - il livore revanscista del neofascismo italiano non ha mai dato segni di crisi, segnando la storia del nostro Paese con bombe e ammazzatine varie – in quella fattispecie il termine aveva un senso.
Si trattava di “pacificare” due anime del Paese, due visioni del mondo, superare le ragioni politiche, umane che erano state alla base della guerra e della guerra civile in particolare ...
Allora, qualcuno mi spiega quale guerra civile si dovrebbe adesso pacificare? Abbiamo – come in quasi tutti i Paesi civili – forze politiche che si confrontano in modo aspro. Quando Laburisti e Conservatori si menano di santa ragione nel Regno Unito, quando, in Francia, Gollisti e Socialisti si confrontano in modo durissimo, anche a colpi di dossier, quando vi è stato lo scandalo Watergate negli Stati Uniti (con conseguente cacciata a pedate del presidente Nixon) qualcuno ha parlato in questi Paesi di necessità di pacificazione?
In Italia invece se ne parla di continuo, un termine che di solito viene accompagnato, soprattutto quando è contenuto nel verbo che arriva dal nostro ottuagenario ed inamovibile Presidente della Repubblica, con altri termini che sono di solito: “larghe intese”, “concordia nazionale”, “senso di responsabilità” e via cantando.
Allora forse vale la pena di declinarlo bene questo termine...
Qui da noi non vi è alcuna guerra da pacificare, c’è invece un personaggio, che fa anche il capo partito, che è stato sottoposto a tre gradi di giudizio e che attende che il suo giudice, ovvero la Corte suprema, dica con voce inappellabile se è o non è un delinquente. Punto.
Se la Corte Suprema (non il giudice tal dei tali del tribunale di Roccacannuccia), si pronuncerà per la colpevolezza del signor Berlusconi, in perfetta concordia con la valutazione di altre due corti di giustizia (il primo grado e il secondo grado) allora non ci sarà nessuna guerra da pacificare, ci sarà semplicemente una condanna penale da eseguire. Berlusconi dovrebbe prendere esempio dal tanto vituperato Totò Cuffaro che, in analoghe circostanze, moggio moggio si dimise dal Senato e si trasferì a Rebibbia. Oppure, potrebbe emulare suo mentore, Bettino Craxi, scappandosene in una delle ville all’estero. C’è da credere che non farà né l’una, né l’altra cosa.
Comunque sia, non sono problemi del popolo italiano. Sono problemi personali del signor Berlusconi che non è accusato di aver commesso reati di opinione o reati politici, ma deve rispondere dell’accusa, che lo accomuna ad Alfonso Capone, di aver rubato soldi al fisco, ovvero ai nostri ospedali, alle nostre scuole e università, alle nostre forze dell’ordine, ai nostri beni culturali …
In realtà, e qui sta il mascariamento, dietro la parola “pacificazione” se ne nasconde un’altra che piace tanto non solo al centrodestra, ma anche ad una larga parte del Pd, e viene considerata come un male necessario dal vetusto inquilino del Quirinale. La parola è impunità. Secondo questa visione, l’esser leader di un partito politico dovrebbe garantire la non condannabilità. Una sorta di “immunità speciale” che non sta scritta né nella lettera e neppure nello spirito della Carta Costituzionale che, se non fosse così, dovrebbe vedere aggiunta all’articolo 3 una postilla orwelliana. All’assunto “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”, si aggiungerebbe che vi sono cittadini, come Silvio Berlusconi, che sono più uguali degli altri.
Votare contro l’esecuzione della sentenza, sarà complicato anche per i peggiori senatori del Pd. Ma privarsi di Berlusconi lo sarebbe di più. Un rebus che sarà complicato sciogliere se il 30 luglio la Cassazione confermerà carcere ed interdizione. Ma non dobbiamo disperare. Tra i corridoi dorati di quello che fu il palazzo del Papa Re, si sta seriamente cercando la soluzione per “pacificare”. La strada potrebbe essere semplice: nominare il “cittadino più uguale degli altri”, Senatore a Vita.
Che dietro la rielezione di Napolitano, potesse esserci una sorta di “clausola di sicurezza” per Berlusconi è cosa plausibile ed è assai probabile che, se Napolitano dovesse compiere questa scelta scellerata, non vi saranno molte reazioni. Si sentiranno un po’ di urla e strepiti da parte di Sel e M5S. Il Pd si inchinerà, per “senso di responsabilità e rispetto istituzionale”, all’autorevole scelta del Capo dello Stato che proclamerà, con “viva e vibrante soddisfazione”, Berlusconi “Intoccabile a Vita” con tanto di Laticlavio. E poi chissà … la strada verso il Colle.
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