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L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

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L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Messaggioda franz il 10/07/2013, 16:29

L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo.
Lettera apparsa su "Italians", di Beppe Severgnini, Corriere della Sera.


Caro Bsev, ho un problema. Lavoro per conto mio: ho la partita IVA. Nel 2012, è arrivato, finalmente, lavoro in abbondanza. Io lavoro esclusivamente per aziende: tutto viene fatturato. Alle correnti tariffe di mercato ho prodotto un reddito lordo di circa 50.000 euro. Per me, abituato come ero abituato, non è male. Il commercialista mi ha appena comunicato quanto dovrò versare da qui a novembre, tra saldo e anticipo: 22.900 euro tra imposte e contributi previdenziali. Questo dopo che, sul fatturato, è già stato versato il 20% di ritenuta d’acconto: che fanno altri 12.000: 34.900. In percentuale sul lordo, fa 69,8%.

Per mettere insieme 50.000 euro ho lavorato sabati, domeniche, alcune notti, ho fatto trasferte paurose. Lo stato, per mantenere vizi e stravizi dei vari Trota, Batman, Formigoni e Minetti, se ne porta via più di due terzi. Per inciso: non potrò pagare, ovviamente. Sto ancora arrancando dietro imposte e contributi dell’anno scorso, poi ho una rata da 250 euro mensili con Equitalia; ed ho una rata da oltre 300 euro con una finanziaria, per un finanziamento chiesto ed ottenuto per pagare le tasse di 5 o 6 anni fa, non ricordo.

Sono professionista (faccio il programmatore di computer): non posso fallire, non posso delocalizzare. L’unica cosa che potrei fare, e che probabilmente farò, sarà vendere l’appartamento di città dove vivono due figli venticinquenni e la ex moglie (io vivo in affitto), vendere la casetta di montagna ereditata da mio padre due anni fa, e sparire in uno di quei paesi dove si vive con pochissimo.

Severgnini, lei dice, ai bravi ragazzi volenterosi che vogliono emigrare, di non farlo, e, se lo fanno, di tornare presto; io dico loro: “Andate fino a che siete in tempo. Quando avrete 50 anni (io ne ho 55), vi morderete le mani per non averlo fatto. L’Italia è un paese perduto. Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove. L’Italia è morta”. Cordiali saluti,
Aldo Marchioni, aldo@aldomarchioni.it
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Re: L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Messaggioda franz il 10/07/2013, 16:32

La risposta [tiepida, mi pare, NDR] di Beppe.

Sul ponte sventola bandiera bianca?

La lettera è uscita martedì 2 luglio, senza particolare rilievo. Una buona lettera, per carità, chiara e amareggiata. Una delle tante comparse quotidianamente nel forum “Italians” in quasi quindici anni. Titolo: “L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo” (http://italians.corriere.it/2013/07/02/ ... e-in-tempo). In 48 ore ha raccolto 31mila “consiglia” su Facebook, è stata condivisa 2.300 volte e twittata da 1.721 persone. Non è normale.

Non è normale che la rinuncia diventi una bandiera. Il mittente, Aldo Marchioni (aldo@aldomarchioni.it), 55 anni, racconta: “Lavoro per conto mio, ho la partita IVA. Nell’ultimo anno ho prodotto un reddito di circa 50.000 euro. Per me, abituato come ero abituato, non è male. Il commercialista mi ha appena comunicato quanto dovrò versare da qui a novembre, anticipo e saldo: 22.900 euro tra imposte e contributi. Ricordo che, sul fatturato, è già stato versato il 20% di ritenuta d’acconto”.

Prosegue Marchioni: “Per mettere insieme 50.000 euro ho lavorato sabati, domeniche, alcune notti, ho fatto trasferte paurose (…). Per inciso: non potrò pagare. Sto ancora arrancando dietro imposte e contributi dell’anno scorso, poi ho una rata da 250 euro mensili con Equitalia (…). Sono un professionista (faccio il programmatore di computer): non posso fallire, non posso delocalizzare. L’unica cosa che potrei fare, e probabilmente farò, sarà vendere l’appartamento di città dove vivono due figli venticinquenni e la ex moglie (io sto in affitto), vendere la casetta di montagna ereditata da mio padre e sparire in uno di quei Paesi dove si vive con pochissimo”.

“Lei, Severgnini, dice ai ragazzi: non andate via; e se andate via, tornate presto. Io dico invece: andate finché siete in tempo. Quando avrete 50 anni vi morderete le mani per non averlo fatto. L’Italia è un paese perduto. Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove. L’Italia è morta. Cordiali saluti”.

Un forum su internet non fornisce campioni statistici; semmai, segnali. La sensazione – rientrando in Italia dopo quasi un mese – è che l’impoverimento sistematico, iniziato nel 2001, sia entrato in una fase nuova: dal mugugno allo scoraggiamento. Ormai, come ha ricordato Danilo Taino, siamo nella seconda metà della classifica: se l’Europa, in base al prodotto interno lordo pro capite, si divide tra ricchi e poveri, noi siamo tra i poveri. Per un grande, geniale paese manifatturiero, fondatore della UE, un’umiliazione. Ma è così, basta guardarsi intorno: sono finiti i soldi e il coraggio. Troppi italiani hanno un interesse diretto e personale nel creare complicazioni e ostacoli. Per rimuoverli vogliono soldi: i vostri.

Volete vedere che, dopo aver ripetuto ossessivamente “Siamo sull’orlo del baratro!”, abbiamo fatto un passo in più? Un destino da Wile E. Coyote: ma poi lui si rialza. Ancora un paio d’anni così, e per noi non ci sarà una prossima puntata. Non nella stessa serie, almeno.
(dal Corriere della Sera, 4 luglio 2013)
……
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Re: L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Messaggioda Iafran il 10/07/2013, 20:49

franz ha scritto:La risposta [tiepida, mi pare, NDR] di Beppe.

Al giornalista del Corriere della Sera interessa solo questo:

In 48 ore ha raccolto 31mila “consiglia” su Facebook, è stata condivisa 2.300 volte e twittata da 1.721 persone.
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Re: L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Messaggioda franz il 10/07/2013, 21:16

Vero, ma cosa ci vedi di male, nel contatare come una lettera abbia raccolto cosi' tanto consenso in poche (48)ore?
È un dato di fatto. Come tale interessa. E fa riflettere.
Ed io che dall'Italia me ne sono andato nel lontano 1988 do' ampiamente ragione a Aldo Marchioni.
FATELO! non ve ne pentirete.
Anzi oggi dall'altra parte della trincea aiuto i "fuggitivi" a ripartire degnamente in una nuova realtà e raccolgo i loro sfoghi, spesso riassunti in concetti tipo "non ne potevo piu' di lavorare giorno e notte per vedermi portare via il 68% dei guadagni per pagare i p#####i del Presidente del Consiglio".
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Re: L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Messaggioda Iafran il 11/07/2013, 1:07

franz ha scritto:Vero, ma cosa ci vedi di male, nel contatare come una lettera abbia raccolto cosi' tanto consenso in poche (48)ore?
È un dato di fatto. Come tale interessa. E fa riflettere.
Ed io che dall'Italia me ne sono andato nel lontano 1988 do' ampiamente ragione a Aldo Marchioni.

Penso che lo stesso Aldo Marchioni si sia pentito di aver affidato lo sfogo della sua amarezza ad uno del sistema, ad una persona che lo ha utilizzato (e sfruttato) per i propri tornaconti: la persona meno indicata per denunciare un sistema negativo per la maggioranza dei cittadini e che porta vantaggi ai conniventi con il potere (soprattutto ai pennivendoli, che sanno sempre bene cosa scrivere e cosa cestinare).
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Re: L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Messaggioda franz il 11/07/2013, 6:45

Iafran ha scritto:Penso che lo stesso Aldo Marchioni si sia pentito di aver affidato lo sfogo della sua amarezza ad uno del sistema, ad una persona che lo ha utilizzato (e sfruttato) per i propri tornaconti: la persona meno indicata per denunciare un sistema negativo per la maggioranza dei cittadini e che porta vantaggi ai conniventi con il potere (soprattutto ai pennivendoli, che sanno sempre bene cosa scrivere e cosa cestinare).

Ad essere sinceri bisognerebbe chiederlo a lui se si è pentito.
Non comprendo questa acredine verso Beppe, ... forse un blog potenziale concorrente di ben altro Beppe?
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Re: L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Messaggioda flaviomob il 11/07/2013, 11:04

Severgnini è sempre stato attento ai problemi e alle cause che portano i nostri connazionali ad emigrare, perché mai non avrebbe dovuto pubblicare una lettera così sentita?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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